Abstract
L’anemia è una delle principali complicanze della malattia renale cronica (MRC). La sua prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età e con la progressione della malattia renale. La principale causa di anemia legata alla MRC è rappresentata dalla riduzione della produzione di eritropoietina. L’aumento del rischio cardiovascolare e della mortalità è strettamente associato alla presenza di anemia, incrementando con la severità del quadro anemico, come descritto in numerosi studi. Le principali terapie per il controllo dell’anemia sono state rappresentate fino ad ora dalla supplementazione di ferro, dall’utilizzo di eritropoietina sintetica e dalle emotrasfusioni. Nonostante la disponibilità di terapie adeguate, la prevalenza dell’anemia nella MRC continua ad essere significativa. I farmaci inibitori dell’enzima prolil-idrossilasi del fattore inducibile dall’ipossia (HIF-PHi), sono in grado di mimare una condizione di ipossia e aumentare la produzione di eritropoietina endogena. Gli HIF-PHi rappresentano quindi una importante alternativa terapeutica per il controllo dell’anemia legata alla MRC. Numerosi studi hanno confermato la capacità di HIF-PHi di correggere l’anemia e mantenere l’emoglobina su valori adeguati; inoltre hanno evidenziato altri potenziali benefici fattori pleiotropici sul controllo del colesterolo e sull’omeostasi del ferro. Sono necessari ulteriori studi per confermare la sicurezza del farmaco, soprattutto riguardo a rischio cardiovascolare, trombosi vascolare e stimolo neoplastico. In questo articolo vengono presentati il meccanismo d’azione, gli effetti e le caratteristiche farmacologiche degli HIF-PHi.
Parole chiave: anemia, malattia renale cronica, HIF, roxadustat