Uso dei modulatori della CFTR in una paziente affetta da fibrosi cistica, insufficienza renale cronica in emodialisi e portatrice di trapianto di fegato

Abstract

La fibrosi cistica è una malattia autosomica recessiva causata dalla mutazione del gene che codifica per la proteina CFTR (regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica). Il più recente approccio terapeutico alla fibrosi cistica mira a correggere le anomalie strutturali e funzionali della proteina CFTR.
I modulatori CFTR, compreso ivacaftor-tezacaftor-elexacaftor, sono utilizzati con beneficio nei pazienti con mutazione F508del. Ad oggi, non esistono esperienze di terapia con modulatori CFTR in pazienti con fibrosi cistica con trapianto d’organo e grave insufficienza renale.
Riportiamo il caso di una paziente affetta da fibrosi cistica con mutazione F508del, sottoposta a trapianto di fegato all’età di 19 anni e in trattamento emodialitico dall’età di 24 anni per malattia renale cronica terminale secondaria a glomerulonefrite membranosa. È stata trattata con Kaftrio (ivacaftor-tezacaftor-elexacaftor) con benefici clinici sull’appetito, miglioramento dell’indice di massa corporea e riduzione delle riacutizzazioni polmonari. A causa di un’alterazione della funzionalità epatica è stata necessaria una riduzione del dosaggio al 75% della dose standard.
Conclusioni. L’uso dei modulatori CFTR può essere considerato sicuro nei pazienti con fibrosi cistica, trapianto di fegato e malattia renale allo stadio terminale ma è necessario un monitoraggio clinico e laboratoristico della funzionalità epatica.

Parole chiave: modulatori della proteina CFTR, fibrosi cistica, ESRD, trapianto di fegato

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Introduction

Cystic fibrosis (CF) is an inherited disease caused by mutations of the gene encoding the cystic fibrosis transmembrane conductance regulator (CFTR) protein, expressed on the epithelial cells of many organs, including respiratory tract, pancreas, liver, intestine, reproductive tract.

The main clinical manifestations include chronic productive cough, difficulty in breathing, intolerance to exercise, pancreatic insufficiency, intestinal malabsorption, meconium ileus at birth.

The main burden to quality of life and the major cause of mortality in CF is progressive lung disease secondary to chronic airway obstruction that predisposes to recurrent pulmonary infection.

Classical treatment of CF is focused on the consequences of CFTR dysfunction and it includes respiratory physiotherapy, muco-active agents, aggressive antibiotic therapy, pancreatic enzyme replacement, high-calorie and high-fat diet.

The newest therapy approach to CF aims to correct structural and functional abnormalities of CFTR protein using CFTR modulators.

To date, there is no experience of CFTR modulators use in patients with end-stage renal disease (ESRD) and in patients undergone organ transplantation. 

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Cisti epatica infetta in paziente ADPKD trattato con dialisi peritoneale

Abstract

Le infezioni delle cisti renali ed epatiche sono tra le più importanti complicanze infettive dell’ADPKD e richiedono spesso l’ospedalizzazione. Le cisti epatiche risultano ancora più complesse rispetto a quelle renali, e la loro diagnosi e trattamento sono abbastanza controversi.

Riportiamo il caso clinico di un paziente di 58 anni affetto da ADPKD sottoposto a trattamento dialitico peritoneale. Presentatosi all’osservazione con febbre e severa astenia, gli è stata diagnosticata ecograficamente un’infezione di cisti epatica. Vista la presenza del catetere peritoneale, e per favorire il trattamento mirato dell’infezione, il paziente è stato sottoposto a somministrazione di antibiotici (ceftazidime e teicoplanina) nelle sacche utilizzate per gli scambi dialitici peritoneali per 4 settimane, con completa risoluzione della sintomatologia e delle alterazioni ecografico-laboratoristiche.

La somministrazione intraperitoneale di antibiotici nel trattamento di cisti epatiche infette rappresenta un’efficace e sicura alternativa terapeutica, finora mai descritta in letteratura.

 

Parole chiave: ADPKD, ESRD, infezioni cisti epatiche, dialisi peritoneale

Introduzione

L’ADPKD è la più comune malattia ereditaria renale a trasmissione autosomico dominante, nonchè la quarta causa di End Stage Renal Disease (ESRD), ed ha un’incidenza variabile tra 1:500 e 1:1000 individui. Nell’85% dei casi è caratterizzata dalla presenza di mutazioni del gene PKD1 e nel 15% dei casi del gene PKD2, codificanti rispettivamente per la Podocina 1 e Podocina 2, che portano alla formazione di cisti, principalmente a livello renale ed epatico. Molti pazienti sono asintomatici nelle fasi iniziali, e presentano poi sintomi quali macroematuria, proteinuria, coliche renali, insufficienza renale cronica, sintomi da ingombro addominale, manifestazioni cardiovascolari (ipertensione, ipertrofia del ventricolo sinistro, prolasso della valvola mitrale, aneurismi), infezioni del tratto genitourinario, carcinoma renale e diverticolosi [16]. Le principali complicanze sono le emorragie e le infezioni delle cisti [7]. 

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Manifestazioni Renali del Rene Policistico Autosomico Dominante

Abstract

Il rene policistico colpisce oltre 12 milioni di individui nel mondo ed è la quarta causa di ESRD. E’ la principale malattia monogenica che colpisce il rene e determina la progressiva formazione di cisti che portano all’insufficienza renale dopo qualche decennio. Le principali manifestazioni della malattia si osservano anche in giovane età.
La prima manifestazione renale è rappresentata dal difetto di concentrazione urinaria dovuta sia all’alterazione della midollare da parte delle cisti sia ad una resistenza alla vasopressina. Queste alterazioni anatomiche determinano anche l’instaurarsi dell’iperfiltrazione, di un alterato trasporto dell’ammonio, di una predisposizione alla formazione di calcoli ma soprattutto alla comparsa di ipertensione arteriosa anche in età pediatrica. E’ stata dimostrata un’attivazione del sistema renina-angiotensina responsabile del mantenimento di elevati valori pressori nonché della crescita delle cisti e della fibrosi renale. L’ipertensione arteriosa sarebbe responsabile dell’ipertrofia ventricolare. Molti recenti studi hanno confermato il ruolo del controllo pressorio, soprattutto se rigoroso, nella riduzione della progressione della malattia renale e l’utilizzo degli ACE-inibitori sembrerebbe avere un’efficacia superiore agli altri farmaci antiipertensivi.
La progressione della malattia renale si evidenzia con la caduta del filtrato glomerulare che può essere minimo nei primi anni grazie all’iperfiltrazione ma in seguito può anche superare i 5 ml/min per anno soprattutto quando il volume renale totale (TKV) supera i 1500 ml.
Nelle forme a più rapida progressione l’ESRD può comparire intorno a 55 anni di età ed i principali fattori di rischio sono rappresentati dall’età, la mutazione genetica, la familiarità per ESRD, episodi di macroematuria e l’insorgenza di ipertensione in giovane età. Alcuni autori hanno proposto degli score sia genetici sia clinici che possono fornire indicazioni sulle probabilità di rapida progressione.
Altre manifestazioni della malattia sono il dolore renale, la nefrolitiasi, le infezioni delle vie urinarie e delle cisti. Il carcinoma renale è un evento molto raro.

PAROLE CHIAVE: rene policistico autosomico dominante dell’adulto, ipertensione arteriosa, sistema renina-angiotensina-aldosterone, iperfiltrazione compensatoria, volume renale, ESRD.

Introduzione

Il rene policistico rappresenta la malattia ereditaria monogenica più frequente in ambito nefrologico. Ne sono affetti circa 12,5 milioni di individui nel mondo ed è la quarta causa di insufficienza renale terminale dopo il diabete, l’ipertensione e le glomerulonefriti (1). 

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