Luglio Agosto 2017 - Specialità e professioni a colloquio

Il disegno di legge ‘Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”: un esame critico del testo nella versione approvata dalla Camera dei Deputati il 20 aprile 2017

  1. Introduzione

Il 20 aprile 2017 la Camera dei deputati, al termine di una discussione non sempre lineare come emerge dalla cronaca parlamentare, ha, a larga maggioranza, licenziato il disegno di legge (d.d.l.) “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari”. La proposta, approvata con alcune novità (prime tra tutte, la modifica del titolo) e con qualche abrogazione (sparisce la banca-dati delle disposizioni anticipate di trattamento per esigenze di finanza pubblica) rispetto alla precedente versione licenziata dalla Commissione, è ora all’esame del Senato dove la discussione si preannuncia molto più difficile per il delicato equilibrio della maggioranza all’interno della quale esistono, come sappiamo, contrapposte correnti di pensiero sui temi eticamente sensibili.

Prima di tentare un primo e provvisorio bilancio di questa proposta è di preliminare interesse analizzarne i contenuti sottolineando l’opportuna modifica del titolo del d.d.l. che, pur mantenendo fermo il richiamo al “consenso informato”, ha trasformato le “dichiarazioni di volontà anticipate” nelle “disposizioni anticipate di trattamento” (DAT). Con un convincente e promettente cambio di prospettiva che giunge davvero opportuno perché la “disposizione” ha, non solo sul piano lessicale, una pregnanza maggiore rispetto alla più generica “dichiarazione” che non impegna certo la responsabilità di nessuno.

  1. I contenuti del disegno di legge

Il disegno di legge si compone di otto articoli, due in più rispetto alla versione approvata in Commissione.
 

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