Novembre Dicembre 2022 - Specialità e professioni a colloquio

Hemodialysis safety: from the study of the minimum data set to the creation of the CUSTODE hemodialysis surveillance flow sheet

Abstract

Background: The purpose of the study is to identify, through a survey, the parameters that need to be monitored during a hemodialysis session and to merge them into a surveillance flow sheet that allows the optimal conduction of the treatment.
Methods: The study was conducted using the questionnaire methodology and involved 78 nurses working in the nephrological area in Italy. The majority of participants have an age of service greater than 10 years and belong to a hemodialysis context.
Results: The data show how the surveillance flow sheet is a diversified tool according to the treatments carried out. However, the majority of dialysis flow sheets have a section dedicated to the medical-nursing diary, a space for recording the access characteristics and there is also a good level of digitalization of the instrument.
The frequency of detection of vital and monitor-related parameters varies on the basis of the treatment carried out, the registration of the identification number and the filter label are not a uniform practice. Finally, the majority points out the need for an improvement of the surveillance card in use.
Conclusions: The research highlights the lack of uniformity of the dialysis surveillance process.
The study proposes as a solution to the problem a universal medical-nursing flow sheet, called CUSTODE, which can guide the professional in the management of hemodialytic treatment, through the registration of a minimum data set.

Keywords: hemodialysis surveillance flow sheet, minimum data set, hemodialysis, safety

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Introduzione

Nell’ultimo ventennio il numero di pazienti con danno renale che necessita di un trattamento sostitutivo è aumentato notevolmente [1, 2].

La platea degli emodializzati si è inoltre modificata nel tempo, inglobando assistiti con una criticità e compromissione tali da dover essere trattati al di fuori delle aree nefrologiche. Questo ha stimolato lo sviluppo di metodiche dialitiche nuove rispetto a quelle utilizzate nell’uremia terminale e in condizioni emodinamicamente stabili [3].

La  gestione del paziente con danno renale che necessita di un supporto emodialitico è complessa [4] e richiede oggi un approccio multidisciplinare in cui i professionisti concordino la gestione più appropriata del trattamento extracorporeo.
Scopo dello studio è quello di progettare uno strumento medico-infermieristico completo e intuitivo che guidi il professionista, che si confronta con le diverse metodiche dialitiche, nella conduzione ottimale del trattamento attraverso la registrazione di un minimum data set. L’analisi parte dallo studio di schede dialitiche già in uso in alcune realtà italiane (A.O. di Perugia, ASL Viterbo, A.O. San Giovanni Battista di Torino, A.O.U. di Pisa) andando a ricercare quelle che sono le somiglianze e le differenze tra esse in modo da uniformare la gestione dei trattamenti [57]. 

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