Gross Hematuria after kidney biopsy. A case report

Abstract

We describe the clinical case of a patient experiencing severe gross hematuria causing clotting in the renal pelvis, after undergoing a kidney biopsy.The ecocolordopper and CT angiography performed did not reveal the cause of hematuria.The kidney arteriography allowed the diagnosis, revealing an arteriovenous fistula responsible for bleeding together with a small false aneurysm in the lower pole of the biopsied kidney. Both lesions were successfully treated with superselective embolization with microcoils.
We discuss about the diagnostic and therapeutic approach of these rare post-biopsy complications briefly focusing on the technical aspects and on possible risks that the transcatheter embolotherapy may result.

Key Words: embolization, microcoils, arteriovenous fistula, pseudoaneurysm, renal biopsy

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CASE REPORT

Paziente di sesso femminile di anni 37 viene ricoverata per praticare biopsia renale percutanea (BRP), indicata dalla presenza di anomalie urinarie (proteinuria e microematuria) associata ad insufficienza renale ed ipertensione arteriosa. I principali esami di laboratario evidenziano una proteinuria significativa non nefrosica (1440 mg/24h); microematuria glomerulare (15 GR per HPF, 70% dismorfici); creatinemia 1,5 mg/dl, GFR calcolato con MDRD di 41,5 ml/min. L’esame obiettivo è nella norma; PA: 130/80 mmHg, controllata da ramipril 5 mg/die. La frequenza cardiaca 72 b/min. Hgb 12, 5 mg/dl, WBC 9000/mm3; PLT 251000; PT 99%; aPTT 31,7 sec. Tempo di emorragia: 6 min. Indici infiammatori ed autoimmunità: negativi. All’ecografia: diametro bipolare di entrambi reni è 9 cm; lo spessore corticale del polo inferiore del rene sx è 12 mm.

Dopo premedicazione con desmopressina (DVVAP), viene eseguita BRP (Toshiba power Vision 8000) utilizzando dispositivo automatico con ago 16 G (Bard® Max-Core®), 2 passaggi. La monitorizzazione clinico-laboratoristica post-biopsia è regolare: non ematuria, né dolore lombare, non variazioni emoglobiniche né della pressione arteriosa. Dopo 24 ore dalla BRP la paziente viene dimessa, in attesa della refertazione della biopsia renale. L’esame ecocolordoppler (ECD) praticato prima della dimissione evidenzia piccolo ematoma postbioptico, regolare la vascolarizzazione intrarenale.
 

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Brachial artery pseudoaneurysm: a rare but serious complication in hemodialysis patients with arteriovenous fistula

Abstract

A pseudoaneurysm or false aneurysm of the brachial artery is an uncommon occurrence in patients receiving hemodialysis with arteriovenous fistula (AVF).
We describe the case of a 76-year-old woman presenting with a large, tender, pulsatile mass in the right antecubital region 10 cm from the AVF. B-mode ultrasound examination revealed a saccular hematoma. Color doppler showed a recirculation movement of blood, creating a two colors image called “Korean flag”. The patient was transferred to the surgical unit where she first underwent ultrasound-guided compression and then surgical repair of the pseudoaneurysm. Two weeks after surgery the AVF was used again as an access for hemodialysis.
Differentiating between a false and a true aneurysm based on ultrasound is not always straightforward. Doppler ultrasound findings can be decisive for the early diagnosis of a pseudoaneurysm to ensure proper treatment planning given the dangerous complications of ruptures. Treatment options include: compression, percutaneous thrombin injection, endovascular exclusion with covered stents, aneurysmectomy and surgical repair.

KEYWORDS: Pseudoaneurysm, Brachial artery, Doppler ultrasound, Arteriovenous fistula.

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Introduzione

Il malfunzionamento dell’accesso vascolare rappresenta una delle principali cause di ospedalizzazione del paziente emodializzato (1); lì dove le problematiche relative al sistema venoso (trombosi, stenosi, aneurismi) sono alquanto frequenti, la patologia del sistema arterioso è insolita, fatta eccezione per la steal syndrome dove a causa di una stenosi arteriosa si ha un sovvertimento del flusso: il flusso arterioso diventa centripeto mentre quello venoso centrifugo, tutto ciò determina un “furto” di sangue che riduce drasticamente l’ossigenazione dei tessuti periferici (2). Nel paziente emodializzato la formazione di un pseudoaneurisma o falso aneurisma dell’arteria brachiale è un’evenienza infrequente (0,02%) ma possibile (3): generalmente legata alla puntura accidentale del vaso nel corso della venopuntura (4,5,6,7). Lo pseudoaneurisma è una raccolta ematica perivascolare che non ha una parete vascolare propria ma una capsula connettivale reattiva; può insorgere per stravaso emorragico in sede di puntura e può organizzarsi o rimanere in comunicazione con il vaso da cui viene alimentato formando un pseudoaneurisma pulsante. La tendenza ad accrescersi rapidamente può essere responsabile di temibili complicanze fino all’amputazione delle dita o dell’intero arto (8): sono pertanto auspicabili una precoce diagnosi e un trattamento rapido ed efficace. L’angiografia rappresenta il gold standard per la diagnosi (9), lo scopo di questo report è stato quello di illustrare le caratteristiche ecocolordoppler della lesione che hanno consentito di fare diagnosi precoce senza ricorrere a metodiche più invasive.
 

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