La mia vita di nefrologo con la passione per la patologia renale

Abstract

Il presente scritto racconta la vita nefrologica di Giovanni Barbiano di Belgiojoso a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Fin dall’inizio il suo interesse si è rivolto principalmente allo studio della patologia renale, ciò che lo ha portato ad essere tra i pionieri nel nostro Paese nell’impiego dell’immunofluorescenza per l’esame delle biopsie renali. Nel corso degli anni Barbiano di Belgiojoso ha condotto numerosi studi clinico-patologici su un’ampia gamma di nefropatie glomerulari, sovente in stretta collaborazione con altri gruppi nefrologici. Tra i suoi contributi allo sviluppo della nostra specialità va ricordato anche il ruolo che ha avuto nella fondazione e nelle attività del “Gruppo di Immunopatologia Renale” della Società Italiana di Nefrologia.

Parole chiave: storia della nefrologia, storia della nefrologia italiana, storia della patologia renale

Introduzione di Giovanni B. Fogazzi

Il presente scritto racconta la vita nefrologica di Giovanni Barbiano di Belgiojoso a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, incominciata nella Divisione di Nefrologia dell’ospedale Niguarda di Milano diretta da Luigi Minetti. Fin dall’inizio il suo interesse si è rivolto principalmente allo studio della patologia renale e delle sue implicazioni cliniche. Ciò lo ha portato ad essere tra i primi nel nostro Paese ad applicare e diffondere la tecnica dell’immunofluorescenza nell’esame delle biopsie renali (che aveva appreso da Jean Berger a Parigi) e a condurre studi clinico-patologici su un’ampia gamma di nefropatie, in stretta collaborazione con gli altri gruppi nefrologici milanesi e non solo. La seconda fase della vita nefrologica di Barbiano di Belgiojoso si è svolta, a partire dal 1984, all’ospedale Luigi Sacco di Milano, dove ha diretto fino al pensionamento, in qualità di primario, la Divisione di Nefrologia e Dialisi, senza mai interrompere la sua attività di ricerca clinica sulle patologie glomerulari. Tra i suoi meriti va ricordato anche il ruolo che ha avuto nella fondazione e nelle attività del Gruppo di Immunopatologia Renale della Società Italiana di Nefrologia.

 

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