Tossine uremiche: come migliorarne la rimozione oggi

Abstract

Lo stato uremico deriva da una ridotta funzione renale con accumulo di composti che, in condizioni normali, sono escrete o metabolizzate dai reni. Se poi queste sostanze sono anche biologicamente attive, vengono allora chiamate “tossine uremiche”; ed hanno una tossicità anche a livello del sistema cardio-vascolare.
Una utile classificazione ci viene dall’European Uremic Toxin Work Group (EUTox): 1) piccoli composti solubili in acqua; 2) composti legati alle proteine 3) “medie molecole” grandi.
Le membrane High-flux e tecniche più efficienti (HDF) migliorano la rimozione di tossici uremici in particolare rispetto alle membrane low-flux e gli studi recenti suggeriscono un miglioramento di morbilità e mortalità.
Oggi abbiamo a disposizione anche nuove membrane a Medio Cut-Off (MCO), con un aumento delle dimensioni dei pori con distribuzione regolare, che permettono rimozioni di tossici ad altissimo peso molecolare, come le catene leggere e i mediatori dell’infiammazione.
Per tossine nell’ambito dei 15-45 KD dimostrano rimozioni migliori rispetto all’High Flux HD e anche rispetto all’HDF. Questo tipo di membrana può semplificare il trattamento dei nostri pazienti in dialisi, ottenendo nel contempo rimozioni non attualmente possibili con altre valide metodiche depurative.

Parole chiave: Tossine Uremiche, Medie molecole, Membrane High-flux, Membrane a Medio cut-off, Emodialisi, Emodiafiltrazione

INTRODUZIONE

Nel paziente affetto da Malattia Renale Cronica le tossine cosiddette “uremiche” raggiungono concentrazioni elevate per la perdita progressiva della funzione renale; i composti proteici tossici di conseguenza si accumulano nell’organismo e si associano ad un più alto rischio di mortalità in questi pazienti. L’accumulo di “soluti di ritenzione uremica” ha un impatto negativo su diverse funzioni dell’organismo, in particolare sul sistema cardio-vascolare (1).

Alcune caratteristiche identificano le tossine uremiche: la tipizzazione chimica e l’analisi quantitativa nei liquidi biologici; i livelli plasmatici più elevati nei soggetti uremici rispetto ai non uremici; le alte concentrazioni correlate a specifiche disfunzioni uremiche e/o sintomi che si riducono o scompaiono quando la loro concentrazione è ridotta.

L’identificazione, classificazione, caratterizzazione, determinazione analitica e valutazione biologica dei soluti di ritenzione dell’uremia sono stati argomenti affrontati dall’European Uremic Toxin (EUTox) Work Group, (il cui sito web è raggiungibile all’indirizzo www.uremic-toxins.org). Si tratta di un gruppo di lavoro sia dell’European Society of Artificial Organs che della ERA-EDTA European Renal Association – European Dialysis Transplant Association (2). 

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