Abstract
La glomerulonefrite associata ad infezione stafilococcica (SAGN) rappresenta una possibile variante di glomerulonefrite parainfettiva, e costituisce un’entità patologica in costante aumento nei Paesi industrializzati. Come noto, le infezioni batteriche possono rappresentare un possibile trigger di numerosi tipi di glomerulonefrite con esordio e andamento clinico sovrapponibili alle glomerulonefriti parainfettive. Inoltre, molto spesso non sempre è possibile isolare ed identificare il patogeno responsabile della glomerulonefrite parainfettiva. Pertanto molto spesso nei casi di sospetta SAGN, ai fini di una corretta diagnosi differenziale, si rende necessario ricorrere alla biopsia renale. In letteratura, classicamente la caratteristica anatomopatologica distintiva di SAGN è rappresentata dalla presenza di proliferazione mesangiale e/o endocapillare, con depositi di IgA predominanti o codominanti all’immunofluorescienza, che la pongono in diagnosi differenziale con la nefropatia da IgA. Esistono tuttavia diversi report che testimoniano come la natura degli immunodepositi in corso di SAGN possa essere altamente variabile. In alcuni casi i depositi di IgA possono risultare addirittura assenti, in altri ancora viene documentata una netta dominanza dei depositi di C3. Quest’ultimo scenario in particolare è di indubbia rilevanza, poiché pone l’assoluta necessità di escludere la diagnosi di C3 glomerulopathy (C3GN), dato anche il diverso approccio terapeutico e le diverse implicazioni prognostiche ad essa associati. La diagnosi differenziale tra SAGN e C3GN può risultare tuttavia particolarmente ostica.
Riportiamo di seguito il caso clinico di un paziente ricoverato presso la nostra Unità Operativa che ha sviluppato una forma di SAGN presentante all’esame istologico suddette caratteristiche anatomopatologiche atipiche.
Parole chiave: glomerulonefrite stafilococcica, C3GN, diagnosi differenziale, istopatologia renale.