The Outpatient Activity of the Onconephrology Clinic of Cremona in the First Semester of 2023

Abstract

Despite the rapidly growing area of onconephrology in the last decade, nephropathic patients have been rarely involved in clinical trials of cancer therapy, particularly in the case of chronic kidney disease (CKD) stage 4 (CKD4) or stage 5 (CKD5). We could offer better therapeutic opportunities to our patients thanks to the Onconephrology Clinic and the Multidisciplinary group, in which a dedicated team of specialists guarantees the highest level of possible care. In this paper, we analysed the activity of the first Italian OnconephrologyClinic, twelve years after its foundation. We studied retrospectively a cohort of 174 patients referred to our center in the last six months (from 11/01/2023 to 12/07/2023), with a total of 262 visits (40 first visits). We highlight a prevalence of moderated or advanced kidney disease, in contrast with the literature, which is probably the result of a transversal II level clinic with different specialists involved. Furthermore, in patients with a prolonged follow-up, we observed a progressive better attention to every kidney involvement, particularly in patients in active cancer therapy, by the oncologist colleagues. We observed a reduction of treatment withdrawals due to kidney toxicity, thanks to a multidisciplinary approach and experienced-based management. On the other side, we highlight also a delayed addressing of patients with acute kidney injury (AKI), which often results in chronic kidney damage. This could be related to a delayed identification of the reduced renal function, which is difficult to correctly value in patients with cancer.

Keywords: onconephrology, cancer therapy, nephrectomy, kidney function

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Introduzione

L’onconefrologia, come testimoniato dal crescente numero di articoli pubblicati negli ultimi dieci anni e dal fiorire di congressi dedicati, nonché dalla nascita di ambulatori a impronta multidisciplinare in molte regioni italiane, è una branca super-specialistica che suscita sempre più interesse nel mondo nefrologico. La ricerca in ambito oncologico genera nuovi farmaci con una rapidità a cui il nefrologo non è uso: nell’ultimo decennio, dopo le terapie a bersaglio molecolare, sono stati introdotti nuovi antimetaboliti, gli inibitori dei chekpoint immunitari, i farmaci coniugati, nonché protocolli di combinazione spesso comprendenti platini e/o molecole a eliminazione o tossicità renale. Per il nefrologo che si accosta a questo ambito, l’aggiornamento continuo sul panorama farmacologico non è sufficiente. Infatti, più del 70% degli studi registrativi, a partire dalla fase II, non comprendono pazienti affetti da insufficienza renale cronica, specie se moderato-severa [1, 2] nonostante le linee guida dell’EMA [3] circa il disegno degli studi di farmacocinetica; inoltre, la letteratura offre pochi studi di farmacocinetica in fase di post marketing. A complicare le cose, non vi è uniformità negli strumenti usati negli studi registrativi né per quanto riguarda i criteri “renali” di esclusione, né per la valutazione della funzione renale. Per questi motivi, la mancanza di un nefrologo dedicato frequentemente preclude a questo gruppo di pazienti possibilità terapeutiche che non dovrebbero essergli negate, vista sia l’elevata incidenza di tumori nella popolazione con CKD che l’eccesso di mortalità per neoplasia dei pazienti nefropatici sia in terapia conservativa [4, 5] che in trattamento dialitico sostitutivo [6] rispetto alla popolazione generale. 

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