Marzo Aprile 2017 - Articoli originali

Nephrologist and ICU: the need of new expertise

Abstract

Episodes of dialytic Acute Kidney Injury (AKI stage III KDIGO) can lead to chronic kidney disease (CKD), even after a long time. Prelimary data indicate that the relationship between AKI and CKD is affected by dialysis technical modalities and factors in part modifiable, such as an early dialysis timing, dose adeguacy, continuous treatment, use of biocompatible membranes and regional citrate anticoagulation. However, in most ICUs involvement of nephrologist consultant is marginal. Of more, nephrological follow-up after discharge, which allows to slow down the progression rate of CKD even just by a correct pharmacological and dietetic approach (sartans, ACEis), is an uncommon practice. Indeed, a better organ survival could lead to a delay of the dialytic treatment, reducing the costs sustained by the National Health Service.  To face such challenges locally, in Piedmont and Aosta Valley the Dialysis Units were required to put themselves at disposal for ICU needs both in terms of dedicated staff and resources. Additionally, since many years consultant nephrologists have established the “Acuti” work-group, which has been able to provide an high level of professional expertise, while incentivizing innovation and training in ICU environment. In order to cope with these new requirements a redefinition of the nephrologist’s role in ICU through a constant exchange with the intensive care background is needed.

Key words: Acute kidney injury., Critical Care nephrology, Organization, Work group

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La gestione della RRT in Area Critica

La gestione della terapia renale sostitutiva (RRT) in Area Critica è un mondo vario, in cui la pratica clinica è ampiamente differente da paese a paese in termini di operatori coinvolti, tipo di dialisi, prescrizione dialitica, durata della dialisi, timing e dose. Essa è frutto di consuetudini consolidatesi negli anni, e risente molto delle situazioni e dinamiche locali. Tuttavia, nella maggioranza dei casi il trattamento sostitutivo è a carico delll’intensivista, con una dialisi continua standard. Il ruolo rivestito dal consulente nefrologo è marginale. In una recente survey internazionale (271 ICUs, 218 in Europa e 54 extra UE), nel 92.6% dei casi l’intensivista era responsabile del trattamento, e nell’88% dei casi la RRT era prescritta come CRRT (1). Solo nel 7.4% dei casi la responsabilità era in carico al nefrologo, e nel 8.8% condivisa tra intensivista e nefrologo. Riguardo ad esperienze europee mirate, nel Regno Unito una recente survey ha messo in evidenza come su un campione di 167 ICUs ospedaliere in cui esisteva un servizio di Nefrologia e Dialisi in sede, solo nel 25% dei casi l’Intensivista contattava “sempre” o “di solito” il nefrologo prima di iniziare una RRT. Nel 40%dei casi non lo contattava “mai”, o ”raramente” (2). In Germania su un campione rappresentativo di 423 ICUs, nel 53% dei casi l’indicazione alla RRT era data dagli intensivisti. Solo nel 22% delle ICUs il nefrologo era coinvolto nei processi decisionali (3).  

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