Abstract
Nell’era della tecnicalità l’uomo sembra aver perso il senso e la vera dimensione del limite: esso è così divenuto un qualcosa da annientare ed un punto che bisogna spostare sempre più in avanti non solo per la curiosità umana ma anche a causa del profitto economico che regola il progresso globalizzato. In questo scenario l’Autore riflette sul senso più autentico del limite e prova a difenderlo perché la nostra identità di genere è pur fatta di limiti.
PAROLE CHIAVE: limite, umanizzazione del care, tecnicalità