Abstract
Il litio è da sempre adoperato quale terapia cronica di prima scelta, e spesso insostituibile, nei disturbi bipolari. Il suo indice terapeutico è tuttavia ristretto ponendo i pazienti a rischio di potenziali effetti nefrotossici che vanno dalla poliuria, al Diabete Insipido Nefrogenico (DIN), sino alla malattia renale cronica (MRC) con lenta riduzione nel tempo della funzione renale. Il consulente Nefrologo ha la funzione di diagnosticare la nefropatia cronica da Litio, monitorarne l’evoluzione ed ottimizzare la gestione dei rischi connessi alla prosecuzione del trattamento. Obiettivo fondamentale da condividere con lo psichiatra è infatti favorire il mantenimento della terapia anche in presenza di nefropatia. L’ecografia renale, tecnica sicura, ripetibile ed a basso costo, è essenziale per perseguire questo obiettivo in quanto consente non solo la conferma della diagnosi di nefropatia cronica da litio ipotizzata in base all’anamnesi e al quadro clinico, ma anche e soprattutto il corretto monitoraggio della sua evoluzione. In questo lavoro si prende spunto da un caso di nefropatia cronica da litio per analizzare l’eziopatogenesi del danno renale, il quadro clinico-laboratoristico e istologico e, in particolare, il ruolo fondamentale dell’imaging ultrasonografica.
PAROLE CHIAVE: litio, Diabete Insipido Nefrogeno, poliuria, nefropatia, ecografia renale