Abstract
Gli episodi AKI stadio III KDIGO con necessità di trattamento sostitutivo possono esitare in un danno cronico permanente (MRC), anche ad anni di distanza. Dati preliminari suggeriscono come il rapporto tra AKI e MRC sia condizionato da modalità e fattori tecnici dialitici in parte modificabili, quali il timing dialitico precoce, la dose adeguata, il trattamento continuo, l’uso di membrane biocompatibili e l’applicazione di anticoagulazione regionale con citrato. Tuttavia, nella maggioranza delle ICUs il ruolo rivestito dal consulente nefrologo è marginale. Il follow-up nefrologico post-dimissione, in grado anche per il solo effetto di un corretto approccio farmacologico e dietetico (ACEi/sartanici) di rallentare la progressione della MRC, è una pratica rara. In effetti, l’aumento della sopravvivenza d’organo porterebbe ad risparmio di trattamenti sostitutivi, e dei relativi costi. A fronte di queste nuove esigenze, in Piemonte e Valle d’Aosta da molti anni i referenti nefrologi dei vari Centri Dialisi hanno costituito un gruppo di lavoro (gruppo Acuti), con a disposizione medici dedicati e generose risorse per le necessità delle ICUs. Nel tempo si è potuto mantenere un elevato livello di aggiornamento culturale, e riuscire ad essere competitivi ed innovativi nelle ICUs locali. È verosimile che in futuro sarà necessario ridisegnare il ruolo del nefrologo in Area Critica, con nuove proprie competenze specifiche. L’acquisizione di nuove competenze dovrà necessariamente passare attraverso uno scambio costante con la cultura intensivistica.
Parole chiave: Lavoro di gruppo, Organizzazione