Lattobacillemia: una entità rara nei pazienti immunocompromessi. Descrizione di un caso clinico e revisione della letteratura

Abstract

La batteriemia causata da lactobacilli è rara, i dati sul suo significato clinico si basano solo su pochi casi clinici e su un numero limitato di studi, spesso di non facile interpretazione.
La specie Lactobacillus è un comune commensale del cavo orale, del tratto gastrointestinale e genito-urinario e la sua importanza come agente patogeno viene spesso trascurata. La diagnosi di infezione da Lactobacillus richiede un’attenta valutazione e collaborazione tra medico e microbiologo per escludere il rischio di contaminazione.
La maggior parte dei pazienti affetti da batteriemia da Lactobacilli sono immunodepressi, con plurime comorbidità. Fattori di rischio sono terapie prolungate con antibiotici ad ampio spettro e inefficaci verso i lactobacilli, presenza di cateteri venosi a permanenza, interventi chirurgici.
Descriviamo il caso insolito di una donna, in trattamento emodialitico cronico, con sepsi dovuta a Lactobacillus casei con revisione della letteratura.

Parole chiave: Lactobacillus, batteriemia, emodialisi, pazienti immunodepressi

Introduzione

Il Lactobacillus è un batterio gram-positivo, anaerobico facoltativo, a forma di bastoncello. È un comune commensale dei tessuti della mucosa umana (cavità orale, tratto gastrointestinale e tratto genitale femminile) e non fa parte della flora cutanea. È ampiamente distribuito anche nell’acqua, nelle acque reflue e negli alimenti quali latticini, carne, pesce e cereali. La sua presenza, come commensale del tratto gastrointestinale, è associata alla protezione contro gli agenti patogeni e alla stimolazione del sistema immunitario. Per questo è utilizzato in tutto il mondo come probiotico [1, 2].

La batteriemia causata da lattobacilli è rara e i dati sul suo significato clinico si basano solo su casi clinici e su un numero limitato di studi [3, 4].

Essendo i lattobacilli comuni commensali è verosimile che l’incidenza reale possa essere sottostimata e, talora, può essere difficile interpretarne la presenza in sedi abitualmente sterili. Pertanto, il significato clinico è ancora argomento di discussione. Infatti alcuni Autori [5] ritengono che questo batterio non dovrebbe mai essere considerato un contaminante, mentre altri Autori [6] lo considerano un contaminante occasionale. 

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