Abstract
Nonostante gli enormi progressi avvenuti nella conoscenza della fisiopatologia acido-base, diversi punti rimangono ancora in parte confusi e controversi. I disordini dell’equilibrio acido-base sono stati generalmente valutati attraverso il tradizionale metodo di Henderson-Hasselbach e il BE i quali sembrano inadeguati in quanto definiscono l’entità dell’acidosi metabolica piuttosto che la sua causa.
Alcuni studi hanno mostrato che l’approccio tradizionale non è spesso in grado di definire i disturbi acido-base più complessi specie nei pazienti critici; in questi soggetti, la possibilità di identificare la presenza di acidi tissutali offrirebbe un maggior valore prognostico rispetto alla valutazione dei parametri tradizionali. A riguardo, un approccio alternativo è il modello fisiochimico di Stewart in grado di definire l’eziologia dell’acidosi metabolica e di quantificare gli acidi tissutali, ma l’utilità clinica di questo metodo è limitata dalla sua complessità matematica.
Pertanto, sono stati proposti alcuni parametri semplificativi al fine di consentire una maggiore applicabilità clinica dell’approccio di Stewart. In particolare, è stato osservato che in corso di acidosi metabolica, il rapporto cloro/sodio (Cl– / Na + ratio) o la differenza sodio – cloro (DiffNa-Cl) sarebbero utili indicatori della presenza di anioni non misurati (UMA) e / o di lattato.
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