Le leggi sui trapianti devono esprimere la contemporaneità. Domande al costituzionalista Francesco Paolo Casavola, ai filosofi Remo Bodei ed Aldo Masullo sulla possibilità di dare disposizioni sul destino dei propri organi attraverso la legge sul fine vita e sugli incontri tra la famiglia del donatore ed il ricevente

Abstract

La medicina dei trapianti rappresenta la modernità e le leggi che la regolano dovrebbero recepire la contemporaneità, in modo da consentire un uso pieno del progresso. Vengono discusse le possibilità di aggiornare la legge n. 219, 22 dicembre 2017 e la legge n. 222 del primo aprile 1999. Per la prima, si chiede se sia possibile inserirvi – oltre alla decisione sul come si vuole morire – anche la volontà di consentire l’espianto degli organi a scopo di trapianto. Per la seconda, si chiede di liberalizzare i contatti tra famiglie donatrici e recipienti degli organi dei propri cari quando ci sia consenso tra le parti. Queste domande sono state poste al costituzionalista professore Francesco Paolo Casavola, immediato past President del Comitato Nazionale per la Bioetica ed ai filosofi professori Remo Bodei ed Aldo Masullo. Le risposte, ricevute entro il 16 settembre 2018, sono favorevoli ad (i) inserire nella legge sul fine vita la volontà di consentire la rimozione dei propri organi a scopo di trapianto, e (ii) a favorire la liberalizzazione dei contatti tra famiglie donatrici e riceventi degli organi dei loro cari se entrambe le parti acconsentono. I contatti tra le parti, recepiti in un parere del Comitato Nazionale per la Bioetica del 27 settembre 2018, secondo il professore Casavola potrebbero essere proficuamente organizzati e controllati sul territorio dai Comitati Etici degli ospedali dove si effettuano i trapianti.

PAROLE CHIAVE: Leggi sui trapianti, Recepimento della contemporaneità nelle leggi sui trapianti, Legge sul fine vita (n.219, 2017), Legge n. 222, 1998 sul silenzio degli operatori sanitari e amministrativi impegnati nelle attività di trapianto

Introduzione

Il professore Francesco Paolo Casavola, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, parlando nel 2014 a Sopravvivere Non Basta, ha dichiarato: “Il trapianto rappresenta la modernità e, pertanto, le leggi che lo regolano dovrebbero essere riviste frequentemente in modo da prendersi tutti i vantaggi che emergono nella modernità” (1).

 

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