Liability in medical-assisted suicide

Abstract

Summarizing the contents of the Constitutional Court’s judgment n. 242/2019 on the non-liability in medical-assisted suicide, the author looks at how the new scenarios thus opened might undermine the safety and dignity of the most fragile and vulnerable people. He voices his concerns on the shifting relationship between doctors and patients and on the delegitimization of medical ethics that must instead continue to illuminate, with its guiding principles, professional behavior.

 

Keywords: assisted suicide, self-determination, end of life, duties of the doctor, duties of public health sector, ethics.

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Introduzione

Poco prima di Natale la cronaca ha dato notizia[1] della definitiva assoluzione di Marco Cappato dall’accusa formulata nei suoi confronti per aver materialmente accompagnato, nel febbraio del 2017, Fabiano Antoniacci a morire in Svizzera. Ciò non è avvenuto con formula piena “perché il fatto non costituisce reato”, come auspicato dalla difesa del noto esponente politico radicale, ma con quella meno favorevole del “fatto che non sussiste” come, invece, richiesto dalla pubblica accusa.

Al di là delle sottigliezze, che tuttavia contano nella lettura interpretativa dei fatti, il proscioglimento dell’imputato non costituisce nulla di inaspettato dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 25 settembre 2019 che, in buona sostanza, ha dichiarato, nel suo dispositivo finale, la parziale illegittimità dell’art. 580 del Codice penale: 

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