Il futuro della dialisi peritoneale

Il Censimento del Gruppo di Progetto di Dialisi Peritoneale (GPDP) del 2022 ha riportato che nei 183 Centri Italiani non-pediatrici e con dati completi (DP + HD) la prevalenza percentuale della DP è del 14,9%, valore in progressiva riduzione nonostante i riconosciuti vantaggi della metodica, l’invito delle politiche sanitarie regionali e nazionali alla domiciliazione delle cure, la documentata preferenza per la dialisi domiciliare da parte dei pazienti quando sono attivamente coinvolti nella scelta del trattamento (>50% dei pazienti privilegiano la DP).

In questa breve analisi saranno esaminate alcune situazioni sulle quali si potrebbe intervenire per incrementare l’utilizzo della DP in Italia:

A. Aumentare il numero dei medici dedicati alla DP. Con le nuove tecnologie che permettono il controllo da remoto della DP, possiamo modificare e ottimizzare la prescrizione quasi a piacimento: dal numero dei cicli alla durata delle singole stasi, dalla tonicità delle soluzioni al volume degli scambi, completi o con tidal. Con i cycler a disposizione siamo in grado di “cucire” le sedute dialitiche a seconda delle necessità e delle caratteristiche del paziente. Per fare questo in modo ottimale, è necessaria un’esperienza che può derivare solo da una applicazione costante della tecnica, investendo tempo e risorse. Inoltre, il medico dedicato alla DP non si occupa solo di impostare la seduta dialitica o di controllare gli esami di adeguatezza, ma gestisce l’ambulatorio delle visite periodiche, interviene in tutte le problematiche quotidiane che sono parte della metodica, prepara i pazienti all’immissione in lista trapianto, oltre a partecipare ai consueti servizi di reparto (guardie, consulenze, ambulatori, etc.). Se il medico che si occupa di DP (e del resto) deve provvedere anche alla copertura dei turni di emodialisi o di degenza, le occasioni di crescita e di miglioramento diventano sempre più complicate.

B. Consentire ai medici specializzandi di tutte le Scuole di Specializzazione di usufruire di un adeguato addestramento alla dialisi peritoneale. Considerando che non in tutte le Scuole è possibile praticare la DP, anche in riferimento a quanto indicato dalle norme ministeriali, si potrebbero proporre sedi esterne (sedi “HUB”) presso cui lo specializzando possa approfondire la conoscenza della metodica. Tali strutture potrebbero diventare punti di riferimento per i medici specializzandi, fornendo le basi fondamentali della dialisi peritoneale e permettendo il loro utilizzo nella pratica clinica quotidiana.

C. Adeguare il numero degli infermieri dedicati. Senza di loro non è possibile garantire una DP fatta bene. Il ruolo degli infermieri nella DP ha una valenza ancora maggiore che nelle altre sezioni in quanto può garantire la continuità di assistenza ai pazienti domiciliari. La struttura presso cui lavoro garantisce la presenza dell’infermiere dedicato alla DP 24/24 ore, 7/7 giorni. Per i pazienti in DP questo rappresenta una garanzia di assistenza che contribuisce a far superare eventuali insicurezze nella scelta del trattamento dialitico. Come evidenziato dal Questionario del 2007 i Centri in cui l’infermiere di DP deve occuparsi anche di altro hanno programmi di DP modesti. Se da un lato ciò è in parte comprensibile è anche vero che costituisce un fattore limitante all’espansione stessa del programma.

D. La presenza di dietista e psicologo dedicati. In numerose strutture sono già presenti esperti di alimentazione dedicati alla stesura delle terapie nutrizionali per i pazienti con insufficienza renale ma la complessità dell’argomento auspicherebbe la presenza di un professionista esclusivo per i pazienti in dialisi, essendo quelli più a rischio di malnutrizione. Inoltre, le implicazioni legate alla malattia cronica e all’accettazione della dialisi, necessitano di un supporto psicologico al paziente che dovrebbe iniziare già in fase pre-dialitica. Tuttavia, sono ben note le difficoltà delle Aziende di disporre di dietisti e psicologi dedicati, carenze che minano ulteriormente la possibilità del paziente di fare una scelta condivisa del trattamento.

E. La possibilità di accesso del caregiver dei pazienti in DP in tutte le strutture ospedaliere in caso di ricovero. Spesso ci troviamo di fronte alla necessità di trasferire pazienti in DP ricoverati presso altre strutture perché la Direzione non permette ai caregiver di assistere il paziente nell’esecuzione della DP. Oltre al disagio per i pazienti e familiari, questo atteggiamento complica ulteriormente le già difficili capacità recettive dei nostri reparti.

F. Il ricorso alla Telemedicina. Le possibilità offerte oggi dalla Telemedicina sembrano create apposta per un programma di dialisi domiciliare. Oltre a evitare spostamenti, garantendo un follow-up più accurato, il monitoraggio da remoto e la videodialisi offrono la possibilità di migliorare la qualità delle cure erogate ed espandere la popolazione che potrebbe beneficiare della DP. Ovviamente è richiesto un adeguamento organizzativo della struttura che vede di nuovo nell’infermiere la figura centrale.

G. Ottenere RSA e riabilitazioni con personale addestrato a gestire la DP. Secondo i dati del recente censimento del GPDP, meno del 5% dei pazienti sono sottoposti a DP presso le RSA. La collaborazione con queste strutture potrebbe essere d’aiuto soprattutto per i pazienti più fragili che potrebbero usufruire della DP in un ambiente protetto. L’esperienza della Nefrologia di Trento che ha a disposizione alcuni posti riservati ai pazienti in DP presso le RSA del territorio, dovrebbe essere replicata in altre realtà quando necessario. La situazione diventa ancora più difficile quando si deve affrontare il problema della riabilitazione post-ricovero per i pazienti in DP. In molte province non sono disponibili strutture riabilitative per questi pazienti che in caso di necessità si trovano costretti a shiftare momentaneamente all’emodialisi o, nei casi più fortunati, devono fare affidamento a un caregiver disponibile a eseguire quotidianamente la DP nella struttura di ricovero. D’altra parte non è così semplice ricorrere al personale della RSA per l’esecuzione della DP. Infatti l’elevato turnover del personale, che spesso caratterizza queste strutture, impone una continua attività di addestramento e di riaddestramento talora improponibile. Un rimedio possibile è oggi offerto dalla telemedicina che consente di effettuare in sicurezza training ripetuti evitando stress e spostamenti.

H. Garantire in tutti Centri di Nefrologia una completa informazione a tutti trattamenti sostitutivi. Anche se non presenti nel Centro di riferimento, è fondamentale per una scelta condivisa del trattamento esporre ai pazienti e ai familiari tutte le soluzioni terapeutiche oggi disponibili, dal trapianto da vivente fino alle terapie palliative, eventualmente indirizzando il paziente ad altri Centri dove è disponibile il trattamento preferito. Ad esempio: in Italia sono pochi gli Ospedali che dispongono di una Unità Operativa dedicata ai trapianti, eppure tutti i nefrologi, quando è clinicamente possibile, informano e preparano i pazienti al trapianto di rene. La stessa cosa dovrebbe accadere per la DP: la metodica, per ragioni logistiche e organizzative, non può essere presente in tutte le UO di Nefrologia ma, così come per il trapianto, i pazienti devono essere a conoscenza della possibilità di utilizzarla. L’indagine del 2007 (allegata ai dati del Censimento) evidenziava tale carenza, ma il problema rimane. I nefrologi devono prendere atto che è eticamente scorretto non informare i pazienti dell’esistenza di una valida terapia alternativa.

I. La presenza sul territorio di personale addestrato (OS, ASA) per la dialisi assistita a domicilio. È probabilmente il punto più importante per lo sviluppo delle DP del futuro. Già nel 2016 il Piano Nazionale della Cronicità del Ministero della Salute (Figura 1) tra gli obiettivi specifici indicava di “Personalizzare la terapia dialitica mantenendo il paziente a domicilio (abitazione, RSA, case di riposo, etc.). Inoltre, riportava:

“La personalizzazione della terapia dialitica deve tenere conto delle caratteristiche del paziente, come appresso riportato:

      • Paziente autosufficiente: alta possibilità di effettuare la dialisi domiciliare.
      • Pazienti anziani autosufficienti, soli, che necessitano di mantenere e sviluppare i rapporti sociali per evitare l’isolamento: possibilità di dialisi presso i centri per anziani con personale ausiliario addestrato dal centro nefrologico di riferimento.
      • Paziente parzialmente autosufficiente/non autosufficiente con familiari o caregiver: elevata possibilità di effettuare la dialisi domiciliare, sia peritoneale che emodialisi. Nella realizzazione di una dialisi domiciliare potrebbero essere utili strumenti di teledialisi assistita che favoriscono corrette pratiche dialitiche e minimizzano i rischi di manovre non corrette.
      • Paziente parzialmente autosufficiente senza caregiver: valutazione del grado di fragilità ed eventuale valutazione di dialisi peritoneale assistita a domicilio”.
Figura 1. Obiettivi, linee di intervento per la Malattia Renale Cronica.
Figura 1. Obiettivi, linee di intervento per la Malattia Renale Cronica. Piano Nazionale della Cronicità del Ministero della Salute, 2016 (https://www.salute.gov.it).

La pandemia da SARS-CoV-2 ci ha tragicamente confermato l’importanza della domiciliazione del paziente: la differenza di mortalità tra i pazienti dializzati nella propria abitazione e quelli in Centro è stata devastante. E anche i successivi interventi parlamentari hanno sottolineato la necessità di implementare le terapie a domicilio con l’istituzione delle Case di Comunità e la nomina di infermieri di territorio che dovrebbero intervenire nelle cure domiciliari. Per conoscenza, riporto la definizione di Casa di Comunità, previste già dal PNRR del 2021, e descritte nel DM 77 del 23 maggio 2022, pubblicato sul numero 144 della Gazzetta Ufficiale: “La Casa della Comunità è il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria. La CdC è una struttura facilmente riconoscibile e raggiungibile dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza e l’orientamento dell’assistito”. Inoltre: “La Cdc hub deve obbligatoriamente garantire:

a. Presenza medicah24 – 7 giorni su 7 anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale.

b. Presenza infermieristicah12 – 7 giorni su 7 (fortemente raccomandata la presenza infermieristica h24 – 7 giorni su 7).

c. Équipe multiprofessionali(Medico di Medicina Generale, PLS, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie)”.

Quanto descritto potrebbe costituire una formidabile locomotiva per trainare l’incremento della DP (ma anche dell’emodialisi domiciliare) in Italia, soprattutto nei pazienti fragili che maggiormente si gioverebbero di questa forma di assistenza.

Una visione congiunta della dialisi peritoneale in Italia: censimento e Registro Italiano di Dialisi e Trapianto

Nell’ambito della terapia sostitutiva della malattia renale cronica, la dialisi peritoneale (DP) è quella meno utilizzata.

Il Registro Italiano di Dialisi e Trapianto (RIDT) nel corso degli anni ha osservato l’andamento della dialisi DP a livello regionale e nazionale, con i limiti dovuti dalla risposta incompleta. Il censimento nazionale offre una visione più granulare, rivolta ai singoli centri, evidenziando aspetti che non possono essere valutati a un livello più generale. Sicuramente l’integrazione delle informazioni offerte dai due approcci consente una valutazione più approfondita dello stato di salute della DP in Italia.

In generale si può affermare che l’andamento della DP in Italia è piuttosto stabile in termini di incidenza con valori di circa il 15-16% dei nuovi inserimenti in trattamento sostitutivo con massimi superiori al 20% nel Nord-Est e nelle Marche e minimi prossimi al 5% in alcune regioni del Sud, in linea con i risultati del censimento. Anche la prevalenza è stabile, assestandosi intorno a 80 pazienti-anno per milione tra il 2014 e il 2021 [1]. I risultati del RIDT sono migliori rispetto a quelli forniti dal censimento perché le fonti dei dati sono diverse e, nel caso del RIDT, le regioni con più DP sono quelle più disposte a fornire dati più completi; tuttavia, focalizzando l’attenzione più sulla tendenza che sulla stima, non si può certo sostenere che la DP sia una modalità di terapia sostitutiva in via di estinzione.

Dal Registro, risulta che, al netto di età, malattie renali primitive e comorbidità, l’offerta della DP è diversa tra le regioni e che questa diversità spiega in parte la variabilità dell’incidenza con due situazioni estreme: Veneto (bassa incidenza e utilizzo elevato della DP) e Liguria (alta incidenza e scarso utilizzo della DP) [2]. D’altra parte, in quasi tutte le regioni, compresa la Liguria e con l’eccezione del Veneto e della Calabria, c’è stato un importante aumento dell’incidenza in DP tra il 2011 e il 2016 [3]. In alcuni casi ciò è il risultato di una presa di coscienza generale, in altri casi, ben visibili in regioni di piccole dimensioni, l’incremento si è verificato entro qualche anno dall’ingresso nella direzione di strutture di esperti in DP. Dove ci sono state indicazioni precise a livello regionale, il cambiamento non è stato così evidente, probabilmente queste indicazioni hanno contribuito a mantenere il punto, piuttosto che a incentivare lo sviluppo. Sembra quindi che la formazione e la convinzione dei singoli specialisti siano in grado di modificare l’organizzazione, più delle sollecitazioni regionali. Come sta succedendo negli Stati Uniti con l’Advancing American Kidney Health executive order [4], non è sufficiente dare degli obiettivi, quanto piuttosto fornire percorsi e supporti di più ampio respiro (vedi esperienza australiana e canadese).

Nel censimento, l’analisi della variabilità si sposta dal livello regionale a quello dei singoli centri e vengono fornite ulteriori precisazioni:

  1. L’offerta della DP è direttamente proporzionale alle dimensioni del centro.
  2. A sostanziale parità di numero di centri per popolazione, nel Nord i centri hanno più pazienti in DP.
  3. Nell’Italia meridionale e nelle isole, i centri che utilizzano DP sono in media più piccoli, ma con percentuale di pazienti superiore.

I dati del censimento sostanzialmente confermano quanto si vede nel registro, cioè che la DP si fa di più nel Nord, ma risulta estremamente interessante il punto 3. La variabilità regionale in Italia si manifesta anche attraverso modelli organizzativi diversi con differente impatto della sanità pubblica e privata. In generale la sanità privata sta proliferando in tutta Italia, ma, riguardo all’offerta di dialisi, è un fenomeno al momento rilevante soprattutto in alcune regioni del Centro e Sud-Italia. Il riscontro che i centri pubblici di piccole dimensioni abbiano una percentuale di pazienti in DP superiore, dove è preminente l’offerta di dialisi privata, fa pensare che la DP sia gestita quasi esclusivamente dalla sanità pubblica. Senza sconvolgere modelli organizzativi ormai consolidati, l’incentivazione a consolidare e sviluppare questo processo potrebbe far crescere la DP anche nelle aree in cui è meno rappresentata, anche perché si è visto che dove la dialisi è tipicamente privata, come negli Stati Uniti, una politica di rimborso più adeguata ha determinato solo un modesto miglioramento dell’offerta di DP [4].

Sicuramente il censimento riesce a fornire informazioni sulla qualità delle cure che il registro, soprattutto perché raccoglie dati aggregati, non è minimamente in grado di osservare. L’unico dato confrontabile è quello della mortalità grezza che nel report del registro del 2021 risulta del 12,1% in DP (16,9% in dialisi extracorporea), contro un 10,1 per 100 pazienti nel censimento, risultati simili tenendo conto della diversità della misura (proporzione nel registro, tasso nel censimento). Va sottolineato che questi dati non indicano una superiorità della DP sull’emodialisi in termini di sopravvivenza, quanto una diversità delle caratteristiche dei pazienti, come ampiamente dimostrato nella Letteratura e, per rimanere in Italia, nel Report 1998-2015 del Registro Veneto di Dialisi e Trapianto [6]. Sempre in quest’ambito risulta interessante un altro dato, il tasso di trapianto tra i pazienti in DP è più elevato nei centri piccoli, il che fa pensare che la selezione sia ancora più spinta dove si fa meno peritoneale, che quindi diventa il trattamento di scelta per chi sta meglio.

Una visione congiunta tra censimento della DP e RIDT consente di confrontare fonti diverse e di validarne l’attendibilità reciproca, di analizzare aspetti differenti, ma integrati, dell’epidemiologia della malattia renale che necessita di terapia sostitutiva in Italia e fornisce spunti per implementare miglioramenti nell’interesse dei pazienti.

 

Bibliografia

  1. https://ridt.sinitaly.org/2023/11/22/report-2021-2/ (accesso il 15/02/2024).
  2. https://ridt.sinitaly.org/2017/03/21/report-2011-2013/ (accesso il 15/02/2024)
  3. https://ridt.sinitaly.org/2018/10/16/report-2016/ (accesso il 15/02/2024)
  4. Register Federal Advancing American Kidney Health. Executive Office.2019; 33879-33819. https://www.govinfo.gov/content/pkg/FR-2019-07-15/pdf/2019-15159.pdf.
  5. United States Renal Data System. 2022 annual data report: epidemiology of kidney disease in the United States. https://adr.usrds.org/2022.
  6. https://www.ser-veneto.it/public/File/documents/rapporti/report15_RVDT_finale_sito.pdf: 54-62 (accesso il 15/02/2024)

Ruolo delle opinioni del Nefrologo e dei fattori strutturali nella scelta del trattamento dialitico ‒ Risultati di un Questionario del Gruppo di Dialisi Peritoneale

Abstract

Obiettivi. L’utilizzo della dialisi peritoneale (DP) dipende da fattori economici, strutturali e organizzativi. L’opinione del nefrologo è che la DP sia utilizzata meno di quel che si dovrebbe. In Italia la DP non viene effettuata nei Centri privati, ma nemmeno in circa un terzo dei Centri Pubblici. Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare le opinioni dei nefrologi sulla DP nei soli Centri pubblici, annullando così l’influenza dei fattori economici.
Materiali e metodi. L’indagine è stata effettuata mediante un questionario on-line (Qs) di 26 domande inviato ai 325 Centri pubblici non pediatrici. Sono state indagate le caratteristiche dei Centri e dei nefrologi intervistati e le opinioni su diversi aspetti della scelta e sulla DP. Hanno risposto 454 nefrologi di 270 Centri di cui 205 (370 Qs) utilizzano la DP (DP-SI), 36 (42 Qs) no (DP-NO) e 29 (42 Qs) che non utilizzano la DP ma inviano i pazienti che ne hanno indicazione ad altri Centri (DP-TRASF).
Risultati. I Centri DP-NO e DP-TRASF sono significativamente più piccoli e con maggiore disponibilità di posti letto di HD. Nei Centri DP-SI la presenza di un percorso predialitico e di infermieri dedicati alla sola DP sono associati a un suo maggiore utilizzo.
I nefrologi dei Centri DP-NO valutano la DP in modo più negativo in termini sia di fattori clinici che non clinici. In particolare la convinzione che più del 40% dei pazienti possa effettuare sia la DP che la HD differisce tra i nefrologi dei centri DP-SI (28,6%), DP-TRASF (45,2%) e DP-NO (74,3%). Allo stesso modo, la convinzione che la DP possa essere utilizzata come primo trattamento in più del 30% dei casi differisce tra i nefrologi dei centri DP-SI (49,2%), DP-TRASF (33,3%) e DP-NO (14,3%).
Conclusioni. L’utilizzo della DP nei Centri pubblici è condizionato da fattori strutturali e organizzativi ma anche dal parere del nefrologo sull’utilizzo e sull’efficacia della tecnica.

 

 

Graphical abstract

 

Parole chiave: Dialisi Peritoneale, Emodialisi, Selezione del trattamento dialitico, Opinioni del medico, Malattia Renale Cronica

Introduzione

L’utilizzo della dialisi peritoneale (DP) nel mondo è limitato a una prevalenza di circa il 10% [1]. È noto da tempo [2] come l’utilizzo della DP nei diversi Paesi dipenda da fattori estranei al paziente, quali la tipologia del Sistema Sanitario Nazionale e il rapporto tra settore pubblico e privato di ogni singolo Paese, i rimborsi previsti per l’emodialisi (HD) e la DP, il grado di sviluppo materiale e sociale e il costo del lavoro rispetto ai materiali [2 – 5].  In assenza di barriere economiche e strutturali esistono altri fattori quali il tipo di referral (early o late), la disponibilità di programmi educativi strutturati per i pazienti affetti da CKD, l’addestramento alla DP durante gli studi e la disponibilità di programmi di DP assistita che sono in grado di influenzare l’utilizzo della DP ma che pesuppongono un sistema favorevole a questa metodica.

Per l’Italia, un contributo significativo alla comprensione dei fattori che influenzano l’utilizzo della DP è stato dato dal Censimento della Società Italiana di Nefrologia (SIN) relativo allo stato della dialisi in Italia nel 2004 [5], dalla cui analisi era emerso che i fattori che influenzavano negativamente l’utilizzo della DP erano la presenza di Centri privati (che non utilizzano la DP), il numero di postazioni disponibili per HD rispetto ai pazienti in trattamento emodialitico e una ridotta dimensione del Centro (valutata mediante il numero di pazienti prevalenti in dialisi). Tuttavia, anche considerando solo i Centri pubblici, si evidenziava una notevole variabilità nell’utilizzo della DP con Centri di dimensioni globali modeste ma con programmi di DP relativamente ampi e Centri di grandi dimensioni senza o con ridotti programmi di DP. Tale variabilità suggeriva che vi fossero altri fattori in grado di influenzare l’utilizzo della DP quali il cosiddetto “parere del medico”, la cui importanza è stata evidenziato da Hingwala [6].

Le numerose ricerche [7 – 16] che in passato hanno indagato il ruolo dei medici sulla scelta del trattamento dialitico, evidenziano una notevole discrepanza tra le loro opinioni, in genere favorevoli alla DP, e il reale impiego della DP nel loro Paese, talora marginale. Tali studi presentano spesso un bias di selezione in quanto limitati a Nefrologi che utilizzano in qualche modo la DP.

Obiettivi dello studio

Allo scopo di indagare “l’opinione del medico sulla DP e sulla scelta del trattamento” e il suo eventuale ruolo nel reale utilizzo della DP nel Centro, nel 2006-2007 l’allora Gruppo di Studio della Dialisi Peritoneale (GSDP) della SIN ideò e realizzò una ricerca, sotto forma di un questionario (Qs), limitata ai soli Centri Pubblici per ridurre il più possibile l’influenza dei fattori economici sui risultati ma coinvolgendo anche i Centri che non utilizzavano la DP.

Lo scopo principale dello studio era quello di confrontare le opinioni riguardo alla DP e alla scelta del trattamento, analizzando la prospettiva dei Nefrologi che lavorano in Centri che utilizzano la DP e quelli che non la utilizzano.

Dal momento che la situazione della DP a distanza di 20 anni dal primo Censimento SIN è rimasta sostanzialmente la stessa l’attuale Gruppo di Progetto della DP ha deciso di allegare all’analisi dei dati del Censimento 2022 i risultati di questa indagine, mai pubblicata, ma che per il livello approfondito di analisi e il numero di Nefrologi coinvolti, rimane, oltre che valida, unica nel suo genere.

 

Materiali e metodi

Reclutamento dei centri

Lo studio è stato condotto mediante un questionario (Qs) somministrato on-line, inviato a tutti i Centri Dialisi Pubblici non pediatrici. Diretto a tutti i Nefrologi del Centro, se ne raccomandava la compilazione di almeno 1 per Centro. La compilazione on-line del Qs è stata effettuata tra gennaio e ottobre 2007 e incentivata in occasione dei Congressi e Convegni tenutisi nel periodo. I risultati sono stati parzialmente presentati ai Congressi e Convegni dell’epoca ma non sono mai stati pubblicati.

L’elenco dei Centri dialisi eligibili per l’indagine è stato ricavato dal Censimento SIN relativo al 2004 [5] (Cens-SIN-2004). In sintesi, il Cens-SIN-2004 aveva documentato la presenza in Italia di 658 Centri Dialisi. Dopo esclusione dei Centri privati e dei Centri pediatrici rimanevano 346 Centri a cui è stato inviato il questionario. Tuttavia, di questi 346 Centri ve ne erano 15 a “statuto speciale” (Centri di ricerca) e 6 non avevano pazienti in trattamento dialitico per cui non sono stati considerati. Quindi, come per il Cens-SIN-2004, in questa analisi sono stati considerati i 325 Centri pubblici, non pediatrici, a statuto ordinario e con incidenza in dialisi, DP o HD, diversa da zero. Per quanto riguarda i Nefrologi in questa analisi sono stati considerati solo i medici “strutturati” escludendo “specializzandi” e “medici non strutturati frequentatori”.

Ripartizione dei centri

Nel Cens-SIN-2004 la ripartizione tra Centri che non utilizzavano la DP e Centri che la utilizzavano era stata effettuata in base all’incidenza in DP diversa o uguale a 0, rispettivamente: i Centri che non la utilizzavano erano risultati 116 e quelli che la utilizzavano 209. Nel Qs è stato nuovamente chiesto se il Centro di appartenenza dell’intervistato avesse o meno un programma di DP: dei 270 (83,1%) Centri che hanno risposto 65 non risultavano utilizzare la DP. Tuttavia, di questi 65 ve ne erano 6 che erano stati classificati come Centri che utilizzavano la DP nel 2004 mentre dei 205 che dichiaravano di avere un programma di DP ve ne erano 13 classificati nel 2004 come Centri che non la utilizzavano. Ricordiamo che la classificazione del 2004 si basava sull’incidenza in DP, criterio che ad oggi non ci è sembrato più corretto. Abbiamo pertanto ri-classificato i Centri del Cens-SIN-2004 tenendo conto anche della prevalenza al 31/12/2004 e confrontando i dati con quelli del Censimento GSDP del 2005 [17] e degli anni successivi ove necessario. Dopo la ri-classificazione i casi di discordanza si sono ridotti a 4 Centri che effettivamente avevano cessato il programma di DP e a 6 Centri che lo avevano avviato dopo il 2004.

Nelle discussioni dell’epoca era inoltre emersa una realtà più articolata della semplice distinzione tra Centri che utilizzano o non utilizzano la DP. Infatti tra i Centri che non utilizzavano la DP ve ne erano alcuni che inviavano i pazienti con indicazione alla DP (clinica o per scelta) ad altri Centri. Di questa distinzione, non considerata nel Cens-SIN-2004, se ne è tenuto conto nel Qs differenziando i Centri in Centri che utilizzano la DP (Centri DP-SI), Centri che non utilizzano la DP ma inviano i pazienti che ne hanno indicazione ad altri Centri (Centri DP-TRASF) e Centri che non la considerano in nessun modo (Centri DP-NO).

In conclusione, dei 325 Centri considerati 270 hanno partecipato all’indagine con almeno 1 Qs. Di questi 205 erano Centri DP-SI, 36 erano Centri DP-NO e 29 erano Centri DP-TRASF. Non hanno risposto al Qs 55 Centri di cui 11 classificati nel 2004 come Centri DP-SI e 44 come Centri DP-NO anche se, non avendo risposto al Qs, non se ne conosce realmente lo stato al momento dell’indagine.

Lo studio non riguardava in alcun modo pazienti ma medici, la cui partecipazione è stata volontaria.

Il questionario e i campi di indagine

Il Qs era composto da 26 domande ripartite in 2 parti. Nella prima parte venivano definite le caratteristiche del Nefrologo intervistato e del Centro in cui operava, nella seconda venivano indagate le opinioni del Nefrologo sulla validità della DP e sui fattori che possono influenzare la scelta del trattamento dialitico.

 

Parte 1°

Caratteristiche del Nefrologo

Le caratteristiche del Nefrologo considerate sono state: 1) la formazione ricevuta sulla DP nel percorso di studi; 2) l’esperienza realmente maturata con la DP (nessuna, occasionale e discontinua, continua per un periodo inferiore oppure superiore ai 3 anni); 3) il ruolo gerarchico all’interno del Centro (primario/direttore, responsabile di Struttura Operativa Semplice, medico strutturato); 4) il tempo lavorativo dedicato alla dialisi (non si occupa di dialisi; <25%; tra 25-50% ; tra 50-75%; >75% dell’orario lavorativo) e, in una scala da 1 a 5 (dove 1 è solo HD, 3 HD e DP in parti uguali, 5 solo DP), quanto tempo è dedicato alla HD e quanto alla DP; 5) il coinvolgimento nella scelta del trattamento dialitico (si/no) e, se sì, con quali compiti (informazione, valutazione clinica, valutazione socio-attitudinale) e con che grado di coinvolgimento valutato con una scala da 1 (poco) a 5 (molto).

Caratteristiche del Centro

Le caratteristiche del Centro considerato sono state: 1) l’esistenza di un programma strutturato di scelta del trattamento dialitico (non solo clinico, ma anche educativo e informativo); 2) le attività svolte dagli infermieri che si occupano della DP (predialisi, attività ambulatoriale, degenza, HD) per i Centri DP-SI; 3) la percentuale di pazienti early referral; 4) un giudizio sul grado di informazione che i pazienti early referral ricevono nel proprio Centro sulle diverse metodiche dialitiche; 5) i ruoli professionali coinvolti nel proprio Centro nella scelta del trattamento (responsabile del reparto, medico HD, medico PD, infermiere HD, infermiere PD, infermieri con altre funzioni, psicologo). Per quest’ultima domanda l’intervistato doveva esprimere anche una opinione sul peso che le figure coinvolte avevano sulla scelta della metodica valutandolo con una scala da 1 (trascurabile) a 5 (decisivo). Per le prime tre domande (esistenza di un programma strutturato di scelta del trattamento dialitico, attività svolte dagli infermieri di DP e percentuale di early referral), nei Centri in cui ha risposto più di un Nefrologo, non sempre le risposte concordavano. In caso di discordanza il valore da attribuire al Centro è stato determinato in scala gerachica (in ordine: risposta del Direttore se disponibile, del responsabile SOS se disponibile, del medico con maggior coinvolgimento nell’attività dialitica e infine, se rimaneva discordanza, della maggioranza). Per la percentuale di early referral, trattandosi di dato numerico, la discordanza è risultata eccessiva, per cui in questa analisi non è stata considerata.

Per le ultime due domande (informazione fornita ai pazienti e peso delle diverse figure professionali nel proprio Centro), trattandosi più di opinioni che di valori obiettivi, le risposte sono state considerate singolarmente e non aggiustate in un solo valore per Centro.

 

Parte 2°

Questa parte è stata divisa in tre sottogruppi di domande. Nella prima è stata indagata l’opinione del medico sui fattori generali che possono influenzare la scelta del trattamento ‒ tra cui la validità della metodica ‒ nella seconda l’opinione su alcune condizioni, cliniche e non, dei singoli pazienti e nella terza sul drop out e sulla durata della DP.

Fattori generali NON legati al paziente

I fattori generali dei quali l’intervistato doveva dare una valutazione personale sono stati: 1) il peso, valutato in una scala da 1 (nessuno) a 5 (decisivo), che hanno sulla scelta del trattamento per pazienti senza indicazioni/contro-indicazioni obbligate alla HD o alla DP, il medico, l’infermiere, il paziente, i familiari e gli altri pazienti in RRT. Questa valutazione è stata chiesta sia per pazienti senza sia con barriere all’autogestione della DP; 2) la percentuale ritenuta ottimale di utilizzo della DP graduata da <10% a >50%; 3) se nella scelta della metodica ci si senta condizionati dal rischio di peritonite; 4) Il confronto con la HD sia dell’efficienza dialitica che della sopravvivenza della DP; 5) quanto il costo complessivo del trattamento, la carenza di infermieri, la vicinanza dei Centri privati, la dimensione limitata del Centro (numero di pazienti prevalenti in dialisi) e il tasso di occupazione delle postazioni di HD possono incidere sulla scelta valutandoli con una scala da 1 (molto a favore della HD) a 5 (molto a favore della DP); 6) il peso che i seguenti incentivi possono avere nel favorire l’utilizzo della DP: rimborso economico per il caregiver di pazienti con barriere non idonei all’autogestione della DP (DP assistita), sviluppo della tecnologia di assistenza a distanza (telemedicina), supporto infermieristico telefonico full time (H24) per i pazienti in DP, supporto infermieristico domiciliare per i pazienti in DP, incentivo economico alle Strutture Assistenziali Residenziali (RSA) per assistere i pazienti in DP. Il giudizio era espresso mediante una scala da 1 (nessun peso) a 5 (peso elevato).

Fattori legati al paziente

In questa parte sono indagate le opinioni su alcune condizioni specifiche dei pazienti che possono rappresentare una indicazione o controindicazione alla DP. In dettaglio: 1) giudizio sulla percentuale di pazienti eligibili a entrambe le metodiche; 2) giudizio sul ruolo dei fattori clinici e non clinici associati al paziente ed elencati nella Tabella 1 (l’intervistato doveva esprimere un giudizio su ciascuno dei fattori elencati con una scala da 1 a 5 secondo i seguenti criteri: 1 = indicazione elevata alla HD; 2 = indicazione moderata alla HD; 3 = indicazione indifferente a HD o DP; 4 = indicazione moderata alla DP; 5 = indicazione elevata alla DP).

FATTORI CLINICI FATTORI NON CLINICI
Insufficienza cardiaca congestizia Motivazione all’autogestione
Cardiopatia ischemica Età tra 65 e 75 anni
Diabete Età > 75 anni
Obesità (BMI > 30) Non autosufficiente con caregiver disponibile
Malnutrizione (BMI < 20) Vivere da soli
Diverticolosi estesa oltre il sigma Immagine corporea in pazienti < 50 anni
Nefropatia policistica Attività lavorativa
Flessibilità nello stile di vita e tempo libero
Qualità della vita
Tabella 1. Fattori clinici e non clinici sulla cui influenza nella scelta è stato chiesto un giudizio ai partecipanti.

Durata della DP / Drop Out

In quest’ultima parte l’intervistato doveva dare un giudizio: 1) sulla durata della DP; 2) sulla percentuale annua di drop out ritenuta “fisiologica”; 3) se il drop out alla HD potesse essere influenzato dal numero di pazienti in trattamento.

Analisi

Le risposte sono state ripartite nei 3 tipi di Centro e confrontate tra loro con il metodo del chi quadrato o test non parametrici dove indicato. I risultati sono stati considerati significativi per p<0,05 fino a 0,00001.

 

Risultati

Centri e nefrologi partecipanti

Complessivamente il Qs è stato compilato da 454 Nefrologi di 270 Centri (83,1% dei 325 Centri pubblici considerati) con una adesione media di 1,68 Nefrologi per Centro, superiore nei Centri DP-SI (Tabella 2). La percentuale di risposte tra i Centri DP-SI (205 Centri su 216 = 94,9%) è stata significativamente più alta rispetto a quella degli altri Centri (65 Centri su 109 = 59,6%) (p<0,00001). Dei Centri che non utilizzano la DP, 29 inviano i candidati alla DP ad altri Centri. Il numero e le percentuali dei Centri che hanno risposto e dei Qs completati sono riportati in Tabella 2 e in Figura 1.

CENTRI / Qs DP-SI DP-TRASF DP-NO TOTALE
Centri (Cens-SIN-2004)* 209 116 325
Qs-Centri ** 216 109 325
Qs-Centri partecipanti *** 205 29 36 270
Nefrologi 370 42 42 454
Qs per Centro 1,80 1,45 1,17 1,68
Tabella 2. Dei 325 Centri Pubblici risultanti dal Censimento SIN del 2004, in 270 almeno un nefrologo ha risposto al Qs. L’adesione al Censimento è stata significativamente superiore nei Centri che utilizzano la DP.
* Centri (Cens-SIN-2004) riporta la ripartizione dei Centri come risultata dal Censimento SIN 2004 [5]. La distinzione, all’interno del gruppo di 116 Centri pubblici che non utilizzavano la DP, di un sottogruppo di Centri che per la DP si “appoggiano” ad altri Centri all’epoca non era stata considerata. Ricordiamo che tale classificazione era basata sull’utilizzo della DP per i pazienti incidenti. La ripartizione dei Centri nel Qs è lievemente differente per le ragioni riportate nei Materiali e metodi.
** “Qs Centri” sono i Centri riclassificati secondo I criteri riportati nei Materiali e metodi
*** “Qs Centri partecipanti” sono i Centri che hanno prtecipato all’indagine con almeno 1 questionario compilato
Figura 1. Adesione all’indagine dei Centri con almeno 1 Qs compilato.
Figura 1. Adesione all’indagine dei Centri con almeno 1 Qs compilato. Al centro la ripartizione dei 325 Centri pubblici, non pediatrici e a statuto ordinario. A destra l’adesione al Qs tra i 216 Centri che utilizzavano la DP e a sinistra l’adesione tra i 109 che non la utilizzavano.

La Tabella 3 (rappresentata in Figura 3) riporta le caratteristiche dei 270 Centri partecipanti ricavate dai dati del Cens-SIN 2004. Il tasso di occupazione dei posti letto HD e le dimensioni del Centro (pazienti HD + PD) erano superiori (p<0,0001) nei Centri DP-SI rispetto agli altri, mentre non vi sono differenze significative tra i Centri DP-NO e DP-TRASF (Qs-SI in Tabella 3). Il confronto con i Centri che non hanno risposto non è risultato significativamente diverso (Qs-NO in Tabella 3 e in Figura 2).

CENTRI DP INCIDENZA (HD+DP) PREVALENZA (HD+DP) pz HD/PL
TUTTI NO 109 11,9±9,4 50,0±35,3 2,9±0,9
SI 216 28,7±18,4 116,1±65,9 3,4±0,8
Qs SI NO 36 11,4±7,4 48,9±29,9 3,0±1,0
TRASF 29 11,7±9,9 54,4±36,5 2,9±0,7
SI 205 28,9±18,5 116,6±65,8 3,4±0,8
    p<0,0001 p<0,0001 p<0,0001
   
Qs NO NO 44 12,5±10,6 47,8±39 2,9±1,0
SI 11 25,6±16,1 106,9±69,4 3,4±0,8
Tabella 3. Caratteristiche generali (ricavate dal Cens-SIN-2004) dei 270 Centri che hanno risposto al Qs (Qs-SI) e dei 55 Centri che non hanno risposto (Qs-NO). Il confronto tra Centri DP-SI e Centri DP-NO e DP-TRASF è risultato significativo ma non quello tra Centri DP-NO e DP-TRASF così come quello tra Qs-SI e Qs-NO.
Figura 2. Incidenza e prevalenza globali in dialisi (HD + DP) e pazienti prevalenti in HD per posto letto o stazione di HD.
Figura 2. Incidenza e prevalenza globali in dialisi (HD + DP) e pazienti prevalenti in HD per posto letto o stazione di HD. I dati sono ripartiti in Centri DP-SI e Centri che non utilizzano la DP (NO), in questo caso sia che non considerino la DP sia che trasferiscano i candidati alla DP ad altri Centri. Le stesse variabili sono state considerate per tutti i Centri (TUTTI) e confrontando i Centri che hanno aderito all’indagine (Qs SI) oppure no (Qs NO). Per quelli che hanno aderito sono stati considerati separatamente tra i Centri NO quelli che trasferiscono (TRASF) e quelli che non la considerano affatto (NO). Tale distinzione ovviamente non era possibile per i Centri che non hanno aderito. Come si vede, tra i Centri aderenti, non vi era differenza tra i Centri DP-NO e Centri DP-TRASF. I dati sono quelli riportati nel Cens-SIN-2004, relativi appunto all’anno 2004.

Ripartendo i Centri in funzione delle loro dimensioni e della percentuale di utilizzo della DP (Tabella  4) al 31/12/2004 il 17,5% dei Centri pur avendo un ampio programma di dialisi non effettua la DP o la utilizza in meno del 10% dei pazienti, d’altra parte il 13,8% dei Centri pur avendo dimensioni ridotte la utilizza in una percentuale significativa di pazienti. Riguardo alle 4 macroaree italiane di appartenenza l’analisi del del Cens-SIN-2004 aveva mostrato come nelle regioni in cui maggiore era il numero di Centri privati minore era l’utilizzo della DP. Alla presenza di Centri privati erano attribuibili anche le minori dimensioni dei Centri pubblici in tali regioni. Pur essendo mantenuta la relazione tra dimensioni e utilizzo della DP i Centri che utilizzano la DP al Sud sono più piccoli ma con percentuali di pazienti in DP superiore per verosimile compenso all’effetto dei Centri privati e al maggior numero di Centri che non utilizzano la DP. Tali osservazioni sono riassunte nella Tabella 5 e in Figura 3. L’appartenenza geografica dei Centri che hanno partecipato al Qs è riportata in Figura 4.

La ri-classificazione al momento dell’indagine non era possibile per la mancanza dei dati di prevalenza al 2007 per cui l’unica variabile considerata rimane la tipologia del Centro come definita sopra.

PREVALENZA (%) DELLA DP
0 <10% 10-<20% ≥20%
CENTRI 102 74 76 73
PAZIENTI IN DIALISI ≤45 81 18,2 3,4 1,8 1,5
46-80 83 7,7 7,4 4,3 6,2
81-130 80 4,3 5,8 6,5 8,0
>130 81 1,2 6,2 10,8 6,8
Tabella 4. Ripartizione dei Centri in funzione delle dimensioni (quartili del numero complessivo di dializzati per Centro) e della prevalenza percentuale della DP al 31/12/2004.
NORD CENTRO SUD ISOLE TUTTI
CENTRI (numero) 116 72 93 44 325
HD (pz prevalenti) 13.951 5.509 4.911 1.959 26.330
DP (pz prevalenti) 2.368 785 761 286 4.200
DIMENSIONI (PZ/CENTRO) 140,7 87,4 61,0 51,0 93,9
% DP 14,5 12,5 13,4 12,7 13,8
CENTRI DP-NO/DP-TRASF 17 26 38 21 102
% di TUTTI i Centri 14,7 36,1 40,9 47,7 31,4
HD (pz prevalenti) 1.432 1.479 1.214 813 4.938
DP (pz prevalenti) 0 0 0 0 0
DIMENSIONI (PZ/CENTRO) 84,2 56,9 31,9 38,7 48,4
% DP 0 0 0 0 0
CENTRI DP-SI 99 46 55 23 223
% di TUTTI i Centri 85,3 63,9 59,1 52,3 68,6
HD (pz prevalenti) 12.519 4.030 3.697 1.146 21.392
DP (pz prevalenti) 2.368 785 761 286 4.200
DIMENSIONI (PZ/CENTRO) 150,4 104,7 81,1 62,3 95,9
% DP 15,9 16,3 17,1 20,0 16,4
Tabella 5. Caratteristiche dei Centri ripartiti per macroarea di appartenenza e distinti in Centri che non utilizzano la DP (DP-NO e DP-TRASF non erano distinti nel Cens-SIN-2004) e che la utilizzano (DP-SI). I dati sono ricavati dal Cens-SIN-2004 e quindi riferiti al 2004 e non all’epoca dell’indagine (2007).
Figura 3. Ripartizione dei 325 Centri nelle 4 macroaree italiane secondo la definizione
Figura 3. Ripartizione dei 325 Centri nelle 4 macroaree italiane secondo la definizione ISTAT (NORD = Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria – CENTRO = Toscana, Marche, Umbria, Lazio – SUD = Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria – ISOLE = Sicilia, Sardegna). A sinistra (A) e dimensioni medie dei Centri e la prevalenza percentuale della DP (sostanzialmente simile). Al centro (B) in alto la percentuale di Centri che non utilizzano la DP (in nero) e in basso le dimensioni medie dei Centri che utilizzano (grigio) e non utilizzano la DP (nero). Come si vede i Centri che non utilizzano la DP hanno sempre dimensioni inferiori rispetto a quelli che la utilizzano nella stessa macroarea, ma dal NORD alle ISOLE diminuiscono gradualmente. Per cui se vale il principio che minori sono le dimensioni del Centro e minore è l’utilizzo della DP tuttavia, a destra (C), se si considerano solo i Centri che fanno la DP si vede come i Centri del SUD e delle ISOLE pur avendo dimensioni inferiori utilizzano la DP in misura maggiore.
Ripartizione dei Centri nelle quattro macroaree italiane.
Figura 4. Ripartizione dei Centri nelle quattro macroaree italiane. A sinistra (A) sul totale dei 270 Centri aderenti e a destra (B) sul totale dei 325 Centri eligibili. Qs-SI e Qs-NO sono riferiti ai Centri che hanno aderito (con almeno 1 partecipante) o non all’indagine.

 

PARTE 1° – CARATTERISTICHE DEL NEFROLOGO INTERVISTATO E DEL CENTRO DI APPARTENENZA

Caratteristiche del Nefrologo

Le caratteristiche generali dei Nefrologi partecipanti sono riportate in Tabella 6. Tra i tre tipi di Centro non vi sono differenze significative per il genere (per i 2/3 maschile) e l’età, sovrapponibili, mentre l’area geografica sede del Centro di appartenenza dell’intervistato (p<0,0001) riflette la distribuzione dei Centri e l’utilizzo della DP già analizzata nel Cens-SIN-2004 (Figure 2 e 3) [5].

 

CENTRI

(tipo, numero)

NEFROLOGI
(numero)
FEMMINE
(%)
ETÀ MEDIA
(anni ± DS)
NORD
(%)
CENTRO
(%)
SUD
(%)
ISOLE
(%)
DP-NO 36 42 38,1 50,8±6,4 14,3 26,2 31,0 28,6
DP-TRASF 29 42 33,3 51,0±5,4 7,1 7,1 47,6 38,1
DP-SI 205 370 34,1 51,2±6,8 46,5 18,1 19,7 15,7
TUTTI 270 454 34,4 51,2±6,6 39,9 17,8 23,3 18,9
Tabella 6. Caratteristiche generali dei 454 Nefrologi che hanno risposto al Qs.

Ruolo gerarchico. Riguardo al ruolo gerarchico degli intervistati il 20,9% riveste un ruolo apicale (Direttore, Primario, responsabile di UO), il 19,6% di Responsabile SOS (verosimilmente ma non necessariamente di DP). Non sono stati considerati nella presente analisi specializzandi e medici frequentatori non strutturati, all’epoca dello studio presenti esclusivamente nei Centri Universitari. Rispetto ai Centri, nel 29,3% di questi ha partecipato il Direttore/Primario o Responsabile dell’UO di Nefrologia e Dialisi, nel 23,3% il Responsabile SOS e nel 5,9% entrambi (Tabella 7). Complessivamente quindi nel 58,5% dei Centri ha partecipato il Direttore e/o un Responsabile di SOS.

In Tabella 7 sono riportate anche età e genere secondo i diversi ruoli gerarchici.

RUOLO % DP-NO DP-TRASF DP-SI ETÀ FEMMINE (%)
PRIMARIO 95 20,9 38,1 28,6 18,1 53,3±5,7 11,6
SOS 89 19,6 7,1 14,3 21,6 53,5±4,2 30,3
STRUTTURATO 270 59,5 54,8 57,1 60,3 48,6±6,3 43,7
TUTTI 42 42 370 51,2±6,6 34,4
p<0,01 p<0,00001 p<0,00001
Tabella 7. Ruolo gerarchico dei 454 partecipanti all’indagine.

Formazione ed esperienza. La maggioranza dichiarava di non avere o di avere ricevuto una preparazione alla DP insufficiente (score “1” o “2”) nel corso degli studi. Curiosamente la percentuale dei Nefrologi senza o con scarsa preparazione alla DP (somma delle percentuali “Nessuna”, “1”, “2” riportate in Tabella 8) aumenta significativamente dai Centri DP-NO (38,0%) ai Centri DP-TRASF (47,5%) fino ai Centri DP-SI (57,6%) (Tabella 8 e Figura 5-A).

In senso opposto varia, in questo caso secondo le attese, l’esperienza con la DP (Tabella 9) che ovviamente risulta significativamente maggiore e con continuità nei Centri DP-SI rispetto gli altri. In particolare una esperienza con la DP superiore ai 3 anni è stata acquisita dal 16,7% dei Nefrologi dei Centri DP-NO, dal 26,2% nei Centri DP-TRASF e dal 65,1% nei Centri DP-SI (Tabella 9) (Figura 5-B).

 

Insufficiente Idonea alla gestione
Nessuna 1 2 3 4 5
DP-NO 19,0 7,1 11,9 28,6 11,9 21,4
DP-TRASF 33,3 7,1 7,1 21,4 14,3 16,7
DP-SI 39,5 7,3 10,8 15,1 8,9 18,4
ALL 37,0 7,3 10,6 17,0 9,7 18,5
p<0,04
Tabella 8. Preparazione ricevuta durante gli studi sulla DP.
      Continua
Nessuna Discontinua <3 anni >3 anni
DP-NO 40,5 26,2 16,7 16,7
DP-TRASF 35,7 19,0 19,0 26,2
DP-SI 6,5 20,3 8,1 65,1
TUTTI 12,3 20,7 9,9 57,0
Tabella 9. Esperienza maturata con la DP dei 454 partecipanti (p<0,0001).
Figura 5. Caratteristiche del Nefrologo partecipante allo studio
Figura 5. Caratteristiche del Nefrologo partecipante allo studio. A) Formazione sulla DP ricevuta nel corso degli studi (curiosamente la percentuale di quelli che non hanno ricevuto alcuna formazione aumenta dai Centri DP-NO ai Centri DP-SI). B) Esperienza di DP superiore ai 3 anni maturata secondo il ruolo gerarchico dei 454 Nefrologi intervistati.

Attività lavorativa. Per quanto riguarda il settore di attività lavorativa sostanzialmente quasi tutti gli intervistati (97,0%) si occupavano di dialisi. In dettaglio se ne occupavano per più del 50% dell’orario lavorativo il 71,4% degli appartenenti ai Centri DP-NO, il 76,2% di quelli dei Centri DP-TRASF e il 64,4% di quelli dei Centri DP-SI.

Se per i Centri che non utilizzano la DP l’attività dialitica può considerarsi rivolta solo alla HD, nei Centri DP-SI la percentuale di coloro che si occupano prevalentemente o esclusivamente della DP è il 28,6% (106 di 370 Nefrologi) e quelli che vi si dedicano per più del 50% del proprio tempo lavorativo il 18,6% (69 di 370 Nefrologi) (Tabella 10).

0 < 25% 26 – 50% 51 – 75% > 75%
NO 0 0 28,6 26,2 45,2
TRASF 0 11,9 11,9 21,4 54,8
SI 3,0 10,0 22,7 29,5 34,9
solo HD 1,4 0,3 1,1 4,6
prevalent. HD 1,9 3,5 4,6 7,0
HD e DP 4,3 11,4 14,3 14,1
prevalent. DP 1,1 4,6 6,5 5,4
solo DP 1,4 3,0 3,0 3,8
TUTTI 2,4 9,3 22,2 28,4 37,7
Tabella 10. Impegno dialitico – le differenze tra i tre tipi di Centro non sono significative. La modalità nella cui gestione il Nefrologo è coinvolto riguarda ovviamente solo i Centri DP-SI.

Impegno nella scelta del trattamento dialitico. Globalmente il 94,7% (430 intervistati) si sente coinvolto nel processo di scelta del trattamento dialitico senza differenze significative tra i tre tipi di Centri (Tabella 11), anche per quanto riguarda l’entità del coinvolgimento (in una scala da 1, “poco”, a 5, “molto”: DP-NO 3,7 ± 1,1; DP-NO-TRASF 4,2 ± 1,2; DP-SI 3,7 ± 1,4; p = NS).

Rispetto ai 3 aspetti del processo di scelta (informazione, valutazione clinica e valutazione attitudinale) la maggioranza dei medici dei Centri che non utilizzano la DP si sente coinvolta nell’informazione (Tabella 11). Considerando solo gli intervistati coinvolti nel processo di informazione la verifica dei contenuti mostra come il 42,1% degli appartenenti ai Centri DP-NO dichiara di informare su entrambe le metodiche, che, anche se inferiore al 75,0% di quelli dei Centri DP-TRASF e all’84,5% dei Centri DP-SI, non era un dato atteso considerando che si tratta di Centri che non utilizzano e non inviano ad altri Centri gli eventuali candidati alla DP (Figura 6). Il numero di attività svolte nel processo di scelta è riportato in Tabella 12.

VALUTAZIONE
Non coinvolto Informazione Clinica Attitudinale
DP-NO 2,4 90,5 28,6 28,6
DP-TRASF 4,8 85,7 59,5 52,4
DP-SI 5,7 73,2 78,9 68,4
TUTTI 5,3 76,0 72,5 63,2
Tabella 11. Impegno nel processo di scelta del trattamento dialitico – le differenze tra i tre tipi di Centro non sono significative solo per la percentuale dei coinvolti “in un qualche modo” ma anche per quanto riguarda il grado in cui ci si sente coinvolti in questo aspetto. Signficative sono invece le differenze per quanto riguarda la modalità del coinvolgimento (informazione, valutazione clinica e valutazione socio-attitudinale). Il diverso impegno nelle tre attività è invece atteso: nei Centri in cui non si utilizza la DP è naturale che valutazione clinica, per la ricerca di eventuali indicazioni o controindicazioni alla DP, e ancor di più attitudinale (idoneità all’autogestione) siano trascurabili.
ATTIVITÀ SVOLTE
CENTRI 0 1 2 3
DP-NO 2,4 69,0 7,1 21,4
DP-TRASF 4,8 40,5 7,1 47,6
DP-SI 5,7 23,0 16,5 54,9
TUTTI 5,3 28,9 14,8 51,1
p<0,0001
24 131 67 232
GRADO 0 3,7±1,2 3,8±1,0 4,1±1,1
Tabella 12. Impegno nella scelta del trattamento dialitico. I numeri indicano le attività svolte nel processo di scelta del trattamento. Tali attività sono l’informazione, la valutazione clinica e la valutazione socio-attitudinale. Come si vede il 51,1% (prevalentemente nei Centri DP-SI) riferisce di essere coinvolto in tutte e 3 le attività con un impegno medio-elevato.
Figura 6. Coinvolgimento nella scelta del trattamento dialitico.
Figura 6. Coinvolgimento nella scelta del trattamento dialitico. A) Percentuali dei 430 intervistati coinvolti nei settori della valutazione (informazione sulle metodiche disponibili, valutazione clinica e socio-attitudinale) – B) Per i 345 Nefrologi coinvolti nell’informazione, la/le metodiche illustrate dall’intervistato al paziente. Come si vede più del 40% dei Nefrologi dei Centri DP-NO dichiara di informare anche sulla DP.

Caratteristiche del Centro di appartenenza

Le risposte a questa parte dell’indagine possono essere considerate in alcuni casi delle opinioni, come verrà specificato nei singoli aspetti. Per alcune domande, in alcuni Centri nei quali ha partecipato più di un Nefrologo, sono emerse valutazioni discordanti tra i Nefrologi di uno stesso Centro. Tali casi sono stati risolti come riportato nei “Materiali e metodi”.

Percorso di scelta del trattamento dialitico. L’esistenza di un percorso di predialisi aumenta dal 47,2% dei Centri DP-NO al 55,2% dei Centri DP-TRASF fino al 73,2% dei 205 Centri DP-SI (p<0,00005) (Figura 7). Dei 97 Centri con più di un Qs in 61 Centri (62,9% – 3,1 Qs per Centro) tutti i partecipanti danno una risposta concorde mentre nei rimanenti 36 Centri (37,1% – 2,6 Qs per Centro) vi è almeno una risposta che non concorda con quelle degli altri Nefrologi dello stesso Centro. In 6 di questi 36 Centri la risposta del primario o responsabile SOS non concorda con quella della maggioranza, in particolare in 1 caso per il Primario/Direttore non esiste alcun percorso mentre la maggioranza lo conferma ed in 5 casi il contrario.

Figura 7. Presenza di un percorso strutturato (con personale dedicato e con un programma di valutazione pre-definito) nei diversi tipi di Centro.
Figura 7. Presenza di un percorso strutturato (con personale dedicato e con un programma di valutazione pre-definito) nei diversi tipi di Centro.

Altre attività svolte dall’infermiere di DP. Dei 205 Centri che effettuano la DP solo in 26 (12,7%) l’infermiere si occupa esclusivamente di DP mentre delle attività considerate (predialisi, attività ambulatoriale, degenza e HD) una, due, tre o tutte e quattro sono a carico dell’infermiere di DP rispettivamente nel 45,4% (93 Centri), 28,8% (59 Centri), 10,7% (22 Centri) e 2,4% (5 Centri) dei rimanenti 244 Centri (Figura 8 A). L’attività principale nella quale è coinvolto l’infermiere di DP è il predialisi (Figura 8). Le dimensioni del programma di DP sono inversamente proporzionali al numero di “altre attività” (Figura 9).

Figura 8. Altre attività svolte dagli infermieri che si occupano di DP.
Figura 8. Altre attività svolte dagli infermieri che si occupano di DP. I dati sono riferiti ovviamente ai 205 Centri DP-SI. A) Numero di altre attività svolte (solo nel 13% dei Centri gli infermieri si occupano esclusivamente della DP). B) Tipo di attività svolte sul totale delle “altre attività”.
. Il numero di “altre attività” svolte dagli infermieri di DP aumenta al diminuire dei pazienti in trattamento con la DP.
Figura 9. Il numero di “altre attività” svolte dagli infermieri di DP aumenta al diminuire dei pazienti in trattamento con la DP. Ovviamente il grafico può anche essere letto in senso inverso, maggiore è il numero di altre attività svolte e minore è il numero di pazienti in DP.

Completezza dell’informazione fornita ai pazienti (opinione). I pazienti incidenti in HD sono informati adeguatamente sulla HD ma in maniera insufficiente sulla DP in tutti e tre i tipi di Centro anche se, per quest’ultima, il grado migliora passando dai Centri DP-NO ai Centri DP-SI (Tabella 13). Per i pazienti incidenti in DP il grado di informazione sulle due metodiche è equivalente (non considerati ovviamente i Centri DP-NP) (Tabella 13). Il risultato non cambia se si considerano le risposte fornite dai medici coinvolti nelle attività dialitiche per più del 50% del loro tempo lavorativo.

INCIDENTI IN HD INCIDENTI IN DP
INFORMAZIONE FORNITA HD DP HD DP
NO 4,4 2,8
NO-INVIO 4,4 3,3 3,0 3,2
SI 4,2 3,7 4,3 4,7
TUTTI 4,2 3,6 4,0 4,3
N.S. p<0,00005 p<0,00001 p<0,00001
Tabella 13. Informazione fornita ai pazienti incidenti early referral. Score variabile tra 1 e 5 (“1”= nessuna;  ”2”= scarsa; ”3”= sufficiente; ”4”= buona; ”5”= idonea alla scelta).

“Le figure professionali ritenute determinanti nel proprio Centro per la scelta rimangono il Primario e il Medico della HD per tutti i Centri mentre il Medico e l’Infermiere di DP hanno un peso ma solo nei Centri DP-SI (Figura 10)”. Il Primario è riconosciuto avere un ruolo decisivo anche se con un peso diverso secondo il ruolo dell’intervistato (Figura 11).

Le differenze relative al Medico e Infermiere di DP
Figura 10. Giudizio sul peso che ha (in ordine, da sinistra verso destra) il Primario (Direttore o Responsabile di Unità Operativa), il Medico che si occupa di HD, il Medico che si occupa della DP, un Medico che non si occupa di Dialisi, l’Infermiere della HD, l’Infermiere di DP, un infermiere che non si occupa direttamente di dialisi e infine lo Psicologo. Le differenze relative al Medico e Infermiere di DP sono quelle attese, come atteso è il giudizio sovrapponibile tra Centri DP-NO e Centri DP-TRASF. Sul ruolo del Primario concordano gli intervistati di tutti e tre i tipi di Centro.
Figura 11. Il giudizio sul ruolo del Primario nella scelta secondo il ruolo dell’intervistato
Figura 11. Il giudizio sul ruolo del Primario nella scelta secondo il ruolo dell’intervistato (Primario, Responsabile di SOS o Medico strutturato). Il peso è espresso come media (± DS) degli score del peso attribuito dalle tre figure professionali al Primario (score da 0, nessun peso, a 5, decisivo).

 

PARTE 2° – LE OPINIONI DEL NEFROLOGO

Fattori generali indipendenti dal paziente

Peso di diverse figure, tra cui paziente e familiari, nei pazienti autosufficienti e NON autosufficienti. Complessivamente (considerando insieme i tre tipi di Centro) il “peso” attribuito a Medico e infermiere è lo stesso sia che il paziente sia autosufficiente sia che non lo sia. Come atteso, il “peso” sulla scelta attribuito al paziente è maggiore se questo è autosufficiente rispetto al caso in cui non lo sia mentre per quelli non autosufficienti lo ha il familiare, in quest’ultimo caso superiore persino a quello del medico (Figura 12). Il ruolo di altri pazienti è minore e molto scarso per i pazienti non autosufficienti.

L’appartenenza ai diversi Centri si evidenza nel giudizio espresso sull’importanza dell’infermiere, del paziente e dei familiari (Figure 13 e 14). Per i pazienti autosufficienti gli intervistati dei Centri DP-SI assegnano un ruolo significativamente maggiore, rispetto gli altri Centri, a tutte e tre queste figure (Figura 13). Per i pazienti NON autosufficienti la differenza tra Centri DP-SI e gli altri riguarda solo infermiere e familiare (Figura 14).

trattamento dialitico in pazienti autosufficienti o con necessità di caregiver per la DP
Figura 12. Giudizio globale (tutti i Centri) sul ruolo che le principali figure coinvolte hanno sulla scelta del trattamento dialitico in pazienti autosufficienti o con necessità di caregiver per la DP. Il valore è lo score medio (in questo caso la scala è da 1, assente o irrilevante, a 5, decisivo).
Figura 13. Giudizio, ripartito secondo il tipo di Centro
Figura 13. Giudizio, ripartito secondo il tipo di Centro, sul peso che le principali figure coinvolte hanno sulla scelta del trattamento dialitico in pazienti autosufficienti. Il valore è lo score medio (in questo caso la scala è da 1, assente o irrilevante, a 5, decisivo).
Figura 14. Giudizio, ripartito secondo il tipo di Centro
Figura 14. Giudizio, ripartito secondo il tipo di Centro, sul peso che le principali figure coinvolte hanno sulla scelta del trattamento dialitico per pazienti NON autosufficienti (necessità di caregiver per la DP). Il valore è lo score medio (in questo caso la scala è da 1, assente o irrilevante, a 5, decisivo).

Percentuale ottimale di DP. Le risposte relative alla percentuale ritenuta ottimale confermano l’importanza del tipo di Centro in cui lavora il Nefrologo (Tabella 14). Chi lavora in Centri che non utilizzano la DP esprime percentuali significativamente inferiori come valore ottimale di utilizzo della DP rispetti agli altri. La percentuale non cambia se si considerano solo i 350 Nefrologi occupati per più del 50% del loro tempo dalla dialisi e i primari (Figura 15).

% OTTIMALE NO TRASF SI
≤ 10 21,4 2,4 0,3
tra 11 e 20 28,6 31,0 19,5
21 – 30 35,7 33,3 31,1
31 – 40 7,1 11,9 28,6
41 – 50 7,1 21,4 13,8
> 50 0,0 0,0 6,8
Tabella 14. Valutazione della percentuale di pazienti in dialisi con la DP ritenuta ottimale (p<0,00001).
Figura 15. Percentuale ottimale di utilizzo della DP secondo i Nefrologi dei diversi tipi di Centro
Figura 15. Percentuale ottimale di utilizzo della DP secondo i Nefrologi dei diversi tipi di Centro. In B sono stati considerati solo i 350 Nefrologi con elevato impegno nella dialisi (più del 50% del tempo lavorativo dedicato alla dialisi). Tra A e B non vi sono differenze statisticamente significative.

Il timore della peritonite. Dei 454 intervistati 24 non sono stati considerati in quanto non coinvolti in alcun modo nel processo di scelta del trattamento. Riferiscono di essere condizionati dalla paura della peritonite il 48,8%, il 19,5% e il 15,5% rispettivamente dei Nefrologi dei Centri DP-NO, DP-TRASF e DP-SI (Tabella 15). Considerando solo chi ha una esperienza di DP di oltre 3 anni la differenza non è più significativa ma il ridotto numero di intervistati con esperienza >3 anni nei Centri DP-NO e DP-TRASF (complessivamente 16 su 82), per quanto suggestivo, non consente di trarre conclusioni sicure al riguardo, mentre nei Centri DP-SI non vi è differenza significativa tra chi ha una esperienza di DP maggiore o minore di 3 anni (Figura 16).

TIMORE PERITONITE NO TRASF SI
NO 21 32 295
SI 20 8 54
Tabella 15. Il timore della peritonite diminuisce dai Centri DP-NO (48,8%) ai Centri DP-TRASF (20,0%) e DP-SI (15,5%).
Influenza del timore della peritonite nel percorso di scelta.
Figura 16. Influenza del timore della peritonite nel percorso di scelta. Considerati i 430 Nefrologi coinvolti nella scelta. A) Tutti i partecipanti. B) Ripartizione in funzione dell’esperienza minore o superiore a 3 anni.

Validità della metodica: adeguatezza. In Tabella 16 sono riportate le percentuali dei diversi giudizi espressi dagli intervistati circa la validità dell’adeguatezza depurativa della DP rispetto alla HD. La maggioranza nei Centri DP-NO la ritiene inferiore mentre nei Centri DP-TRASF e DP-SI la maggioranza la ritiene uguale o superiore (Figura 17). Il risultato non cambia se si considerano solo gli intervistati con alto coinvolgimento nel percorso di scelta del trattamento.

ADEGUATEZZA DIALITICA SOPRAVVIVENZA
CENTRI INFERIORE UGUALE SUPERIORE INFERIORE UGUALE SUPERIORE
NO 57,1 40,5 2,4 45,2 47,6 7,1
TRASF 35,7 45,2 19,0 21,4 54,8 23,8
SI 25,7 61,4 13,0 14,1 64,9 21,1
TUTTI 29,5 57,9 12,6 17,6 62,3 20,0
Tabella 16. Valutazione della validità della DP rispetto alla HD. Entrambe valutate in manidera significativamente diversa nei tre tipi di <Centro (adeguatezza dialitica p<0,0005 – sopravvvenza p<0,00002).
Valutazione dell’adeguatezza dialitica e della sopravvivenza in DP rispetto alla HD.
Figura 17. Valutazione dell’adeguatezza dialitica e della sopravvivenza in DP rispetto alla HD.

Validità della metodica: sopravvivenza. I risultati per la sopravvivenza sono simili a quelli dell’adeguatezza anche se meno accentuati (Tabella 16) (Figura 17). La maggioranza dei partecipanti la ritiene uguale in tutti e tre i tipi di Centro ma nei Centri DP-NO sono pochi di meno quelli che la ritengono peggiore (47,6% uguale – 45,2% peggiore). L’inverso si riscontra tra i Centri DP-SI (uguale 64,9% – peggiore 14,1%) e la valutazione è intermedia nei Centri NO-TRASF (uguale 54,8% – peggiore 28,1%).  Il risultato non cambia se si considerano solo i 300 intervistati con alto coinvolgimento dialitico (sopravvivenza inferiore: NO = 43,3% – TRASF = 21,9% – SI = 13,0%; sopravvivenza uguale: NO = 53,3% – TRASF = 50,0% – SI = 64,3%).

Fattori strutturali condizionanti l’utilizzo della DP. Dei cinque fattori considerati (costi, carenza di infermieri, vicinanza di Centri privati, dimensioni globali del Centro ridotte, esubero di posti letto di HD) la maggioranza in tutte le tre tipologie di Centro concorda che siano fattori favorevoli per la HD la presenza di Centri privati nelle vicinanze, le dimensioni ridotte del Centro e l’esubero dei posti letto (Tabella 17) (Figure 18 e 19). Per quanto riguarda i costi la maggioranza degli appartenenti ai Centri DP-NO li considera un fattore non importante mentre nei Centri DP-TRASF e DP-SI li considera un’indicazione alla DP. Tale differente giudizio sui costi non è più significativo se si considerano solo i Nefrologi ad alto coinvolgimento. Il giudizio espresso sulla carenza degli infermieri come fattore condizionante una metodica è simile a quello dei costi: la maggioranza (38,1%) nei Centri DP-NO la ritiene un fattore non determinante mentre nei Centri DP-TRASF e DP-SI (rispettivamente il 61,9% e 66,8%) è considerata una indicazione alla DP sia globalmente che dai soli Nefrologi ad alto coinvolgimento dialitico. Nei Centri DP-NO comunque più di un quarto degli intervistati (26,1%) la ritiene una indicazione alla HD.

INDICAZIONE ALLA HD (1 – 2); INDIFFERENTE (3); INDICAZIONE ALLA DP (4 – 5)
  1 2 3 4 5
COSTI (p<0,05)
NO 4,8 4,8 59,5 23,8 7,1
TRASF 7,1 4,8 28,6 33,3 26,2
SI 3,0 3,8 36,2 26,8 30,3
TUTTI 3,5 4,0 37,7 27,1 27,8
CARENZA INFERMIERI (p<0,0001)
NO 11,9 14,3 38,1 26,2 9,5
TRASF 14,3 7,1 16,7 42,9 19,0
SI 3,0 5,7 24,6 33,8 33,0
TUTTI 4,8 6,6 25,1 33,9 29,5
VICINANZA CENTRI PRIVATI (N.S.)
NO 47,6 14,3 38,1 0,0 0,0
TRASF 28,6 19,0 42,9 7,1 2,4
SI 33,5 12,2 43,5 5,4 5,4
TUTTI 34,4 13,0 43,0 5,1 4,6
DIMENSIONI RIDOTTE DEL CENTRO (N.S.)
NO 28,6 23,8 31,0 14,3 2,4
TRASF 33,3 9,5 35,7 14,3 7,1
SI 18,1 22,4 35,7 14,1 9,7
TUTTI 20,5 21,4 35,2 14,1 8,8
ESUBERO POSTI LETTO DI HD (N.S.)
NO 54,8 16,7 23,8 2,4 2,4
TRASF 38,1 19,0 28,6 7,1 7,1
SI 36,2 17,6 33,5 6,2 6,5
TUTTI 38,1 17,6 32,2 5,9 6,2
Tabella 17. Valutazione, come indicazione alla DP od alla HD, dei fattori strutturali riportati in Tabella. Se si considerano solo gli intervistati (300) con alto coinvolgimento nel percorso di scelta (dati non riportati) la differenza riguardo il giudizio sui costi tra i tre tipi di Centro non è più significativa.
Valutazione globale (454 Nefrologi) dell’indicazione alla DP o alla HD graduata
Figura 18. Valutazione globale (454 Nefrologi) dell’indicazione alla DP o alla HD graduata da 1 a 5 di ciascuno dei fattori strutturali soprariportati.
Valutazione dell’indicazione alla DP od alla HD
Figura 19. Valutazione dell’indicazione alla DP od alla HD graduata da 1 a 5 di ciascuno dei fattori strutturali soprariportati. I partecipanti sono stati ripartiti in funzione del tipo di Centro di appartenenza.

Possibili incentivi alla DP. La maggioranza degli intervistati (Figura 20) (Tabella 18) valuta positivamente tutti e cinque gli incentivi considerati. L’analisi per i tipi di Centro mostra differenze significative per il sostegno economico alla DP assistita, la telemedicina e l’applicazione di incentivi economici alle RSA disponibili a gestire la DP ma mentre il sostegno economico alla DP assistita e alle RSA è caldeggiato dagli appartenenti ai Centri DP-TRASF e DP-SI, la telemedicina dai Centri DP-NO (Figura 21).

da nessuna importanza (1) a peso rilevante (5)
  1 2 3 4 5
SOSTEGNO ECONOMICO PER L’ASSISTENZA (p<0,00001)
NO 33,3 16,7 16,7 21,4 11,9
TRASF 14,3 4,8 28,6 26,2 26,2
SI 4,9 6,8 15,4 28,4 44,6
TUTTI 8,4 7,5 16,7 27,5 39,9
TELEMEDICINA (p<0,0005)
NO 7,1 7,1 14,3 54,8 16,7
TRASF 2,4 7,1 31,0 31,0 28,6
SI 11,1 17,0 26,2 25,9 19,7
TUTTI 9,9 15,2 25,6 29,1 20,3
SUPPORTO TELEFONICO INFERMIERISTICO H24 (N.S.)
NO 2,4 4,8 14,3 57,1 21,4
TRASF 0,0 7,1 16,7 38,1 38,1
SI 3,2 9,2 17,0 34,1 36,5
TUTTI 2,9 8,6 16,7 36,6 35,2
SUPPORTO INFERMIERISTICO DOMICILIARE (N.S.)
NO 4,8 4,8 16,7 40,5 33,3
TRASF 0,0 2,4 14,3 38,1 45,2
SI 2,4 3,8 9,7 29,5 54,6
TUTTI 2,4 3,7 10,8 31,3 51,8
SOSTEGNO ECONOMICO PER LE RSA (p<0,0005)
NO 7,1 4,8 28,6 42,9 16,7
TRASF 2,4 7,1 19,0 33,3 38,1
SI 3,5 4,9 10,8 26,5 54,3
TUTTI 3,7 5,1 13,2 28,6 49,3
Tabella 18. Valutazione del peso che gli incentivi alla DP riportati in Tabella hanno sulla scelta della DP secondo i Nefrologi ripartiti per tipo di Centro.
Opinione sull’efficacia di diverse iniziative generalmente considerate incentivi alla DP
Figura 20. Opinione sull’efficacia di diverse iniziative generalmente considerate incentivi alla DP: sostegno economico destinato al Caregiver dell’eventuale DP assistita; Telemedicina; Supporto Infermieristico telefonico H24; Supporto infermieristico domiciliare; Sostegno economico per le RSA disposte ad ospitare e gestire pazienti in DP. Tutti gli intervistati considerati insieme (454 Nefrologi).
. Opinione dei Nefrologi sull’efficacia di diverse iniziative generalmente considerate
Figura 21. Opinione dei Nefrologi sull’efficacia di diverse iniziative generalmente considerate incentivi alla DP ripartiti in funzione del Centro di appartenenza.

Fattori generali dipendenti dal paziente

Rappresenta l’insieme delle più comuni indicazioni e controindicazioni, cliniche e socio-attitudinali, alla DP che vengono di norma valutate durante il percorso predialitico.

Percentuale di pazienti senza alcun condizionamento. La percentuale di pazienti early referral e liberi di scegliere tra HD e DP è valutata in maniera significativamente differente secondo il tipo di Centro di appartenenza (Tabella 19). In particolare mentre per i Centri DP-NO il 92,8% ritiene sia meno del 50%, il 47,6% degli intervistati dei Centri DP-SI ritiene sia superiore al 50% dei pazienti incidenti (Figura 22), considerando poi solo i 300 intervistati con alto coinvolgimento nell’attività dialitica il risultato non cambia (rispettivamente il 96,7% e il 48,3%).

≤40% 40-50% 50-60% 60-70% ≥70%
NO 71,4 21,4 4,8 0,0 2,4
NO-INVIO 54,8 23,8 9,5 4,8 7,1
SI 25,7 26,8 21,1 14,1 12,4
TUTTI 32,6 26,0 18,5 11,9 11,0
Tabella 19. Percentuale di pazienti liberi di scegliere la modalità dialitica (p<0,00001).
Opinione sulla percentuale di pazienti senza alcun condizionamento clinico o sociale
Figura 22. Opinione sulla percentuale di pazienti senza alcun condizionamento clinico o sociale e che possono pertanto scegliere tra DP ed HD sul totale degli incidenti in dialisi (p<0,00001).

Particolari condizioni cliniche. In Figura 23 è riportato il confronto delle valutazioni date dagli appartenenti ai Centri DP-NO e DP-TRASF considerati insieme (82 intervistati) con quelle degli appartenenti ai Centri DP-SI (370 intervistati) considerando insieme le indicazioni elevate o moderate alla HD (risposte 1 e 2) e alla DP (risposte 4 e 5). Sulla cardiopatia ischemica (CAD), la malnutrizione e la diverticolosi le risposte, indicazione alla DP per la CAD e controindicazione alla DP per BMI<20 e diverticolosi estesa oltre il sigma, non sono risultate significativamente differenti tra i diversi tipi di Centro. Opposte valutazioni sono state date dalla maggioranza degli intervistati invece per l’insufficienza cardiaca (indicazione per i Centri DP-SI e controindicazione o indifferente per i Centri DP-NO/TRASF) e la nefropatia policistica (controindicazione per i Centri DP-NO/TRASF e indifferente per i Centri DP-SI) (Figura 24). Riguardo al diabete mellito (DM) tipo 2 nei Centri DP-NO/TRASF tra quelli che lo ritengono indifferente o una indicazione alla DP questi ultimi (indifferente 41,7% – indicazione 35,7%) sono in proporzione superiore rispetto agli appartenenti ai Centri DP-SI (indifferente 52,4% – indicazione 21,9%). Anche per l’obesità, giudicata da oltre il 75% in entrambi i gruppi una controindicazione alla DP la quota di quelli che la ritengono indifferente è superiore tra i Centri NO/TRASF (17,9% vs 8,4%). Il confronto tra Centri NO e Centri TRASF è risultato significativamente diverso solo per la Nefropatia policistica (Figura 24), per tutte le altre condizioni la valutazione tra Centri NO e Centri TRASF non è risultata significativamente diversa.

I risultati dettagliati per tutti e tre i tipi di Centro con le risposte graduate da 1 a 5 sono riportati in Tabella 20.

INDICAZIONE ALLA HD (1 – 2); INDIFFERENTE (3); INDICAZIONE ALLA DP (4 – 5)
  1 2 3 4 5
INSUFFICIENZA CARDIACA CONGESTIZIA (p<0,005)
NO 28,6 14,3 16,7 33,3 7,1
TRASF 23,8 14,3 19,0 31,0 11,9
SI 11,1 10,8 17,6 29,2 31,4
TUTTI 13,9 11,5 17,6 29,7 27,3
CARDIOPATIA ISCHEMICA (p<0,0005)
NO 14,3 7,1 26,2 45,2 7,1
TRASF 2,4 4,8 21,4 52,4 19,0
SI 1,6 5,4 30,0 38,9 24,1
TUTTI 2,9 5,5 28,9 40,7 22,0
DIABETE (p<0,01)
NO 14,3 11,9 47,6 23,8 2,4
TRASF 7,1 11,9 35,7 31,0 14,3
SI 5,1 20,5 52,4 15,9 5,9
TUTTI 6,2 18,9 50,4 18,1 6,4
OBESITÀ – BMI>30 kg/mq (N.S.)
NO 57,1 16,7 21,4 4,8 0,0
TRASF 50,0 33,3 14,3 0,0 2,4
SI 52,4 35,1 8,4 3,2 0,8
TUTTI 52,6 33,3 10,1 3,1 0,9
MALNUTRIZIONE – BMI<20 Kg/mq (p<0,05)
NO 38,1 14,3 9,5 35,7 2,4
TRASF 31,0 23,8 19,0 14,3 11,9
SI 24,1 23,2 25,7 19,7 7,3
TUTTI 26,0 22,5 23,6 20,7 7,3
DIVERTICOLOSI DIFFUSA OLTRE IL SIGMA (p<0,01)
NO 57,1 16,7 21,4 0,0 4,8
TRASF 66,7 19,0 7,1 2,4 4,8
SI 41,9 35,9 17,3 3,5 1,4
TUTTI 45,6 32,6 16,7 3,1 2,0
APKD (p<0,00001)
NO 35,7 23,8 35,7 0,0 4,8
TRASF 50,0 33,3 11,9 0,0 4,8
SI 15,4 25,7 50,3 5,9 2,7
TUTTI 20,5 26,2 45,4 4,8 3,1
Tabella 20. Valutazione dettagliata dei singoli fattori clinici (in percentuale) su cui è stata richiesta l’opinione del Nefrologo.
Valutazione dei principali fattori clinici che possono condizionare la scelta del trattamento.
Figura 23. Valutazione dei principali fattori clinici che possono condizionare la scelta del trattamento. «CHF» Insufficienza Cardiaca Congestizia; 2. «CAD» Cardiopatia Ischemica; 3. «DM» Diabete Mellito tipo 2; 4. «BMI>30» Obesità; 5. «BMI<20» Malnutrizione; 6. «Diverticolosi» è intesa come diverticolosi estesa oltre il sigma; 7. «ADPKD» Nefropatia Policistica. NOTE – Gli intervistati dei Centri NO e TRASF (82) sono stati considerati insieme e confrontati con quelli dei Centri SI-DP (370).
Nefropatia policistica e cardiopatia congestizia nel giudizio degli intervistati ripartiti per tipo di Centro.
Figura 24. Nefropatia policistica e cardiopatia congestizia nel giudizio degli intervistati ripartiti per tipo di Centro.

Particolari condizioni sociali (fattori legati al paziente NON clinici). In Figura 25 e Figura 26 è riportato il confronto delle valutazioni date dagli appartenenti ai Centri DP-NO e DP-TRASF considerati insieme (82 intervistati) con quelle degli appartenenti ai Centri DP-SI (370 intervistati) considerando insieme le indicazioni elevate o moderate alla HD (risposte 1 e 2) e alla DP (risposte 4 e 5). Gli intervistati concordano (p = N.S.) che motivazione alla autogestione, attività lavorativa, esigenza di avere degli orari per la dialisi flessibili e, nel caso di pazienti NON autonomi ma con un caregiver disponibile rappresentano tutte indicazioni alla DP così come una ridotta aderenza alla terapia (NON compliance) sia una indicazione valida alla HD. Il giudizio è invece significativamente diverso tra i tre gruppi per quanto riguarda l’importanza dell’immagine corporea, l’età, la qualità della vita e il vivere soli. In particolare per l’immagine corporea il 52,4% nei Centri DP-NO/TRASF la ritiene una indicazione alla HD mentre il 62,7% nei Centri DP-SI la ritiene una indicazione alla DP o indifferente (p<0,05); per la qualità della vita se il 51,2% nei Centri DP-NO/TRASF la ritiene una indicazione alla DP questa percentuale sale al 67,3% nei Centri DP-SI (p<0,01); per una età compresa tra 65 e 75 anni il 15,5% e il 50,0% nei Centri DP-NO/TRASF la ritiene rispettivamente una indicazione alla HD o indifferente mentre nei Centri DP-SI tali percentuali sono rispettivamente il 4,1% e il 57,3% (p<0,0005); per una età > 75 anni la differenza è più marcata: nei Centri DP-NO/TRASF tale condizione è ritenuta una indicazione alla HD dal 48,8% degli intervistati contro il 24,3% nei Centri DP-SI (p<0,00005); infine il vivere soli è una indicazione alla HD per il 78,6% nei Centri DP-NO/TRASF contro il 51,6% nei Centri DP-SI (p<0,00005).

Condizioni NON cliniche valutate secondo il grado di indicazione alla HD o alla DP
Figura 25. Condizioni NON cliniche valutate secondo il grado di indicazione alla HD o alla DP. «MOTIVAZ. AUTOGEST.»: paziente motivato ad autogestire la dialisi; «FLESSIBILITA’» degli orari; «Q of L»: Qualità della Vita; «NON COMPLIANCE»: ridotta aderenza alle prescrizioni. NOTE – Gli intervistati dei Centri DP-NO e DP-TRASF (84) sono stati considerati insieme e confrontati con quelli dei Centri DP-SI (370).
Condizioni NON cliniche valutate secondo il grado di indicazione alla HD o alla DP.
Figura 26. Condizioni NON cliniche valutate secondo il grado di indicazione alla HD o alla DP. «ASSIST-DP» paziente NON autonomo con necessità di Caregiver (CG) che è disponibile. NOTE – Gli intervistati dei Centri NO e TRASF (82) sono stati considerati insieme e confrontati con quelli dei Centri SI-DP (370).

Per tutte le condizioni NON cliniche considerate la valutazione tra Centri DP-NO e Centri DP-TRASF non è risultata significativamente diversa. I risultati dettagliati per tutti e tre i tipi di Centro con le risposte graduate da 1 a 5 sono riportati in Tabella 21. L’analisi limitata ai 300 Nefrologi con alto coinvolgimento nelle attività dialitiche ha mostrato risultati sovrapponibili a quelli riportati in Tabella 21.

INDICAZIONE ALLA HD (1 – 2); INDIFFERENTE (3); INDICAZIONE ALLA DP (4 – 5)
  1 2 3 4 5
MOTIVAZIONE ALL’AUTOGESTIONE (p<0,00001)
NO 2,4 0,0 0,0 64,3 33,3
TRASF 0,0 0,0 4,8 31,0 64,3
SI 0,8 0,5 2,4 13,0 83,2
TUTTI 0,9 0,4 2,4 19,4 76,9
ETÀ TRA 65 E 75 ANNI (p<0,0005)
NO 7,1 9,5 57,1 21,4 4,8
TRASF 4,8 9,5 42,9 35,7 7,1
SI 0,3 3,8 57,3 25,9 12,7
TUTTI 1,3 4,8 55,9 26,4 11,5
ETÀ > 75 ANNI (p<0,00001)
NO 40,5 11,9 19,0 21,4 7,1
TRASF 21,4 23,8 23,8 14,3 16,7
SI 5,1 19,2 40,0 24,6 11,1
TUTTI 9,9 18,9 36,6 23,3 11,2
NON AUTONOMO CON CAREGIVER DISPONIBILE (p<0,005)
NO 11,9 7,1 11,9 61,9 7,1
TRASF 19,0 4,8 19,0 40,5 16,7
SI 8,6 6,2 10,3 40,5 34,3
TUTTI 9,9 6,2 11,2 42,5 30,2
VIVE SOLO/A (p<0,005)
NO 50,0 26,2 21,4 0,0 2,4
TRASF 42,9 38,1 11,9 4,8 2,4
SI 25,1 26,5 40,3 5,4 2,7
TUTTI 29,1 27,5 35,9 4,8 2,6
IMMAGINE CORPOREA (p<0,05)
NO 26,2 31,0 35,7 7,1 0,0
TRASF 23,8 23,8 40,5 9,5 2,4
SI 8,6 28,6 50,3 9,2 3,2
TUTTI 11,7 28,4 48,0 9,0 2,9
LAVORO (p<0,05)
NO 2,4 4,8 19,0 59,5 14,3
TRASF 2,4 4,8 19,0 38,1 35,7
SI 1,6 1,9 17,3 33,5 45,7
TUTTI 1,8 2,4 17,6 36,3 41,9
FLESSIBILITÀ DEGLI ORARI (p<0,005)
NO 7,1 0,0 14,3 61,9 16,7
TRASF 0,0 2,4 14,3 47,6 35,7
SI 1,4 0,5 10,8 34,3 53,0
TUTTI 1,8 0,7 11,5 38,1 48,0
QUALITÀ DELLA VITA (p<0,00001)
NO 2,4 2,4 47,6 45,2 2,4
TRASF 0,0 11,9 33,3 40,5 14,3
SI 1,4 1,9 29,5 28,6 38,6
TUTTI 1,3 2,9 31,5 31,3 33,0
NON COMPLIANCE (p= N.S.)
NO 71,4 11,9 14,3 2,4 0,0
TRASF 66,7 14,3 11,9 4,8 2,4
SI 67,6 17,0 12,2 1,6 1,6
TUTTI 67,8 16,3 12,3 2,0 1,5
Tabella 21. Valutazione dettagliata dei singoli fattori NON clinici (in percentuale) su cui è stata richiesta l’opinione del Nefrologo.

Durata della DP e drop out alla HD

Durata della DP. Alla domanda se il drop out dalla DP fosse da considerare un evento probabile dopo 2, 4 o 5 anni oppure se la DP non abbia un limite temporale definibile a priori le risposte sono risultate significativamente diverse come riportato in Tabella 22. Tuttavia la differenza non riguarda la ripartizione tra chi crede che abbia una durata predeterminata e chi no (p = N.S.) ma nella stima che della durata fanno chi la crede determinata (Figura 27). La stessa analisi limitata ai 300 intervistati con alto coinvolgimento nelle attività dialitiche non è risultata significativa.

2 anni 3 anni 5 anni INDEFINITA
NO 14,3 19,0 19,0 47,6
TRASF 2,4 21,4 19,0 57,1
SI 2,7 11,6 30,5 55,1
TUTTI 3,7 13,2 28,4 54,6
Tabella 22. Durata della DP.
La durata della DP nell’opinione degli intervistati ripartiti secondo il tipo di Centro.
Figura 27. La durata della DP nell’opinione degli intervistati ripartiti secondo il tipo di Centro.

Durata della DP e dimensioni del programma DP. La maggioranza degli intervistati (63,7%) ritiene che le dimensioni del programma DP del Centro (pazienti globalmente trattati e/o in trattamento) non abbia influenza sulla percentuale di drop out alla HD (Figura 28-A) senza significative differenze tra i tre tipi di Centro (stesso risultato anche considerando solo i 300 ad alto impegno dialitico).

 La risposta relativa al tasso di drop annuo è simile a quella sulla durata della DP (A).
Figura 28. La risposta relativa al tasso di drop annuo è simile a quella sulla durata della DP (A). In B l’opinione del Nefrologo, secondo il Centro di appartenenza, sull’influenza che le dimensioni del programma di DP può avere sul drop out.

Percentuale di drop out annuo. Anche a questa domanda gli intervistati hanno risposto in modo simile tra i tre tipi di Centro (Figura 28-B). Complessivamente il 48,9% ritiene non vi sia una percentuale fisiologica di drop out mentre tra i rimanenti il 17,6% e il 19,6% ritiene sia, rispettivamente, inferiore al 6% o tra il 6 e il 10%.

 

Interesse per l’argomento

Alla domanda se “In futuro, desideri essere informato sui risultati di questo questionario e su eventuali nuove iniziative che potranno seguire a questa?” complessivamente il 91,6% ha manifestato interesse anche se con una differenza fortemente significativa tra i tipi di Centro. Infatti mentre quasi tutti gli appartenenti ai Centri DP-SI (98,6%) sono interessati tra i Centri DP-NO la percentuale degli interessati scende al 47,6% (Figura 29).

Figura 29. La risposta a questa domanda, considerata più di cortesia che di inchiesta, può essere un indicatore dell’interesse dell’intervistato per la DP.
Figura 29. La risposta a questa domanda, considerata più di cortesia che di inchiesta, può essere un indicatore dell’interesse dell’intervistato per la DP.

 

Discussione

Il Cens-SIN-2004 aveva mostrato l’importanza dei fattori strutturali (estensione dei Centri privati, dimensioni del Centro e tasso di occupazione delle stazioni di HD) nell’utilizzo della DP: i Centri che non utilizzano la DP sono più piccoli, hanno un minor tasso di occupazione dei posti letto di HD e sono situati in regioni in cui numerosi sono i Centri Dialisi privati. Se contassero solo i fattori strutturali il giudizio sulla DP non sarebbe diverso tra chi utilizza la DP e chi non la utilizza mentre invece le opinioni sono risultate significativamente differenti secondo l’appartenenza a un Centro piuttosto che un altro: negativo per chi non la utilizza e positivo per chi la utilizza.

Dal momento che in genere la scelta della sede di lavoro precede l’esperienza lavorativa sembra che l’opinione che si ha sulla DP sia determinata dall’esperienza maturata con la metodica, confermando l’importanza dei fattori strutturali sull’utilizzo della metodica. Tuttavia la presenza di Centri che inviano i candidati alla DP (Centri DP-TRASF) ad altri Centri e che hanno le stesse caratteristiche strutturali dei Centri che non considerano affatto la DP per dimensioni (ridotte) e occupazione dei posti letto di HD (minore) ma opinioni favorevoli alla DP dimostra che oltre ai fattori strutturali anche l’opinione sulla metodica ha importanza.

In sintesi l’utilizzo della DP nei Centri pubblici italiani sembra il risultato di un equilibrio tra fattori strutturali e opinioni in cui però queste ultime sono, ma solo in parte, condizionate dai primi dal momento che l’esperienza maturata con la DP ne migliora il giudizio.

Discutiamo in dettaglio i principali risultati dello studio riassunti nella Tabella 23.

Caratteristiche dei Nefrologi e dei loro Centri

Per quanto riguarda i Nefrologi, fra i tre tipi di Centro l’unica differenza significativa riguarda, come naturale, l’esperienza con la DP mentre caratteristiche anagrafiche, preparazione e impegno lavorativo in dialisi, grado di coinvolgimento nella scelta del trattamento sono sostanzialmente simili. I Centri che hanno partecipato all’indagine non sono significativamente differenti da quelli che non hanno partecipato. Tra i tre tipi di Centro la differenza principale riguarda la presenza di un percorso strutturato di scelta del trattamento, che, rispetto ai Centri DP-SI è minore nei Centri DP-NO e intermedio nei Centri DP-TRASF. In accordo a tale dato è la percentuale di coloro che sono coinvolti in tutte e 3 le componenti della scelta (informazione, valutazione clinica e valutazione socio-attitudinale). Se ciò concorda con la natura del Centro (dove non si effettua la DP non si pone il problema della scelta), il grado di coinvolgimento di chi si definisce coinvolto nella scelta è medio-elevato in tutti e tre i tipi di Centro. Tale contraddizione potrebbe essere espressione di una impostazione culturale differente per cui nei Centri DP-NO la scelta è ridotta sostanzialmente all’informazione. Stranamente però anche nei Centri DP-NO i pazienti incidenti in HD vengono comunque informati sulla DP seppure in maniera meno che sufficiente. Tuttavia la differenza, sempre  per quanto riguarda l’informazione fornita ai pazienti incidenti in HD, tra Centri DP-NO e DP-SI non è rilevante (rispettivamente 2,8 vs 3,7 in una scala da 1 a 5). Dal momento che la domanda sull’informazione fornita era riferita ai pazienti early referral ma non specificava l’assenza di controindicazioni alla DP è possibile che queste, logicamente più numerose nei pazienti incidenti in HD dei Centri DP-SI, influenzino l’informazione (la presenza di controindicazioni alla DP è ritenuta nella pratica quotidiana un motivo che rende “non necessario” informare il paziente su questa metodica).

Le opinioni: i protagonisti della scelta

In accordo a quanto detto sopra, la percentuale di pazienti che potrebbero fare sia la DP che la HD (senza controindicazioni) è valutata in maniera nettamente diversa dai Nefrologi dei tre tipi di Centro in accordo con quanto detto prima. Se la scelta è influenzata dagli operatori sanitari, per quanto riguarda il proprio Centro, tutti riconoscono il ruolo determinante del Direttore mentre il peso di altre figure quali il medico o l’infermiere di DP e lo psicologo dipendono ovviamente dal tipo di Centro e disponibilità del Servizio. Interessante è il ruolo dello psicologo, rilevante solo nei Centri DP-SI, indicatore di un percorso di scelta più articolato in questi Centri. Per quanto riguarda il ruolo in generale del medico, dell’infermiere, del paziente, dei familiari e degli altri pazienti tutti concordano sul ruolo determinante del medico, importante del paziente o dei familiari a seconda che il paziente sia autosufficiente oppure no, e irrilevante degli altri pazienti.  La differenza principale tra i tre tipi di Centro riguarda la valutazione del ruolo dell’infermiere che è visto NON marginale solo dal 14,3% dei Nefrologi dei Centri DP-NO rispetto al 60,5% dei Centri DP-SI.

Le opinioni: la validità della metodica, la percentuale ottimale e il drop out

Anche il giudizio sull’adeguatezza e sulla sopravvivenza della DP rispetto alla HD è notevolmente differente nei tre tipi di Centro: peggiori per i Centri DP-NO, uguali o migliori della HD nei Centri DP-SI. Circa la metà ritiene che la DP non abbia una durata predefinita, senza differenze tra i Centri, tuttavia della restante metà la percentuale di coloro che le danno una durata massima di 2 o 3 anni rispetto a 5 anni è significativamente superiore tra i Centri DP-NO. È quindi naturale che solo il 14,3% nei Centri DP-NO giudichi ottimale una percentuale di pazienti trattati con la DP superiore al 30% mentre il 21,4% collochi questa percentuale al di sotto del 10% a differenza degli altri Centri. Tuttavia, sempre nei Centri DP-NO coloro che valutano ottimale una percentuale di pazienti trattati con la DP tra il 10% e il 30% (percentuale reale della DP nei Centri DP-SI) [18] sia il 64,3%. Per tale aspetto, come per diversi altri, la valutazione data dai Nefrologi dei Centri DP-TRASF è simile a quella dei Centri DP-SI.

Le opinioni: fattori generali che condizionano la scelta del trattamento

Il timore della peritonite è maggiormente sentito nei Centri DP-NO, minimo nei Centri DP-SI e intermedio nei Centri DP-TRASF. Interessante il riscontro che, considerando solo gli intervistati con un’esperienza con la DP > 3 anni, tale differenza non sia più significativa. Le dimensioni del Centro, la minor pressione sui posti letto di HD e la vicinanza dei Centri privati sono riconosciuti essere fattori che favoriscono o indicano l’utilizzo della HD senza differenze significative tra i Centri mentre i costi e la carenza degli infermieri sono indicazioni alla DP nei Centri DP-SI e DP-TRASF ma non nei Centri DP-NO nei quali anzi rappresentano per la maggioranza una indicazione alla HD o non hanno alcuna importanza. Questo dato può essere giustificato dalla differente prospettiva che hanno i Nefrologi dei diversi tipi di Centro. Infatti se il rapporto infermieri/pazienti è nettamente favorevole alla DP e quindi la carenza degli infermieri dovrebbe rappresentarne un incentivo, nei Centri DP-NO la prospettiva è però quella di chi deve avviare un programma di DP e, come noto, l’investimento iniziale comporta sempre un maggior consumo di risorse piuttosto che un risparmio, evidente solo a programma avviato.

Le opinioni: fattori specifici dei pazienti che condizionano la scelta del trattamento

Mentre tutti sostanzialmente concordano che diverticolosi e obesità siano una indicazione alla HD, che la malattia coronarica sia una indicazione alla DP e che malnutrizione e diabete siano indifferenti, discordante è il giudizio sulla cardiopatia congestizia (indicazione netta alla DP nei Centri DP-SI) e la nefropatia policistica (indicazione netta alla HD nei Centri DP-SI e DP-TRASF). Per i fattori non clinici tutti concordano che la motivazione all’autogestione, l’essere impegnati da un’attività lavorativa, la necessità di orari flessibili siano tutte indicazioni alla DP mentre la scarsa compliance lo sia per la HD. Le differenze riguardano l’immagine corporea, considerata una indicazione alla HD nei Centri DP-NO e DP-TRASF mentre il 50% la considera indifferente nei Centri DP-SI e la Qualità della vita è giudicata da tutti nettamente migliore in DP ma maggiormente nei Centri DP-SI. Per quanto riguarda l’età tra 65 e 75 anni, la maggioranza la considera indifferente o una indicazione alla DP mentre differente tra i Centri è la valutazione di una età superiore a 75 anni e il vivere soli. Un’età >75 anni per la maggioranza nei Centri DP-NO è una indicazione alla HD ma non nei Centri DP-SI, mentre se il vivere soli rappresenta per tutti una indicazione alla HD lo è molto di più nei Centri DP-NO; tuttavia se il paziente non è autosufficiente e ha un caregiver disponibile la DP è riconosciuta da tutti il trattamento indicato. Per quanto riguarda i possibili incentivi alla DP il sostegno economico al caregiver o alla RSA è valutato maggiormente importante nei Centri DP-SI mentre, curiosamente, la telemedicina e l’innovazione tecnologica lo sono per gli intervistati dei Centri DP-NO.

DP-NO DP-TRASF DP-SI
CARATTERISTICHE DEL NEFROLOGO
esistenza di un percorso di scelta strutturato (SI, %) 47,2 55,2 73,2
coinvolgimento in tutte e tre le attività del predialisi (%) 21,4 47,6 54,9
Nefrologi con esperienza in DP >3 anni (%) 16,7 26,2 65,1
informazione fornita ai pz in HD sulla DP (score da 1 a 5) 2,8 3,3 3,7
LA SCELTA – I PROTAGONISTI
percentuale >40% dei pz incidenti che potrebbero fare la DP (%) 28,6 45,2 74,3
ruolo dell’infermiere nella scelta NON marginale (%) 14,3 31,0 60,5
IL VALORE DELLA DP
adeguatezza dialitica inferiore alla HD (%) 57,1 35,7 25,7
sopravvivenza inferiore alla HD (%) 45,2 21,4 14,1
drop out atteso a 2 o 3 anni (%) 33,3 23,9 14,3
percentuale ottimale di pazienti trattati con la DP >30% 14,3 33,3 49,2
percentuale ottimale di pazienti trattati con la DP <10% 21,4 2,4 0,3
FATTORI CHE CONDIZIONANO LA SCELTA – indicazioni alla DP
costi (%) 41,0 59,5 57,0
carenza degli infermieri (%) 35,7 61,9 66,8
insufficienza cardiaca congestizia (%) 40,4 42,9 60,6
Qualità della Vita (%) 47,6 54,8 67,2
paziente non autonomo con caregiver disponibile (%) 69,0 57,2 84,8
FATTORI CHE CONDIZIONANO LA SCELTA – indicazioni alla HD
età > 75 anni (%) 52,4 45,2 24,3
vivere soli (%) 76,2 81,0 51,6
ADPKD 59,5 83,3 41,1
Body Image indicazione a HD 57,2 47,6 37,2
timore della peritonite 48,8 20,0 15,5
Tabella 23. Riassunto delle principali differenze (considerate solo quelle significative) di opinione tra i Nefrologi dei tre tipi di Centro.

 

Limiti dello studio

Lo studio presenta diversi limiti. I dati sono stati rianalizzati dopo diversi anni dalla loro raccolta per cui è possibile che non siano stati messi in evidenza o discussi alcuni riscontri legati all’epoca in cui si è svolta. I dati di prevalenza e incidenza sono riferiti al 2004 e non all’anno dello studio. Infine i partecipanti sono stati selezionati in base a una adesione volontaria. Tuttavia la numerosità del campione, l’inclusione di un numero consistente di Nefrologi che non prescrivono la DP e i diversi aspetti considerati ne rappresentano un indubbio punto di forza.

 

Conclusioni

Lo studio conferma l’importanza dell’opinione o l’esistenza di un “pregiudizio” del Nefrologo legato al tipo Centro in cui lavora. Nei Centri in cui la DP non è effettuata rispetto ai Centri che la utilizzano il giudizio sulla DP è più negativo, un percorso predialitico di scelta è meno presente e semplificato alla sola informazione e la percentuale di pazienti da trattare con la DP giudicata ottimale è minore. Tuttavia anche in tali Centri il giudizio è comunque variabile (non tutti la pensano allo stesso modo), condizionato dall’esperienza che il Nefrologo ha con la DP e, su diversi aspetti specifici, può essere addirittura positivo. Tutto ciò insieme all’esistenza di Centri che pur non effettuando la DP inviano i pazienti che possono averne indicazione ad altri Centri, messa in evidenza per la prima volta da questo studio, suggerisce che l’utilizzo della DP dipenda dalla combinazione di fattori strutturali (dimensioni, privato circostante e posti letto di HD) e opinioni, condizionate però in parte dai primi.

 

Bibliografia

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La Dialisi Peritoneale in Italia: 8° censimento del GPDP-SIN 2022 – 2° Parte: i Centri

Abstract

Obiettivi. Si presentano i risultati del 8° Censimento (Cs-22) Nazionale del Gruppo di Progetto Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia relativi alle caratteristiche dei Centri che hanno utilizzato la DP in Italia nel 2022.
Materiali e metodi. Hanno partecipato i 227 centri non pediatrici che hanno utilizzato la Dialisi Peritoneale (DP) nel 2022. I dati richiesti sono stati inviati in forma aggregata. Oltre alle visite domiciliari sono stati per la prima volta indagati le risorse disponibili e il training. I Centri sono stati distinti in quartili in funzione del numero di pazienti in DP prevalenti al 31/12/2022.
Risultati. I Centri con un programma di DP inferiore (<9 pz) sono caratterizzati da 1. dimensioni globali minori – 2. minore presenza di personale (medici/infermieri) dedicato alla DP – 3. maggior ricorso a personale esterno per il training – 4. minore prescrizione incrementale e valutazione della permeabilità peritoneale – 5. maggior drop out alla HD in particolare per scelta/impossibilità a  proseguire e per adeguatezza/problemi correlati al catetere. I Centri  con un programma di DP più esteso (≥25 pz)  hanno registrato una minor tasso di peritoniti. Le visite domiciliari sono effettuate regolarmente da una esigua minoranza di Centri. Conclusioni. L’analisi mostra una associazione tra dimensioni del programma di DP del Centro e risorse disponibili, modalità di utilizzo della DP e outcome.

 

 

Graphical abstract

 

Parole chiave: Dialisi Peritoneale, effetto del Centro, fallimento della tecnica

Introduzione

Il Censimento del Gruppo di Progetto di Dialisi Peritoneale (GDP) oltre ai risultati della dialisi peritoneale (DP) indaga alcuni aspetti organizzativi che nell’ultima edizione relativa all’anno 2022 sono stati ampliati alle risorse disponibili per la DP (locali e personale dedicato) e al training. I risultati della DP sono stati recentemente pubblicati su questo Giornale [1]. In questa seconda parte verranno riportate le caratteristiche dei 227 Centri che hanno utilizzato la DP nel 2022 e che in quasi 20 anni di monitoraggio sono rimasti numericamente pressocché gli stessi, ovvero una minoranza dei Centri Dialisi presenti in Italia.

Il primo Censimento della Società Italiana di Nefrologia relativo al 2004 aveva mostrato che la DP era utilizzata nel 64,3% dei Centri pubblici non pediatrici (209 di 325 Centri) e praticamente non utilizzata in nessuno dei 286 Centri privati censiti all’epoca. L’utilizzo della DP era condizionato dalla natura pubblica o privata del Centro (assente nei Centri privati), dalle dimensioni del Centro e dallo stato di occupazione dei posti letto di HD (maggiore le dimensioni e la pressione sui posti HD, maggiore l’utilizzo della DP). A sua volta la presenza di Centri privati, consistente in alcune regioni, riducendo le dimensioni dei Centri pubblici rinforza l’effetto negativo sull’utilizzo della DP.

Tuttavia vi erano Centri pubblici, grandi e con un tasso elevato di occupazione dei posti letto di HD che non utilizzavano la DP mentre altri con caratteristiche opposte la utilizzavano anche ampiamente. Evidentemente, oltre ai fattori strutturali riportati vi era un quarto elemento che condizionava l’utilizzo della DP: la “politica” del Centro. Quest’ultimo aspetto venne indagato mediante un questionario condotto nel 2007, sempre a cura del Gruppo di Studio della DP, i cui risultati non sono però mai stai pubblicati. La metodologia e l’ampiezza di questa indagine erano tali che, ancora oggi, la rendono unica nel suo genere. Nel tentativo di comprendere la realtà italiana ci è sembrato doveroso recuperarne i risultati allegandoli al presente lavoro.

 

Materiali e metodi

La metodologia del Censimento è stata ampiamente descritta nel recente lavoro pubblicato su questo Giornale [1].

Le caratteristiche dei Centri indagate sono state l’esistenza di locali per la DP, la presenza di personale medico e infermieristico dedicato alla DP (per il quale la DP è l’attività esclusiva o cui è attribuita esclusivamente), le modalità del training, sia per chi lo esegue che per la sede in cui viene svolto, l’esecuzione del PET ed infine le visite domiciliari.

Analogamente ad altre analisi simili, per rendere più agevole l’interpretazione dei risultati, i Centri sono stati riparti in quartili (Tabella 1) in base al numero di pazienti prevalenti in trattamento al 31/12/2022 con la DP.

QUARTILE PREVALENTI IN DP CENTRI %
MIN (da) MAX (a)
1° Q 1 8 55 24,2
2° Q 9 14 58 25,6
3° Q 15 24 58 25,6
4° Q 25 112 56 24,7
227  
Tabella 1. Ripartizione in quartili dei 227 Centri DP censiti in funzione del numero di pazienti prevalenti in DP al 31 dicembre 2022.

I gruppi sono stati confrontati quindi per le caratteristiche “strutturali” (dimensioni e utilizzo percentuale della DP, distribuzione geografica, presenza di personale e spazi dedicati, modalità del training, visite domiciliari ed esecuzione del PET), per le caratteristiche di “utilizzo” della DP (modalità manuale o automatizzata, DP incrementale, DP assisita) e per i “risultati” ottenuti (drop out e turnover, peritoniti).

Il Censimento rappresenta una fotografia della realtà della DP in Italia. L’analisi statistica è stata pertanto limitata alle eventuali differenze tra i gruppi (chi quadrato).

 

Risultati

CARATTERISTICHE STRUTTURALI DEI CENTRI

Dimensioni dei Centri ed utilizzo percentuale della DP

In Tabella 2 sono riportate le caratteristiche strutturali dei Centri ripartiti nei 4 quartili di prevalenza della DP. Le dimensioni dei Centri sono state valutate considerando il numero complessivo (HD + DP) di dializzati al 31/12/2022 e l’analisi è quindi limitata ai 183 Centri che hanno fornito i dati relativi alla prevalenza in HD. Come si vede in Tabella 2, all’aumentare delle dimensioni globali del Centro aumenta non solo il numero ma anche la proporzione percentuale dei pazienti in DP rispetto il totale dei dializzati che sale dal 6,5% dei Centri con un programma DP minimo (1° Quartile, 1-8 pazienti DP per Centro) al 20,9% dei Centri “grandi” (4° Quartile, ≥25 pazienti).

La stima può essere considerata valida, anche se non certa, dal momento che il numero di pazienti in DP per Centro (“PZ DP per CENTRO”) è praticamente sovrapponibile a quello registrato in tutti i 227 Centri (Tabella 2).

TUTTI I CENTRI DP CENTRI CON PREVALENZA HD DISPONIBILE
CENTRI PREVAL.
DP
PZ DP per CENTRO CENTRI PREVAL.
DP
PREVAL.
HD
PZ DP per CENTRO PZ HD per CENTRO PZ TOT per CENTRO %DP
1° Q 55 265 4,8 45 213 3063 4,7 68,1 72,8 6,5
2° Q 58 662 11,4 46 535 4466 11,6 97,1 108,7 10,7
3° Q 58 1124 19,4 47 903 5134 19,2 109,2 128,4 15,0
4° Q 56 2101 37,5 45 1661 6279 36,9 139,5 176,4 20,9
ITALIA 227 4152 18,3 183 3312 18942 18,1 103,5 121,6 14,9
Tabella 2. Utilizzo percentuale della DP e dimensioni dei Centri. L’analisi è stata possibile solo per i 183 Centri che hanno fornito i dati di prevalenza della HD. I Centri mancanti sono risultati equamente ripartiti nei 4 gruppi e le dimensioni del programma di DP sono risultate praticamente sovrapponibili (“PZ DP per CENTRO”). Le dimensioni complessive del Centro sono indicate nella colonna “PZ TOT per CENTRO”, somma dei pazienti prevalenti in HD e DP.

La distribuzione dei Centri riportata in Figura 1 mostra come vi siano alcuni Centri di dimensioni rilevanti che utilizzano poco la DP e altri di dimensioni ridotte che la utilizzano in una percentuale elevata di pazienti confermando quanto riscontrato nel primo Censimento SIN.

Figura 1. Distribuzione dei 183 Centri che hanno fornito i dati anche della HD. Prevalenza della DP in
Figura 1. Distribuzione dei 183 Centri che hanno fornito i dati anche della HD. Prevalenza della DP in funzione delle dimensioni dei Centri (HD e DP). Le linee delimitano i quartili delle 2 variabili.

Distribuzione geografica

In parte già analizzata nel precedente lavoro, la ripartizione geografica dei Centri in funzione delle loro dimensioni mostra come nei Centri del Nord i programmi di DP siano più estesi.

Se il numero dei Centri che utilizzano la DP per milione di abitante (pmp) è praticamente sovrapponibile (Tabella 3) variando di poco rispetto alla media nazionale di 3,9 Centri DP per milione di abitanti (pmp), quelli situati al NORD seguono un numero maggiore di pazienti (21,9 ±16,5 pazienti per Centro) rispetto agli altri. Ne consegue che anche la prevalenza della DP pmp al NORD (81,7 pazienti DP pmp) è superiore rispetto ai Centri del Centro Italia (72,9 pazienti DP pmp) e del SUD e delle ISOLE in cui è praticamente identica (rispettivamente di 55,22 e 55,20 pazienti DP pmp) (Tabella 3). Tuttavia l’esame dei Centri che hanno inviato i dati anche per la HD conferma (Tabella 4) quanto riscontrato 20 anni or sono. I Centri del SUD e ISOLE che utilizzano  la DP sono in media più piccoli, sia per le dimensioni globali che per il  programma DP, ma con una percentuale di pazienti in DP superiore (Tabella 4).

PREVAL. DP per CENTRO
CENTRI
(num)
POPOLAZIONE
(abit)
PREVAL. DP
(num pz)
PREVAL. DP
(pmp)
CENTRI
(pmp)
MEDIA (±DS)
(num pz)
MEDIANA
(num pz)
NORD 102 27.349.747 2235 81,7 3,7 21,9±16,5 19
CENTRO 54 11.693.240 853 72,9 4,6 15,8±12,0 12
SUD 47 12.894.027 712 55,2 3,6 15,1±13,1 13
ISOLE 24 6.377.044 352 55,2 3,8 14,7±13,9 10
ITALIA 227 58.314.058 4152 71,2 3,9 18,3 ±14,8 15
Tabella 3. Distribuzione geografica dei Centri nelle 4 macroregioni italiane e dimensioni del programma di DP nei rispettivi Centri. La ripartizione delle regioni e i dati della popolazione sono ricavati dall’ISTAT 2022, la prevalenza è al 31/12/2022. pmp = per milione di abitanti; ripartizione ISTAT delle regioni italiane: NORD = Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria – CENTRO = Toscana, Marche, Umbria, Lazio – SUD = Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria – ISOLE = Sicilia, Sardegna
CENTRI PREVALENZA (num)
num % HD DP DIMENSIONI DP/CENTRO %DP
NORD 83 81,4 11588 1751 160,7 21,1 13,1
CENTRO 51 94,4 4210 821 98,6 16,1 16,3
SUD 29 61,7 2057 443 86,2 15,3 17,7
ISOLE 20 83,3 1087 297 69,2 14,9 21,5
ITALIA 183 80,6 18942 3312 121,6 18,1 14,9
Tabella 4. Caratteristiche dei Centri che hanno inviato anche i dati relativi alla HD nelle 4 macroaree italiane. “DIMENSIONI” = numero complessivo (HD + DP) di pazienti in trattamento al 31/12/2022 – “DP/CENTRO” = pazienti prevalenti in DP per Centro – “%DP” = prevalenza percentuale media della DP nei Centri.

Risorse dedicate alla DP

La maggioranza dei Centri (95,1%) dispone di locali dedicati alla DP indipendentemente dalle dimensioni del programma di DP mentre differenze significative vi sono per quanto riguarda il personale dedicato alla DP, sia medico che infermieristico (Tabella 5).

In particolare quasi la metà dei Centri di piccole dimensioni (48,1%) non ha una figura di riferimento né medica né infermieristica (“tutti possono occuparsi anche della DP”). Tale percentuale si riduce al 12,5% nei Centri con un programma di DP esteso (Tabella 5).

CENTRI SPAZI MEDICI INFERMIERI ENTRAMBI NESSUNO MEDICO O INFERMIERE (%)
1° Q 54* 49 20 23 15 26 51,9
2° Q 58 54 19 30 17 26 55,2
3° Q 57* 56 32 44 31 12 78,9
4° Q 56 55 36 45 41 7 87,5
ITALIA 225 214 107 142 104 71 68,4
NS p<0,005 p<0,00005     p<0,00005
Tabella 5. Risorse per la DP nei 227 Centri che la utilizzano. Per il personale si considerano come operatori dedicati i medici e infermieri che si occupano esclusivamente di DP ma anche quelli a cui, in particolare nei Centri “piccoli”, è attribuito il compito esclusivo di occuparsene. “Entrambi” è riferito ai Centri che prevedono sia medici che infermieri dedicati alla DP (la differenza tra “Medici” e “Infermieri” con “Entrambi” fornisce il numero di Centri che ha o solo il Medico o solo l’Infermiere come operatori dedicati alla DP).  “Nessuno” è riferito ai Centri che non hanno nessun operatore dedicato alla DP. * Due Centri (1° e 3° Q) non hanno fornito informazioni sul Training.

Attività

Le attività considerate dal Censimento sono il training, le visite domiciliari e l’esecuzione del PET.

Training. Il training è svolto da personale del Centro nel 57,3% dei Centri, da personale esterno nel 11,6% e infine da entrambi nel 31,1%.  Il contributo del personale esterno è minore nei Centri grandi e medio-piccoli (4°Q e 2°Q, rispettivamente il 26,8% e 41,4% dei Centri) e maggiore nei Centri con un programmma DP piccolo o medio-grande (1° Q e 3° Q, rispettivamente nel 51,9% e 50,9% dei Centri) (Tabella 6).  La sede in cui il training viene effettuato più frequentemente è il Centro (52,4% dei casi), mentre in parte al domicilio e in parte in Centro nel 37,8% dei casi ed esclusivamente al domicilio solo nel 9,8% dei Centri (Tabella 6). La sede del training dipende dall’operatore. Infatti quando il training è svolto solo dal personale del Centro (57,3% dei Centri) la sede è prevalentemente l’Ospedale (80,6% dei casi) mentre nei Centri in cui per il training è coinvolto solo o in parte personale esterno (42,7% dei Centri) il training è effettuato a domicilio, esclusivamente o in parte (85,4% dei Centri, p<0,000001) (Figura 2).

OPERATORE SEDE DEL TRAINING
CENTRI CENTRO ESTERNO ENTRAMBI % CENTRO CENTRO HOME ENTRAMBI % HOME
1° Q 54* 26 7 21 48,1 27 5 22 50,0
2° Q 58 34 11 13 58,6 36 5 17 37,9
3° Q 57* 28 5 24 49,1 20 6 31 64,9
4° Q 56 41 3 12 73,2 35 6 15 37,5
ITALIA 225 129 26 70 57,3 118 22 85 47,6
p<0,03 p<0,001
Tabella 6. Chi effettua il Training e Luogo in cui viene svolto. L’Operatore (CHI effettua il Training) può essere solo personale del “Centro”, solo personale “Esterno” oppure “Entrambi” se nel Centro è effettuato sia da personale del Centro che esterno. I valori assoluti e le percentuali sono riferiti ai Centri e NON al numero di Training. * Due Centri non hanno fornito informazioni sul Training. “% CENTRO”  è la percentuale di Centri in cui il Training è effettuato dal personale del Centro. “% HOME” è la percentuale di Centri che effettuano il Training a domicilio, esclusivamente o in parte.
Figura 2. Il Training ripartito in funzione dell’operatore. Per ciascun operatore è riportata la sede (domicilio, ospedale o entrambi) in cui viene effettuato.
Figura 2. Il Training ripartito in funzione dell’operatore. Per ciascun operatore è riportata la sede (domicilio, ospedale o entrambi) in cui viene effettuato.

Visite domiciliari. In accordo con la pratica del training è il programma di visite domiciliari una volta avviata la DP. La maggioranza dei Centri, senza differenze significativa tra i 4 gruppi (Tabella 7) non le prevede (55,2%) mentre dei restanti solo una minoranza li effettua regolarmente secondo un programma predefinito (8,5%). Negli altri Centri vengono effettuate fondamentalmente al bisogno. Rispetto gli anni precedenti è aumentata la percentuale dei Centri che non ha un programma di VD dopo l’avvio della DP (il 48,5% nel 2016) mentre invariato, anche come valore assoluto, la percentuale del numero dei Centri che ha un programma di VD regolari (Figura 3).

FREQUENZA VISITE DOMICILIARI
CENTRI NON PREVISTE VARIABILE REGOLARE % NO
1° Q 53 25 25 3 47,2
2° Q 57 32 21 4 56,1
3° Q 57 30 22 5 52,6
4° Q 56 36 13 7 64,3
ITALIA 223 123 81 19 55,2
Tabella 7. Frequenza delle visite domiciliari dopo l’avvio della DP. Hanno risposto alla domanda 223 Centri dei 227 considerati. La differenza tra i gruppi NON è risultata significativa. Per frequenza variabile si intende “solo nel periodo iniziale”, non ulteriormente specificato, “all’inizio poi se necessita” e infine “solo se necessario”. “Non previste” se il Centro non le considera per il follow-up della DP.

 

Figura 3. Visite domiciliari nel tempo. I dati relativi al 2019 sono incompleti. Le visite domiciliari considerate sono quelle effettuate a DP avviata, escluse cioè quelle del training. “All’inizio” = nelle prime settimane e/o mesi (intervallo non definito nella domanda) – “All’inizio e poi S.N.” = nel periodo iniziale e poi secondo necessità – “Solo S.N.” = solo in caso di necessità (non meglio definita nella domanda) – “Regolarmente” = secondo una frequenza prestabilita.

PET. La valutazione della membrana peritoneale mediante il PET non viene effettuata nel 11,9% dei Centri, maggiormente nei Centri più piccoli (NO PET – 1°Q = 18,2%; 2° Q = 13,8%; 3°Q = 12,1%; 4°Q= 3,6% – p= N.S.) anche se la differenza non è statisticamente significativa.

 

MODALITÀ DI UTILIZZO DELLA DP

CAPD/APD e DP incrementale nei pazienti incidenti

Complessivamente nei pazienti incidenti la modalità di DP più utilizzata è la CAPD (52,1%) ma con una differenza significativa tra i gruppi con divesre dimensioni del programma di DP: i centri di minori dimensioni utilizzano maggiormente la APD mentre la CAPD è la modalità più utilizzata nei Centri più grandi (p<0,005). Ciò è in parte associato alla prescrizione incrementale, per la quale è preferita la CAPD, il cui utilizzo aumenta al crescere delle dimensioni del Centro (Tabella 8). Infine gli ingressi da HD e da trapianto aumentano (percentualmente rispetto al totale degli ingressi) all’aumentare del programma DP anche se non significativamente.

PAZIENTI INCIDENTI ALTRI INGRESSI
CENTRI CAPD APD TOT % CAPD INCR % INCR da HD/Tx TOT IN % da HD/Tx
1° Q 55 38 54 92 41,3 25 27,2 12 104 11,5
2° Q 58 104 120 224 46,4 65 29,0 33 257 12,8
3° Q 58 240 164 404 59,4 170 42,1 55 459 12,0
4° Q 56 321 309 630 51,0 217 34,4 126 756 16,7
ITALIA 227 703 647 1350 52,1 477 35,3 226 1576 14,3
P<0,005 P<0,005 N.S.
Tabella 8. Modalità di DP (CAPD e APD) e prescrizione incrementale (“INCR”) all’inizio del trattamento in funzione delle dimensioni del programma di DP. A destra gli ingressi provenienti dalla HD e dal trapianto (Tx) e il loro peso percentuale sul totale degli ingressi in DP registrati nel 2022.

La percentuale dei late referral in DP NON è risultata significativamente diversa tra i gruppi (1° Q = 5,4% – 2°Q = 8,0% – 3° Q = 11,4% – 4°Q = 7,9% – p= N.S.)

CAPD/APD e DP assistita nei pazienti prevalenti

L’APD si conferma la modalità di DP più utilizzata tra i pazienti prevalenti ma, come per gli incidenti, significativamente più utilizzata nei Centri di minori dimensioni (Tabella 9). Il ricorso alla DP assistita è invece maggiore nei Centri più piccoli, in particolare nel secondo quartile rispetto al quarto. Complessivamente è utilizzata nel 26% dei pazienti prevalenti nei centri con meno di 15 pazienti prevalenti in DP e nel 19,8% dei pazienti dei Centri con una prevalenza superiore.

Il tipo di caregiver non è risultato significativamente differente tra i quartili confermandosi il familiare il caregiver maggiormente coinvolto in Italia (86,3%) (Tabella 9).

PREVALENTI – TIPO DP PREVALENTI – DP ASSISTITA
CENTRI CAPD APD TOT % CAPD RSA FAM. BAD. IP TOT DP ASS. % DP ASS.
1° Q 55 98 167 265 37,0 3 47 2 5 57 21,5
2° Q 58 261 401 662 39,4 2 165 14 3 184 27,8
3° Q 58 513 611 1124 45,6 20 212 18 2 252 22,4
4° Q 56 931 1170 2101 44,3 15 334 31 5 385 18,3
ITALIA 227 1803 2349 4152 43,4 40 758 65 15 878 21,1
p<0,01 N.S. p<0,0001
Tabella 9. Modalità di DP (CAPD e APD) e DP assistita nei pazienti prevalenti in DP al 31/12/2022.  “RSA” = casa di riposo, struttura per anziani – “FAM.” = caregiver familiare – “BAD.” = badante, assistente retribuito – “IP” = infermiere (o altra figura sanitaria) che effettua la dialisi a domicilio dle paziente – “% DP ASS.” rappresenta la percentuale di pazienti prevalenti in DP assistita.

 

OUTCOME

Peritoniti

L’incidenza di peritoniti, anche se minore nei Centri di maggiori dimensioni, è risultata sostanzialmente sovrapponibile. Anche la percentuale di colture negative non è risultata significativamente diversa (Tabella 10).

CENTRI PERITONITI INCIDENZA NEGATIVE % NEGATIVE
1° Q 54 50 0,186 7 14,0
2° Q 58 115 0,185 23 20,0
3° Q 58 221 0,209 35 15,8
4° Q 56 310 0,156 69 22,3
ITALIA 226 696 0,176 134 19,3
Tabella 10. Episodi di peritonite (totale e peritoniti a coltura negativa) e dimensioni dei Centri. L’incidenza di peritoniti è espressa in episodi per anno-paziente. “% NEGATIVE” è la percentuale delle peritoniti a coltura negativa sul totale degli espisodi (N.S.). Un solo Centro non ha fornito i dati sulle peritoniti.

Uscita dalla DP

La durata media della DP, ricavata dall’Indice di Ricambio (rapporto tra Prevalenti al 31/12/2022 e tutti gli ingressi registrati nel 2022, valore espresso in anni) è risultata superiore nei Centri più grandi (IR – 1° Q = 2,5 equivalente a 30,6 mesi; 2°Q = 2,6 equivalente a 30,9 mesi; 3° Q = 2,4 equivalente a 29,4 mesi; 4°Q = 2,8 equivalente a 33,3 mesi).

Cause di uscita dalla DP. Nel 2022 complessivamente 464 pazienti sono stati trasferiti in HD, 400 sono deceduti e 296 sono stati trapiantati per un totale di 29,3 uscite dalla DP per 100 anni-paziente. La mortalità non è risultata significativamente differente mentre un maggior numero di trapianti e in particolare di drop out alla HD sono stati registrati nei Centri di piccole dimensioni (Tabella 11).

EVENTI EVENTI / 100 ANNI-PZ
CENTRI PREV. DO MORTE TX DO MORTE TX
1° Q 55 265 64 30 35 22,9 10,8 12,5
2° Q 58 662 80 49 49 12,9 7,9 7,9
3° Q 58 1124 140 120 61 13,2 11,3 5,8
4° Q 56 2101 180 201 151 9,0 10,1 7,6
ITALIA 227 4152 464 400 296 11,7 10,1 7,5
p<0,00001 N.S. p<0,001
Tabella 11. Uscite dalla DP per trasferimento alla HD (DO), morte e trapianto (Tx) nel corso del 2022 ripartite secondo le dimensioni dei Centri.

Per quanto riguarda le cause specifiche di trasferimento alla HD, nei Centri piccoli (gravati da un maggior drop out alla HD) la causa principale è il trasferimento per scelta o impossibilità a proseguire seguita dai problemi del catetere e dell’adeguatezza dialitica. A conferma della validità del dato, come per l’incidenza di peritonite anche la peritonite come causa di drop out è sostanzialmente sovrapponibile nei diversi quartili (Tabella 12).

EVENTI ep/100 anni-pz
CENTRI TOT. DO PERITON. CAT./ADEQ, SC./IMP. PERITON. CAT./ADEQ. SC./IMP.
1° Q 55 64 9 27 28 3,2 9,7 10,0
2° Q 58 80 22 37 21 3,5 6,0 3,4
3° Q 58 140 25 60 55 2,4 5,7 5,2
4° Q 56 180 53 76 51 2,7 3,8 2,6
ITALIA 227 464 109 200 155 2,8 5,1 3,9
p<0,05
Tabella 12. Uscite dalla DP per trasferimento alla HD (DO), morte e trapianto (Tx) nel corso del 2022 ripartite secondo le dimensioni dei Centri. “PERITON:” = peritoniti; “CAT./ADEQ.” = catetere malfunzionante o infetto/adeguatezza sia come depurazione che Ultrafiltrazione; “SC./IMP.” = scelta o impossibilità a proseguire.

 

Discussione

I limiti del Censimento sono stati già ampiamente discussi nella prima parte [1].

I risultati del Censimento 2022 confermano quanto rilevato nel primo Censimento SIN del 2004. L’utilizzo della DP è percentualmente proporzionale alle dimensioni del Centro e, come si ricava dalla distribuzione geografica dei Centri, minore dove vi è una maggior presenza di Centri privati anche se in queste regioni i pochi Centri che la utilizzano lo fanno in misura superiore alla media (vedi Allegato – Questionario).

Dal punto di vista organizativo i Centri di minori dimensioni si caratterizzano innanzittutto per una minore presenza di personale dedicato per la DP.  Per personale dedicato si intende sia il personale esclusivamente dedicato alla DP ma anche quello, nei Centri di dimensioni minori, di riferimento per la DP anche se, sicuramente (Allegato – Questionario) svolge altre attività. Nei Centri in cui non vi è personale dedicato verosimilmente vale il principio “tutti fanno tutto” e finisce per rendere necessario il ricorso a personale esterno nel training, la parte più importante di un programma di DP. Infatti i Centri con un programma di DP limitato per il training fanno un maggior ricorso a personale esterno il cui eventuale ruolo anche nel follow up dei pazienti in DP non è però stato indagato. Se un aspetto positivo del Training effettuato da personale esterno o combinato è quello di essere effettuato a domicilio ciò finisce per “separare” ancor di più il paziente in DP dal proprio Centro. Un’altra caratteristica dei Centri con un programma di DP limitato è quella di una minore prescrizione incrementale e quindi un maggior utilizzo della APD.

Infine si conferma come le visite domiciliari dopo l’avvio della DP siano effettuate regolarmente solo da una esigua minoranza di Centri.

La mortalità è sostanzialmente sovrapponibile nei diversi gruppi mentre nei Centri con un programma di DP modesto il drop out alla HD è significativamente superiore. La causa principale di drop out alla HD in tali Centri è la scelta del paziente e/o l’impossibilità a proseguire. Anche se quest’ultimo termine, come discusso nella prima parte, è ambiguo in quanto riferibile non solo alla perdita di autonomia ma anche a cause cliniche, vi possono contribuire una selezione dei pazienti non accurata o un follow-up insufficiente. Anche il DO per adeguatezza o per cause correlate al catetere è superiore nei Centri più piccoli. Le peritoniti sembrano avere una incidenza minore nei Centri con un programma di DP esteso ma il drop out per tale causa è sostanzialmente analogo.

 

Conclusioni

Nei Centri pubblici che in Italia utilizzano la DP le risorse impiegate, la modalità di utilizzo e il drop out sono associati (in negativo) alle dimensioni del programma di DP. A sua volta le dimensioni del programma di DP risentono di fattori strutturali noti che, come illustrato nell’allegato “Il Questionario” condizionano anche, ma solo in parte, le opinioni che il Nefrologo dei Centri che non utilizzano la DP ha di questa metodica. L’impego limitato della DP ha quindi molteplici ragioni non giustificate dai risultati ottenuti e dalle sue potenzialità ma anche dalla prospettiva di dovere trattare pazienti sempre più fragili con risorse sempre più limitate.

 

Ringraziamenti

Si ringraziano i Referenti dei Centri che hanno aderito al Censimento e che con il loro impegno hanno reso possibile la raccolta dati e il presente lavoro:

Abdulsattar Giamila (Oristano); Alberghini Elena (Cinisello Balsamo); Albrizio Paolo (Voghera); Alessandrello Maria Grazia Ivana (Modica); Alfano Gaetano (Modena); Amar Karen (Cernusco sul Naviglio); Ambrogio Antonina (Rovigo); Ancarani Paolo (Sestri Levante); Angelini Maria Laura (forlì); Ansali Ferruccio (Civitavecchia); Apponi Francesca (Frosinone); Argentino Gennaro (Napoli); Avella Alessandro (Varese); Barattini Marina (Massa); Barbera Vincenzo (Colleferro); Basso Anna (Padova); Bellotti Giovanni (Sapri); Benozzi Luisa (Borgomanero); Bermond Francesca (Torino); Bianco Beatrice (Verona); Bigatti Giada (Sesto San Giovanni); Bilucaglia Donatella (Torino); Boccadoro Roberto (Rimini); Boito Rosalia (Crotone); Bonesso Cristina (San Donà di Piave); Bonincontro Maria Luisa (Bolzano); Bonvegna Francesca (Verbania); Borettaz Ilaria (Melegnano – Vizzolo Predabissi); Borrelli Silvio (Napoli); Bosco Manuela (Gorizia); Braccagni Beatrice (Poggibonsi); Budetta Fernando (Eboli); Cabibbe Mara (Milano); Cabiddu Gianfranca (Cagliari); Cadoni Maria Chiara (San Gavino Monreale); Campolo Maria Angela (Lamezia Terme); Cannarile Daniela Cecilia (Bologna); Cannavo’ Rossella (Firenze); Canonici Marta (Fabriano); Cantarelli Chiara (Parma); Caponetto Carmelo (Siracusa); Cappadona Francesca (Genova); Cappelletti Francesca (Siena); Caprioli Raffaele (Pisa); Capurro De Mauri Federica Andreana (Novara); Caria Simonetta (Quartu Sant’ Elena); Carta Annalisa (Nuoro); Caselli Gian Marco (Firenze); Casuscelli di Tocco Teresa (Messina); Cataldo Emanuela (Altamura); Cernaro Valeria (Messina); Cerroni Franca (Rieti); Ciabattoni Marzia (Savona); Cianfrone Paola (catanzaro); Cimolino Michele (Pordenone); Comegna Carmela (Tivoli); Consaga Marina (Livorno); Contaldo Gina (Monza); Conti Paolo (Arezzo); Cornacchia Flavia (Cremona); Cosa Francesco (Legnano); Cosentini Vincenzo (San Bonifacio); Costantini Luigia (Vercelli); Costantino Ester Grazia Maria (Manerbio); Costanza Giuseppa (Gela); D’Alonzo Silvia (Roma); D’Altri Christian (Martina Franca); D’Amico Maria (Erice); De Blasio Antonietta (Caserta); Del Corso Claudia (Pescia); Della Gatta Carmine (Nola); D’Ercole Martina (La Spezia); Di Franco Antonella (Barletta); Di Liberato Lorenzo (Chieti); Di Loreto Ermanno (Atri); Di Renzo Brigida (Brindisi); Di Somma Agnese (San Marco Argentano); Di Stante Silvio (Pesaro – Fano); Dinnella Angela Maria (Anzio); Distratis Cosimo (Manduria); Dodoi Diana Teodora (Chieri); Domenici Alessandro (Roma); Esposito Samantha (Grosseto); Esposito Vittoria (Pavia); Farina Marco (Lodi); Ferrando Carlo (Cuneo); Ferrannini Michele (Roma); Ferrara Gaetano (San Giovanni Rotondo); Figliano Ivania Maria (Vibo Valentia); Figliola Carmela (Gallarate); Filippini Armando (Roma); Finato Viviana (San Miniato); Fiorenza Saverio (Imola); Frattarelli Daniele (Roma Ostia); Gabrielli Danila (Aosta); Gai Massimo (Torino); Garofalo Donato (Fermo); Gazo Antonietta (Vigevano); Gennarini Alessia (Bergamo); Gherzi Maurizio (Ceva); Giancaspro Vincenzo (Molfetta); Gianni Glauco (Prato); Giovannetti Elisabetta (Camaiore); Giovannetti Elisabetta (Lido di Camaiore); Giozzet Morena (Feltre); Giuliani Anna (Vicenza); Giunta Federica (Macerata); Graziani Romina (Ravenna); Guizzo Marta (Castelfranco Veneto); Heidempergher Marco (Milano); Iacono Rossella (Civita Castellana); Iadarola Gian Maria (Torino); Iannuzzella Francesco (Reggio Emilia); Incalcaterra Francesca (Palermo); La Milia Vincenzo (Lecco); Laudadio Giorgio (Bassano del Grappa); Laudon Alessandro (Trento); Lenci Federica (Ancona); Leonardi Sabina (Trieste); Lepori Gianmario (Olbia); Leveque Alessandro (Citta’ di Castello); Licciardello Daniela (Acireale); Lidestri Vincenzo (Chioggia); Lisi Lucia (Vimercate); Lo Cicero Antonina (San Daniele del Friuli ); Luciani Remo (Roma); Maffei Stefano (Asti); Magnoni Giacomo (Bologna); Malandra Rossella (Teramo); Manca Rizza Giovanni (Pontedera); Mancuso Verdiana (Agrigento); Manfrini Vania (Seriate); Manini Alessandra (Crema); Marcantoni Carmelita (Catania); Marchetti Valentina (Lucca); Marini Alvaro (Popoli); Martella Vilma (Lecce); Masa Maria Alessandra (Sondrio); Mastrippolito Silvia (Lanciano); Mastrosimone Stefania (Treviso); Matalone Massimo (Catania); Mauro Teresa (Corigliano Rossano); Mazzola Giuseppe (Mantova); Melfa Gianvincenzo (Como); Messina Antonina (Catania); Miglio Roberta (Busto Arsizio); Miniello Vincenzo (Pistoia); Mollica Agata (Cosenza); Montalto Gaetano (Taormina); Montanari Marco (Ariccia); Montemurro Vincenzo (Firenze); Musone Dario (Formia); Nardelli Luca (Milano); Neri Loris (Alba); Orani Maria Antonietta (Milano); Palmiero Giuseppe (Napoli); Palumbo Roberto (Roma); Panuccio Vincenzo Antonio (Reggio Calabria); Panzino Antonio Rosario (Catanzaro); Parodi Denise (Arenzano); Pastorino Nadia Rosa (Novi Ligure); Pellegrino Cinzia (Cetraro); Perilli Luciana (Vasto); Perna Concetta (Cerignola); Perosa Paolo (Pinerolo); Pieracci Laura (Imperia); Pietanza Stefania (Putignano); Pignone Eugenia (Torino); Pinerolo Maria Cristina (Milano); Piraina Valentina (ivrea); Pirrottina Maria Anna (San Benedetto del Tronto); Pisani Antonio (Napoli); Pogliani Daniela Rosa Maria (Garbagnate Milanese); Porreca Silvia (Bari); Pozzi Marco (Desio); Prerez Giuseppina (Dolo); Previti Antonino (Santorso); Puliti Maria Laura (Palestrina); Randone Salvatore (Avola); Ricciardi Daniela (Castiglione del Lago); Ricciatti Annamaria (Ancona); Rocca Anna Rachele (Roma); Rubini Camilla (Venezia Mestre); Russo Francesco Giovanni (Scorrano); Russo Roberto (Bari); Sabatino Stefania  (Udine); Sacco Colombano (Biella); Sammartino Fulvio Antonio (Pescara); Santarelli Stefano (Jesi); Santese Domenico (Taranto); Santinello Irene (Piove di Sacco); Santirosi Paola Vittori (Foligno-Spoleto); Santoferrara Angelo (Civitanova Marche); Saraniti Antonello (Milazzo); Savi Umberto (Belluno); Scalso Berta Ida (Cirie’); Scarfia Rosalia Viviana (Caltagirone); Serriello Ilaria (Roma); Signorotti Sara (Cesena); Silvana Baranello (Campobasso); Somma Giovanni (Castellamare di Stabia); Sorice Mario (Senigallia); Spissu Valentina (Sassari); Stacchiotti Lorella (Giulianova); Stucchi Andrea (Milano); Taietti Carlo (Treviglio); Tata Salvatore (Venezia); Teri Antonino (Foggia); Tettamanzi Fabio (Tradate); Timio Francesca (Perugia); Todaro Ignazio (Piazza Armerina); Toriello Gianpiero (Polla); Torraca Serena (Salerno); Trepiccione Francesco (Napoli); Trubian Alessandra (Legnago); Turchetta Luigi (Cassino); Vaccaro Valentino (Alessandria); Valsania Teresa (Piacenza); Vecchi Luigi (Terni); Veronesi Marco (Ferrara); Visciano Bianca (Magenta); Viscione Michelangelo (Avellino); Vizzardi Valerio (Brescia); Zanchettin Gianantonio (Conegliano); Zeiler Matthias (Ascoli Piceno).

 

Bibliografia

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Il test di equilibrazione peritoneale (PET) – Commento ai dati dell’8° Censimento del GPDP-SIN 2022

Anche i dati relativi al 2022 confermano il trend iniziato nel 2010 che vede un progressivo e continuo incremento dell’utilizzo della soluzione di glucosio al 3,86%, per l’effettuazione del PET, ed una parallela e speculare riduzione dell’utilizzo della soluzione di glucosio al 2,27%: nel 2010 il 70,5% dei Centri di Dialisi utilizzava la soluzione al 2,27% e soltanto il 15,6% utilizzava la soluzione al 3,86%; nel 2022 soltanto il 20% dei Centri utilizza la soluzione al 2,27% mentre il 57,8% utilizza la soluzione al 3,86% per l’effettuazione del PET.

Analizziamo i motivi di questo cambiamento.

Già nel 2000 [1] la Società Internazionale di Dialisi Peritoneale suggeriva di utilizzare il 3,86%-PET al posto del 2,27%-PET in quanto il primo test forniva le stesse informazioni sul trasporto dei piccoli soluti e sulla classificazione dei pazienti in classi di trasportatori in base al D/P della creatinina, forniva maggiori informazioni sulla capacità di ultrafiltrazione (UF) da parte della membrana peritoneale e, aspetto che poi avrebbe assunto una notevole importanza, permetteva di evidenziare meglio il cosiddetto sieving del sodio, espressione del trasporto di acqua libera (FWT) peritoneale attraverso i canali dell’acquaporina-1 (AQP-1). Quindi, un 3,86%-PET con valutazione della concentrazione di sodio nel dialisato a 60 minuti dall’inizio del PET fornisce maggiori informazioni sulla funzionalità della membrana peritoneale.

In seguito, gli studi sul sieving del sodio hanno portato alla quantificazione del FWT [2], alla capacità predittiva del sieving del sodio nei confronti della peritonite sclerosante incapsulante (EPS) [3], alla identificazione dei genotipi dell’AQP-1 e alla loro correlazione con gli outcome in dialisi peritoneale [4]. Grazie anche ad uno studio del GdP di Dialisi Peritoneale della SIN [5] sono stati definiti, in una grande popolazione di pazienti incidenti alla DP, i valori di riferimento delle caratteristiche di trasporto peritoneale relativi al D/P della creatinina, alla capacità di UF e al sieving del sodio, sottolineando la variabilità interindividuale di tali caratteristiche di trasporto peritoneale già all’inizio del trattamento dialitico peritoneale; una parte di tale variabilità è stata recentemente spiegata con l’individuazione di almeno 4 loci genetici associati al trasporto peritoneale che sono responsabili di circa il 20% della variabilità interindividuale del trasporto peritoneale all’inizio della DP [6].

Purtroppo, le recenti raccomandazioni della ISPD [7], nonostante evidenzino gli indubbi vantaggi del 3,86%-PET nei confronti del 2,27%-PET, non raccomandano in modo chiaro un maggiore utilizzo del 3,86%-PET per varie motivazioni, la principale delle quali è che tali raccomandazioni sono riferite a tutto il mondo dove, in alcuni paesi, soprattutto quelli a basso reddito, non è disponibile la soluzione al 3,86% di glucosio. Tale limitazione non è presente nella maggior parte dei paesi del resto del mondo e per tale motivo rimane forte l’indicazione all’utilizzo del 3,86%-PET per la valutazione funzionale della membrana peritoneale.

Il Censimento 2022 ci fornisce ulteriori ed interessanti informazioni:

  1. Oltre il 10% (11,6%) dei Centri non effettua alcun tipo di test per la valutazione della funzionalità della membrana peritoneale; tali Centri sono quelli a minore incidenza e prevalenza dei pazienti in DP. Questo dato riflette sicuramente, insieme ad altri dati, la difficoltà dei piccoli Centri a fornire una DP di qualità. È necessario quindi dare a tali Centri gli strumenti per migliorare la loro pratica clinica utilizzando corsi di formazione specifica e/o fornendo il supporto dei Centri più grandi ad effettuare ed interpretare il 3,86%-PET con un’organizzazione HUB-Spoke;
  2. Anche se in costante riduzione, il 20% dei Centri continua ad utilizzare il 2,27%-PET; anche in questo caso si tratta di Centri a bassa incidenza e prevalenza di pazienti in DP. Sarebbe utile capire le motivazioni (convinzione? Routine? Difficoltà al cambiamento e alle innovazioni?) di questo utilizzo. Anche in questo caso potrebbe essere utile il supporto dei Centri più esperti, con maggiore numero di pazienti in DP;
  3. I Centri che utilizzano il 3,86%-PET sono quelli con una maggiore incidenza e prevalenza dei pazienti in DP. Ciò riflette, sicuramente, una maggiore expertise di tali Centri, probabilmente estesa a tutti gli aspetti della gestione dei pazienti in DP. Questi Centri potrebbero essere coinvolti sia nel fornire un supporto ai Centri più piccoli che in un processo di aggiornamento e miglioramento continuo che, per quanto riguarda la valutazione del trasporto della membrana peritoneale, ad esempio, potrebbe portare all’utilizzo della conducibilità ionica [8] come test di screening per la valutazione funzionale della membrana peritoneale;
  4. I Centri che utilizzano il 3,86%-PET sono quelli con una minore percentuale di drop-out della metodica dovuta a un’adeguatezza dialitica non sufficiente e/o ad una perdita di capacità di UF da parte della membrana peritoneale. Tale dato, mentre riflette sicuramente la maggiore expertise di tali Centri come detto prima, potrebbe indicare anche che l’utilizzo del 3,86%-PET li aiuta a mettere in atto i correttivi (ad esempio l’utilizzo dell’APD nei pazienti rapidi trasportatori, l’utilizzo dell’icodestrina nei pazienti con riduzione/perdita del sieving del sodio, etc.) che impediscono o ritardano il drop-out verso l’emodialisi;
  5. Infine, oltre il 10% (10,7%) dei Centri utilizza altri test (Mini-PET, Doppio Mini-PET o test non specificati); sarebbe interessante capire se tali Centri utilizzano questi test, molto specialistici, in aggiunta ed integrazione al 3,86%-PET o se vengono utilizzati da soli (in tal caso perdendo alcune importanti informazioni fornite dal 3,86%-PET).

In conclusione, i dati del Censimento del 2022 confermano che vi è un progressivo e costante incremento nell’utilizzo del 3,86%-PET, nei confronti del 2,27%-PET, che è un test di valutazione funzionale più completo, soprattutto se associato alla valutazione del sieving del sodio a 60 minuti. L’utilizzo del 3,86%-PET va ulteriormente incoraggiato in quanto il PET è dispendioso in termini di costi e di tempi (infermieristici e medici) e quindi sarebbe preferibile, a parità di risorse, avvalersi del test che ci fornisce maggiori informazioni. In ogni caso, da parte del GdP di Dialisi Peritoneale è necessario fornire ai Centri più piccoli un supporto per l’utilizzo al meglio della DP, compreso quello del 3,86%-PET.

 

Bibliografia

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Encapsulating Peritoneal Sclerosis – Commento ai dati dell’8° Censimento del GPDP-SIN 2022

Per molti anni l’Encapsulating Peritoneal Sclerosis (EPS) ha rappresentato la maggiore preoccupazione del nefrologo peritonealista, arrivando a mettere in discussione il razionale stesso della dialisi peritoneale (DP). Quattordici anni fa un editoriale di Peter Blake [1] dal titolo “The Specter of EPS” descriveva lucidamente la profonda inquietudine che questa rara ma spesso mortale complicanza diffondeva nella comunità nefrologica e allo stesso tempo delineava la strategia per affrontarla. Sempre nel primo decennio degli anni 2000 l’esperienza olandese, che ha coagulato una inedita collaborazione tra nefrologi peritonealisti e trapiantatori, ha documentato come i casi di EPS post-trapianto (Tx) superavano come incidenza quelli in corso di DP [25]. Nel corso degli anni è infine costantemente documentata una limitata percentuale di pazienti che sviluppano EPS dopo lo shift da PD a emodialisi (HD) [6].

Negli ultimi 10 anni diversi lavori hanno riportato una diminuzione generalizzata nella incidenza della EPS diagnosticata nei pazienti in DP [79]. Non esiste invece nessuna evidenza di una diminuzione della EPS diagnosticata post-Tx o in HD.

I Censimenti GSDP dal 2008 al 2022 evidenziano una confortante diminuzione nella incidenza dei casi totali di EPS da 0,701 episodi/100 anni/paziente a 0,176 episodi/100 anni/paziente. Gli stessi Censimenti riportano (sorprendentemente rispetto alla letteratura internazionale sopra citata) anche un azzeramento della EPS post-Tx, di cui non viene segnalato nessun caso dopo il 2014. Il presente commento si propone di suggerire alcune chiavi interpretative di questi andamenti.

Per quanto riguarda la diminuzione di incidenza della EPS in DP i dati del Censimento vanno nella stessa direzione della letteratura internazionale: questo ne rafforza l’evidenza; è realtà. Vediamo quali possono essere le motivazioni di questo andamento.

Una recente meta-analisi [10] identifica i seguenti fattori di rischio modificabili significativamente associati alla EPS in DP, in ordine di importanza: 1) alto trasporto peritoneale; 2) durata della DP; 3) peritoniti.

Il ruolo dell’alto trasporto emerge nettamente e conferma la necessità di monitorizzare con regolarità le caratteristiche di ultrafiltrazione e trasporto del singolo paziente, in modo da personalizzare l’approccio in caso di progressivo deterioramento dei parametri [11]. I dati dei Censimenti GPDP dal 2010 al 2022 confermano che la grande maggioranza dei Centri Italiani monitorizza il trasporto peritoneale; un secondo dato positivo è la sempre maggior diffusione del PET 3,86% vs il PET 2,27%. Sicuramente l’elevata attenzione delle DP italiane a questo tema contribuisce a mantenere globalmente ridotta in assoluto l’incidenza di EPS in DP. Dobbiamo tuttavia constatare come nel corso degli anni la percentuale minoritaria dei Centri che non monitorizza il trasporto sia purtroppo aumentata: è partita nel 2010 da numerosità trascurabili, ma nel 2022 è arrivata a superare il 10%. Quindi, nel caso italiano la diminuzione progressiva di incidenza di EPS in DP non risulta collegata a una maggior diffusione della monitorizzazione del paziente. È davvero auspicabile che una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza di ultrafiltrazione e trasporto nella personalizzazione della prescrizione in DP e nella prevenzione dell’EPS riporti in futuro tutti i Centri a valutarle regolarmente.

La durata media della DP è rimasta costantemente invariata nel tempo (32,9 mesi nel 2008 vs 31,6 mesi nel 2022): la diminuzione di incidenza di EPS in Italia non è quindi correlata nemmeno ad un decremento di durata della DP. Questo risulta confortante: c’è infatti un generale consenso sul fatto che non esiste una “data di scadenza” della DP e che il rapporto costo/beneficio indica chiaramente la non opportunità di interrompere a priori la DP come misura preventiva verso l’EPS [12].

L’incidenza di peritoniti rappresenta invece il vero fattore di rischio significativo il cui andamento negli anni correla davvero con la diminuzione di incidenza di EPS in DP: tra il 2005 e il 2022 l’incidenza di peritonite è andata costantemente diminuendo e si è sostanzialmente dimezzata, raggiungendo gli 0,176 episodi/anno/paziente. È quindi estremamente probabile che i brillanti risultati raggiunti nella prevenzione della peritonite siano il fattore principale che ha determinato il calo osservato nell’incidenza di EPS in DP in Italia. Del resto, una diminuzione di incidenza di peritoniti in DP nell’ultimo decennio è stata dimostrata in tutto il mondo [13] e rappresenta quindi il motivo principale della riduzione generalizzata di EPS in DP.

Un secondo fattore che potrebbe aver contribuito al decremento della EPS in DP è una minore esposizione al glucosio delle soluzioni di dialisi: i dati dei Censimenti evidenziano negli anni un utilizzo sempre maggiore della dialisi incrementale, cresciuta dall’11,9% del 2005 al 35,3% del 2022; è ovvio che nel periodo di dialisi incrementale l’esposizione al glucosio è sostanzialmente minore rispetto alla DP standard.

Inoltre è opinione comune (anche se il Censimento non ha preso in considerazione questo aspetto) che negli anni sia cresciuto anche l’utilizzo delle soluzioni di dialisi a maggiore biocompatibilità (icodestrina, low-GDP, aminoacidi). Esistono evidenze istologiche della loro azione di preservazione delle caratteristiche strutturali del peritoneo [14, 15] associate in alcuni casi (icodestrina, aminoacidi) alla assenza di glucosio, in altri (low-GDP) alla assenza di prodotti di degradazione del glucosio pur contenuto nella soluzione; le opinioni sulla loro superiore biocompatibilità vs le soluzioni tradizionali risultano largamente condivise e il loro utilizzo nella prevenzione della EPS è ampiamente consigliato [16].

Per quanto riguarda l’EPS post-Tx i dati del Censimento risultano al contrario sorprendenti. L’assenza di casi segnalati dopo il 2014 è in netta controtendenza rispetto alla letteratura internazionale citata all’inizio, che in termini relativi descrive una sempre maggiore percentuale di casi di EPS post-Tx (stabili nel tempo) rispetto ai casi di EPS in DP (in diminuzione nel tempo).

Inoltre, mentre disponiamo di spiegazioni fisio-patologiche congrue per la diminuzione di incidenza della EPS in DP (diminuzione delle peritoniti, riduzione del carico di glucosio, maggiore utilizzo delle soluzioni di DP più biocompatibili), nel caso della EPS post-Tx i meccanismi fisio-patogenetici conosciuti portano alla aspettativa di una sostanziale stabilità nel tempo, se non a un aumento. È infatti ben noto che nella EPS post-Tx il meccanismo patogenetico fondamentale è rappresentato dalla potente azione pro-fibrotica della immunosoppressione standard basata sugli inibitori della calcineurina (CNI: tacrolimus, ciclosporina) in assenza di inibitori del sistema mTOR (mTOR-I: sirolimus, everolimus) [17]. Negli ultimi 10 anni la terapia immunosoppressiva del trapianto renale, sulla base di considerazioni che prescindono dall’EPS (efficacia nella prevenzione del rigetto, effetti collaterali sul metabolismo lipidico) non si è affatto evoluta verso un contenimento dell’utilizzo dei CNI a favore degli mTOR-I: l’utilizzo di mTOR-I rimane marginale, anzi il tacrolimus (il CNI più potente in assoluto) è sempre più preferito rispetto alla ciclosporina [18].

In tale contesto la mancata documentazione di casi di EPS post-Tx sembra interpretabile semplicemente come una inadeguatezza del Censimento a questo tipo di rilevazione, a sua volta secondaria al tipo di organizzazione del sistema trapiantologico. I Centri Trapianto di Rene italiani sono 40, nella maggioranza dei casi a conduzione chirurgica; di solito non esiste all’interno del singolo Centro Trapianti (neanche in quelli a conduzione nefrologica) un interfacciamento tra i Nefrologi che si occupano del trapianto e quelli che hanno in carico la DP; le Nefrologie di alcuni Centri Trapianto italiani addirittura non offrono un servizio di DP e non se ne occupano minimamente. L’EPS resta in definitiva una entità nosologica fondamentalmente sconosciuta alle équipe che seguono il trapianto e spesso non viene diagnosticata affatto. Le probabilità che la problematica possa essere presa in carico dal personale delle DP territoriali (proprio quello a cui necessariamente il Censimento si rivolge!) tendono a zero. In questo senso, il fatto che casi di EPS post-Tx siano presenti fino al 2014 e assenti in seguito sembra riflettere non un reale calo di incidenza, ma piuttosto le condizioni di lavoro via via più penalizzanti, a cui conseguono sempre minori contatti tra professionisti. La distanza che purtroppo separa il mondo trapiantologico da quello della DP si percepisce anche nei dettagli: il Censimento deve utilizzare come unità di misura dell’incidenza di EPS il numero degli episodi/100 anni/paziente, ma tale modalità, perfetta per la EPS in DP, è in pratica inutilizzabile nella EPS post-Tx, dove dovremmo considerare la percentuale di sviluppo di EPS post-Tx negli ex-peritonealisti (dato che tuttavia può essere fornito solo dai Centri Trapianto e non dalle DP territoriali).

L’organizzazione ora descritta è comune a molti Paesi: è proprio per questo che la documentazione dei casi di EPS post-Tx è particolarmente frammentaria. Non è un caso che le uniche statistiche affidabili sulla EPS post-Tx siano quelle olandesi già citate. In Olanda esistono 2 soli Centri Trapianto di Rene (Rotterdam e Utrecht), entrambi con Nefrologie e attività di DP molto ben strutturate: è la situazione ideale per instaurare un rapporto diretto e proficuo tra il mondo della DP e quello del trapianto.

Qualche osservazione infine sui casi di EPS dopo shift da DP a HD. La numerosità di queste situazioni è da sempre scarsa in assoluto e ciò complica ogni interpretazione. Tuttavia, anche in questa situazione esiste una difficoltà del Censimento a raccogliere i dati, visto che in molti Centri il dialogo tra personale della DP e della HD non è ottimale. In questa edizione, ben 50 Centri italiani di DP su 227 (il 22%) non sono stati in grado di trasmettere neanche i dati di incidenza e prevalenza della HD per impossibilità di ottenerli proprio dai Colleghi del proprio Centro. Questa triste realtà suggerisce la ragionevole possibilità di una sottostima dei casi di EPS in HD, anche se non così generalizzata come nel caso della EPS post-Tx.

Nella patogenesi della EPS in HD il “second hit” responsabile dello shift da sclerosi semplice a EPS è rappresentato proprio dalla interruzione stessa della DP con sospensione della rimozione peritoneale di fibrina [19]. Tale stimolo si produce comunque inevitabilmente al momento dello shift e quindi non disponiamo neanche di un razionale per aspettarci una sostanziale diminuzione di questi casi, analogamente a quanto considerato per la EPS post-Tx. A conferma di ciò, un recente studio [20] evidenzia come la terapia combinata DP+HD si associa a riduzione della incidenza di peritonite, ma non di EPS.

In definitiva, la diminuzione di incidenza della EPS in DP in Italia rappresenta un fenomeno reale, in linea con quanto riportato a livello internazionale. La determinante principale risulta il corrispondente decremento delle peritoniti; è molto verosimile che anche la diminuzione del carico di glucosio e l’utilizzo delle soluzioni di dialisi più biocompatibili giochi un ruolo. È fortemente raccomandabile che tutti i Centri monitorizzino ultrafiltrazione e caratteristiche di trasporto peritoneale del paziente, mentre si conferma la non congruità di una limitazione aprioristica di durata della DP.

La mancata documentazione di casi di EPS post-Tx, la cui incidenza risulta costante nei report internazionali, sembra invece secondaria a una inadeguatezza del Censimento a intercettarli, a sua volta dovuta sia alla scarsa consapevolezza delle problematiche della EPS presso i Centri Trapianto, sia alla separazione organizzativa tra Centri Trapianto e DP territoriali.

Anche per quanto riguarda l’EPS in HD, peraltro rara in assoluto, è verosimile un deficit di segnalazione collegato a scarsa collaborazione intra-Centro tra personale in DP e in HD.

Il take home message è: stiamo raggiungendo buoni risultati con la EPS in DP, ma la partita non è chiusa e dobbiamo continuare a prevenirla, diagnosticarla e curarla.

 

Bibliografia

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La Dialisi Peritoneale Incrementale – Commento ai dati dell’8° Censimento del GPDP-SIN 2022

Tra le metodiche dialitiche attualmente disponibili, la dialisi peritoneale (DP) è quella che si presta più facilmente alla “personalizzazione” del trattamento, sia per quanto riguarda la composizione delle soluzioni dializzanti che per la durata e i volumi utilizzati.

Oltre che con la classica metodica a dose “piena” definita da 3-4 scambi manuali/die o da più di 4 sedute notturne/settimana, da circa due decenni la DP viene prescritta anche con uno schema di dialisi incrementale (DPI) che prevede un trattamento con una dose dialitica più bassa di quella standard, ma che viene successivamente incrementata al deteriorarsi della funzione renale residua (FRR) [13].

La prescrizione della DPI si basa su una dose dialitica inferiore rispetto a quella classica e pertanto, per il raggiungimento dei target depurativi, si deve tenere conto della combinazione tra la funzione renale residua (FRR) e la clearance peritoneale. Quindi, in DPI una corretta prescrizione deve compensare la progressiva diminuzione della FRR, o l’eventuale comparsa di sintomi uremici, con l’aumento del numero degli scambi e/o dei volumi dialitici nonché dei tempi di trattamento [47].

In presenza di un’adeguata FRR, la metodica incrementale consente di raggiungere i target di adeguatezza dialitica senza incorrere nel rischio di sottodialisi. Inoltre, la DPI può essere vantaggiosa al paziente e alla società per una serie di elementi che possono influire positivamente anche sulle condizioni di vita quotidiana:

  1. Il minor numero di procedure dialitiche permette ai pazienti in DPI una migliore qualità di vita associata ad una ridotta ansia nei confronti della metodica. Inoltre, i più bassi volumi intraperitoneali riducono il disconfort addominale migliorando l’appetito [5].
  2. La DPI è caratterizzata dall’utilizzo di inferiori quantità di soluzioni e di materiale per dialisi rispetto alla dose piena comportando di conseguenza una riduzione dei costi [8].
  3. Il minor numero di sacche di dialisi utilizzate porta ad un potenziale vantaggio ambientale con un ridotto utilizzo di acqua e di plastica [9].
  4. Il ridotto utilizzo di soluzioni dialitiche comporta un minore riassorbimento sistemico di carboidrati e quindi un migliore assetto metabolico [4,9].
  5. Potenzialmente, in DPI si riduce il rischio di peritoniti a causa del minor numero di connessioni [4,7,10].
  6. La ridotta esposizione del peritoneo alle soluzioni dialitiche e quindi ad elevate concentrazioni di glucosio e ai suoi prodotti di degradazione, può portare ad una migliore conservazione della membrana peritoneale e quindi ad una maggiore sopravvivenza della metodica [11,12].

In Italia, queste osservazioni sono state confermate dal significativo aumento dell’utilizzo della DPI, come documentato dai più recenti dati del Censimento del Gruppo di Progetto di Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia. Infatti, nel 2022 è stato documentato un ulteriore aumento della DPI nei Centri dialisi rispetto agli anni precedenti: dal 2005 la percentuale di pazienti in DP che hanno utilizzato la metodica incrementale è passata dal 11,9% al 35,3% (Tabella I).

Ma il dato probabilmente più consistente, fortemente indicativo di una positiva presa di posizione della comunità nefrologica italiana nei confronti della DPI, è fornito dal progressivo aumento della percentuale dei Centri dialisi che hanno intrapreso questa metodica: dal 29% nel 2005 si è passati al 63% nel 2022 (Figura 1)! Quindi, anche in assenza di studi altamente significativi, l’esperienza quotidiana e i risultati clinici constatati nella popolazione dialitica italiana, stanno confermando l’efficacia della DPI nel fornire un’adeguata depurazione in associazione ad una valida qualità di vita.

Altri risultati significativi che sono emersi dal censimento e che possono essere correlati anche all’utilizzo della DPI sono:

  • la durata della DP dal 2005 (32,6 mesi) al 2022 (31,6 mesi) e il drop-out globale non sono cambiati
  • si è ridotta in maniera significativa l’incidenza di peritoniti ed il drop-out per peritonite
ANNO %
2005 11,9
2008 18,3
2010 22,8
2012 28,8
2014 27,5
2016 32,5
2019 31,4
2022 35,3
Tabella I: Percentuale di pazienti che iniziano la Dialisi Peritoneale Incrementale in Italia.

 

Conclusioni

La DPI è utilizzata in tutto il mondo da circa due decenni e le evidenze scientifiche attuali, nonostante gli studi randomizzati di grandi dimensioni siano ancora scarsi, suggeriscono che la DPI è sicura quanto la DP a dose piena e che può essere mantenuta per almeno un anno. Inoltre, alcuni degli studi hanno suggerito una superiorità della DPI anche nel preservare la funzione renale residua, oltre ai potenziali benefici già descritti. Tuttavia, il nefrologo deve essere consapevole della necessità di una stretta supervisione del paziente e dei suoi parametri clinici, metabolici e dialitici per evitare potenziali complicazioni legate al ritardo nel corretto adeguamento della dose dialitica [13].

Figura 1: Percentuale dei Centri dialisi italiani che utilizzano la Dialisi Peritoneale Incrementale.
Figura 1: Percentuale dei Centri dialisi italiani che utilizzano la Dialisi Peritoneale Incrementale.

 

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La Dialisi Peritoneale in Italia: 8° censimento del GPDP-SIN 2022

Abstract

Obiettivi. Si presentano i risultati del 8° Censimento (Cs-22) Nazionale della Dialisi Peritoneale in Italia, effettuato nel 2022-23 dal Gruppo di Progetto Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia e relativo all’anno 2022.
Materiali e metodi. Il Censimento è stato condotto nei 227 centri non pediatrici che hanno utilizzato la Dialisi Peritoneale (DP) nel 2022. I risultati sono stati confrontati con i Censimenti precedenti effettuati dal 2005.
Risultati. Incidenza: Nel 2022 hanno iniziato la DP (1° trattamento per ESRD) 1.350 pazienti (CAPD=52,1%). Il 35,3% ha iniziato la DP in modo incrementale in 136 Centri. Il catetere è posizionato solo dal Nefrologo nel 17,0% dei casi specificati. Prevalenza: I pazienti in DP al 31/12/2022 erano 4.152 (CAPD=43,4%). Il 21,1% dei pazienti prevalenti era in DP assistita (caregiver familiare: 86,3%). Out: Nel 2022 l’uscita dalla DP è stata (ep/100anni-pz): 11,7 in HD; 10,1 morte, in calo; 7,5 Tx. La principale causa di trasferimento alla HD rimane la peritonite (23,5%), anche se ne è confermato il calo negli anni (Cs-05: 37,9%). Peritoniti/peritoniti sclerosanti (EPS): L’incidenza di peritoniti nel 2022 (696 episodi) è stata 0,176 ep/anno-pz. L’incidenza di nuovi casi di EPS nel 2021-22 (7 casi) è in calo. Altri risultati: È aumentato il numero di Centri che utilizza il 3,86% per il test di equilibrio peritoneale (PET) (57,7%), la DP per cardiopatia rimane utilizzata in 44 Centri (66 pz).
Conclusioni. Il Cs-22 conferma i buoni risultati della DP in Italia.

Parole chiave: Dialisi Peritoneale, fallimento della tecnica, Dialisi Peritoneale incrementale, peritoniti, test di equilibrio peritoneale (PET)

 

Introduzione

Il Gruppo di Progetto della Dialisi Peritoneale (GPDP) della Società Italiana di Nefrologia (SIN) indaga periodicamente lo stato della Dialisi Peritoneale (DP) in Italia mediante un Censimento condotto nei Centri che la utilizzano [16]. L’ultima edizione, relativa al 2019 [6], dimostrava una sostanziale stabilità della DP rispetto gli anni precedenti anche se l’indagine, condotta in piena pandemia CoViD, è risultata per la prima volta incompleta.

All’edizione attuale, l’Ottava, relativa all’anno 2022, ha aderito nuovamente il 100% dei Centri che utilizzano la DP. Ricordiamo però che tali Centri rappresentano circa i due terzi dei Centri pubblici (nei rimanenti la DP non è disponibile come servizio). Se poi si considera che i Centri privati non utilizzano la DP ne consegue che la metodica è prevista in una minoranza dei Centri Dialisi italiani ed è utilizzata in meno del 10% dei pazienti in Dialisi. Le ragioni di un quadro così sconfortante furono già indagate nel primo Censimento condotta dalla SIN nel 2004 [7] e verosimilmente sono ancora le stesse tanto più se si considera il costante miglioramento dei risultati raggiunti dalla DP negli anni.

L’edizione attuale presenta diversi motivi di interesse e di novità. Innanzitutto è la prima edizione “post-CoViD”. Il numero di Centri che hanno partecipato utilizzando il nuovo sistema di raccolta dati [6] è aumentato significativamente consentendo una maggior precisione dei dati raccolti. Per la prima volta il Censimento ha indagato in maniera completa non solo l’incidenza ma anche l’etiologia delle peritoniti ed alcuni aspetti strutturali dei Centri DP quali il personale dedicato ed il training cui sarà dedicata una prossima analisi.

In questo report sono presentati i risultati della 8° edizione, condotta nel 2022-2023 e relativa all’anno 2022, confrontati con quelli degli anni precedenti.

Il report è completato dall’analisi di alcuni aspetti della DP quali la prescrizione incrementale, la peritonite sclerosante e la valutazione della permeabilità peritoneale, curate dai massimi esperti in materia.

 

Materiali e metodi

Il Censimento del GPDP consiste nella raccolta di dati aggregati relativi alla DP ed è rivolto a tutti i Centri, non pediatrici, che hanno utilizzato la DP nell’anno censito.

Raccolta dati. Come per il 2019 [6] nell’edizione attuale i dati aggregati sono stati raccolti in due modi diversi. La prima modalità, analitica, è stata effettuata attraverso un software sviluppato appositamente per il progetto, una sorta di cartella clinica in cui inserire sistematicamente i singoli pazienti ed esportare i dati, in forma aggregata, per il Censimento. Per la protezione della privacy il programma è stato sviluppato senza una componente cloud, per cui tutti i dati inseriti sono conservati in locale e la possibilità di backup su server è demandata all’operatore. Per il 2022 il numero di Centri che hanno utilizzato questo sistema è aumentato dai 110 del 2019 a 175. Per i rimanenti 52 Centri è stata utilizzata la modalità tradizionale di raccolta dati mediante la compilazione del questionario on-line utilizzato per le edizioni precedenti.

Complessivamente il Censimento riporta i dati di 227 Centri pari al 100% dei Centri DP italiani. Delle 8 edizioni del Censimento solo quella relativa al 2019 è risultata incompleta (198 Centri).

Centri partecipanti. L’elenco iniziale dei Centri pubblici che utilizzavano la DP, rilevati nel primo Censimento della SIN condotto per l’anno 2004 [7], è stato aggiornato negli anni dalle partecipazioni a Congressi, Convegni e successivi Censimenti della SIN.

I Centri che hanno partecipato per il 2022 sono stati 229 di cui 2 esclusi per non aver trattato alcun paziente nel corso del 2022 (cessata attività di DP). Mentre per la DP tutti i Centri hanno risposto alle domande di incidenza e prevalenza, 50 Centri non hanno fornito i dati di incidenza e prevalenza della HD (Figura 1).

Informazioni. La struttura del Censimento prevede un gruppo di informazioni ripetute, rimaste invariate dalla prima edizione del 2005 [1], relative ad incidenza, prevalenza, cambio o interruzione di metodica, DP assistita, peritoniti e DP non renale. A queste, dal 2008, è stata aggiunta la peritonite sclerosante incapsulante (EPS); dal 2010 [2], le visite domiciliari ed il test di equilibrio peritoneale (PET).  Dall’edizione del 2016 [5], sono state riprese le domande sui cateteri. Inoltre con la modalità analitica di raccolta dati sono state disponibili per la prima volta informazioni sulle cause della Insufficienza Renale, sulle cause di morte, su alcuni aspetti organizzativi, quali modalità del training e risorse disponibili, sull’etiologia delle peritoniti.

Verifiche dei dati e confronti. I dati inizialmente raccolti sono stati sottoposti ad una prima analisi di congruenza. Quelli incoerenti sono stati corretti, ove possibile, attraverso un recall telefonico oppure considerati mancanti o incompleti, a seconda dei casi. Le eventuali correzioni ed il numero di Centri coinvolti sono riportati in dettaglio nella presentazione dei singoli risultati.

Definizioni e calcoli. Sono stati considerati pazienti incidenti tutti quelli immessi come primo trattamento in DP ed in HD nel periodo 01/01/2022-31/12/2022. Tra questi, sono stati considerati in DP incrementale (Incr-DP) con CAPD (Incr-CAPD) e APD (Incr-APD) i pazienti che effettuavano rispettivamente ≤2 scambi/die o ≤4 sedute/settimana. La prevalenza è stata riferita ai pazienti in trattamento dialitico al 31 dicembre. Tra i prevalenti la necessità di assistenza è riferita al coinvolgimento di un caregiver nell’esecuzione delle procedure dialitiche. I pazienti trattati con DP per cause non renali (GFR ≥15 ml/min/1,73m2) sono stati considerati a parte: i dati del Censimento sono sempre riferiti solo ai pazienti che hanno iniziato la DP per ESRD.

Il calcolo del follow-up cui rapportare gli eventi rappresenta l’aspetto critico del Censimento. Nell’impossibilità di calcolare il dato reale (somma dei periodi che tutti i pazienti hanno trascorso in DP nel 2022) il follow-up è sempre stato stimato dalla media dei pazienti prevalenti a inizio e fine anno, metodo che è anche stato recentemente validato [8]. I pazienti prevalenti ad inizio anno sono stati calcolati aggiungendo e sottraendo, ai prevalenti di fine anno, rispettivamente le uscite per tutte le cause e gli ingressi dalla DP (informazioni disponibili). Da quest’anno è stato possibile, per i 175 Centri che hanno utilizzato il programma “2.2”, calcolare il follow-up preciso. In questi Centri il confronto tra i due metodi ha evidenziato che il follow-up “tradizionale” sottostima del 5,4% il follow-up “reale” e, quindi, sovrastima di una corrispondente entità l’incidenza degli eventi considerati. Poiché per il 2022 il sistema di raccolta dati è stato ancora misto, per la determinazione del follow-up è stato utilizzato per tutti i 227 Centri il metodo tradizionale con il vantaggio di rendere confrontabili i risultati attuali con quelli del passato.

Le uscite dalla DP registrate nell’anno censito sono state rapportate a 100 anni-paziente di follow-up mentre per le peritoniti l’incidenza è stata calcolata come episodi/anni-paziente (ep/anno-pz). Gli episodi di EPS si riferiscono a tutto il biennio 2021-22 per la raccolta tradizionale ed al triennio 2020-22 per quella analitica.

L’analisi statistica è stata limitata alla ricerca di eventuali differenze con il test Chi quadro.

Centri che hanno utilizzato la DP nel 2022 per almeno 1 paziente.
Figura 1: centri che hanno utilizzato la DP nel 2022 per almeno 1 paziente. Tutti hanno inviato i dati relativi alla DP, 50 di questi non hanno inviato i dati di incidenza e prevalenza relativi alla HD. Nel grafico è riportato il sistema utilizzato per l’invio dei dati: 52 mediante il sistema tradizionale che prevede l’inserimento dei dati aggregati, 175 mediante il programma dedicato che prevede l’inserimento di ciascun paziente con invio dei dati aggregati calcolati dal programma.

 

Risultati

Incidenza e modalità iniziale

I pazienti che hanno iniziato la DP nel 2022 come primo trattamento sono stati 1.350, di cui 703 mediante CAPD e 647 mediante APD. I Centri con incidenza in DP nulla nel 2022 sono risultati 11.

Per quanto riguarda l’HD, i Centri che hanno fornito i dati di incidenza e prevalenza sono stati 177. In questi 177 Centri, i pazienti che hanno iniziato la DP sono stati 1.066 e quelli che hanno iniziato la HD, sempre come primo trattamento, sono stati 4.329, per una incidenza percentuale della DP del 19,8% (Tabella I) (Figura 2). Per il 2022 si registra quindi un calo sia del numero di pazienti globalmente trattati con la DP in Italia (-15,4% rispetto al 2016) che dell’incidenza percentuale della DP, per quanto, come detto, calcolata relativamente ai 177 Centri che hanno inviato i dati anche della HD. La modalità di DP iniziale più utilizzata rimane la CAPD (52,1%).

Tabella I: Pazienti incidenti e modalità iniziale di DP nei Centri non pediatrici
Tabella I: pazienti incidenti e modalità iniziale di DP nei Centri non pediatrici che hanno utilizzato la DP nel 2022 confrontati con gli anni precedenti. Dal 2016 è costantemente aumentato il numero di Centri che non inviano i dati di incidenza della HD.
Numero di nuovi pazienti al 1° trattamento (incidenti) negli anni censiti.
Figura 2: numero di nuovi pazienti al 1° trattamento (incidenti) negli anni censiti. L’incidenza percentuale è calcolata sul totale degli incidenti (DP + HD). Dal 2016 una parte dei Centri non ha inviato i dati di incidenza della HD per cui la percentuale della DP è calcolata solo per i Centri che hanno inviato i dati (giallo chiaro, valore in corsivo). In cima ad ogni colonna è riportato il numero complessivo di pazienti incidenti. Ricordiamo infine che i dati del 2019 sono incompleti.

Per la prima volta, anche se limitatamente ai Centri che hanno inviato i dati con il sistema 2.2, sono disponibili i dati relativi alla nefropatia di base. Le condizioni nelle quali è maggiormente utilizzata la DP sono la Nefrangiosclerosi (24,4%) e la Glomerulonefrite cronica (22,3%). La nefropatia diabetica è causa di ESRD nel 15,4% dei casi mentre nel 15,3% non è nota (Figura 3).

Tipo di nefropatia nei pazienti incidenti in DP.
Figura 3: tipo di nefropatia nei pazienti incidenti in DP. L’informazione non era richiesta dal sistema tradizionale di invio dei dati per cui la ripartizione riportata in Figura è riferita a 1.004 pazienti di 174 Centri (1 Centro escluso per incongruenza dei dati).

Il posizionamento del catetere peritoneale

Per il posizionamento del catetere sono stati considerati tutti gli ingressi. Esclusi 96 pazienti per dati incongruenti (che verranno verificati in una prossima analisi), nei 1.480 pazienti che hanno iniziato la DP nel 2022 è aumentato ulteriormente il posizionamento effettuato dal solo chirurgo, stabile quello dal Chirurgo e Nefrologo insieme, diminuito quello effettuato dal solo Nefrologo (Figura 4).

Operatori coinvolti nel posizionamento del catetere peritoneale.
Figura 4: operatori coinvolti nel posizionamento del catetere peritoneale. La percentuale è stata calcolata anche escludendo i cateteri per i quali è riportata la risposta “altro” o non specificati. Nel riquadro i dati del 2016 (esclusi “altro” e non specificato).

Dose dialitica iniziale – la dialisi peritoneale incrementale

Nel 2022 i pazienti che hanno iniziato la DP con modalità incrementale (Incr-DP) sono stati 477, pari al 35,3% del totale dei pazienti incidenti (Figura 5); il numero dei Centri che l’hanno utilizzata per almeno 1 paziente sono stati 136, pari al 59,9% dei 227 Centri (63,0% se si escludono gli 11 Centri ad incidenza nulla).

Per i pazienti che iniziano la DP a dose incrementale la metodica più utilizzata è, come negli anni precedenti, la CAPD (82,8%) al contrario dei pazienti che iniziano con una prescrizione “full dose” in cui è significativamente più utilizzata l’APD (64,7% – p<0,0001) (Figura 5). La CAPD è una modalità di DP sempre più legata alla prescrizione incrementale ed ai Centri che la praticano.

Negli anni il numero e la percentuale di pazienti incidenti in Incr-DP sono andati costantemente aumentando dal 11,9% del 2005 all’attuale 35,3% (Figura 6). Il numero di Centri che la prescrivono, aumentato fino al 2016, nel 2022 è rimasto percentualmente lo stesso (62,9% nel 2016; 63,0% nel 2022 dei Centri che hanno immesso nuovi pazienti in DP) (Figura 7). L’aumento registrato nel 2022 è quindi da ricondurre ad un aumentato utilizzo nei Centri che già la utilizzavano, in cui è risultata prescritta per il 47,8% dei pazienti.

I Centri che impiegano Incr-DP sono più “grandi” dei Centri che non la prescrivono sia per numero di pazienti incidenti (7,3 pz/anno vs 4,4 pz/anno) che prevalenti (21,3 pazienti vs 15,0 pazienti) (Figura 8).

Escludendo i Centri con incidenza nulla e quelli che non hanno inviato i dati della HD, l’utilizzo della DP incrementale si associa, come per gli anni precedenti, ad un maggior utilizzo della DP in generale (22,4% in 114 Centri vs 14,4% in 56 Centri – p<0,005) (Figura 9).

Dialisi Incrementale nel 2022. Nelle colonne laterali è riportata la metodica di DP
Figura 5: dialisi Incrementale nel 2022. Nelle colonne laterali è riportata la metodica di DP (CAPD ed APD) utilizzata per i pazienti “incrementali” (a sinistra) e per quelli “full dose” (a destra).
Percentuale di pazienti sul totale degli incidenti che hanno iniziato la DP con una prescrizione incrementale
Figura 6: percentuale di pazienti sul totale degli incidenti che hanno iniziato la DP con una prescrizione incrementale (2 o meno scambi in CAPD e 4 o meno sedute in APD).
Percentuale di Centri che hanno utilizzato la prescrizione incrementale per almeno un paziente.
Figura 7: percentuale di Centri che hanno utilizzato la prescrizione incrementale per almeno un paziente. La percentuale è stata calcolata escludendo i Centri che non hanno immesso alcuni pazienti incidente. Se rapportata al numero complessivo di Centri il valore è lievemente inferiore ma il trend nel tempo non cambia.
 la percentuale dei Centri nel tempo ripartiti secondo che non abbiano registrato nuovi pazienti (INCID = 0)
Figura 8: A) la percentuale dei Centri nel tempo ripartiti secondo che non abbiano registrato nuovi pazienti (INCID = 0), che ne abbiano registrato ma non hanno prescritto in maniera incrementale (INCR = 0) o che l’abbiano utilizzata per almeno 1 paziente (INCR>0). B) Dimensioni nei 3 tipi di Centro sia come pazienti incidenti (sopra) che prevalenti (sotto) relativamente al 2022.
la percentuale di della DP per i pazienti incidenti nei Centri che utilizzano o no la prescrizione incrementale.
Figura 9. A) la percentuale di della DP per i pazienti incidenti nei Centri che utilizzano o no la prescrizione incrementale. Il dato è relativo ai 177 Centri con dati anche della HD. Di questi 177 Centri sono stati esclusi 7 Centri ad Incidenza = 0. Dei rimanenti 170 Incr-DP era prescritta in 114 Centri (INCREM.SI). B) l’Odds Ratio di immissione in DP nei Centri INCREM.SI rispetto quelli INCREM.NO negli anni.

Pazienti provenienti da altro trattamento

I pazienti trasferiti dalla HD alla DP nel 2022 sono stati 178 (Figura10) (Tabella II).

1° TRATT. DA HD DA TX INGRESSI DA HD (%) DA Tx (%)
2005 1443 89 25 1557 5,7 1,6
2008 1379 82 32 1493 5,5 2,1
2010 1429 126 36 1591 7,9 2,3
2012 1433 113 50 1596 7,1 3,1
2014 1652 161 46 1859 8,7 2,5
2016 1595 119 50 1764 6,7 2,8
2019 1363 125 44 1532 8,2 2,9
2022 1350 178 48 1576 11,3 3,0
Tabella II: Pazienti (valore assoluto e percentuale su tutti gli ingressi) provenienti dalla HD e dall’esaurimento di un Trapianto.
Figura 10: Ingressi in DP, somma degli Incidenti e dei trasferiti dalla HD e rientrati da un Tx esaurito.
Figura 10: ingressi in DP, somma degli Incidenti e dei trasferiti dalla HD e rientrati da un Tx esaurito.

Tale dato è nettamente inferiore, come atteso, al numero di pazienti che sono passati dalla DP alla HD (464 drop out nel 2022) ma in aumento sia in assoluto che percentuale: nel 2022 rappresenta infatti il 11,3% di tutti gli ingressi rispetto al 5,7% del 2005 (Figura 11). Se nel 2005 per 100 pazienti trasferiti dalla DP alla HD 17 seguivano il percorso inverso, nel 2022 questi ultimi sono risultati 37. Per quanto riguarda il rientro da Trapianto in DP numeri e percentuali sono rimasti sostanzialmente gli stessi nel tempo (Figura 12).

Figura 11: Andamento nel tempo della percentuale dei pazienti che hanno iniziato la DP provenienti dalla HD e dal Tx sul totale degli Ingressi.
Figura 11: andamento nel tempo della percentuale dei pazienti che hanno iniziato la DP provenienti dalla HD e dal Tx sul totale degli Ingressi.
Figura 12: Percentuali dei pazienti rientrati dal Trapianto in HD (rosso) ed in DP. Considerati solo i Centri con dati completi anche per la HD.
Figura 12: percentuali dei pazienti rientrati dal Trapianto in HD (rosso) ed in DP. Considerati solo i Centri con dati completi anche per la HD.

Cambio di modalità di DP

Le informazioni sul cambio di metodica sono risultate disponibili per 224 Centri. In questi Centri nel 2022 i pazienti trasferiti dalla CAPD alla APD sono stati 165 mentre quelli dalla APD alla CAPD 43 (Figura 13). Come per gli anni precedenti il motivo di cambio è stato in circa la metà dei casi la scelta del paziente e/o caregiver. Altri motivi sono stati l’insufficiente depurazione / UF per il passaggio dalla CAPD alla APD ed il malfunzionamento del catetere per quello dalla APD alla CAPD.

Figura 13: Cambio di metodica di DP nel 2022. Tre Centri non hanno fornito i dati.
Figura 13: cambio di metodica di DP nel 2022. Tre Centri non hanno fornito i dati.

Prevalenza e modalità di DP

Al 31 dicembre 2022 risultavano in DP 4.152 pazienti, di cui 1.803 in CAPD e 2.349 in APD. Rispetto al 2016 è stato registrato quindi un calo del 9,9% della popolazione prevalente (Figura 14) (Tabella III). Nei 177 Centri con dati completi di incidenza e prevalenza anche per la HD i pazienti prevalenti in DP erano 3.191 e quelli in HD 18.259 con una prevalenza percentuale della DP pari al 14,9%.

La modalità di DP più utilizzata tra i pazienti prevalenti è l’APD (56,6%) (Figura 15) in ulteriore incremento rispetto gli anni precedenti (Tabella III).

L’indice di ricambio calcolato come rapporto tra pazienti prevalenti e totale degli ingressi per il 2022 è risultato di 31,6 mesi, sostanzialmente invariato rispetto gli anni precedenti (era di 32,9 mesi nel 2008). In Figura 16 l’andamento dettagliato negli anni dell’Indice di Ricambio.

Pazienti prevalenti al 31/12/2022 e modalità di DP nei Centri non pediatrici
Tabella III: pazienti prevalenti al 31/12/2022 e modalità di DP nei Centri non pediatrici che hanno utilizzato la DP nel 2022 confrontati con gli anni precedenti. Dal 2016 è costantemente aumentato il numero di Centri che non inviano i dati di incidenza della HD. * sono riportati i valori del Primo Censimento della SIN condotto nel 2004 dal momento che nel primo censimento del GPDP del 2005 non erano stati richiesti i dati relativi alla HD.
Numero di pazienti in trattamento con DP al 31 dicembre di ogni anno (prevalenti) negli anni censiti.
Figura 14: numero di pazienti in trattamento con DP al 31 dicembre di ogni anno (prevalenti) negli anni censiti. La prevalenza percentuale è calcolata sul totale dei prevalenti (DP + HD). Dal 2016 una parte dei Centri non ha inviato i dati di prevalenza della HD per cui la percentuale della DP è calcolata solo per i Centri che hanno inviato i dati (azzurro, valore in corsivo). In cima ad ogni colonna è riportato il numero complessivo di pazienti prevalenti. Ricordiamo che i dati del 2019 sono incompleti. Nel 2005 i dati di prevalenza della HD non erano richiesti per cui sono stati considerati quelli del Censimento SIN 2004.
Figura 15: Ripartizione tra CAPD ed APD dei pazienti incidenti e prevalenti.
Figura 15: ripartizione tra CAPD ed APD dei pazienti incidenti e prevalenti.
Durata della DP ricavata moltiplicando per 12 il rapporto INGRESSI/PREVALENZA.
Figura 16: durata della DP ricavata moltiplicando per 12 il rapporto INGRESSI/PREVALENZA. Ciò è ovviamente valido in condizioni di steady state mentre per il 2022 potrebbe non essere questa la condizione anche se la minore incidenza è stata in parte compensata dall’aumento dei pazienti provenienti dalla HD.

DP assistita

Nel Cs-22 i pazienti prevalenti con necessità di caregiver (assisted PD) sono risultati 878 (21,15% di tutti i prevalenti in DP) (Figura 17). Rispetto al 2019 (976 pazienti in DP assistita in un Censimento incompleto) si tratta di un calo significativo (p<0,005).

Il caregiver è un familiare nel 86,3% dei casi, un badante nel 7,4%, un infermiere a domicilio nel 1,7%; infine, il 4,6% (40 pazienti) effettua la DP in strutture per anziani. Per il 2022 si conferma il calo delle badanti ed un aumentato coinvolgimento dei familiari. Invariato il numero di pazienti in RSA trattati con la DP (Figura 18).

DP assistita nei pazienti prevalenti al 31/12/2022 e tipo di caregiver coinvolto.
Figura 17: DP assistita nei pazienti prevalenti al 31/12/2022 e tipo di caregiver coinvolto. Per quest’ultimo all’interno del grafico sono riportate le percentuali riferite al totale dei prevalenti, vicino alle singole componenti le percentuali rispetto il totale dei pazienti in DP assistita.
Figura 18: Andamento nel tempo del caregiver coinvolto nella DP assistita.
Figura 18: andamento nel tempo del caregiver coinvolto nella DP assistita.

Cambio di metodica e drop out

In Figura 19 è riportato il drop out globale, per trasferimento in HD, per morte e per trapianto, espresso sia come numero di pazienti che come eventi/100 anni-pz.

Nel 2022 sono stati registrati 400 decessi (10,1 ep/100 anni-pz), 464 trasferimenti alla HD (11,7 ep/100 anni-pz) e 296 trapianti (7,5 ep/100 anni-pz). Per il 2022 si conferma la riduzione della mortalità rispetto al 2016.

Altre cause di uscita dalla DP nel 2022 sono state il rifiuto volontario a proseguire la dialisi (“burn out”) per 21 pazienti, il Recupero della Funzione Renale Residua (RFRR) in 14 pazienti e la motivazione “altro” per 6 pazienti. Il “burn out” è stato proposto per la prima volta nel 2022, è possibile che negli anni passati tali casi venissero attribuiti alla morte o alla categoria “altro”.

Per quanto riguarda il drop out alla HD (Figura 20), la singola causa principale rimane la peritonite (23,5%) ma se ne conferma la riduzione avvenuta negli anni (2005: 37,9%; 2008: 36,7%; 2010: 30,4%; 2012: 28,2%; 2014: 24,8%; 2016: 23,8%). La seconda causa, in aumento significativo, è l’impossibilità a proseguire la DP (22,4%). Tradizionalmente ci si riferisce ad eventi che rendono il paziente non più idoneo all’esecuzione delle procedure dialitiche per la comparsa di barriere all’autonomia (fisiche, psicologiche, cognitive) in assenza o perdita, se già in DP assistita, del caregiver. È possibile che a tale causa vengano comunque attribuiti anche altri eventi clinici. Infine anche il catetere come causa di drop out è in aumento (14,0%).

Per le cause di morte la principale è quella cardiovascolare (42,3%) mentre le peritoniti rappresentano l’1,9% dei decessi (Figura 21).

Figura 19: Cause di cessazione della DP negli anni. Nel 2019 il Censimento è stato incompleto.
Figura 19: cause di cessazione della DP negli anni. Nel 2019 il Censimento è stato incompleto.
Figura 20: Cause di trasferimento alla HD negli anni. Nel 2019 il Censimento è stato incompleto.
Figura 20: cause di trasferimento alla HD negli anni. Nel 2019 il Censimento è stato incompleto.
Figura 21: Cause di morte nei Centri che hanno utilizzato il programma dedicato 2.2 per l’invio dei dati.
Figura 21: cause di morte nei Centri che hanno utilizzato il programma dedicato 2.2 per l’invio dei dati.

Peritoniti

Nel 2022 sono stati registrati 696 episodi di peritonite in 226 Centri che, per un follow-up totale di 3943,5 anni (47.322 mesi), equivalgono a 0,176 episodi per anno-paziente o, in altri termini, ad 1 episodio ogni 68,0 mesi-paziente, un’incidenza inferiore a quelle registrate negli anni precedenti. Per quanto riguarda la percentuale di colture negative (134 episodi, pari al 19,3% del totale), il dato non è significativamente differente dagli anni precedenti (Tabella IV).

L’andamento nel tempo delle peritoniti è riportato sia in Tabella IV che in Figura 22.

L’etiologia è stata analizzata per 627 peritoniti riportate 211 Centri. Un Centro non ha riportato il dato e 15 hanno riportato un numero di peritoniti definite dagli agenti etiologici superiore a quello delle peritoniti globalmente riportate (+18). Tuttavia dal momento che 8 Centri hanno riportato un numero di agenti etiologici per peritonite inferiore al globale dichiarato (-17) la differenza netta è risultata di 1 solo episodio, a conferma della validità del dato globale.

La metà (50,1%) è causata da Gram positivi, il 27,9% da Gram negativi ed il 2,7% da germi non specificati (Figura 23). Le peritoniti a coltura negativa, in questi Centri, sono risultate inferiori (17,9%) di quelle globalmente dichiarate da tutti i Centri (134 episodi, 19,3%). In Figura 24 sono riportati in dettaglio i diversi microrganismi isolati.

Delle peritoniti registrate nel 2022, 323 (46,4%) si sono verificate in corso di CAPD e 373 (53,6%) in corso di APD, ripartizione che riflette quella delle 2 metodiche nei pazienti prevalenti.

Tabella IV: Il 2005 riporta le peritoniti registrate dal 73% dei Centri censiti mentre il 2019 non li ha censiti tutti
Tabella IV: il 2005 riporta le peritoniti registrate dal 73% dei Centri censiti mentre il 2019 non li ha censiti tutti (e 4 non riportavano il dato). Per il 2022 i dati sono riferiti a tutti i Centri tranne 1 per impossibilità al recupero dal dato. Il conteggio è ricavato dal numero complessivo. Di eventuali discrepanze con il numero di agenti etiologici non si è tenuto conto per omogeneità con gli anni precedenti (nei quali l’etiologia non era indagata).
 Incidenza di peritoniti nel 2022. Il 2005 riporta le peritoniti registrate dal 73% dei Centri censiti mentre il 2019 non li ha censiti tutti (e 4 non riportavano il dato).
Figura 22: incidenza di peritoniti nel 2022. Il 2005 riporta le peritoniti registrate dal 73% dei Centri censiti mentre il 2019 non li ha censiti tutti (e 4 non riportavano il dato). Per il 2022 i dati sono riferiti a tutti i Centri tranne 1 per impossibilità al recupero dal dato. Il conteggio è ricavato dal numero complessivo. Di eventuali discrepanze con il numero di agenti etiologici non si è tenuto conto per omogeneità con gli anni precedenti (nei quali l’etiologia non era indagata).
Figura 23: Etiologia delle peritoniti – ripartizione in base alle principali categorie.
Figura 23: etiologia delle peritoniti – ripartizione in base alle principali categorie.
Figura 24: Etiologia dettagliata delle peritoniti.
Figura 24: etiologia dettagliata delle peritoniti.

Peritonite sclerosante (EPS)

Nel periodo 2020-22 sono stati riportati 7 nuovi episodi di EPS di cui 5 diagnosticati in corso di DP e 2 dopo il trasferimento alla HD. Nessun caso dopo il trapianto (Figura 25).

Questo riscontro, analogo a quello del 2019 ma in continuo calo rispetto gli anni precedenti, viene discusso in un intervento dedicato di questo numero.

Figura 25: Peritonite sclerosante nel tempo. Per il 2022 è riportato solo il numero dei casi estratti.
Figura 25: peritonite sclerosante nel tempo. Per il 2022 è riportato solo il numero dei casi estratti.

Il PET

La permeabilità peritoneale viene valutata dalla gran parte dei Centri (88,1%) anche se è ulteriormente aumentato il numero di Centri che non la considera (2,2% nel 2010 vs 11,9% nel 2022).

Il metodo più utilizzato non è più già da tempo il PET secondo Twardowski con il 2,27%, ma il PET con il 3,86% (Figura 26). In aumento i Centri che misurano la permeabilità peritoneale con tecniche più elaborate o in altro modo.

I Centri che utilizzano il 3,86% sono Centri più grandi e con un minor drop out per UFF/insufficiente depurazione (Figura 27).

Figura 26: Valutazione della permeabilità peritoneale con le diverse modalità.
Figura 26: valutazione della permeabilità peritoneale con le diverse modalità.
Figura 27: Caratteristiche dei Centri ripartiti in base alla valutazione della permeabilità peritoneale adottata ed incidenza di drop out per UFF o scarsa depurazione.
Figura 27: caratteristiche dei Centri ripartiti in base alla valutazione della permeabilità peritoneale adottata ed incidenza di drop out per UFF o scarsa depurazione.

La DP per lo scompenso cardiaco

Il Censimento considera a parte gli ingressi in DP per motivi NON renali (GFR > 15 ml/min/1,73m2). La motivazione non renale principale rimane il trattamento dello scompenso cardiaco (PUF) che nel 2022 ha riguardato 66 pazienti in 44 Centri. Il dato è invariato rispetto il 2010 (Figura 28). In questi Centri, con un maggior programma DP ed un maggior ricorso alla DP assistita, la PUF rappresenta il 15% degli ingressi (Figura 29).

Figura 28: Impiego della PUF (DP nello scompenso cardiaco refrattario a GFR>15 ml/min/1,73m2) confrontato con il 2010.
Figura 28: impiego della PUF (DP nello scompenso cardiaco refrattario a GFR>15 ml/min/1,73m²) confrontato con il 2010.
Figura 29: Caratteristiche dei Centri che utilizzano la DP per lo scompenso.
Figura 29: caratteristiche dei Centri che utilizzano la DP per lo scompenso.

Analisi dei Centri

L’incidenza media è risultata di 5,9 pazienti per Centro e la prevalenza media di 18,3 pazienti per Centri con una notevole variabilità da Centro a Centro (Figura 30). La maggior parte dei Centri coinvolti e dei pazienti prevalenti è concentrata al Nord (102 Centri, 45%). La distribuzione geografica è riportata in Figura 31.

Il Censimento 2022 considera diversi aspetti che caratterizzano i Centri DP. L’analisi dei dati è in corso e sarà di prossima pubblicazione.

Figura 30: Distribuzione dei centri e dei pazienti per Macroaree.  
Figura 30: distribuzione dei centri e dei pazienti per Macroaree.     
Figura 31: Ripartizione per incidenza e prevalenza dei Centri DP che hanno partecipato al Censimento 2022.
Figura 31: ripartizione per incidenza e prevalenza dei Centri DP che hanno partecipato al Censimento 2022.

 

Discussione

Limiti e novità

Il Censimento della DP, giunto nel 2022 alla 8° edizione, rappresenta il risultato di un costante sforzo organizzativo del GPDP-SIN e di tutti i referenti DP dei Centri che utilizzano la DP in Italia. Dopo le difficoltà pandemiche della passata edizione, l’adesione dei Centri DP è stata per il 2022 di nuovo del 100%.

Come ribadito più volte, il limite principale risiede nel fatto che si tratta di una fotografia dei soli Centri che fanno la DP, che d’altra parte è anche la sua ragione d’essere.

Un secondo limite è dato dalla difficoltà crescente per i referenti DP di inviare anche le informazioni base relative ai pazienti in HD del proprio Centro. Rilevata per la prima volta nel 2016, la percentuale di Centri che non hanno inviato i dati della HD ha raggiunto nel 2022 il 22%.

Un terzo limite è il calcolo del follow-up. Con i dati disponibili, prevalenza a fine anno, ingressi e uscite, il follow-up è stato sempre calcolato sottraendo ed aggiungendo alla prevalenza di fine anno rispettivamente la metà degli ingressi e la metà delle uscite registrate nell’anno. Tale sistema è stato preferito a quello di considerare la media tra la prevalenza attuale e quella registrata al Censimento precedente (sistema utilizzato solo per il calcolo dell’incidenza della EPS) sia per l’intervallo interposto, a volte di 3 anni che, almeno inizialmente, per la mancanza di dati storici. Tuttavia come d’abitudine riportiamo i valori assoluti di pazienti ed eventi in modo da lasciare a chi lo desidera la possibilità di un ricalcolo. Ricordiamo solo che il sistema adottato è quello più “antieconomico” dal momento che porta a sottostimare il follow-up e quindi a sovrastimare l’incidenza degli eventi. Nonostante ciò, i risultati della DP in Italia si sono dimostrati più che validi.

La novità più importante è rappresentata dal nuovo sistema di raccolta dati mediante un programma dedicato che consente di inviare i dati in forma aggregata. Questo sistema ha ridotto di molto l’incongruenza dei dati, ha aumentato le informazioni disponibili rendendo possibili elaborazioni sempre più dettagliate. Tuttavia, non essendo ancora utilizzato da tutti i Centri, nella edizione attuale sono stati applicati a tutti i Centri i metodi tradizionali di calcolo ed elaborazione.

Utilizzo della DP

Il numero di pazienti incidenti e prevalenti in DP sono in diminuzione. Nel 2022 per gli incidenti, rispetto al 2016, il numero complessivo è diminuito del 15,4% e per i prevalenti del 9,9%. Anche l’incidenza e la prevalenza percentuali, calcolate solo per i Centri che hanno inviato i dati della HD, sono in riduzione: rispetto il 2026 l’incidenza si è ridotta dal 24,0% al 19,8% e la prevalenza da 17,4% al 14,9%. Ricordiamo inoltre che questi valori percentuali sono riferiti ai solo Centri che utilizzano la DP. Se rapportiamo i pazienti prevalenti in DP nel 2022 ai dati di prevalenza della dialisi (HD + DP) in Italia, stimata dal Registro Italiano di Dialisi e Trapianto per il 2019 in 811 pazienti per milione di abitanti (pmp) [9], la prevalenza della DP in Italia è del 8,7% (Figura 32), un dato sconfortante se confrontato con quello di altri Paesi occidentali (Figura 33) (Figura 36-A) [1013] in cui la prevalenza percentuale è più elevata, non è in riduzione e talora in aumento costante come negli USA.

La riduzione della prevalenza ha coinvolto in modo variabile le diverse regioni e macroaree (Figure 34 e 35).

Prevalenza pmp della DP in rapporto a quella totale (HD + DP) riportata dal Registro Italiano di Dialisi e Trapianto.
Figura 32: prevalenza pmp della DP in rapporto a quella totale (HD + DP) riportata dal Registro Italiano di Dialisi e Trapianto. Le percentuali indicano il rapporto tra le due prevalenze. Si ricorda che il Censimento NON comprende paziente pediatrici al contrario del RIDT.
Figura 33: Andamento della prevalenza percentuale della DP riportata dai principali registri Internazionali.
Figura 33: andamento della prevalenza percentuale della DP riportata dai principali registri Internazionali.
Figura 34: Confronto 2016 vs 2022 della prevalenza riferita alla popolazione residente nelle diverse Macroaree italiane.
Figura 34: confronto 2016 vs 2022 della prevalenza riferita alla popolazione residente nelle diverse Macroaree italiane.
Figura 35: Confronto 2016 vs 2022 della prevalenza in valore assoluto e riferita alla popolazione residente nelle diverse Regioni italiane.
Figura 35: confronto 2016 vs 2022 della prevalenza in valore assoluto e riferita alla popolazione residente nelle diverse Regioni italiane.

Dialisi Incrementale

La Dialisi Incrementale è stata indagata fin dalla prima edizione documentandone caratteristiche ed evoluzione nel tempo in maniera dettagliata ed ancora unica, a livello di Registri nazionali, in letteratura [14]. Nel 2022 tale modalità è risultata in ulteriore aumento per un maggior utilizzo nei Centri che già la prescrivono e sembra condizionare in modo sempre più marcato la scelta della modalità di DP: la CAPD per la prescrizione incrementale e l’APD per la DP a dose piena. Il suo utilizzo si conferma associato ad un maggior utilizzo percentuale della DP mentre un aspetto importante ma non ancora risolto rimane quello del suo ruolo nel costante decremento osservato dell’incidenza delle peritoniti. Il dott. Valerio Vizzardi, del Centro di Brescia con ampia esperienza nell’utilizzo di questa prescrizione, ne esamina importanza e limiti nell’allegato dedicato al presente lavoro.

DP assistita

Anche questo aspetto verrà trattato a parte. Per il 2022 si osserva comunque una riduzione significativa del ricorso alla DP assistita.

Come per altri aspetti la DP assistita è maggiormente utilizzata nei Centri più grandi. Il caregiver di gran lunga prevalente è quello familiare. In questo la realtà italiana è sovrapponibile a quella di altri paesi ad eccezione come noto ed ampiamente già discusso in precedenza, della Francia.

Uscita dalla DP

Nel 2022 si conferma il miglioramento osservato per la mortalità mentre sostanzialmente invariato è il trasferimento alla HD ed il trapianto. Se si esclude il 2019, anno per il quale il Censimento è stato condotto in piena pandemia e risultato incompleto sia nel numero di Centri partecipanti che nelle informazioni ricevute, è la prima volta che le uscite dalla DP scendono sotto i 30 episodi per 100 anni-pazienti.

I dati di registro disponibili sono molto scarsi. Confrontati con ANZ e Francia l’Indice di Ricambio italiano è il minore, la mortalità paragonabile se non migliore anche se si osserva come il burn out (ritiro volontario dalla dialisi) sia significativamente minore di quello di altri Paesi (Figura 36-B).

Per le cause di drop out alla HD si evidenzia l’aumento del malfunzionamento del catetere e l’impossibilità a proseguire la DP. Per quest’ultimo aspetto i dati sono contrastanti con quelli di Francia e ANZ verosimilmente per la ridotta definizione di tale categoria.

Una possibile associazione con il minor ruolo del Nefrologo nel posizionamento e con il minor ricorso alla DP assistita registrati nel 2022, per quanto suggestiva, rimane da definire.

Confermata la riduzione osservata negli anni del drop out per peritonite, in accordo con il decremento osservato dell’incidenza delle peritoniti.

Infine, se considerate insieme, drop out per depurazione insufficiente ed UFF sono sovrapponibili a quelle degli altri Paesi (Figura 36-B).

onfronti internazionali. A) prevalenza in valore assoluto e percentuale riportata in diversi registri.
Figura 36: confronti internazionali. A) prevalenza in valore assoluto e percentuale riportata in diversi registri. Il Canada comprende il Québec dal 2020. La Scandinavia comprende Danimarca, Islanda, Svezia, Norvegia, Finlandia. B) i dati di outcome riportati dai Registri di Francia e ANZ.

Peritoniti

L’incidenza delle peritoniti è scesa nel 2022 a 0,176 episodi/anno paziente. In sostanza dai 5 episodi per anno-paziente degli anni ‘80 siamo a meno di 1 episodio ogni 5 anni. In particolare dal primo Censimento del 2005 (1 episodio ogni 36 mesi) ad oggi (1 episodio ogni 68 mesi) l’incidenza di peritoniti si è quasi dimezzata. Tale valore è tra i più bassi registrati nel mondo occidentale, decisamente inferiore al target massimo raccomandato dalle linee guida ISPD del 2022 [15] ed è in accordo al trend mondiale di questa complicanza (Figura 37) [16].

Anche per quanto riguarda l’etiologia, indagata per la prima volta in modo completo, i dati del Censimento sono in accordo con quanto osservato in altri Registri e lavori multicentrici [1719].

Andamento delle peritoniti nel tempo. Dati di Registro ricavato da Marshall et al [16].
Figura 37: andamento delle peritoniti nel tempo. Dati di Registro ricavato da Marshall et al [16]. Sono riportati i target massimi delle linee guida ISPD – 2022 ed il confronto con i dati dei Censimenti del GPDP.
EPS

I dati del 2022 sembrano confermare l’importante riduzione di questa complicanza della DP, limitata a pochi casi insorti in DP ed in HD. Si tratta di un dato controverso, per certi versi pericoloso perché potrebbe generare un calo di attenzione verso la più temibile complicanza della DP e che pertanto merita una analisi approfondita quale quella svolta dal Prof. Guido Garosi e della Dott.ssa Nicoletta Mancianti in allegato al Report.

Valutazione della permeabilità peritoneale

Il monitoraggio della permeabilità peritoneale, e la modalità con cui viene effettuato, è un importante indicatore di qualità di un programma di DP. I dati del Censimento mostrano un costante aumento negli anni del PET al 3,86%, utilizzato dal 15,6% dei Centri nel 2010 al 57,7% nel 2022. A tale successo hanno sicuramente contribuito le ricerche del Dott. Vincenzo La Milia che ne ha analizzato le ragioni in allegato al Report.

La DP per lo scompenso cardiaco refrattario

Quando lo scompenso cardiaco giunge in fase terminale il trattamento della congestione mediante DP rappresenta una possibile soluzione proposta già molti anni or sono. L’esperienza riportata in letteratura [2021] mostra degli evidenti effetti positivi sulla sintomatologia, la qualità della vita e le ospedalizzazioni. Rimangono ancora incerte le indicazioni sul momento di avvio di tale terapia e praticamente impossibile un reale confronto con la HD anche se i dati non mostrano differenze significative. Il Censimento mette in luce un importante aspetto legato a questa terapia. In un arco di tempo di oltre 10 anni il suo utilizzo in Italia rimane relegato allo stesso numero di Centri e per lo stesso numero di pazienti. I Centri che la utilizzano sono più grandi ed hanno un maggior ricorso alla DP assistita.

Effetto Centro

Il numero di Centri che utilizza la DP è rimasto sostanzialmente lo stesso negli anni. In diversi aspetti della DP esaminati (Incr-DP, drop out alla HD, assisted DP, DP non renale, PET) sembra avere importanza il cosiddetto “effetto Centro” valutato sommariamente come dimensione del programma DP (pazienti prevalenti): maggiori sono le dimensioni del programma di DP e migliori sembrano essere l’utilizzo ed i risultati della DP. Il Censimento del 2022 ha indagato in maniera più dettagliata le caratteristiche dei Centri quali la presenza di Medici e Infermieri dedicati, la disponibilità di locali dedicati e di un programma di visite domiciliari, le modalità con cui viene effettuato il Training. L’analisi dettagliata di questo importante Censimento è in corso e sarà di prossima pubblicazione.

 

Conclusioni

Il Censimento della DP, relativo al 2022, conferma la qualità della DP in Italia per l’elasticità delle prescrizioni, la riduzione della mortalità, la riduzione delle peritoniti e della EPS, l’ancora ampio ricorso alla DP assistita, anche se in riduzione, ed il monitoraggio della membrana peritoneale. Tuttavia l’utilizzo della DP sembra essere in riduzione. Il Censimento, limitato ai Centri DP, non consente di identificarne le ragioni ma solo di evidenziarne il contrasto con i risultati ottenuti. Il Censimento, grazie alla partecipazione attiva dei referenti della DP dei singoli Centri, si conferma un valido strumento, in continuo sviluppo, di conoscenza della realtà.

 

Ringraziamenti

Si ringraziano i Referenti dei Centri che hanno aderito al Censimento e che con il loro impegno hanno reso possibile la raccolta dati ed il presente lavoro.

Abdulsattar Giamila (Oristano)
Alberghini Elena (Cinisello Balsamo)
Albrizio Paolo (Voghera)
Alessandrello Maria Grazia Ivana (Modica)
Alfano Gaetano (Modena)
Amar Karen (Cernusco sul Naviglio)
Ambrogio Antonina (Rovigo)
Ancarani Paolo (Sestri Levante)
Angelini Maria Laura (forlì)
Ansali Ferruccio (Civitavecchia)
Apponi Francesca (Frosinone)
Argentino Gennaro (Napoli)
Avella Alessandro (Varese)
Barattini Marina (Massa)
Barbera Vincenzo (Colleferro)
Basso Anna (Padova)
Bellotti Giovanni (Sapri)
Benozzi Luisa (Borgomanero)
Bermond Francesca (Torino)
Bianco Beatrice (Verona)
Bigatti Giada (Sesto San Giovanni)
Bilucaglia Donatella (Torino)
Boccadoro Roberto (Rimini)
Boito Rosalia (Crotone)
Bonesso Cristina (San Donà di Piave)
Bonincontro Maria Luisa (Bolzano)
Bonvegna Francesca (Verbania)
Borettaz Ilaria (Melegnano – Vizzolo Predabissi)
Borrelli Silvio (Napoli)
Bosco Manuela (Gorizia)
Braccagni Beatrice (Poggibonsi)
Budetta Fernando (Eboli)
Cabibbe Mara (Milano)
Cabiddu Gianfranca (Cagliari)
Cadoni Maria Chiara (San Gavino Monreale)
Campolo Maria Angela (Lamezia Terme)
Cannarile Daniela Cecilia (Bologna)
Cannavo’ Rossella (Firenze)
Canonici Marta (Fabriano)
Cantarelli Chiara (Parma)
Caponetto Carmelo (Siracusa)
Cappadona Francesca (Genova)
Cappelletti Francesca (Siena)
Caprioli Raffaele (Pisa)
Capurro De Mauri Federica Andreana (Novara)
Caria Simonetta (Quartu Sant’ Elena)
Carta Annalisa (Nuoro)
Caselli Gian Marco (Firenze)
Casuscelli di Tocco Teresa (Messina)
Cataldo Emanuela (Altamura)
Cernaro Valeria (Messina)
Cerroni Franca (Rieti)
Ciabattoni Marzia (Savona)
Cianfrone Paola (catanzaro)
Cimolino Michele (Pordenone)
Comegna Carmela (Tivoli)
Consaga Marina (Livorno)
Contaldo Gina (Monza)
Conti Paolo (Arezzo)
Cornacchia Flavia (Cremona)
Cosa Francesco (Legnano)
Cosentini Vincenzo (San Bonifacio)
Costantini Luigia (Vercelli)
Costantino Ester Grazia Maria (Manerbio)
Costanza Giuseppa (Gela)
D’Alonzo Silvia (Roma)
D’Altri Christian (Martina Franca)
D’Amico Maria (Erice)
De Blasio Antonietta (Caserta)
Del Corso Claudia (Pescia)
Della Gatta Carmine (Nola)
D’Ercole Martina (La Spezia)
Di Franco Antonella (Barletta)
Di Liberato Lorenzo (Chieti)
Di Loreto Ermanno (Atri)
Di Renzo Brigida (Brindisi)
Di Somma Agnese (San Marco Argentano)
Di Stante Silvio (Pesaro – Fano)
Dinnella Angela Maria (Anzio)
Distratis Cosimo (Manduria)
Dodoi Diana Teodora (Chieri)
Domenici Alessandro (Roma)
Esposito Samantha (Grosseto)
Esposito Vittoria (Pavia)
Farina Marco (Lodi)
Ferrando Carlo (Cuneo)
Ferrannini Michele (Roma)
Ferrara Gaetano (San Giovanni Rotondo)
Figliano Ivania Maria (Vibo Valentia)
Figliola Carmela (Gallarate)
Filippini Armando (Roma)
Finato Viviana (San Miniato)
Fiorenza Saverio (Imola)
Frattarelli Daniele (Roma Ostia)
Gabrielli Danila (Aosta)
Gai Massimo (Torino)
Garofalo Donato (Fermo)
Gazo Antonietta (Vigevano)
Gennarini Alessia (Bergamo)
Gherzi Maurizio (Ceva)
Giancaspro Vincenzo (Molfetta)
Gianni Glauco (Prato)
Giovannetti Elisabetta (Camaiore)
Giovannetti Elisabetta (Lido di Camaiore)
Giozzet Morena (Feltre)
Giuliani Anna (Vicenza)
Giunta Federica (Macerata)
Graziani Romina (Ravenna)
Guizzo Marta (Castelfranco Veneto)
Heidempergher Marco (Milano)
Iacono Rossella (Civita Castellana)
Iadarola Gian Maria (Torino)
Iannuzzella Francesco (Reggio Emilia)
Incalcaterra Francesca (Palermo)
La Milia Vincenzo (Lecco)
Laudadio Giorgio (Bassano del Grappa)
Laudon Alessandro (Trento)
Lenci Federica (Ancona)
Leonardi Sabina (Trieste)
Lepori Gianmario (Olbia)
Leveque Alessandro (Citta’ di Castello)
Licciardello Daniela (Acireale)
Lidestri Vincenzo (Chioggia)
Lisi Lucia (Vimercate)
Lo Cicero Antonina (San Daniele del Friuli )
Luciani Remo (Roma)
Maffei Stefano (Asti)
Magnoni Giacomo (Bologna)
Malandra Rossella (Teramo)
Manca Rizza Giovanni (Pontedera)
Mancuso Verdiana (Agrigento)
Manfrini Vania (Seriate)
Manini Alessandra (Crema)
Marcantoni Carmelita (Catania)
Marchetti Valentina (Lucca)
Marini Alvaro (Popoli)
Martella Vilma (Lecce)
Masa Maria Alessandra (Sondrio)
Mastrippolito Silvia (Lanciano)
Mastrosimone Stefania (Treviso)
Matalone Massimo (Catania)
Mauro Teresa (Corigliano Rossano)
Mazzola Giuseppe (Mantova)
Melfa Gianvincenzo (Como)
Messina Antonina (Catania)
Miglio Roberta (Busto Arsizio)
Miniello Vincenzo (Pistoia)
Mollica Agata (Cosenza)
Montalto Gaetano (Taormina)
Montanari Marco (Ariccia)
Montemurro Vincenzo (Firenze)
Musone Dario (Formia)
Nardelli Luca (Milano)
Neri Loris (Alba)
Orani Maria Antonietta (Milano)
Palmiero Giuseppe (Napoli)
Palumbo Roberto (Roma)
Panuccio Vincenzo Antonio (Reggio Calabria)
Panzino Antonio Rosario (Catanzaro)
Parodi Denise (Arenzano)
Pastorino Nadia Rosa (Novi Ligure)
Pellegrino Cinzia (Cetraro)
Perilli Luciana (Vasto)
Perna Concetta (Cerignola)
Perosa Paolo (Pinerolo)
Pieracci Laura (Imperia)
Pietanza Stefania (Putignano)
Pignone Eugenia (Torino)
Pinerolo Maria Cristina (Milano)
Piraina Valentina (ivrea)
Pirrottina Maria Anna (San Benedetto del Tronto)
Pisani Antonio (Napoli)
Pogliani Daniela Rosa Maria (Garbagnate Milanese)
Porreca Silvia (Bari)
Pozzi Marco (Desio)
Prerez Giuseppina (Dolo)
Previti Antonino (Santorso)
Puliti Maria Laura (Palestrina)
Randone Salvatore (Avola)
Ricciardi Daniela (Castiglione del Lago)
Ricciatti Annamaria (Ancona)
Rocca Anna Rachele (Roma)
Rubini Camilla (Venezia Mestre)
Russo Francesco Giovanni (Scorrano)
Russo Roberto (Bari)
Sabatino Stefania (Udine)
Sacco Colombano (Biella)
Sammartino Fulvio Antonio (Pescara)
Santarelli Stefano (Jesi)
Santese Domenico (Taranto)
Santinello Irene (Piove di Sacco)
Santirosi Paola Vittori (Foligno-Spoleto)
Santoferrara Angelo (Civitanova Marche)
Saraniti Antonello (Milazzo)
Savi Umberto (Belluno)
Scalso Berta Ida (Cirie’)
Scarfia Rosalia Viviana (Caltagirone)
Serriello Ilaria (Roma)
Signorotti Sara (Cesena)
Silvana Baranello (Campobasso)
Somma Giovanni (Castellamare di Stabia)
Sorice Mario (Senigallia)
Spissu Valentina (Sassari)
Stacchiotti Lorella (Giulianova)
Stucchi Andrea (Milano)
Taietti Carlo (Treviglio)
Tata Salvatore (Venezia)
Teri Antonino (Foggia)
Tettamanzi Fabio (Tradate)
Timio Francesca (Perugia)
Todaro Ignazio (Piazza Armerina)
Toriello Gianpiero (Polla)
Torraca Serena (Salerno)
Trepiccione Francesco (Napoli)
Trubian Alessandra (Legnago)
Turchetta Luigi (Cassino)
Vaccaro Valentino (Alessandria)
Valsania Teresa (Piacenza)
Vecchi Luigi (Terni)
Veronesi Marco (Ferrara)
Visciano Bianca (Magenta)
Viscione Michelangelo (Avellino)
Vizzardi Valerio (Brescia)
Zanchettin Gianantonio (Conegliano)
Zeiler Matthias (Ascoli Piceno)

 

Bibliografia

  1. Marinangeli G, Cabiddu G, Neri L et al; Italian Society of Nephrology Peritoneal Dialysis Study Group. Old and new perspectives on peritoneal dialysis in Italy emerging from the Peritoneal Dialysis Study Group Census. Perit Dial Int 2012; 32:558-65. https://doi.org/10.3747/pdi.2011.00112.
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La Dialisi Peritoneale in Italia: il 7° censimento del GPDP-SIN 2019

Abstract

Obiettivi: Analisi dei risultati del 7° Censimento (Cs-19) Nazionale della Dialisi Peritoneale in Italia, condotto nel 2020-21 dal Gruppo di Progetto della Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia, relativo all’anno 2019.
Materiali e metodi: I dati sono stati inizialmente raccolti mediante un software appositamente ideato, che prevede l’inserimento dei singoli pazienti e l’estrazione aggregata delle informazioni necessarie. Le difficoltà dovute alla pandemia COVID hanno reso necessario ricorrere anche al tradizionale questionario on-line utilizzato precedentemente. Dei 237 Centri previsti hanno risposto 198 di cui 177 con dati completi per HD anche nel 2016.
Risultati: Incidenza e prevalenza (31/12/2019) globali sono risultate rispettivamente di 1.363 (CAPD/APD = 741/622) e 3.922 (CAPD/APD = 1.857/2.065) pazienti. L’incidenza e prevalenza percentuali (177 Centri) si sono ridotte rispetto il 2016 rispettivamente dal 23,8% al 22,1% e dal 17,3% al 16,6%. Il 31,4% ha iniziato la DP in modo incrementale nel 60,3% dei Centri. Il catetere è posizionato dal solo Nefrologo nel 19,7%. La DP assistita è utilizzata dal 24,5% dei pazienti prevalenti, in maggioranza (83,8%) da un familiare. Nel 2019 l’uscita dalla DP (ep/100anni-pz: 11,6 in HD; 8,9 morte; 6,0 Tx) è in riduzione per tutte le cause. La principale causa di trasferimento alla HD rimane la peritonite (26,8%). L’incidenza di peritoniti nel 2019 è ulteriormente calata a 0,190 ep/anno-pz così come l’incidenza di nuovi casi di EPS (0,103 ep/100anni-pz).
Conclusioni: Il Cs-19 conferma i buoni risultati della DP in Italia.

Parole chiave: Dialisi Peritoneale, fallimento della tecnica, Dialisi Peritoneale incrementale, peritoniti, visite domiciliari, test di equilibrio peritoneale (PET)

Introduzione

L’utilizzo della Dialisi Peritoneale (DP) viene rilevato dal Gruppo di Progetto di Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia (SIN) mediante un Censimento, condotto ogni 2-3 anni, dei Centri che utilizzano la DP. In questo report sono presentati i risultati della 7° edizione, condotta nel 2020-21 e relativa all’anno 2019 (Cs-19), confrontandoli con quelli degli anni precedenti: 2005 (Cs-05), 2008 (Cs-08) [1], 2010 (Cs-10) [2], 2012 (Cs-12) [3], 2014 (Cs-14) [4] e 2016 (Cs-16) [5].

Per quest’ultima edizione era stato introdotto un nuovo sistema di raccolta dati ma la coincidenza con la pandemia COVID-19 ha impedito il raggiungimento dell’obiettivo principale del Censimento, la copertura del 100% dei Centri DP.

 

Materiali e metodi

Il Censimento del GPDP consiste nella raccolta di dati aggregati relativi alla DP ed è rivolto a tutti i Centri Pubblici, non pediatrici, che hanno utilizzato la DP nell’anno censito.

Raccolta dati

Nell’edizione attuale i dati aggregati sono stati raccolti in due modi diversi.

La prima modalità, analitica, è stata effettuata attraverso un software sviluppato appositamente per il progetto, una sorta di cartella clinica in cui inserire sistematicamente i singoli pazienti e, quando necessario, esportare i dati aggregati utili al Censimento lasciando al programma l’onere dei conteggi. Le informazioni richieste erano i dati anagrafici, quelli relativi all’inizio della DP (nefropatia di base, motivazioni all’inizio della DP, referral, tecnica di inserzione del catetere, tipo di caregiver in caso di DP assistita) ed al follow up della DP limitato alle peritoniti e all’eventuale cambio di modalità di DP o sua interruzione. Per motivi di privacy il programma è stato sviluppato senza una componente cloud quindi tutti i dati inseriti erano conservati in locale e la possibilità di backup su server era demandata all’operatore. La riorganizzazione delle strutture operative e del personale avvenuta a causa del COVID-19 ha comportato per diversi Centri lo spostamento dei computer o la loro riformattazione con la conseguente perdita dei dati inseriti. A questo si sono aggiunti lo stato di emergenza degli ospedali, il sottodimensionamento dell’organico nelle strutture e il pensionamento di molti dei referenti, fattori che hanno ulteriormente compromesso la raccolta dei dati. Infine, in alcuni Centri l’invio dei dati aggregati è stato bloccato dal firewall dell’ospedale.

A questi problemi si è posto parzialmente rimedio ricorrendo alla modalità tradizionale di raccolta dati mediante la compilazione del questionario on-line utilizzato per le edizioni precedenti.

Per tutte queste ragioni, nonostante gli sforzi compiuti, non è stato raggiunto l’obiettivo principale del Censimento, ovvero la copertura del 100% dei Centri che hanno utilizzato la DP nel 2019.

Centri partecipanti e livelli di analisi

L’elenco dei Centri pubblici che utilizzano la DP ha il suo punto di partenza nell’elenco del Censimento della SIN condotto per l’anno 2004 [6], aggiornato negli anni ed integrato con altri dati raccolti in occasione di Convegni e Congressi, fino all’ultimo Censimento SIN del 2018 [7].

I Centri che hanno partecipato sono stati 198. Nelle precedenti edizioni si trattava della totalità dei Centri che avevano utilizzato la DP per almeno 1 paziente, con dati completi sia per la DP ma anche per la Emodialisi (HD) (tranne nell’ultima edizione del 2016 in cui su 237 Centri i dati completi per HD erano stati forniti da 230 Centri). Ciò consentiva di effettuare il confronto con gli anni precedenti sui dati globali.

Nell’attuale edizione la mancanza di diversi Centri e/o la mancanza dei dati relativi alla HD, ha complicato l’analisi, che, per includere il maggior numero di informazioni possibile, è stata quindi condotta tra gruppi diversi secondo le informazioni analizzate.

In sintesi sono stati registrati (Figura 1):

  1. 198 Centri con dati completi di incidenza e prevalenza e drop out per la DP
    • Centri nuovi = 5 (e quindi 193 presenti anche nel 2016)
    • Centri esclusi per cessata DP od altro (non censibili) = 7
    • Centri che non hanno inviato i dati e che presumibilmente utilizzano la DP = 39
    • I Centri che hanno risposto rappresentano quindi l’83,5% dei Centri DP (198/237)
  2. 186 Centri dei 198 censiti con dati completi per incidenza e prevalenza della HD nel 2019
  3. 177 Centri dei 198 censiti con dati completi per la HD anche nel 2016.
Fig. 1: Centri partecipanti alle diverse edizioni dei Censimento del GSDP.
Fig. 1: Centri partecipanti alle diverse edizioni dei Censimento del GSDP. Per il 2019 i Centri che non hanno inviato i dati sono 39 anche se, proprio per questo, non è certo che tutti abbiano utilizzato la DP nel 2019.

L’analisi della DP è stata condotta su tutti i Centri censiti. Dal momento che non tutti i Centri hanno risposto a tutte le domande, il numero dei Centri con dati disponibili è specificato nelle singole sottoanalisi. Il confronto per la DP con l’anno precedente (2016) è stato effettuato sui 193 Centri presenti anche nel 2016, mentre il confronto con il 2016 degli indici che richiedono anche i dati relativi alla HD (incidenza e prevalenza percentuali) è stato effettuato sul sottogruppo di 177 Centri che hanno inviato anche i dati relativi alla HD sia nel 2016 che nel 2019.

Informazioni

La struttura del Censimento prevede un gruppo di informazioni ripetute, rimaste invariate dalla prima edizione (Cs-05), relative ad incidenza, prevalenza, cambio o interruzione di metodica, peritoniti e DP non renale. A queste, dal 2008 [1], è stata aggiunta la peritonite sclerosante incapsulante (EPS); dal 2010 [2], le visite domiciliari ed il test di equilibrio peritoneale (PET).  Dall’edizione del 2016 [5], sono state riprese le domande sui cateteri. Inoltre con la modalità analitica di raccolta dati sono state disponibili per la prima volta informazioni sui germi coinvolti negli episodi di peritonite e sulle modalità del training.

Verifiche dei dati e confronti

I dati inizialmente raccolti sono stati sottoposti ad una prima analisi di congruenza. Quelli incoerenti sono stati corretti, ove possibile, attraverso un recall telefonico oppure considerati mancanti o incompleti, a seconda dei casi. Le eventuali correzioni ed il numero di Centri coinvolti sono riportati in dettaglio nella presentazione dei singoli risultati.

Definizioni e calcoli

Sono stati considerati pazienti incidenti tutti quelli immessi come primo trattamento in DP ed in HD nel periodo 01/01/2019-31/12/2019. Tra questi, sono stati considerati in DP incrementale (Incr-DP) con CAPD (Incr-CAPD) e APD (Incr-APD) i pazienti che effettuavano rispettivamente ≤2 scambi/die o ≤4 sedute/settimana. La prevalenza è stata riferita ai pazienti in trattamento dialitico al 31 dicembre. Tra i prevalenti la necessità di assistenza è riferita al coinvolgimento di un caregiver nell’esecuzione delle procedure dialitiche. I pazienti trattati con DP per cause non renali (GFR ≥15 ml/min/1,73) sono stati considerati a parte ed esclusi dal calcolo dell’incidenza e della prevalenza.

Gli episodi di peritonite sono riferiti al 2019 mentre quelli di peritonite sclerosante si riferiscono a tutto il biennio 2018-9 per la raccolta tradizionale ed al triennio per quella analitica.

L’overall rate per morte, trapianto e per cambio di metodica da PD ad HD è stato espresso in numero di episodi per 100 anni-paziente (ep/100anni-pz) secondo la formula:

Overall rate = [N° episodi / (anni di follow up)] x 100

A loro volta, gli anni di follow up sono stati calcolati sottraendo ed aggiungendo ai prevalenti del 31/12/2019 rispettivamente la metà dei pazienti che hanno iniziato la DP (incidenti e da altre metodiche) e la metà quelli usciti (per drop out in HD, decesso o trapianto) durante il 2019.

Per le peritoniti l’incidenza è stata calcolata come episodi/mesi-paziente (ep/mesi-pz) riferita all’anno censito.

Per la EPS, essendo i dati richiesti su base pluriennale e, per la prima rilevazione, quinquennale, è stata applicata la seguente formula:

ep/100 aa/pz = [(casi nel periodo) / (N° anni del periodo) / (prevalenza media del periodo)] x 100

ove la prevalenza media del periodo è stata calcolata come la media della prevalenza attuale (per il Cs-19 quella al 31/12/2019) e quella del censimento precedente (Cs-16, prevalenza al 31/12/2016).

L’analisi statistica è stata limitata alla ricerca di eventuali differenze con il test Chi quadro.

 

Risultati

Centri partecipanti e rappresentatività del campione

I Centri che hanno trattato almeno 1 paziente in DP nel 2019 e che hanno partecipato al Cs-19 sono stati 198 di cui 5 non presenti (Centri “nuovi”) e 193 presenti nell’edizione precedente (Cens-16).

Rispetto al 2016 sono inoltre stati esclusi 7 Centri per cessato utilizzo della DP mentre 39 Centri che, presumibilmente, hanno continuato a utilizzare la DP, non hanno inviato alcun dato. Complessivamente i Centri che hanno inviato i dati rappresentano quindi almeno l’83,5% dei Centri che hanno utilizzato la DP nel 2019.

La rappresentatività dei Centri partecipanti è stata valutata mediante il numero di pazienti trattati in questi Centri, rispetto il totale, nel 2016. Per quanto riguarda i 193 Centri presenti in entrambi i Censimenti, l’incidenza e la prevalenza della DP in questi Centri nel 2016 erano rispettivamente l’82,9% (1322 / 1595) e l’84,7% (3903 / 4607) del totale (237 Centri).

Per il confronto degli indici che richiedono anche i dati della HD (incidenza e prevalenza) si è dovuto tenere conto che sia nel Cs-16 che nel Cs-19 alcuni Centri non hanno inviato i dati relativi alla HD (incidenza, prevalenza o entrambe). Per il calcolo di incidenza/prevalenza percentuali nel 2019 sono stati esclusi quindi 12 Centri (186 Centri) mentre per il confronto con il 2016 sono stati esclusi anche i 5 Centri “nuovi” e 4 Centri che non avevano inviato i dati relativi alla HD nel 2016 (Centri considerati per il confronto = 177). La rappresentatività di questi Centri, calcolata sempre allo stesso modo, è riportata in Figura 2. Come si vede, le percentuali di pazienti incidenti e prevalenti e quelli dei Centri sostanzialmente coincidono, ad indicare una buona rappresentatività del “campione”.

Fig.2: Percentuale di pazienti in DP + HD (incidenza e prevalenza) Censiti nel 2016 nei 177 Centri che hanno partecipato con dati completi per l’HD ad entrambe le edizioni.
Fig.2: Percentuale di pazienti in DP + HD (incidenza e prevalenza) Censiti nel 2016 nei 177 Centri che hanno partecipato con dati completi per l’HD ad entrambe le edizioni.

Incidenza e prevalenza

Complessivamente i pazienti che hanno iniziato la DP nel 2016 come primo trattamento nei 198 Centri sono risultati 1.363 (CAPD/APD = 741/622) e quelli in trattamento al 31/12/2019 sono risultati 3.922 (CAPD/APD = 1.857/2.065 pazienti).

Considerando solo i 186 Centri con dati completi per l’HD i pazienti che hanno iniziato la DP come primo trattamento sono stati 1.272 (CAPD/APD = 689/583) e la HD 4.582 con un’incidenza percentuale del 21,7%, mentre i pazienti in trattamento in DP ed in HD al 31/12/2019 sono stati rispettivamente 3.613 (CAPD/APD = 1.685/1.928 pazienti) e 18.671 per una prevalenza percentuale della DP del 16,2% (Figura 3).

Infine considerando solo i 177 Centri presenti anche nel C-16 e con dati disponibili per l’HD l’incidenza è scesa dal 23,8% nel 2016 al 22,1% (Figura 4) nel 2019 mentre la prevalenza dal 17,3% del 2016 al 16,6% del 2019 (Figura 5).

Come già riportato si tratta di Centri pubblici (tranne uno) che utilizzano la DP; perciò i dati di incidenza e prevalenza percentuale della DP sono superiori a quelli del RIDT, che riporta invece i dati di tutti i Centri dialisi, sia pubblici che privati, sia che utilizzino la DP oppure no. Questi ultimi, come noto, sono la maggioranza [6].

Fig. 3.  Incidenza e prevalenza della DP nel 2019 in tutti i Centri (1° trattamento) in valori assoluti e nei Centri con dati disponibili anchde per la HD in valori percentuali.
Fig. 3.  Incidenza e prevalenza della DP nel 2019 in tutti i Centri (1° trattamento) in valori assoluti e nei Centri con dati disponibili anche per la HD in valori percentuali.
Fig. 4.  Incidenza della DP (1° trattamento) in valori assoluti e percentuali rispetto al totale
Fig. 4.  Incidenza della DP (1° trattamento) in valori assoluti e percentuali rispetto al totale dei pazienti in trattamento dialitico. In A negli anni delle precedenti edizioni (2005, 2008, 2010, 2012, 2014, 2016); in B nel 2019 confrontato con il 2016 negli stessi Centri con dati disponibili per entrambe le metodiche.
Fig. 5.  Prevalenza della DP in valori assoluti e percentuali
Fig. 5.  Prevalenza della DP in valori assoluti e percentuali rispetto al totale dei pazienti in trattamento dialitico. In A negli anni delle precedenti edizioni (2005, 2008, 2010, 2012, 2014, 2016); in B nel 2019 confrontato con il 2016 negli stessi Centri con dati disponibili per entrambe le metodiche.
CENTRI CENSITI CENTRI CON DATI COMPLETI PER HD
ANNO CENTRI PAZIENTI DP CENTRI PAZIENTI DP PAZIENTI HD % DP
2005 222 1.443 222 1.443 4.502 24,3
2008 223 1.379 223 1.379 4.646 22,9
2010 224 1.429 224 1.429 4.695 23,3
2012 224 1.433 224 1.433 4.700 23,4
2014 225 1.652 225 1.652 4.442 27,1
2016 237 1.595 230 1.549 4.907 24,0
2019 198 1.363 186 1.272 4.582 21,7
   
2016 177 1.201 3.840 23,8
2019 177 1.243 4.384 22,1
Tabella I: Incidenza nel tempo. Per il 2019 è riportato il confronto con il 2016 per gli stessi Centri con dati disponibili anche per la HD.
CENTRI CENSITI CENTRI CON DATI COMPLETI PER HD
ANNO CENTRI PAZIENTI DP CENTRI PAZIENTI DP PAZIENTI HD % DP
2004 * 4.234 4.234 20.921 16,8
2008 223 4.094 223 4.094 20.478 16,7
2010 224 4.222 224 4.222 21.175 16,6
2012 224 4.299 224 4.299 20.844 17,1
2014 225 4.480 225 4.480 21.716 17,1
2016 237 4.607 230 4.484 21.286 17,4
2019 198 3.922 186 3.613 18.671 16,2
   
2016 177 3.559 16.965 17,3
2019 177 3.542 17.774 16,6
Tabella II: Prevalenza nel tempo. Per il 2019 è riportato il confronto con il 2016 per gli stessi Centri con dati disponibili anche per la HD.
* Il 2004 è riferito ai dati del Censimento SIN [6] mentre nel 2005 la prevalenza non è stata indagata.

Ingressi in Dialisi Peritoneale

Oltre ai 1.363 pazienti incidenti nei 198 Centri censiti sono entrati in Dialisi Peritoneale 125 pazienti (8,2% degli ingressi) provenienti dalla HD e 44 pazienti (2,9% degli ingressi) provenienti dal Trapianto, per un totale di 1.532 pazienti, senza variazioni significative rispetto gli anni precedenti (Figura 6). In particolare considerando tutti i pazienti rientrati dal Tx in dialisi la percentuale di quelli che rientrano in DP rimane significativamente inferiore e stabile al 14,0% (Figura 7). I pazienti trasferiti da altri Centri sono stati 33.

L’indice di ricambio (pazienti prevalenti/totale ingressi), stima approssimativa della durata media della DP, è risultato 2,56 anni (30,7 mesi), analoga a quella degli anni precedenti.

Fig. 6: Percentuale sul totale degli ingressi in DP di pazienti provenienti dalla HD
Fig. 6: Percentuale sul totale degli ingressi in DP di pazienti provenienti dalla HD e dal Tx in tutti i Centri censiti (198 per il 2019).
Fig. 7: Rientro in dialisi da trapianto. Percentuali di pazienti che hanno
Fig. 7: Rientro in dialisi da trapianto. Percentuali di pazienti che hanno ripreso la dialisi in DP ed in HD negli anni dei Censimenti. Nel 2016 non considerati 7 Centri che non hanno fornito gli ingressi in HD mentre nel 2019 i Centri con dati disponibili per la HD sono stati 186.

Modalità di Dialisi Peritoneale

Tra i pazienti incidenti la CAPD rappresenta la modalità più utilizzata (54,4%) mentre tra i prevalenti lo è la APD (52,7%) (Figura 8). Il dato non sembra essersi modificato negli anni (Figura 9).

Fig. 8: Modalità di DP nei pazienti incidenti e prevalenti nel 2019.
Fig. 8: Modalità di DP nei pazienti incidenti e prevalenti nel 2019.
Fig. 9: Modalità di DP nei pazienti incidenti e prevalenti negli anni.
Fig. 9: Modalità di DP nei pazienti incidenti e prevalenti negli anni.
  PAZIENTI INCIDENTI PAZIENTI PREVALENTI
  CAPD APD TOT CAPD/APD CAPD APD TOT CAPD/APD
2005 794 649 1443 1,22 nd nd 4432 nd
2008 759 620 1379 1,22 1926 2168 4094 0,89
2010 763 666 1429 1,15 1929 2293 4222 0,84
2012 778 655 1433 1,19 1981 2318 4299 0,85
2014 945 707 1652 1,34 2099 2381 4480 0,88
2016 895 700 1595 1,28 2147 2460 4607 0,87
2019 741 622 1363 1,19 1857 2065 3922 0,90
177 CENTRI
2016 685 516 1201 1,33 1680 1879 3559 0,89
2019 671 572 1243 1,17 1653 1889 3542 0,88
Tabella III: Modalità di DP nei pazienti incidenti e prevalenti negli anni

Dialisi peritoneale incrementale

Il dato sulla dialisi incrementale nel 2019 è risultato disponibile in 194 Centri dei 198 Censiti. Nel 2019 i pazienti che hanno iniziato la DP con modalità incrementale nei 194 Centri (Incr-DP) sono stati 414, pari al 31,4% del totale dei pazienti incidenti in tali Centri (1.317); il numero dei Centri che l’hanno utilizzata sono stati 117, pari al 60,3% dei 194 Centri. Tra i pazienti Incr-DP la metodica più utilizzata è risultata sempre la CAPD (86,2%) al contrario di quelli “full dose” in cui è significativamente più utilizzata l’APD (59,7% – p<0,0001) (Figura 10).

Negli anni il numero dei Centri (Figura 11) ed il numero e la percentuale di pazienti in Incr-DP sono andati costantemente aumentando fino al 2012 per rimanere sostanzialmente stabili fino al 2019 (Figura 12).

Si conferma inoltre il numero limite di pazienti in Incr-DP: nei Centri che vi ricorrono infatti la percentuale di pazienti in Incr-DP è risultata nel 2019 (44,9%) praticamente sovrapponibile a quella degli anni precedenti (Figura 13).

Nei Centri che hanno prescritto Incr-DP almeno per 1 paziente l’incidenza percentuale della DP (23,6%) è risultata significativamente superiore a quella degli altri (18,6% – p <0,005) (Figura 14-A). Ciò è in accordo con quanto osservato in tutte le edizioni precedenti (Figura 14-B).

Fig. 10: Inizio incrementale nei 1.317 pazienti incidenti nel 2019
Fig. 10: Inizio incrementale nei 1.317 pazienti incidenti nel 2019 (194 Centri). Nelle colonne ai lati è riportata la ripartizione APD / CAPD dei pazienti che iniziano in modo incrementale (sinistra) e full dose (destra).
Fig. 11: Percentuale di Centri, sul totale di tutti i Centri, che hanno immesso almeno un paziente in Incr-PD nei diversi anni del Censimento. La percentuale è riferita ai Centri con incidenza diversa da zero.
Fig. 11: Percentuale di Centri, sul totale di tutti i Centri, che hanno immesso almeno un paziente in Incr-PD nei diversi anni del Censimento. La percentuale è riferita ai Centri con incidenza diversa da zero.
Fig. 12: Utilizzo della DP incrementale negli anni.
Fig. 12: Utilizzo della DP incrementale negli anni. A sinistra il numero assoluto di pazienti incidenti che hanno iniziato in modo incrementale in CAPD ed in APD (A) ed in percentuale sul totale dei pazienti per modalità di DP (B). A destra le percentuali rispetto al totale dei pazienti incidenti in DP.
Fig. 13: Percentuale di pazienti in Incr-DP nei Centri che utilizzano tale modalità di inizio.
Fig. 13: Percentuale di pazienti in Incr-DP nei Centri che utilizzano tale modalità di inizio.
Fig. 14: Probabilità di iniziare la dialisi con la DP rispetto alla HD nei Centri
Fig. 14: Probabilità di iniziare la dialisi con la DP rispetto alla HD nei Centri che fanno ricorso alla Incr-DP rispetto ai Centri che non la utilizzano nel 2019 (%, A) e nei diversi anni in cui è stato condotto il Censimento del GPDP (OR, B).

Cambio di modalità di Dialisi Peritoneale

Nel 2019 i pazienti, dei 194 Centri che hanno fornito i dati, passati dalla CAPD alla APD sono stati 172 (Figura 15-A) mentre quelli passati dalla APD alla CAPD sono stati 37 (Figura 15-B), rispettivamente il 3,6% e lo 0,8% dei pazienti trattati con la DP. Ciò spiega ulteriormente come tra i pazienti prevalenti la metodica più utilizzata sia l’APD. La ragione principale del cambio di metodica rimane la scelta del paziente: 43,0% per il passaggio da CAPD ad APD e 27,0% per quello da APD a CAPD. Per il passaggio dalla CAPD alla APD l’adeguatezza e l’UF sono ragioni altrettanto importanti, mentre per il trasferimento inverso lo è anche il malfunzionamento del catetere (Figura 15-B). Non sono stati registrati cambiamenti significativi negli anni.

Fig. 15: Pazienti che hanno cambiato metodica di DP
Fig. 15: Pazienti che hanno cambiato metodica di DP (dalla CAPD alla APD e viceversa) nel 2019 e motivazioni al cambio. Come si vede il flusso dalla CAPD alla APD (172 pazienti) è nettamente superiore rispetto al flusso inverso (37 pazienti).

Dialisi Peritoneale assistita

Nel Cs-19 i pazienti prevalenti con necessità di caregiver (assisted PD) sono risultati 962 (24,5% di tutti i prevalenti in DP) nei 198 Centri. Il caregiver era un familiare nel 83,8% dei casi, un badante nel 5,6%, un infermiere a domicilio nel 6,1%; infine, il 4,4% (42 pazienti) effettuava la DP in strutture per anziani (RSA) (Figura 16). Rispetto il 2016 è diminuito il ricorso al caregiver retribuito (“badante”) mentre è aumentato quello all’Infermiere a domicilio ed il coinvolgimento di un familiare (Figura 17).

Fig. 16: DP assistita nel 2019.
Fig. 16: DP assistita nel 2019. Confronto con gli anni precedenti (valori percentuali riportati nel riquadro grigio) e ripartizione dei pazienti in funzione del tipo di caregiver.
Fig. 17: Caregiver nel 2019 a confronto con il 2016 nei 193
Fig. 17: Caregiver nel 2019 a confronto con il 2016 nei 193 Centri presenti in entrambi i Censimenti. Nel riquadro la percentuale di pazienti in RSA in HD ed in DP nel 2019.

Uscita dalla Dialisi Peritoneale e trasferimento alla Emodialisi

In Figura 18 sono riportate le uscite dalla DP, per trasferimento alla HD, per morte e per trapianto, espresse sia come numero di pazienti che come numero di eventi/100 anni-pz, nei 193 Centri presenti anche nel 2016 e confrontati con gli anni precedenti.

In tali Centri sono stati registrati 324 decessi (8,9 ep/100 anni-pz), 421 trasferimenti alla HD (11,6 ep/100 anni-pz) e 220 trapianti (6,0 ep/100 anni-pz). Il numero complessivo di uscite dalla DP si è ridotto da 30,9 ep/100 anni-pz del 2016 a 26,5 ep/100 anni-pz per una riduzione di tutte le modalità di uscita ma in particolare della mortalità.

Per quanto riguarda il dropout alla HD (Figura 19), la singola causa principale rimane la peritonite (26,8% nel 2019), in lieve aumento rispetto il 2016 (da 2,98 a 3,11 ep/100 anni-pz) dopo il costante calo registrato negli anni precedenti. In riduzione il drop out per scelta ed impossibilità a proseguire la DP (23,5% dei casi) passato da 3,04 a 2,72 ep/100 anni-pz. Sostanzialmente invariate le altre cause di trasferimento alla HD (Figura 20).

Per completezza ricordiamo che il Censimento raccoglie anche i dati sui trasferimenti da un Centro all’altro, sulla ripresa della FR e altre uscite dalla DP: rispetto ai 31 pazienti entrati da altri Centri quelli trasferiti ad altri Centri sono stati 43 mentre 22 risultano aver interrotto la DP per ripresa della FRR od altro motivo.

Fig. 18: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni.
Fig. 18: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni. Si osserva un significativo (p <0,001) trend alla riduzione della peritonite come causa di dropout mentre è aumentata l’insufficiente depurazione. Si conferma inoltre l’aumento registrato nel 2014 dell’impossibilità a proseguire/scelta.
Fig. 19: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni in percentuale sul totale dei trasferimenti.
Fig. 19: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni in percentuale sul totale dei trasferimenti.
Fig. 20: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni in valore assoluto espresso come episodi per 100 anni-pz.
Fig. 20: Cause di trasferimento dalla DP alla HD negli anni in valore assoluto espresso come episodi per 100 anni-pz.

Peritoniti

L’analisi delle peritoniti è stata condotta sui 193 Centri presenti in entrambi i Censimenti. Di questi, 4 non hanno fornito i dati sulle peritoniti per cui il dato si riferisce a 189 Centri. Nel 2019 sono stati registrati 666 episodi di peritonite che, per un totale di 42.120 mesi di follow up, equivalgono a 0,190 episodi per anno-paziente o, in altri termini, ad 1 episodio ogni 63,2 mesi-pz, un’incidenza inferiore a quelle registrate negli anni precedenti (Figura 21).

Delle peritoniti registrate nel 2019, 331 (49,7%) si sono verificate in corso di CAPD e 335 (50,3%) in corso di APD. Per quanto riguarda la percentuale di colture negative (125 episodi, pari al 18,8% del totale), il dato non è significativamente diverso da quello degli anni precedenti (Figura 21).

Per la prima volta è riportata l’etiologia delle peritoniti per i 110 Centri che hanno inviato i dati raccolti in modalità analitica (Figura 22): i germi Gram positivi rappresentano la principale causa di peritonite e tra questo lo SA è il più coinvolto mentre tra i Gram negativi lo è Escherichia Coli.

Fig. 21: Incidenza delle peritoniti nel 2019 a confronto con gli anni precedenti.
Fig. 21: Incidenza delle peritoniti nel 2019 a confronto con gli anni precedenti.
Fig. 22: Etiologia delle peritoniti nei 110 Centri indagati in modalità “analitica”.
Fig. 22: Etiologia delle peritoniti nei 110 Centri indagati in modalità “analitica”.

Peritonite sclerosante (EPS)

Dal Censimento del 2016 sono stati riportati 8 nuovi episodi di EPS, per un’incidenza di 0,103 ep/100 anni-pz (Figura 23). Al momento della diagnosi 6 pazienti erano in DP e 2 in HD (Figura 23).

Fig. 23: Casi di EPS nel quinquennio 2004-2008 e nei periodi 2009-10, 2011-12, 2013-14, 2015-16, 2016-2019.
Fig. 23: Casi di EPS nel quinquennio 2004-2008 e nei periodi 2009-10, 2011-12, 2013-14, 2015-16, 2016-2019.

Indagini speciali

Il catetere peritoneale. La tecnica e modalità di posizionamento più frequente è quella chirurgica, in anestesia locale, cui partecipano in collaborazione chirurgo e nefrologo (29,3%) (Figura 24) seguita da quella chirurgica, sempre in anestesia locale, ma con operatore il solo chirurgo (23,0%). Il nefrologo opera da solo nel 19,7% dei casi (in calo rispetto il 2016), sempre in anestesia locale e prevalentemente con tecnica chirurgica (18,3%), sempre più raramente con tecnica semi-chirurgica (1,4% dei casi). La video-laparoscopia è utilizzata nel 8,2% dei posizionamenti come nel 2016.

Complessivamente, il chirurgo è coinvolto nel 80,3% dei casi e il nefrologo nel 54,1%, anche se è probabile che partecipi a parte degli interventi effettuati in VLS (Figura 25).

Fig. 24: Tecnica, operatore e tipo di anestesia per il posizionamento
Fig. 24: Tecnica, operatore e tipo di anestesia per il posizionamento del catetere peritoneale nei pazienti incidenti. Il dato è riferito ai 180 Centri con dati inviati e congruenti. TECNICA: C = chirurgica; SC = semichirurgica; Videolaparoscopia; Altro = non comprende i casi mancanti. OPERATORE: C = chirurgo; N = nefrologo; C e N = chirurgo e nefrologo. ANESTESIA: AL = locale; AG = generale
Fig. 25: Ripartizione del numero di interventi di posizionamento riusciti per tipo di operatore.
Fig. 25: Ripartizione del numero di interventi di posizionamento riusciti per tipo di operatore. Legenda come in Fig. 24.

Il PET. La permeabilità peritoneale viene valutata dalla quasi totalità dei Centri (92,8%) (Figura 26).

Il metodo più utilizzato si conferma non essere più il PET secondo Twardowski con il 2,27%, ma il PET con il 3,86% (57,9%), in costante e significativo aumento (p <0,001) dal 2010 al 2019 (Figura 26). Solo il 7,7% dei Centri misurano la permeabilità peritoneale con altre tecniche (PDC, doppio miniPET e miniPET, altro non specificato).

Fig. 26: Tipo di valutazione della membrana peritoneale: confronto 2019 vs 2016
Fig. 26: Tipo di valutazione della membrana peritoneale: confronto 2019 vs 2016 vs 2014 vs 2012 vs 2010. Nel 2019 è ulteriormente aumentato il numero di Centri che utilizza il 3,86% per il PET.

Le visite domiciliari. Nel 2019 le visite domiciliari non sono previste nel programma di DP del 46,2% dei Centri (Figura 27), numero sostanzialmente invariato rispetto gli anni precedenti (Figura 28). Solo il 9,7% dei Centri le programma di routine, percentuale in lieve aumento rispetto il 2016 (8,0%), mentre il 33,3% dei Centri le utilizza solo se necessario ed il 10,8% solo all’inizio del trattamento (Figura 27). La figura maggiormente coinvolta nelle visite domiciliari rimane l’infermiere, che le svolge da solo nel 44,7% dei 103 Centri che le prevedono; nei casi restanti la visita è svolta in varia misura insieme al medico (Figura 29).

Fig. 27: Frequenza con cui sono state effettuate le viste domiciliari dai Centri partecipanti nel 2019.
Fig. 27: Frequenza con cui sono state effettuate le visite domiciliari dai Centri partecipanti nel 2019.
Fig. 28: Percentuale di Centri che non effettuano visite domiciliari e che le effettuano regolarmente negli anni censiti.
Fig. 28: Percentuale di Centri che non effettuano visite domiciliari e che le effettuano regolarmente negli anni censiti.
Fig. 29: Operatore sanitario che effettua le visite domiciliari nei Centri che le prevedono.
Fig. 29: Operatore sanitario che effettua le visite domiciliari nei Centri che le prevedono. MD > Inf = medico e occasionalmente l’infermiere; Inf. > MD = infermiere e occasionalmente il medico; MD – Inf. = medico e infermiere insieme.

Il Training. Il Training è stato indagato solo per i 110 Centri in modalità analitica per un totale di 771 ingressi in DP nel 2019. In questi Centri (Figura 30) (Figura 31) è effettuato prevalentemente in Centro (58,2%) e solo in una minoranza di Centri completamente a domicilio (6,4%) mentre nel 35,5% dei Centri è avviato in Ospedale e proseguito a domicilio (in proporzione non specificata). Il personale coinvolto è prevalentemente quello del Centro (63,6% dei Centri) mentre personale esterno è coinvolto in una qualche misura nei rimanenti Centri (Figura 31), in particolare nel Training domiciliare: considerando il numero di ingressi registrati nel 2019 in questi 110 Centri, personale esterno potrebbe essere stato coinvolto per 255 training (33,1%) (Figura 31).

Fig. 30: Sede del training ed operatore che lo effettua nei 110 Centri con dati disponibili.
Fig. 30: Sede del training ed operatore che lo effettua nei 110 Centri con dati disponibili.
Fig. 31: Operatore sanitario che effettua il training in funzione della sede del training.
Fig. 31: Operatore sanitario che effettua il training in funzione della sede del training. Personale esterno è coinvolto principalmente nei training effettuati completamente od in parte al domicilio del paziente.

 

Discussione

Limiti

Il Censimento della DP, giunto nel 2016 alla 7° edizione, rappresenta il risultato di un costante sforzo organizzativo del GSDP-SIN e di tutti i referenti DP dei Centri che utilizzano la DP in Italia.

Come ribadito più volte, al limite principale di essere una fotografia dei soli Centri che fanno la DP, che d’altra parte sarebbe anche la sua ragione d’essere, si aggiunge per l’edizione 2019 il non essere riuscito a censire tutti i Centri DP.

Le ragioni sono state ampiamente illustrate nei “Materiali e metodi”, ma è importante ribadire che si è svolto in piena pandemia COVID che ha reso difficoltoso anche l’abituale lavoro di verifica e correzione/recall telefonico preliminare all’analisi dei dati e necessario per ridurne l’imprecisione.

Utilizzo della DP

Tra i paesi occidentali, nonostante una copertura del 83,5% dei Centri DP, l’Italia si è confermata, per numero di pazienti prevalenti in DP, ai primi posti [812].

I valori percentuali di incidenza e prevalenza, rispettivamente del 21,7% e del 16,2%, non ne rappresentano la realtà percentuale, essendo riferiti ai soli Centri che hanno utilizzato la DP nel 2019 e con dati disponibili anche per la HD (186 Centri). Se consideriamo tutti i pazienti anche dei Centri privati e dei Centri pubblici che non fanno la DP, le percentuali riportate dal Registro Italiano di Dialisi e Trapianto [13] sono ovviamente molto inferiori, con un’incidenza globale del 14,5% (dati riferiti a 13 regioni) ed una prevalenza globale della DP nel 2019 del 12,6% (dati relativi a 10 Regioni). Per quanto riguarda il trend, abbiamo fatto riferimento ai 177 Centri con dati completi anche per la HD e anche per il 2016. In questi Centri, dopo anni di sostanziale stabilità si registra un lieve calo dell’incidenza e della prevalenza in accordo con la sostanziale stabilità dei dati riportati dai Registri Internazionali ad eccezione degli USA, in cui la DP è in lieve ma costante aumento per i noti provvedimenti adottati (Figura 32).

Fig. 32: Prevalenza della DP riportata nei diversi registri di dialisi e trapianto del mondo occidentale nel tempo.
Fig. 32: Prevalenza della DP riportata nei diversi registri di dialisi e trapianto del mondo occidentale nel tempo.

Dialisi Peritoneale Incrementale

Si conferma che la Incr-DP coinvolge una percentuale di pazienti incidenti significativa ed è associata ad un maggior utilizzo della DP, in particolare della CAPD. Il trend sembra essersi arrestato da alcuni anni sia per quanto riguarda il numero di Centri che la praticano che per il numero di pazienti per la quale viene prescritta in questi Centri, riscontro atteso e che potrebbe essere correlato alla percentuale di late referral (non indagata in questa edizione). In assenza di dati di Registro internazionali, il Censimento del GSDP rimane una fonte di dati disponibile sull’argomento. Non sono purtroppo disponibili i dati del GFR di inizio dialisi.

CAPD/APD

All’inizio della DP la modalità più utilizzata è la CAPD mentre tra i pazienti prevalenti quella più utilizzata è la APD. A ciò contribuiscono verosimilmente due fattori, la dialisi incrementale prima ed il maggiore utilizzo dell’APD al ridursi della FRR e all’aumentare della permeabilità peritoneale. Infatti, se all’inizio del trattamento la DP incrementale è prevalentemente effettuata come CAPD, il trasferimento dalla CAPD alla APD rispetto all’inverso è significativamente superiore (e motivato dalla scelta del paziente/caregiver) e, per i pazienti trasferiti dalla HD e dal Tx alla DP, la metodica preferita è l’APD [1]. Il dato del 2019 è sostanzialmente invariato rispetto gli anni precedenti.

Assisted PD

Circa un quarto dei pazienti in DP necessita di assistenza per le procedure dialitiche. Tale percentuale, dopo il lieve calo registrato nel 2016 sembra essere tornata in linea con gli anni precedenti.

I dati internazionali sulla Assisted PD sono ancora scarsi e limitati a Paesi come la Francia ed altri Paesi del Nord Europa in cui, come noto, è effettuata prevalentemente dall’infermiera/personale sanitario/volontari a domicilio [5]. In Italia al contrario il caregiver maggiormente coinvolto rimane quello familiare. Per le altre figure si segnala un diminuito ricorso alle badanti ed uno aumentato al personale sanitario del Centro.

La DP in RSA rimane limitata ad un trascurabile numero di pazienti, in particolare se paragonato al numero dei pazienti in RSA che sono in HD.

Dropout e fallimento della tecnica

Le uscite dalla DP sembrano essersi ridotte, in particolare quelle per morte. In mancanza di altri dati non è possibile analizzarne le ragioni. Il sistema di calcolo del follow up cui rapportare gli eventi è rimasto lo stesso e come per le peritoniti è verosimile che sia sottostimato piuttosto che il contrario.

Il trasferimento alla HD rimane la causa principale di interruzione della metodica.

La principale causa di fallimento della tecnica è ancora la peritonite, in lieve aumento rispetto il 2016 così come in aumento sembra essere il malfunzionamento del catetere mentre in calo depurazione/UFF e scelta/impossibilità a proseguire la DP.

Peritoniti e Peritonite Sclerosante

In contrasto con l’aumento del drop out per peritonite è l’incidenza delle peritoniti, ben al di sotto dell’incidenza auspicabile indicata dalle linee guida ISPD 2022 di 0,40 ep/anno-pz [14], secondo un trend al costante calo negli anni peraltro in accordo con i dati di una recentissima analisi internazionale [15], cui il Censimento del GPDP ha contribuito. Rimane maggior del valore limite indicato dalle linee Guida la percentuale di colture negative (<15%), seppur costante negli anni [14].

A fronte di una riduzione dell’incidenza delle peritoniti, il dato etiologico mostra l’importanza di quelle da SA e da Gram Negativi rispetto a quelle “tradizionali” da SE, dato che potrebbe giustificare la mancata riduzione del drop-out da peritonite registrata nel 2019. L’incidenza di EPS continua a diminuire. È possibile che il dato sia stato ancora più sottostimato in epoca pandemica, in particolare per quanto riguarda l’EPS insorta dopo il Tx, soprattutto nel caso di pazienti trasferiti ad altri Centri per il follow up post Tx.

Aspetti particolari della DP

Catetere peritoneale. Rispetto il 2016 si registra un’ulteriore riduzione del ruolo del Nefrologo nel suo posizionamento ed il conseguente aumento di quello del Chirurgo, da solo o in collaborazione con il Nefrologo. Invariato il ricorso alla Videolaparoscopia.

Valutazione della permeabilità peritoneale. La diffusa valutazione della permeabilità peritoneale e soprattutto il costante incremento nell’utilizzo del 3,86% per il PET (dal 15,6% di tutti i Centri nel 2010 al 57,9% del 2019) osservati in questi anni suggeriscono attenzione all’ottimizzazione del trattamento dialitico e alla conservazione della membrana peritoneale.

Visite domiciliari. Invariato e sempre elevato il numero di Centri che non effettua le visite domiciliari (il 46,2%), mentre in lieve incremento quelli che le effettuano regolarmente (8,0% nel 2016 – 9,7% nel 2019) anche se sempre meno di un Centro su dieci. Il limitato ricorso a questa importante forma di monitoraggio, invariato se non peggiorato negli anni, è forse un indice delle difficoltà organizzative di molti Centri dialisi italiani. L’infermiere rimane il protagonista delle visite a domicilio.

Training. Indagato per la prima volta, solo con la modalità analitica di raccolta dei dati, il training è effettuato prevalentemente in Centro dal personale del Centro stesso nonostante i vantaggi noti del condurlo a domicilio del paziente. Quando effettuato a domicilio interviene personale esterno, da solo o in collaborazione con quello del Centro, indice di difficoltà organizzative.

 

Conclusioni

Il Censimento 2019 ha coinciso con la pandemia COVID ma nonostante questa, grazie all’impegno dei Referenti DP, la copertura raggiunta è risultata, anche se non completa, comunque significativa.

L’utilizzo della DP sembra essere in lieve riduzione nonostante i risultati della DP in Italia si siano confermati di buon livello, come indicato dall’incidenza costantemente in riduzione delle peritoniti, dalla riduzione della mortalità e dalla riduzione del drop out in HD.

 

Ringraziamenti

Si ringraziano i Referenti dei Centri che hanno aderito al Censimento e che con il loro impegno hanno reso possibile la raccolta dati ed il presente lavoro.

Abdulsattar Giamila (Oristano)
Agostini Barbara (Biella)
Alberghini Elena (Cinisello Balsamo)
Alessandrello Ivana (Modica)
Alfano Gaetano (Modena)
Ambrogio Antonina (Rovigo)
Ancarani Paolo (Sestri Levante)
Angelini Maria Laura (Forlì)
Angelo Maria Letizia (Camposampiero)
Ansali Ferruccio (Civitavecchia)
Autuly Valerie Marie (Città di Castello)
Basso Anna (Padova)
Benozzi Luisa (Borgomanero)
Bermond Francesca (Torino)
Bianco Beatrice (Verona)
Bilucaglia Donatella (Torino)
Bisello Walter (Urbino)
Boccadoro Roberto (Rimini)
Bonesso Cristina (San Donà di Piave)
Bonvegna Francesca (Verbania)
Borettaz Ilaria (Lodi)
Borrelli Silvio (Napoli)
Bosco Manuela (Gorizia)
Braccagni Beatrice (Poggibonsi)
Brigante Maurizio (Campobasso)
Budetta Fernando (Eboli)
Caberlotto Adriana (Treviso)
Cabibbe Mara (Milano)
Cabiddu Gianfranca (Cagliari)
Cadoni Maria Chiara (San Gavino Monreale)
Cannarile Daniela Cecilia (Bologna)
Cantarelli Chiara (Parma)
Capistrano Mariano (Montichiari)
Cappelletti Francesca (Siena)
Capurro Federica (Novara)
Caria Simonetta (Quartu Sant’ Elena)
Carta Annalisa (Nuoro)
Caselli Gian Marco (Firenze)
Caselli Ada (Ascoli Piceno)
Casuscelli di Tocco Teresa (Messina)
Centi Alessia (Roma)
Cerroni Franca (Rieti)
Ciabattoni Marzia (Savona)
Cianfrone Paola (Catanzaro)
Cimolino Michele (Pordenone)
Ciurlino Daniele (Sesto San Giovanni)
Colombo Patrizia (Vercelli)
Colucci Giuseppina (Putignano)
Comegna Carmela (Tivoli)
Contaldo Gina (Monza)
Cornacchia Flavia (Cremona)
Cosa Francesco (Legnano)
Costa Silvano (Voghera)
Costantino Ester Maria Grazia (Manerbio)
D’Alonzo Silvia (Roma)
D’Altri Christian (Martina Franca)
D’Amico Maria (Trapani)
Del Corso Claudia (Pescia)
D’Elia Filomena (Bari)
Della Gatta Carmine (Nola)
Di Daniele Nicola (Roma)
Di Franco Antonella (Barletta)
Di Liberato Lorenzo (Chieti)
Di Loreto Ermanno (Atri)
Di Somma Agnese (San Marco Argentano)
Di Stante Silvio (Pesaro – Fano)
Distratis Cosimo (Manduria)
Domenici Alessandro (Roma)
Esposito Samantha (Grosseto)
Esposito Vittoria (Pavia)
Fancello Sabina (Tempio Pausania)
Fattori Laura (Senigallia)
Ferrando Carlo (Cuneo)
Ferrara Gaetano (San Giovanni Rotondo)
Figliola Carmela (Gallarate)
Filippini Armando (Roma)
Fiorenza Saverio (Imola)
Fischer Maria Stephanie (Bolzano)
Flavio Scanferla (Venezia)
Frattarelli Daniele (Roma)
Gabrielli Danila (Aosta)
Gai Massimo (Torino)
Gammaro Linda (Verona)
Gangeri Fabio (Roma)
Garofalo Donato (Fermo)
Gazo Antonietta (Vigevano)
Gherzi Maurizio (Ceva)
Glauco Gianni (Prato)
Giozzet Morena (Feltre)
Giudicissi Antonio (Cesena)
Giuliani Anna (Vicenza)
Graco Angelo (La Spezia)
Grill Anna (Asti)
Gullo Maurizio (Lamezia Terme)
Guzzo Daniela (Livorno)
Heidempergher Marco (Milano)
Iacono Rossella (Civita Castellana)
Iadarola Gian Maria (Torino)
Iannuzzella Francesco (Reggio Emilia)
Isola Elisabetta (Ravenna)
La Milia Vincenzo (Lecco)
Laudadio Giorgio (Bassano del Grappa)
Laudon Alessandro (Trento)
Lenci Federica (Ancona)
Leonardi Sabina (Trieste)
Lepori Gianmario (Olbia)
Libetta Carmelo (Pavia)
Licciardello Daniela (Acireale)
Lidestri Vincenzo (Chioggia)
Lisi Lucia (Vimercate)
Lo Cicero Antonina (San Daniele)
Luciani Remo (Roma)
Magnoni Giacomo (Bologna)
Malandra Rosella (Teramo)
Manca Rizza Giovanni (Pontedera)
Manfrini Vania (Seriate)
Mangano Stefano (Varese)
Manini Alessandra (Piacenza)
Mariani Roberta (Vasto)
Marini Alvaro (Popoli)
Martella Vilma (Lecce)
Masa Maria Alessandra (Sondrio)
Mastrippolito Silvia (Lanciano)
Matalone Massimo (Catania)
Mauro Teresa (Rossano)
Mazzola Giuseppe (Mantova)
Mazzotta Antonio (Casale Monferrato)
Messina Antonina (Catania)
Michelassi Stefano (Firenze)
Migotto Clara (Vizzolo Predabissi)
Miniello Vincenzo (Pistoia)
Mollica Agata (Cosenza)
Montalto Gaetano (Taormina)
Montanari Marco (Albano Laziale)
Montemurro Vincenzo (Firenze)
Neri Loris (Alba)
Nicolai Giulia Adriana (Conegliano)
Nicosia Valentina (Formia)
Orani Maria Antonietta (Milano)
Panuccio Vincenzo (Reggio Calabria)
Panzino Antonio Rosario (Catanzaro)
Parodi Denise (Genova)
Pastorino Nadia (Novi Ligure)
Pellegrino Cinzia (Cetraro)
Perna Concetta (Cerignola)
Perosa Paolo (Pinerolo)
Pignone Eugenia (Rivoli)
Pinerolo Cristina (MIlano)
Piraina Valentina (Ivrea)
Piredda Maria (Sassari)
Pirrottina Maria Anna (San Benedetto del Tronto)
Pogliani Daniela Rosa Maria (Garbagnate Milanese)
Porreca Silvia (Altamura)
Pozzi Marco (Desio)
Previti Antonino (Santorso)
Puliti Maria Laura (Palestrina)
Randone Salvatore (Avola)
Rapisarda Francesco (Catania)
Ratto Elena (Genova)
Ricciardi Daniela (Castiglione del Lago)
Rocca Anna Rachele (Roma)
Russo Roberto (Bari)
Russo Domenico (Napoli)
Russo Francesco Giovanni (Scorrano)
Sabatino Stefania (Udine)
Santarelli Stefano (Jesi)
Santese Domenico (Taranto)
Santinello Irene (Piove di Sacco)
Santirosi Paola Vittoria (Spoleto)
Santoferrara Angelo (Civitanova Marche)
Santoro Domenico (Messina)
Saraniti Antonello (Milazzo)
Savi Umberto (Belluno)
Scalamogna Antonio (Milano)
Scalzo Berta Ida (Cirie’)
Scarfia Rosalia Viviana (Caltagirone)
Somma Giovanni (Castellamare di Stabia)
Stacchiotti Lorella (Giulianova)
Stramignoni Emanuele (Chieri)
Stucchi Andrea (Milano)
Taietti Carlo (Treviglio)
Tartaglia Luciano (Foggia)
Tata Salvatore (Mestre)
Timio Francesca (Perugia)
Todaro Ignazio (Piazza Armerina)
Toriello Gianpiero (Polla)
Torraca Serena (Salerno)
Totaro Erica (Dolo)
Tramontana Domenico (Vibo Valentia)
Trepiccione Francesco (Napoli)
Trubian Alessandra (Legnago)
Turchetta Luigi (Cassino)
Vaccaro Valentina (Alessandria)
Vecchi Luigi (Terni)
Visciano Bianca (Magenta)
Viscione Michelangelo (Avellino)
Vizzardi Valerio (Brescia)

 

Bibliografia

  1. Marinangeli G, Cabiddu G, Neri L et al; Italian Society of Nephrology Peritoneal Dialysis Study Group. Old and new perspectives on peritoneal dialysis in Italy emerging from the Peritoneal Dialysis Study Group Census. Perit Dial Int 2012; 32:558-65, https://doi.org/3747/pdi.2011.00112.
  2. Marinangeli G, Cabiddu G, Neri L et al; Italian Society of Nephrology Peritoneal Dialysis Study Group. Andamento della DP in Italia nei Centri pubblici non pediatrici. Risultati del censimento GSDP-SIN 2010 e confronto con i censimenti 2008 e 2005. G Ital Nefrol 2014; 31(4), http://www.nephromeet.com/web/procedure/protocollo.cfm?List=WsIdEvento,WsIdRisposta,WsRelease&c1=00194&c2=14&c3=1
  3. Marinangeli G, Cabiddu G, Neri L et al; Italian Society of Nephrology Peritoneal Dialysis Study Group. Peritoneal Dialysis in Italy: the fourth GSDP-SIN census 2012. G Ital Nefrol 2017; 34(2), https://giornaleitalianodinefrologia.it/en/2017/04/la-dp-in-italia-il-censimento-del-gsdp-sin-2012-cs-12/.
  4. Marinangeli G, Neri L, Viglino G et al; Peritoneal Dialysis Study Group of Italian Society of Nephrology.PD in Italy: the 5th GSDP-SIN Census 2014. G Ital Nefrol 2018;35(5), https://giornaleitalianodinefrologia.it/en/2018/09/la-dialisi-peritoneale-in-italia-il-5-censimento-del-gsdp-sin-2014/.
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  7. Quintaliani G, Di Luca M, Di Napoli A et al. Census of the renal and dialysis units by Italian Society of Nephrology: structure and organization for renal patient assistance in Italy (2014-2015). G Ital Nefrol 2016; 33(5), https://giornaleitalianodinefrologia.it/en/2016/10/censimento-a-cura-della-societa-italiana-di-nefrologia.
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  9. USRDS Annual Data Report. Volume 2 – ESRD in the United States, https://www.usrds.org/media/2283/2018_volume_2_esrd_in_the_us.pdf.
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  14. Li PK, Chow KM, Cho Y et al.ISPD peritonitis guideline recommendations: 2022 update on prevention and treatment. Perit Dial Int. 2022; 42(2):110-153, https://doi.org/1177/08968608221080586.
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Censimento a cura della Società Italiana di Nefrologia delle strutture nefrologiche e delle loro attività in Italia nel 2018: l’organizzazione

Abstract

Introduzione: Considerato il crescente impatto della malattia renale cronica, la Società Italiana di Nefrologia ha deciso di intraprendere un nuovo censimento delle strutture nefrologiche in Italia al dicembre 2018, che segue, a distanza di quattro anni, quelli del 2004, 2008, 2014. Metodi: È stato sviluppato un questionario con 60 domande, distribuito mediante un sistema informatizzato che permetteva ai centri di nefrologia di rispondere on line, correggendo eventuali grossolani errori. L’indirizzario dei centri di nefrologia è stato fornito dai presidenti delle varie sezioni regionali e completato con quello con quello ottenuto dalla mappa dei centri dialisi italiani (DialMap) disponibile sul sito SIN. Risultati: Abbiamo identificato 567 strutture di nefrologia e dialisi. Il numero di strutture complesse pubbliche per milione di abitanti è risultato essere 3,3. Il modello organizzativo è differente nelle regioni con alcune di esse in cui questo è basato su strutture nefrologiche pubbliche con molte strutture di assistenza limitata, mentre in altre (specie al centro-sud) con numerose strutture private Nelle strutture che hanno risposto al censimento i letti nefrologici sono circa 37,6 pmp. Gli infermieri in HD sono 8.130, in degenza 1.827, negli ambulatori 432. Conclusioni: Il censimento offre uno spaccato della situazione nefrologica italiana, del modello organizzativo, delle risorse e servizi offerti e dei carichi di lavoro e quindi può essere preso come punto di riferimento per valutazioni e paragoni all’interno delle regioni tra le regioni e anche verosimilmente a livello internazionale

Parole chiave: carichi di lavoro, censimento, nefrologia, organizzazione

Introduzione

Con l’intento di proseguire con la fotografia della attività nefrologica nazionale, il Presidente e il Consiglio Direttivo (CD) della Società Italiana di Nefrologia hanno deciso di dar vita a un nuovo censimento che fotografasse l’attività clinico-assistenziale e il carico di lavoro della nefrologia italiana, nonché la distribuzione e consistenza dei centri di Nefrologia al 31.12.2018. Realizzare un censimento su base nazionale è un lavoro estremamente gravoso, sia in fase progettuale che sotto l’aspetto pratico-attuativo. D’altronde, la modalità del censimento resta l’unica via per ottenere dati concreti di attività e di performance in tempi rapidi.
 

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