Abstract
La malattia renale cronica (CKD) rappresenta ad oggi una condizione patologica sempre più diffusa. L’aumento del numero di soggetti affetti da CKD a livello mondiale è legato a una maggiore sopravvivenza dei pazienti grazie ai progressi raggiunti in ambito terapeutico. La necessità di strategie terapeutiche volte a prevenire l’insorgenza di CKD e a rallentarne la progressione ha condotto all’applicazione di una terapia di associazione rappresentata da un inibitore del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAASi) e un inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2i), con una dimostrata efficacia nel ridurre l’insorgenza di eventi cardiovascolari e la progressione della CKD. Le maggiori linee guida aggiornate raccomandano una strategia multifarmacologica “sartorializzata” sul rischio cardiorenale residuo del singolo individuo. Le linee guida KDIGO raccomandano un approccio graduale per la gestione del diabete mellito e della CKD, con RAASi e SGLT-2i come terapia di prima linea e GLP-1 RA e MRAs non steroidei indicati in aggiunta successiva per una ulteriore protezione cardiorenale. Gli antagonisti del recettore di tipo A dell’endotelina (ERAs), farmaci di più recente diffusione, hanno dimostrato i loro effetti antiproteinurici e nefroprotettivi in differenti trial. L’obiettivo della messa in atto di strategie terapeutiche sempre più efficaci e quanto più personalizzate sul singolo paziente, vede la necessità di combinare l’utilizzo di più classi di farmaci in grado di agire in maniera combinata su diversi pathway.
Parole chiave: CKD, proteinuria, rischio cardiovascolare, diabete mellito, terapia di associazione