Abstract
I pazienti in Dialisi presentano un rischio aumentato per la malattia da virus SARS CoV-2 e le sue complicanze, sia per le multiple comorbidità che per l’alterazione immunitaria propria della Insufficienza renale. In questo studio retrospettivo osservazionale descriviamo le caratteristiche cliniche e l’evoluzione della malattia da SARS CoV-2 in 19 casi nei centri di Pesaro e Fano, zone in cui la prevalenza e la mortalità dell’epidemia sono state tra le più elevate d’Italia. I pazienti in trattamento erano 153 in extracorporea e 23 in dialisi peritoneale per un totale di 176. L’incidenza dell’infezione è stata del 10,8%, la mortalità del 53% con necessità di ospedalizzazione nell’84% dei casi; il sintomo di presentazione più frequente è stata la febbre (84,2%) e la terapia più utilizzata è stata l’associazione di Eparina e idrossiclorochina (57,9%).
Dal confronto tra la popolazione dei deceduti e dei sopravvissuti sono risultate significativamente differenti la presenza di cardiopatia e l’età anagrafica tra i dati anamnestici, l’astenia e la dispnea tra i quadri di presentazione; LDH e CPK sono risultate più elevate tra i deceduti; nei guariti più frequente l’utilizzo di enoxaparina. Dall’osservazione nel tempo del numero di contagi emerge come la gran parte di quelli con clinica ed outcome peggiori si sia concentrata nelle fasi precoci dell’epidemia, entro i primi 20 giorni dalla messa in atto e dalla codifica delle misure di prevenzione del contagio, unico fattore modificabile sicuramente efficace sull’evoluzione degli eventi.
Parole chiave: SARS CoV-2, COVID-19, dialisi, nefrologia