Marzo Aprile 2024 - Nefrologo in corsia

Ruolo diagnostico dell’ecografia con mezzo di contrasto in un caso di patologia renale

Abstract

L’ecografia standard (US) trova largo impiego nelle malattie renali come procedura di screening, ma non sempre è in grado di caratterizzare le lesioni, soprattutto nella diagnosi differenziale tra lesioni benigne e maligne. Al contrario, l’ecografia con contrasto (CEUS) è appropriata per differenziare tra lesioni solide e cistiche, nonché tra tumori e pseudotumori. Presentiamo il caso di un paziente nefropatico che aveva una massa renale complessa, grande e in crescita, caratterizzata attraverso una CEUS. Questo paziente di 75 anni, cardiopatico e diabetico, mostrava una cisti complessa e plurisettata di 6 cm all’ecografia del rene sinistro. I dati di laboratorio evidenziavano un’insufficienza renale cronica di stadio IIIb con GFR 30 ml/min, creatinina 2,33 mg/dl, azotemia 88 mg/dl. Il paziente ha eseguito una TC addominale senza mezzo di contrasto, che ha mostrato a livello del polo superiore sinistro una formazione tondeggiante delle dimensioni di circa 70x53x50 mm. Al controllo semestrale, l’esame nefrologico ha mostrato un lieve aumento della creatinina e, pertanto, dopo sei mesi, si è deciso di eseguire nuovamente una TC senza mezzo di contrasto. La TC ha mostrato un leggero aumento delle dimensioni della massa localizzata al rene sinistro (74x56x57 mm). Dato l’aumento delle dimensioni della massa sinistra, anche se modesto, è stata eseguita una CEUS per giungere a una diagnosi dirimente. La CEUS ha concluso per una formazione cistica complessa con presenza di materiale solido-corpuscolare intraluminale, a eziologia trombotico-emorragica, in fase progressiva di organizzazione, classificabile come cisti di Bosniak di tipo II. La CEUS nei reni è una tecnica di imaging economica e preziosa; è accurata nella caratterizzazione di lesioni indeterminate e cisti complesse.

Parole chiave: ecografia con mezzo di contrasto, CEUS, cisti renale, massa renale indeterminata

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in inglese.

Introduction

Ultrasound (US) is a non-invasive technique commonly used for first level investigation in renal diseases. It is known to be an easy-to-use and relatively inexpensive approach. Computed tomography (CT) and magnetic resonance (RM) are also used for these indications, but they certainly have a higher cost and risks such as exposure to ionizing radiation in the case of CT. Standard US finds wide use as a screening procedure, but it is not always able to characterize lesions. In fact, lesions may present as isoechoic to the renal parenchyma on grey-scale imaging, and the micro-circulation can be detected with difficulty using Doppler. In addition, the standard US fails to make differential diagnosis between benign and malignant lesions [1].

In contrast, the clinical use of contrast-enhanced ultrasonography (CEUS) in the kidney has been very well defined by the guidelines of the European Federation of Societies for Ultrasound in Medicine and Biology (EFSUMB) published in 2017. Based on these indications, CEUS is appropriate in identifying suspected vascular disorders such as infarction and cortical necrosis; in differentiating between solid and cystic lesions as well as between tumors and pseudotumors. CEUS is useful in the characterization and follow-up of complex cystic masses and in the identification of renal abscesses, as also in radiofrequency ablation of non-surgical masses [2]. 

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