Abstract
I farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) rappresentano una delle classi di farmaci maggiormente prescritta ed utilizzata a livello globale, con milioni di somministrazioni quotidiane, e con un mercato mondiale in ulteriore espansione.
La situazione italiana, invece, appare in controtendenza, come dimostrato dai report annuali dell’Agenzia del Farmaco (AIFA), con un lento progressivo decremento sia della prescrizione che dell’utilizzo complessivo includendo quello da automedicazione (over-the-counter). Sebbene la prescrizione ed il consumo di FANS in Italia riconosca differenze evidenti tra le regioni settentrionali e quelle meridionali, si conferma comunque la progressiva contrazione annuale del mercato.
Nonostante siano ben conosciuti gli effetti collaterali e tossici di questa classe di farmaci a carico di diversi organi ed apparati, le segnalazioni di eventi avversi (AEs) renali risultano minimali nei registri AIFA se rapportate agli effetti collaterali su altri organi ed apparati. La sottostima degli eventi avversi renali risulta ancora più evidente se si considera che nella popolazione geriatrica italiana, generalmente sottoposta a multiterapia farmacologica (in media 6.7 sostanze pro-capite), i FANS rappresentano il 32% delle prescrizioni risultando la quarta classe di farmaci più prescritta dopo antiulcera, antitrombotici e ipolipemizzanti.
Nella review sono elencate in sintesi le principali complicanze (alterazioni funzionali o comparsa di danno istologicamente definito) renali da FANS, le condizioni favorenti indispensabili per il determinismo del danno e cenni sui possibili meccanismi patogenetici.
Resta però evidente, pur a fronte di una sicura e non meglio quantificabile sottostima degli eventi avversi , che la loro frequenza sia abbastanza contenuta nella popolazione generale aumentando discretamente in quella a rischio.
La conoscenza dei meccanismi farmacologici e delle condizioni cliniche coinvolte nella genesi degli eventi avversi renali associati ai FANS, nonché l’epidemiologia e la frequenza delle complicanze, possono certamente contribuire alla acquisizione di una appropriatezza prescrittiva in equilibrio tra demonizzazioni semplicistiche e sottovalutazioni colpevoli. La accuratezza della diagnosi sulla causa del dolore risulta quindi prioritaria per la scelta terapeutica ragionata sul bilancio rischio-beneficio.
Al nefrologo esperto compete quindi la responsabile (in)formazione sull’approccio non semplicistico e fai-da-te della terapia antalgica nei soggetti anziani ad alto rischio renale.