Abstract
Introduzione: la dialisi peritoneale (DP) rappresenta un esempio di de-ospedalizzazione per il paziente che necessita l’avvio del trattamento dialitico.
Pazienti e metodi: sono stati arruolati 73 pazienti in DP in cura presso l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina. 39 pazienti (gruppo DP automatizzata APD) sono stati seguiti in modo convenzionale, mentre 34 pazienti (gruppo remote monitoring RM-APD) sono stati seguiti in telemedicina.
Risultati: non vi sono state differenze in termini di efficacia dialitica tra i due gruppi. Il gruppo RM-APD ha avuto minore necessità di visite ambulatoriali non programmate, con minore tasso di ospedalizzazione (7 vs 17; p: 0,03) e di drop-out (p: 0,04). Abbiamo rilevato una minor incidenza di infezione da Covid-19 nei pazienti in DP rispetto ai pazienti emodializzati (12 pazienti vs 31; p: 0,02), con un minor numero di ricoveri ospedalieri secondari al Covid (15% vs 70%; p: 0,001). Il paziente in DP ha una migliore percezione dello stato di salute rispetto al paziente emodializzato. La DP domiciliare ha richiesto circa un terzo del costo necessario per la gestione di un paziente emodializzato cronico tri-settimanale seguito presso un centro ospedaliero.
Conclusione: la telemedicina è un metodo sicuro nella gestione del paziente in DP, favorendo la de-ospedalizzazione, riducendo complicanze infettive e ospedalizzazioni con un netto miglioramento della qualità di vita dei pazienti e una significativa riduzione dei costi.
Parole chiave: telemedicina, remote monitoring, dialisi peritoneale