Disfunzioni esecutive nei pazienti in trattamento emodialitico cronico: un possibile sintomo di demenza vascolare

Abstract

Introduzione. I pazienti in trattamento emodialitico cronico (HD) hanno un rischio 8-10 volte maggiore di incorrere in eventi ictali e di sviluppare deterioramento cognitivo. L’ingente stress vascolare a cui sono sottoposti potrebbe costituire la base per lo sviluppo di quadri di demenza vascolare (VaD).
Obiettivo. Lo scopo dello studio è indagare le funzioni esecutive, tipicamente compromesse nelle VaD, dei pazienti in trattamento emodialitico cronico.
Metodo. Sono stati reclutati pazienti in HD presso l’U.O.C. di Nefrologia e Dialisi (ASP Ragusa). Si è proceduto a raccogliere fattori di rischio per VaD e, successivamente, alla somministrazione del Frontal Assessment Battery (FAB).
Risultati. Sono stati inclusi 103 pazienti in HD (maschi = 63%, età 66 ± 14 anni). Tra i fattori di rischio per la VaD spicca un’alta percentuale di pazienti anemici (93%), ipertesi (64%) e coronaropatici (68%). I dati cognitivi ricavati tramite FAB riportano una percentuale di punteggi deficitari pari al 55%. Tutti i fattori di rischio hanno trovato una significativa associazione con i punteggi cognitivi. L’anemia, l’ipertensione, l’ipotensione intradialitica, la coronaropatia e l’omocisteina sono predittori negativi dell’integrità delle funzioni esecutive.
Conclusioni. Più della metà dei pazienti ha ottenuto punteggi deficitari al FAB. Appare evidente una ridotta flessibilità cognitiva, un’alta sensibilità all’interferenza, uno scarso controllo inibitorio e una compromissione della programmazione motoria. In conclusione, è stata rilevata nel paziente in HD una marcata compromissione delle funzioni esecutive, generalmente allocate nei lobi frontali del cervello, che potrebbe costituire il sintomo dello sviluppo di una demenza di natura vascolare.

Parole chiave: emodialisi, cognitivo, deterioramento, vascolare, demenza

Introduzione

I pazienti affetti da malattia renale cronica (CKD) sono solitamente più a rischio della popolazione generale di sviluppare deterioramento cognitivo [1], con una prevalenza che varia dal 13% al 58% [2-4]. L’associazione tra malattia renale cronica e funzioni cognitive è stata recentemente indagata e prove collettive dimostrano che una diminuzione del tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR) aumenta la probabilità di incorrere in deterioramento cognitivo [5, 6]. Sono molti i meccanismi eziopatogenetici sottostanti questo fenomeno, come la disfunzione vascolare, l’infiammazione, l’accumulo di tossine uremiche, l’anemia e le anomalie elettrolitiche [7]. I pazienti in End Stage Renal Disease (ESRD) hanno un rischio maggiore di sviluppare patologie cerebrovascolari e cardiovascolari [8]. In particolare, studi hanno dimostrato che i pazienti allo stadio terminale della malattia e in trattamento emodialitico cronico (HD) hanno un’incidenza di ictus 8-10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale, con una prevalenza di ictus emorragico rappresentante il 20% di tutti gli eventi ictali nel dializzato, e presentano una autoregolazione cerebrale alterata [912]. Nello specifico, l’emodialisi induce una significativa riduzione del flusso sanguigno cerebrale (CBF) in tutti i lobi durante le sedute emodialitiche [10]. Dunque, l’ingente stress vascolare a cui sono sottoposti questi pazienti potrebbe costituire la base per lo sviluppo del deterioramento cognitivo constatato in questa popolazione e, in particolare, per quadri di demenza vascolare [13].  

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