Gennaio Febbraio 2017 - In depth review

Il trattamento del diabete mellito di tipo 2 nei pazienti affetti da malattia renale cronica: cosa aspettarsi dai nuovi ipoglicemizzanti orali

Abstract

Allo stato attuale viene stimata una prevalenza di circa 200 milioni di persone affette da malattia renale cronica. Tra le cause principali di malattia renale cronica, almeno nel mondo occidentale, vi sono l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi e la malattia diabetica. Circa il 40% dei pazienti diabetici sviluppa una malattia renale cronica (CKD) e lo stretto controllo dei valori glicemici diventa di fondamentale importanza per ritardare, quanto possibile, la progressione del danno renale.

Le terapie convenzionali per il trattamento farmacologico del diabete mellito di tipo 2 si sono basate, finora, sull’impiego della metformina, delle sulfaniluree, delle meglitinidi, dei tiazolidinedioni e dell’insulina. Sebbene i farmaci appena elencati abbiano giocato e tuttora recitino un ruolo da protagonisti nella terapia del paziente diabetico, soltanto il pioglitazone può essere liberamente somministrato nei pazienti affetti da CKD indipendentemente dallo stadio di malattia.

I nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali (inibitori della dipeptidil peptidasi IV, agonisti dei recettori per il glucagon – like peptide – I e gli inibitori del co – trasportatore sodio/glucosio di tipo 2) vengono impiegati con sempre maggiore frequenza ma il punto fondamentale è quello di individuare, nell’ambito delle diverse classi di farmaco, la/le molecole più adatte per il paziente con compromissione della funzione renale.

Parole chiave: agonisti recettoriali GLP – I, inibitori DPP – IV, inibitori SGLT – 2, malattia renale cronica, nefropatia diabetica

 

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