Abstract
Background/obiettivi. La dialisi peritoneale rappresenta una forma consolidata di terapia sostitutiva renale; tuttavia, la peritonite rimane una delle principali complicanze ad essa associata. Questo studio, analizzando due decenni di dati della Divisione di Nefrologia, Dialisi e Ipertensione dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, mirava a identificare i fattori prognostici legati agli eventi di peritonite. Ha inoltre cercato di valutare l’idoneità di diverse tecniche di dialisi peritoneale, con particolare attenzione alla dialisi peritoneale automatizzata (APD) e alla dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD). Inoltre, lo studio ha valutato l’impatto di un programma educativo introdotto nel 2005 sulla frequenza della peritonite.
Metodi. Conducendo uno studio osservazionale, retrospettivo, monocentrico, sono stati inclusi nell’analisi 323 pazienti, classificati in base al loro utilizzo di APD o CAPD.
Risultati. Nonostante l’uso diffuso dell’APD, non è stata trovata alcuna correlazione significativa tra la tecnica dialitica (APD o CAPD) e l’insorgenza della peritonite. L’analisi dell’impatto del programma educativo non ha rivelato differenze significative nell’insorgenza della peritonite. Tuttavia, è emersa una chiara relazione tra il monitoraggio regolare del paziente presso il centro di riferimento e la durata della dialisi peritoneale.
Conclusioni. Nonostante l’assenza di una chiara associazione tra insorgenza di peritonite e tecnica di dialisi, il monitoraggio regolare dei pazienti presso il centro di riferimento era significativamente correlato alla durata prolungata della dialisi peritoneale.
Parole chiave: malattia renale allo stadio terminale, dialisi peritoneale, peritonite, catetere peritoneale