Abstract
Nonostante la rapida espansione dell’onconefrologia durante gli ultimi 10 anni, i pazienti nefropatici vengono raramente arruolati negli studi registrativi dei farmaci oncologici, soprattutto se affetti da malattia renale cronica di stadio avanzato (stadio 4-5). L’ambulatorio onconefrologico e i gruppi multidisciplinari dedicati possono offrire a questo sottogruppo di pazienti migliori opportunità terapeutiche, garantendo lo stesso standard di cura dei pazienti con normale funzione renale. A 12 anni dalla fondazione del primo ambulatorio onconefrologico italiano, presentiamo retrospettivamente i dati relativi a una coorte di 174 pazienti, afferiti negli ultimi 6 mesi di attività (11/1/2023-12/7/2023). In un totale di 272 visite ambulatoriali, di cui 40 prime visite, si è evidenziata una prevalenza di pazienti affetti da insufficienza renale cronica moderata o avanzata, un dato non allineato all’epidemiologia degli studi sui pazienti affetti da tumore che è verosimilmente il risultato di una selezione multidisciplinare operata in un ambulatorio di II livello. Inoltre, nel sottogruppo di pazienti con follow-up prolungato, si è osservata la crescita progressiva di attenzione ai dati di funzione e agli eventi avversi renali da parte dei colleghi oncologi. Grazie alla gestione mutidisciplinare e basata sull’esperienza, in assenza di dati solidi in letteratura, abbiamo osservato una bassa incidenza di sospensione della terapia oncologica secondaria a tossicità renale. Si è d’altro canto osservato un ritardo nell’invio dei pazienti che sviluppavano insufficienza renale acuta (IRA), che ha spesso condizionato lo sviluppo di un danno renale cronico. Questo dato può essere ascritto alla difficoltà di identificare correttamente l’IRA nei pazienti affetti da tumore.
Parole chiave: onconefrologia, terapia oncologica, nefrectomia, funzionalità renale