Psicologia della comunicazione tra medico/infermiere e paziente in nefrologia e dialisi

Abstract

Le persone affette da malattia renale cronica possono passare diversi anni in uno stato particolare, di vita sì, ma non di piena salute; la malattia, quindi, diviene “una condizione di vita” che richiede “un arduo e continuo processo di adattamento a più livelli: cognitivo, emotivo e fisico”. Il contatto con il medico spesso non aiuta questi malati a comprendere cosa sta accadendo e a riorganizzare la propria vita, in quanto non viene utilizzata una strategia di comunicazione efficace da parte del personale sanitario. Occorre infatti superare i principali ostacoli alla corretta comunicazione medica, quali ad esempio il linguaggio tecnico incomprensibile, l’ambiguità, la mancanza di formazione in ambito comunicativo e la presenza di situazioni stressanti.

I malati cronici hanno il diritto di essere informati sulla loro malattia e sulla scelta del loro trattamento in modo semplice, chiaro ed imparziale; queste informazioni li aiuteranno a gestire la loro patologia renale, ad “accettare” la malattia e a trovare la giusta motivazione per aderire nel tempo alle prescrizioni mediche.

Parole chiave: Comunicazione, medico, infermiere, paziente cronico

Introduzione

Quando una persona perde la funzionalità dei propri reni, la sua vita e quella dei suoi familiari cambia redicalmente perché la malattia renale è cronica, la dialisi e il trapianto sono terapie impegnative e continuate nel tempo [1]. 

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La comunicazione Medico-Paziente

Abstract

Il rapporto tra Medico e Paziente è di fondamentale importanza in Medicina e nei secoli ha subito profonde trasformazioni. Si è passati dalla figura del medico “autoritario”, cui tutto era permesso senza nessun tipo di limite, attraverso quella del medico “paternalistico”, che agiva per il bene del malato, fino al medico “umano” che coinvolge il malato nel processo di cura. Attualmente il malato interagisce attivamente con il medico, che lo informa in modo adeguato e comprensibile, perché questo è l’unico modo per avere una comunicazione efficace che eviti fraintendimenti dovuti al diverso significato che può essere attribuito alle parole, da parte del medico da un lato e del paziente dall’altro. Il medico deve sempre verificare che il paziente abbia compreso correttamente quanto spiegato perché solo a seguito di una corretta comunicazione il paziente può decidere in modo informato quali siano i suoi bisogni. A tal proposito, il Corso di Laurea in Medicina dovrebbe prevedere corsi di comunicazione “ad hoc”.

Parole chiave: medico, paziente, comunicazione, umanizzazione

Introduzione

Il rapporto medico-paziente è un libro aperto, un “work in progress”, che nel corso dei secoli ha subito e continua a subire profonde trasformazioni in relazione e parallelamente a quelle della vita sociale.

Sulla problematicità del rapporto comunicativo tra medico e paziente tanto è già stato scritto: molta attenzione è stata dedicata all’argomento sia dai clinici, sia dagli psicologi, sia dai sociologi, ma solo negli ultimi anni il problema è stato affrontato con il metodo della ricerca scientifica.

In questa sede si vuole brevemente porre in evidenza le molteplici caratteristiche di questo rapporto, che è alla base della vita di quasi tutti i cittadini. 

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