Maggio Giugno 2018 - In depth review

La carbamilazione proteica: cos’è e perché interessa al nefrologo

Abstract

Abstract: La dissociazione dell’urea rappresenta una fonte primaria di carbamilazione proteica all’interno del nostro organismo. E’ noto dagli anni ‘70 che questo fenomeno possa avere ripercussioni in campo clinico e terapeutico. Nei decenni passati un grande interesse è stato posto circa il potenziale valore diagnostico della carbamilazione proteica nei pazienti uremici. Negli ultimi anni è cresciuto soprattutto l’interesse riguardo alla sua possibile patogenicità cardiovascolare che potrebbe spiegare, almeno in parte, l’aumentato rischio cardiovascolare nei pazienti uremici. La terapia nutrizionale, le supplementazioni di amminoacidi e regimi dialitici intensivi rappresentano alcune delle armi terapeutiche che sono state testate per contrastare questo fenomeno nei nostri pazienti.

Parole chiave: carbamilazione proteica, urea, insufficienza renale cronica

Biochimica del cianato e della carbamilazione

Il cianato (acido cianico) è una molecola che deriva dalla dissociazione spontanea in soluzione acquosa dell’urea; la reazione completa porta alla produzione di cianato e ammoniaca e in vitro tale reazione è spostata dalla parte della formazione dell’urea per oltre il 99% (1). Il cianato, dunque, è un composto azotato che si produce fisiologicamente nel nostro organismo, ma solo in piccole quantità e si pone spontaneamente in equilibrio col suo isomero più reattivo isocianato.

La concentrazione plasmatica in individui sani di isocianato è di circa 50 nmol/L (1), un valore che, tuttavia, è circa mille volte inferiore rispetto a quanto previsto dai parametri cinetici di decomposizione dell’urea. La stessa osservazione è stata fatta nei pazienti uremici, dove la concentrazione di isocianato rilevata era sì aumentata (140 nmol/l), ma comunque di gran lunga inferiore a quanto atteso (2). La spiegazione di questo fenomeno è che, poiché come detto l’acido isocianico è molto reattivo, parte di questo composto viene consumato come substrato di altre reazioni chimiche. In particolare il cianato è in grado di cedere il gruppo “carbamoile” (-CONH2) ad una molecola organica e questa reazione è generalmente indicata con il nome di carbamilazione. In realtà il termine chimico più appropriato, e raccomandato dalla “International Union of Pure and Applied Chemistry”, sarebbe carbamoilazione (3), ma nella gran parte della letteratura scientifica è utilizzato il primo termine. 

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