SARS-CoV-2 mRNA-based vaccine in hemodialysis patients: a single center-experience

Abstract

Hemodialysis patients have an increased risk of severe complications when infected with SARS-CoV-2. The introduction of the SARS-CoV-2 vaccine represented an important progress in limiting severe forms of the disease.

The focus of our study is the detection of the antibody titer in chronic hemodialysis patients vaccinated with the mRNA vaccine BNT162b2 (Comirnaty, Pfizer-BioNTech).

The antibody titers were measured in 57 hemodialysis patients, vaccinated with 3 doses according to ministerial criteria, by ElectroChemiLuminescence ImmunoAssay (ECLIA). The response was defined as an antibody titer above the dosable level > 0,8 UI/ml. A good antibody response was defined as titer > 250 UI/ml. Infections with SARS-CoV-2 and adverse effects to the vaccine were recorded.

Our study showed in 93% of the hemodialysis patients a dosable antibody response after the second dose of the vaccine. After the third dose of the vaccine, 100% of the hemodialysis patients reached a dosable antibody titer. The vaccine proved to be safe, no serious adverse events were observed. After the third dose, SARS-CoV-2 infections were still observed, but with reduced severity. A vaccination course against SARS-CoV-2 infection with three doses of BNT162b2 in the dialysis patient is associated with a good immune response and protects against severe infections.

Keywords: Hemodialysis patients, SARS-CoV-2, mRNA vaccine BNT162b2, ElectroChemiLuminescence ImmunoAssay (ECLIA)

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Introduzione

Il primo cluster di polmonite atipica causata da SARS-CoV-2 (severe acute respiratory syndrome coronavirus 2), un virus della famiglia dei Coronaviridae, fu riscontrato per la prima volta a Wuhan nel dicembre del 2019. Le manifestazioni cliniche di questa infezione possono variare e presentarsi come forme gravi: polmonite severa fino all’ARDS, insufficienza renale acuta ed eventi tromboembolici [1], oppure avere manifestazioni lievi e ascrivibili a sintomi simil-influenzali. Ad oggi l’infezione da SARS-CoV-2 ha causato in tutto il mondo circa 7 milioni di decessi, mettendo a dura prova i sistemi sanitari [2].

Il paziente emodializzato presenta maggior rischio di sviluppare manifestazioni severe in seguito all’infezione da SARS-CoV-2. Il sistema immunitario del paziente affetto da malattia renale cronica è compromesso tra l’altro per uno stato infiammatorio cronico determinato dalle tossine uremiche [3]. È dimostrato come i pazienti sottoposti a terapia sostitutiva della funzione renale presentino una ridotta risposta anticorpale ai vaccini, come accade per il vaccino per l’epatite B [4].

Lo sviluppo dei vaccini ha determinato un enorme progresso nel corso della pandemia da SARS-CoV-2 [5]. In Italia la prima dose di vaccino anti SARS-CoV-2 è stata somministrata alla fine del dicembre 2020 [6]. Esistono vari tipi di vaccini tra cui: (1) i vaccini a mRNA, (2) i vaccini a vettore virale e (3) i vaccini che utilizzano proteine ricombinanti [7]. Il principio su cui si basano i vaccini a mRNA è la codifica per la proteina Spike del virus, che viene quindi in contatto con le cellule immunitarie del paziente e permette la generazione di una risposta immunitaria. Il vaccino mRNA si è dimostrato sicuro ed efficacie sia nella popolazione generale che nei pazienti emodializzati [8 11]. 

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