Abstract
La pielite incrostata è un’infezione cronica delle vie urinarie con incrostazioni mucosali causate da batteri urealitici. Più di 40 batteri sono stati descritti, ma il più frequente è il Corinebatterio di gruppo D2. Fattori predisponenti sono malattie croniche debilitanti e preesistenti procedure urologiche. L’immunosoppressione è un importante cofattore. Per queste ragioni la malattia è ad insorgenza quasi esclusivamente nosocomiale ed i pazienti con trapianto renale sono a maggior rischio. I sintomi sono duraturi e non specifici: disuria, dolore al fianco e macroematura sono i più frequenti; la febbre è presente nei due terzi dei casi. La dimostrazione della presenza di batteri urealitici in urine costantemente alcaline e l’evidenza radiologica di estese calcificazioni sulle pareti di tutto l’albero escretore urinario all’ecografia ma soprattutto alla TAC in un contesto clinico di fattori predisponenti sono i capisaldi diagnostici. Il trattamento è basato sulla terapia antibiotica mirata, l’acidificazione delle urine e l’escissione di placche calcifiche. La prognosi dipende dalla tempistica della diagnosi. Il ritardo può essere fatale sia per la sopravvivenza che per la perdita del trapianto. Di seguito descriviamo il caso unico ad evoluzione fatale di un uomo di 69 anni con due contemporanee malattie: una porpora trombotica trombocitopenica ad eziologia autoimmune ed una pielite incrostata.
Parole chiave: pielite incrostata, porpora trombotica trombocitopenica, batteri urealitici, incrostazioni, tomografia assiale computerizzata