Cuff shaving nelle infezioni recidivanti dell’exit-site in un paziente in dialisi peritoneale

Abstract

Nei pazienti in dialisi peritoneale l’emergenza cutanea (exit-site) rappresenta una potenziale via di accesso al peritoneo e come tale può essere sede di infezioni microbiche che dal limitarsi all’emergenza stessa, possono diffondersi fino al peritoneo provocando vere e proprie peritoniti che rappresentano la causa più frequente di drop-out dalla metodica e del passaggio all’emodialisi. I cateteri peritoneali presentano delle cuffie in dacron che hanno la funzione di contrastare la trazione del catetere stesso e allo stesso tempo fungere da barriera per i microorganismi affinché non si diffondano verso il peritoneo. Nonostante ciò, la stessa cuffia in dacron può rappresentare per i microorganismi una sorta di nido da colonizzare e, con la formazione di un biofilm che ne facilita la proliferazione, rendere inattaccabile gli stessi organismi dalla terapia antibiotica fino alla resistenza agli stessi. Lo strumento più efficace per monitorare lo stato di salute dell’exit-site è rappresentato dall’esame obiettivo dello stesso che, attraverso l’uso di scale ben definite aiuta a fornire uno score patologico dell’exit in modo da attuare le precauzioni del caso. In presenza di infezioni recidivanti dell’exit-site, da germi sia Gram positivi che Gram negativi, la terapia chirurgica mininvasiva è un valido strumento per bloccare questo circolo vizioso ed evitare al paziente di essere sottoposto alla rimozione del catetere peritoneale, al passaggio temporaneo alla metodica emodialitica con posizionamento di un catetere venoso centrale e a un nuovo intervento di riposizionamento di altro catetere peritoneale. Riportiamo il caso di un’infezione recidivante da Staphylococcus Aureus risolta dopo intervento di cuff shaving dell’exit-site.

Parole chiave: dialisi peritoneale, infezioni exit-site, cuff shaving

Introduzione

La via d’accesso al peritoneo continua a costituire un problema nodale nella gestione e nella sopravvivenza della dialisi peritoneale, come lo è l’approccio vascolare in emodialisi. La presenza di un corpo estraneo, il catetere peritoneale, che collega l’ambiente esterno al peritoneo, attraverso cute, sottocute, muscoli e fasce, può favorire le infezioni locali e costituire una via d’accesso per i batteri fino alla cavità peritoneale.

La presenza della cuffia costituisce una barriera protettiva contro l’ingresso dei batteri nel peritoneo, ma a sua volta può essere un fattore irritativo o addirittura un buon nido per i batteri che l’abbiano raggiunta.

La gestione dell’emergenza cutanea del catetere (exit-site) in un paziente in dialisi peritoneale è fondamentale per prevenire ed eventualmente trattare una potenziale infezione della stessa che può rappresentare la porta d’ingresso per i germi e l’evoluzione verso una complicanza più complessa, quale può essere la peritonite che rappresenta poi il rischio fondamentale di fallimento della terapia sostitutiva peritoneale e passaggio all’emodialisi. 

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Tecniche chirurgiche mini invasive per il salvataggio del catetere peritoneale nelle infezioni refrattarie del tunnel

Abstract

Le complicanze infettive rappresentano la causa più significativa di morbilità e mortalità per i pazienti in dialisi peritoneale (DP). Nonostante negli ultimi vent’anni siano stati compiuti enormi sforzi finalizzati alla prevenzione e al trattamento degli episodi infettivi, le infezioni correlate al trattamento dialitico peritoneale costituiscono la causa principale di cessazione della DP. Dati recenti sembrano confermare la teoria che attribuisce alle infezioni dell’emergenza/tunnel (ESI/TI) un ruolo diretto nel causare la peritonite. Gli episodi di peritonite secondari a TI conducono fino nell’ 86% dei casi alla perdita del catetere. Quindi, nei casi di ESI/TI refrattari alla terapia medica, sembra ragionevole sottoporre il paziente a rimozione del catetere. Questo approccio implica inevitabilmente l’interruzione della DP e il passaggio all’emodialisi (HD) mediante il posizionamento di un catetere venoso centrale. Per risparmiare al paziente il cambio di metodica dialitica, è stato proposto l’intervento di rimozione e reinserimento del catetere peritoneale durante una singola seduta operatoria (SCR). Sebbene l’SCR eviti lo shift della tecnica dialitica, esso implica la rimozione del vecchio catetere, il reinserimento di un nuovo dispositivo e l’inizio immediato della DP con il rischio di complicanze meccaniche, quali il leakage e il dislocamento. Le tecniche chirurgiche mini invasive impiegate come “rescue procedures”, quali il curettage, il cuff-shaving, il reimpianto parziale del catetere e la rimozione della cuffia superficiale con la creazione di una nuova exit-site, oltre ad essere di facile esecuzione e poco traumatiche per il paziente, permettono di mantenere in sede il catetere peritoneale evitando le complicanze meccaniche.

Queste procedure, avendo dimostrato una percentuale di successo compresa fra il 70 e il 100%, devono essere sempre prese in considerazione negli episodi di ESI/TI non responsivi alla terapia medica prima di procedere alla rimozione del catetere peritoneale.

 

Parole chiave: dialisi peritoneale, infezione dell’exit-site, infezione del tunnel, peritonite, cuff-shaving, ecografia

Introduzione

Le complicanze infettive rappresentano la causa più significativa di morbilità e mortalità per i pazienti in dialisi peritoneale (DP) [1,2]. Negli ultimi vent’anni nonostante siano stati compiuti enormi sforzi finalizzati alla prevenzione e al trattamento degli episodi infettivi [36], le infezioni correlate al trattamento dialitico peritoneale costituiscono ancora oggi la causa principale di cessazione della DP [79].

Lavori recenti sembrano confermare la teoria che attribuisce alle infezioni dell’emergenza (ESI) un ruolo diretto nel causare la peritonite [10,11]. In particolare, è stata avanzata l’ipotesi che i microrganismi siano in grado di trasmigrare dall’emergenza cutanea lungo il tunnel fino alla cavità peritoneale [12]. Durante questo avanzamento i microrganismi possono depositarsi a livello della cuffia superficiale colonizzandola, e formare, in tale sede, un biofilm che ne facilita la proliferazione [13,14]. Inoltre, la creazione di tale strato, permettendo la protezione dei microbi da eventuali sostanze battericide, rende queste infezioni poco responsive alla terapia medica richiedendo nella maggior parte dei casi la rimozione del catetere [15]. Una volta colonizzata la cuffia, i microrganismi allo stato sessile sono in grado di passare dalla condizione di quiescenza a quella planctonica con la possibilità di migrare sia verso l’emergenza che verso la cuffia profonda determinando, nel primo caso infezioni ricorrenti dell’exit-site, e nel secondo peritoniti [16,17]. Gli episodi di peritonite secondari a infezione del tunnel (TI) sono responsabili nell’ 86% dei casi della perdita del catetere [18].

 

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Infezione del catetere peritoneale con ascesso della parete addominale in paziente con malattia policistica dell’adulto

Abstract

Le infezioni correlate al catetere peritoneale sono tra le più importanti complicanze della Dialisi Peritoneale (PD). Riportiamo il caso clinico di un paziente in trattamento dialitico peritoneale che ha presentato una manifestazione atipica di infezione del tunnel da Staphylococcus aureus. L’infezione si è manifestata con una piccola lesione ascessuale, ubicata sulla linea pararettale sinistra a circa 6 cm dal sito di uscita del catetere. La diagnosi è stata possibile con l’ausilio ecografico che ha mostrato una comunicazione fistolosa tra la cuffia sottocutanea e la cute del paziente. L’infezione è stata trattata inizialmente con intervento di cuffshaving e bonifica dell’ascesso ed antibioticoterapia sistemica (teicoplanina); successivamente, a causa della persistenza dell’infezione, la terapia è stata integrata con la somministrazione orale e topica di rifampicina e medicazioni giornaliere con impianto di collagene liofilizzato impregnato con gentamicina a rilascio prolungato. Il ricorso ad un intervento di rimozione del catetere peritoneale non si è reso necessario.

 

PAROLE CHIAVE: Dialisi Peritoneale, infezioni catetere peritoneale, cuff-shaving

Introduzione

Le infezioni correlate al catetere in dialisi peritoneale (DP), dell’exit-site (ES) e del tunnel, sono complicanze che predispongono all’insorgenza di peritoniti recidivanti e ricorrenti, che rappresentano importanti cause di fallimento della DP [1]. I germi più frequentemente coinvolti nella patogenesi delle infezioni del catetere sono Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa che, spesso, evolvono verso la peritonite e possono condurre alla rimozione del catetere [24].  

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