A comparison between 24h urine collection and overnight spot urines in evaluating the risk of stone disease

Abstract

Despite being recommended by most guidelines, the metabolic evaluation of patients with nephrolithiasis has limited diffusion due to difficulties relating both to the access to laboratory investigations and to urine collection modalities. Consequently, in addition to the classical 24-h collection, alternative and simplified collection modes have been proposed. We report here on the comparison between metabolic evaluation carried out on 24-h double collection (Lithotest) and overnight spot urines (RF test). Fifty-four patients with stone disease were enrolled, excluding patients with infection or cystine stones. For Lithotest, we measured all analytes necessary to calculate state of saturation (ß) with calcium oxalate, brushite and uric acid, by means of Lithorisk.com. For RF, we measured calcium, magnesium, oxalate, citrate, sulphate, phosphate, pH and creatinine. The comparison was made with creatinine ratios. An estimate of ßCaOx, ßbrushite and ßAU was obtained also on RF urines by using simplified algorithms. We found highly significant correlations between all parameters, despite quite different means. There was a nice correspondence between the two sets of measurements, assessed by the Bland-Altmann test, for calcium, oxalate, citrate, sulphate, urate and pH. Overnight urine had higher saturations compared to 24-h one owing to higher concentration of the former. In conclusion, RF test on overnight urine cannot completely replace Lithotest on 24-hr urine. However, it can represent a simplified tool for either preliminary evaluation or follow-up of patients with stone disease.

 

Keywords: metabolic evaluation, state of saturation, 24-h urine, spot urine, calcium nephrolithiasis, uric acid nephrolithiasis

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Introduzione

La valutazione metabolica nella gestione della nefrolitiasi è consigliata dalla maggior parte degli esperti di questa patologia. Linee guida sia di società scientifiche del nostro paese, che internazionali, concordano nell’indicare lo studio metabolico soprattutto urinario come strumento utile nella definizione diagnostica e nella impostazione dei provvedimenti dietetici e/o farmacologici utili alla prevenzione [13].

Mentre vi è un sostanziale accordo rispetto ai parametri di rischio litogeno da inserire nello screening metabolico, è tuttora aperta la discussione relativa alle modalità di raccolta delle urine. La raccolta urinaria di 24 ore, che spesso prevede l’impiego di contenitori preparati con idonei conservanti, è quella utilizzata con più frequenza [4, 5]. Tuttavia, molti ritengono che questa, idonea ad esprimere un andamento medio della giornata, non sia in grado di evidenziare variazioni circadiane del rischio litogeno [6]. Un altro problema concerne l’adeguatezza di una singola raccolta di 24 ore, da alcuni ritenuta insufficiente ad assicurare una corretta gestione medica [7]. Inoltre, una raccolta che comprenda tutte le urine di 24 ore è esposta al rischio di imprecisione per eccesso o per difetto [8], improprio uso dei conservanti, difficoltà logistiche. Questi fattori riducono l’aderenza dei pazienti a sottoporsi ad una valutazione metabolica [9].

 

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