Introduzione
La sepsi è definita come una disfunzione d’organo che mette a rischio la soppravivenza del paziente causata da una risposta disregolata dell’organismo ospite a seguito d’infezione. Durante il processo settico, i livelli di endotossina circolante possono aumentare fino a 1000 volte, anche in assenza di una positività di emocoltura a batteri Gram-negativi. Numerosi studi hanno dimostrato che alti livelli d’endotossine correlano con un’elevata mortalità nei pazienti in sepsi e shock settico. Le endotossine sono componenti della parete cellulare dei batteri Gram negativi e sono costituite da polisaccaridi, proteine e fosfolipidi. Le endotossine hanno profili di azione molto simili tra loro e nell’uomo provocano effetti patologici colpendo l’endotelio con vari gradi di danno, alterando i centri termoregolatori, causando infiammazione sistemica e disfunzione d’organo fino a quadri di grave ipotensione (shock settico) (1). Lo shock settico da Gram negativi si associa a condizioni cliniche più severe e ad outcomes peggiori con livelli crescenti di endotossinemia (2). Appare pertanto utile poter misurare le quantità di endotossina nel sangue in modo semplice, rapido e validato perché la misurazione dei livelli di endotossina aiuta nella stratificazione del rischio e concorre a porre indicazioni più mirate in caso di shock settico endotossina-mediato non responsivo alla terapia tradizionale con l’uso di filtri ricoperti di polimixina B in emoperfusione (3).
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