Marzo Aprile 2017 - Articoli originali

Una variante della tecnica classica ecoguidata della biopsia renale percutanea: l’approccio perpendicolare in scansione longitudinale con sonda forata.

Abstract

La biopsia percutanea dei reni nativi secondo la metodologia classica, avviene con l’introduzione dell’ago e la sua guida con scansioni ecografiche sagittali, secondo un’inclinazione di circa 30°, fino al polo inferiore del rene.

Dal momento che l’asse longitudinale dei reni converge verso il rachide con un angolo acuto, abbiamo osservato che partendo da una scansione longitudinale del rene (condotta lungo la linea ascellare posteriore a paziente prono) si può guidare l’ago con sonda forata attraverso un tragitto più breve e perpendicolare a quella sezione terminale del polo inferiore del rene laddove i margini anteriore e posteriore della corticale si accollano senza il seno renale interposto così da accrescere la probabilità di ottenere, anche con un solo passaggio, un valido campione di tessuto corticale limitando nel contempo la possibilità di danneggiare i calici del gruppo inferiore e quindi d’indurre ematuria.

Abbiamo quindi così biopsiato 26 pazienti ed abbiamo confrontati i dati con quelli presenti in letteratura, omogenei per calibro dell’ago e durata del periodo di monitoraggio post-bioptico.

A fronte di un numero statisticamente inferiore di passaggi, si è così ottenuto il 100% di validità del campione per l’analisi istologica, in assenza di complicanze maggiori e con una invarianza dell’emoglobina secondo una differenza statisticamente significativa rispetto a quanto riscontrato in un  gruppo di 44 pazienti biopsiati con un numero significativamente maggiore di passaggi nell’unico lavoro condotto con tecnica classica presente in letteratura (Ori et al.) che risulta direttamente confrontabile al nostro per calibro degli aghi e durata del monitoraggio.

Parole chiave: biopsia renale percutanea, scansione longitudinale, sonda forata, tragitto perpendicolare

Introduzione

La biopsia renale percutanea sin dalla sua introduzione è divenuta una tecnica diagnostica nefrologica di fondamentale importanza. La biopsia renale percutanea dei reni nativi è oggi solitamente eseguita con ago vincolato alla sonda per mezzo di adattatore od a mano libera ma sempre sotto guida ecografica (1) (2). L’ecografia consente infatti di localizzare il polo inferiore renale (laddove l’accessibilità è maggiore e minore invece il rischio di pungere un vaso di calibro maggiore come quelli situati all’ilo renale) (1, 2) e di guidare colà, con precisione, l’ago bioptico. (2). Se possibile si preferisce poi il rene di sinistra per la maggiore distanza dalla vena cava.(1

La visualizzazione dell’intero documento è riservata a Soci attivi, devi essere registrato e aver eseguito la Login con utente e password.