Gennaio Febbraio 2017 - Nefrologia dalle regioni

Nefrologia e Dialisi in Abruzzo

Abstract

Il testo, dopo brevi note di storia della nefrologia dal papiro di Ebers, datato 1552 a.c. scoperto a Luxor in Egitto, al primo apparecchio di dialisi realizzato dall’olandese Willem Kolff ed alla prima seduta dialitica da lui effettuata su paziente uremica nel 1943, accenna alla prima seduta emodialitica clinica in Italia.

Questa è stata effettuata presso Policlinico Umberto 1° di Roma nell’ottobre del 1961, nell’Istituto di Clinica Chirurgica diretto dal prof. Paride Stefanini, dall’abruzzese prof. Carlo Umberto Casciani e dal suo staff; presso lo stesso Istituto il 3 maggio 1966 è stato effettuato da Stefanini il primo trapianto di rene in Italia, utilizzando un rene prelevato in Abruzzo, presso l’Ospedale di L’Aquila.

In Abruzzo la prima emodialisi è stata effettuata nell’autunno del 1969 presso l’Ospedale di L’Aquila (professor Giorgio Splendiani) e presso l’Ospedale di Pescara (dr. Tonino D’Andrea).

Il testo ripercorre la crescita della rete regionale fino al Convegno Celebrativo del Cinquantenario della Dialisi in Italia, organizzato a Pescara dal dr. Antonio Ciofani il 23 novembre 2011, in cui sono stati premiati dal ministro della Salute Renato Balduzzi i pionieri medici ed infermieri della disciplina in Abruzzo.

Viene anche descritta l’attività di prelievo di organi a scopo di trapianto, iniziata a L’Aquila e, nelle ultime pagine, l’attuale rete regionale riportata in dettagliate schede riassuntive ed in una cartina geografica esplicativa.

Parole chiave: abruzzo, dialisi, nefrologia, storia

Presentazione

In tema di nefrologia e dialisi l’Italia ha fatto grandissimi progressi e assicura oggi una vita accettabile a moltissimi pazienti, senza porre criteri di discriminazione per l’accesso, ma trattando tutti coloro che ne hanno bisogno in tutto il nostro Paese. I numeri parlano da sé: secondo un recente censimento effettuato dalla Società italiana di nefrologia, abbiamo registrato nell’ultimo anno una consistenza di circa 25.000 trapiantati e 50.000 pazienti in dialisi.

Le malattia nefrologiche e in particolare l’insufficienza renale cronica sono patologie in crescita e di grande impatto sociale, che richiedono uno sforzo congiunto di prevenzione e di assistenza territoriale. Da segnalare che, pur non essendovi in Italia un unico modello organizzativo definito in sede nazionale, la cooperazione orizzontale tra Regioni e l’attività di coordinamento-raccordo svolto dal Ministero della salute hanno realizzata una rete solida e compatta, con esiti assistenziali significativamente convergenti nelle diverse regioni.

Lo sforzo del sistema sanitario in questo settore è stato ed è davvero notevole, e ha visto un grande coinvolgimento e un grande impegno da parte dei professionisti e degli operatori, coadiuvati in modo determinante dall’attività delle Associazioni dei pazienti ed in particolare dell’Associazione Nazionale Emodializzati (ANED), che da 44 anni difende i diritti dei pazienti in modo autorevole e rappresentativo.

Sono pertanto lieto di presentare il Quaderno su “Nefrologia e Dialisi in Abruzzo”, promosso e curato dal dott. Ciofani e dal prof. Splendiani, che ripercorre la nascita e lo sviluppo della rete assistenziale nefro-dialitica regionale a partire dal 1969 e che contiene altresì traccia della mia prima “uscita” fuori Roma come Ministro della Salute, il 25 novembre del 2011.

Accettai di venire a Pescara, in occasione del Convegno celebrativo del cinquantenario della dialisi in Italia, essendo già allora persuaso che il settore nefrologico ben costituisca un esempio importante di interazione tra assistenza clinica, ricerca e didattica, di costruzione di una rete omogenea, di collaborazione virtuosa tra Stato e regioni oltre che tra discipline confinanti (penso soprattutto all’interazione tra la rete di nefrologia e dialisi e la rete dei trapianti), di integrazione tra struttura pubblica e volontariato sociosanitario, nonché di interventi finanziariamente sostenibili perché in grado di ridurre sprechi e inefficienze.

In questi ultimi anni l’impulso dato dal Ministero è continuato e ne danno prova sia l’attenzione alla riorganizzazione della nefrologia e della nefrologia pediatrica in sede di regolamento sugli standard ospedalieri (d.m. 70/2015), sia la finalmente prossima definizione dell’inserimento delle patologie renali croniche nei livelli essenziali di assistenza (con correlata esenzione per patologia), sia l’accordo Stato- regioni in tema di malattia renale cronica, sia infine il prossimo Piano nazionale delle cronicità, con la sottolineatura tanto dell’importanza di una rete integrata per la malattia renale cronica, mettendo al centro delle preoccupazioni la prevenzione e la diagnosi precoce, quanto dell’opportunità di intensificare la domiciliarità delle cure e e l’individualizzazione dei trattamenti.

Mi sembrano strade buone, da percorrere con sempre maggiore convinzione.

On. Prof. Renato Balduzzi

Qualcuno – a buon diritto – ha voluto paragonare la sanità a un orto che per prosperare va continuamente zappato, altrimenti crescono le erbacce: bisogna operare una continua manutenzione della sanità pubblica, per assicurarne l’universalità a vantaggio dell’efficienza, efficacia ed economicità del sistema, unico modo per garantire l’uguaglianza tra i cittadini.

Questa pubblicazione costituisce la testimonianza diretta di un impegno per migliorare continuamente la propria professione a vantaggio di tutti. Naturalmente un ruolo importante spetta alle Associazioni, per la funzione importante di rappresentanza che esse assolvono, che le pone a fianco degli altri attori (medici, istituzioni, altri operatori sanitari), talvolta come partner diretti ma anche come “pungolatori”, quando è necessario. Tutto questo trova riscontri quotidiani nelle storie di donne e uomini che si accostano ad ANED, la loro voce e i loro bisogni sono la storia dell’associazione.

Giuseppe Vanacore

Presidente Nazionale ANED

Impegno e responsabilità sono per noi necessari alla realizzazione di una corretta relazione dei pazienti con i medici e con gli infermieri; questo è ciò che ANED si propone da ben 44 anni e chiede alla Nefrologia come indispensabile condizione per ottenere buoni risultati nell’aderenza terapeutica.

La rete nefrodialitica abruzzese mette in grado la persona malata e i familiari di comprendere ciò che sta accadendo intorno a loro ed è capace di concentrare l’attenzione sulla centralità del malato.

Esso diventa così testimone diretto della qualità della medicina e vero protagonista del cambiamento.

Obiettivo di ANED nel territorio è difendere a denti stretti i diritti socio-sanitari acquisiti e continuare ad affrontare le quotidiane difficoltà: il nostro auspicio maggiore è il rafforzamento delle strutture Nefrologiche e Dialitiche della Regione, augurandoci che questo obiettivo sia posto nel quadro di un programma d’integrazione della rete di specialità con la Medicina Generale e il territorio.

Eleonora Corona

Segretario Regionale ANED Abruzzo 

Introduzione

L’idea di riassumere in una pubblicazione la cronistoria della nascita e dello sviluppo della disciplina nefrodialitica in Abruzzo nasce in occasione del Convegno Celebrativo del Cinquantenario della Dialisi in Italia, tenuto a Pescara il 25 novembre 2011, in “gemellaggio” con l’ evento analogo presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma, di qualche settimana prima.

Il Convegno ha finito con il rappresentare anche un appuntamento ricco di emozioni di tutti i nefrologi abruzzesi attivi negli ultimi decenni e di tanti infermieri ed operatori del settore.

La presenza del ministro della Salute prof. Renato Balduzzi, programmata ma confermata a sorpresa la mattina stessa del Convegno, insediato da una settimana con il governo Monti, ha dato poi all’evento un particolare valore simbolico essendo stato l’unico della storia della Nefrologia in cui sia intervenuta la massima autorità istituzionale governativa del settore; un evento dunque che oltre ad aver rappresentato una ricorrenza clinico-scientifica di indubbia valenza nazionale, è stata un’occasione unica, carica di valore etico- professionale ed umano.

Proprio queste ultime caratteristiche rappresentano lo spirito di questa pubblicazione.

Antonio Ciofani, Giorgio Splendiani 

Cenni di storia della Nefrologia

La Nefrologia è una disciplina relativamente giovane e solo da pochi decenni è stata riconosciuta come tale dalla medicina; il suo enorme sviluppo dal punto di vista scientifico, tecnologico e quindi clinico ed anche la sua considerazione presso “il grande pubblico” sono dovuti principalmente all’affermazione del “rene artificiale”, alla diffusione cioè su larga scala dell’emodialisi nella terapia sostitutiva delle nefropatie terminali.

Oggi infatti la pratica emodialitica è parte integrante, talora preponderante, della nefrologia e le Unità ospedaliere che la praticano sono definite “di Nefrologia e Dialisi” analogamente alle Unità di “Ostetricia e Ginecologia” oppure di “Ortopedia e Traumatologia”, branche della medicina composte da competenze multiple con necessità di definizioni pluricomprensive determinate dalla necessità di un approccio univoco al malato.

Si potrebbe citare come prima traccia della nefrologia nella storia della medicina il Papiro di Ebers, un “libro” lungo 20 metri ed alto 30 centimetri, scritto in Egitto intorno al 1552 a.C. e scoperto nel 1862 a Luxor. Fu pubblicato per la prima volta nel 1875 dal professore di archeologia a Berlino Georg Moritz Ebers, al quale era stato ceduto dall’americano Edwin Smithun.

Il papiro faceva parte della biblioteca situata all’interno di un tempio di Imhotep, il fondatore della scienza medica egizia, divinizzato nel 2900 a. C. come dio della medicina ed associato nel successivo periodo Tolemaico al dio greco della medicina Asclepio.

Nel papiro si fa riferimento ai sintomi del diabete e ai rimedi per combatterli. Tra l’altro sono state ritrovate 15 ricette riunite sotto il titolo “eccesso di urine”, in pratica contro la poliuria da diabete. Infusi, pillole, cataplasmi e clisteri con gli ingredienti abituali della Medicina Egizia: gomma, resine, tritello di grano, datteri,miele, bacche di ginepro, ocra, orzo, semi di lino, verderame, lievito di birra, urina stessa, sale del Basso Egitto, da sciogliere in acqua, bollire, mettere fuori una notte alla rugiada e quindi bere dopo alcuni giorni.

Un’altra antica traccia della nefrologia può essere considerata la nascita dell’Uroscopia, presso la Scuola fondata dal mitico medico greco Ippocrate (460- 375 a.C.). Egli considerava l’urina come parte del sangue, uno dei quattro Umori dai quali si generavano tutti i fenomeni vitali: gli altri 3 erano il flegma, la bile gialla, la bile nera o atrabile. Gli ippocratici analizzarono e classificarono anche i vari aspetti dell’urina.

In seguito Galeno (130-200 d.C.), grande medico greco di nascita ma che visse gran parte della sua professione a Roma e fu medico di imperatori e generali romani, i cui studi e le cui teoria hanno dominato la medicina del mondo occidentale per oltre mille anni, si è intensamente occupato dei reni, già concepiti come filtri e dell’urina, individuata come basilare elemento diagnostico. Il suo libro “De Urinis” potrebbe essere considerata la prima “pubblicazione” monografica di nefrologia.

Va citato un simbolo della medicina medievale, essenziale strumento per l’esercizio diagnostico dell’Uroscopia, la matula costituita da un vaso di vetro chiaro e sottile usato per secoli, attraverso cui il medico analizzava l’urina del malato, anche assaggiandola.

Il termine Dialisi è stato usato la prima volta nel 1854, quando Thomas Graham un chimico scozzese, usa il termine nell’ambito dei suoi studi sulla diffusione di vari soluti attraverso una membrana semipermeabile, all’epoca la vescica di bue. La membrana semipermeabile agisce come un filtro, trattenendo le molecole più pesanti e lasciando passare quelle più leggere.

Nel 1924 il tedesco Geoge Hass sperimentò l’emodialisi in pazienti uremici acuti. Con tante problematiche, in particolare la biocompatibilità del materiale della membrana semipermeabile, la necessità di usare materiali resistenti ed efficaci, la coagulazione del sangue nel circuito e un accesso vascolare idoneo da cui prelevare il sangue da depurare.

Ebbero una grossa rilevanza la scoperta dell’eparina come anticoagulante e la scoperta da parte di Wihealm Thaldheimer del Cellophan come materiale per costruire la membrana semipermeabile.

I primi studi e le prime sperimentazioni per allestire membrane e filtri che mimassero la funzione depurativa renale risalgono al 1914 ed in particolare agli studi di Abel, Rowntree e Turner presso l’Università di Baltimora. Essi dimostrarono la possibilità di rimuovere sostanze diffusibili dal sangue circolante di animali viventi (cani) usando tubicini di collodio costruiti da loro e combinati in un sistema di dialisi, immersi cioè in un cilindro di vetro contenente soluzione di NaCl allo 0,6 %.

Il primo prototipo di apparecchio per l’emodialisi per uso clinico cioè il primo rene artificiale, fu però messo a punto dal medico olandese Willem Kolff, dopo studi e tentativi negli anni a cavallo tra gli anni ’30 e ’40, anche durante la II Guerra Mondiale. Il 17 marzo 1943 fu eseguita con successo la prima emodialisi su una paziente uremica di 29 anni presso l’Ospedale di Kampen, in Olanda, dove prestava servizio Kolff.

L’efficacia della tecnica nella cura dell’insufficienza renale terminale fu subito evidente e ben evidenziata e nel giro di pochi anni nacquero i primi Centri ospedalieri di Emodialisi i tutti i Paesi avanzati.

In Italia

In Italia la prima emodialisi nell’uremico cronico è stata effettuata nell’ottobre del 1961 presso il Policlinico Umberto 1° di Roma, dallo staff medico della Clinica Chirurgica diretta dal prof. Paride Stefanini ed in particolare dal gruppo coordinato dall’abruzzese doc prof. Carlo Umberto Casciani.

Per completezza però va ricordato anche che presso la medesima Clinica Chirurgica è stato eseguito, il 3 maggio 1966, il primo trapianto di rene in Italia, utilizzando un rene prelevato nello stesso giorno in Abruzzo, presso l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove il prof. Stefanini aveva in precedenza ricoperto per anni l’incarico di primario chirurgo.

Dunque un asse virtuoso antesignano dei pilastri fondanti della terapia sostitutiva dell’insufficienza renale in Italia.

Negli anni successivi nel nostro Paese si sviluppò progressivamente l’attività dialitica e gradualmente si compenetrò con la disciplina naturale di riferimento e cioè la nefrologia, che fino all’avvento e all’espansione formidabile dell’emodialisi, dovuta al suo successo clinico sul campo, aveva una connotazione di nicchia e non la dignità giuridico-amministrativa di disciplina specialistica vera e propria.

Oggi la Nefrologia italiana, con la sua capillare e ben distribuita rete sul territorio nazionale, si pone ai primissimi posti nel mondo per l’elevato livello clinico, scientifico ed organizzativo.

ALCUNE DATE IMPORTANTI DELLA CRONISTORIA DELLA DIALISI

  • 1943 – Prima Dialisi Kloff
  • 1960 – Shunt artero-venoso Scribner
  • 1961 – Inizio Dialisi in Italia
  • 1966 – Prima Fistola artero veonsa di Brescia Cimino
  • 1969 – Inizio Dialisi in Abruzzo

In Abruzzo

In Abruzzo si può individuare la nascita della Nefrologia, in senso più strettamente formale, istituzionale e legislativo, con la redazione della prima proposta di Piano Regionale della disciplina voluta dall’assessore regionale alla Sanità prof. Giuseppe Bolino e redatto con il coordinamento del prof. Giorgio Splendiani nel 1974.

Ma dal punto di vista clinico-assistenziale ha enorme valore simbolico presso gli Ospedali di Pescara e dell’Aquila, ad opera delle équipes dirette rispettivamente da Tonino D’Andrea e Giorgio Splendiani. Sono da citare di quelle équipes per Pescara l’infermiere Urbano Membrino e il tecnico di dialisi Americo Cetrullo e per L’Aquila, le infermiere Flavia Scassa e Laura Carrozzi.

Riportiamo l’elenco dei medici che vanno considerati i pionieri della disciplina nei rispettivi ospedali, medici che hanno in sostanza attivato e diretto i Centri specialistici grazie al loro impegno, sacrificio e passione.

Come anche nel resto d’Italia e analogamente al resto dei Paesi avanzati, la provenienza professionale e scientifica degli “iniziatori” della terapia sostitutiva dell’ insufficienza renale è varia; prevalentemente dall’ urologia, dalla medicina interna, talora dall’anestesiologia ed anche dalla chirurgia generale. Infatti la nefrologia in senso stretto non aveva in epoca pre-dialitica una connotazione giuridico-amministrativa particolare, era un’area clinico/scientifica seguita da cultori inseriti in equipe più ampie.

È stato l’avvento della terapia sostitutiva dialitica routinaria, i suoi formidabili progressi e la produzione su larga scala di monitors, filtri e dispositivi, correlata agli studi di biotecnologia dei materiali ed alla loro biocompatibilità, che negli ultimi decenni ha determinato la nascita di reparti ospedalieri ad hoc e la formazione di nuove generazioni di specialisti nefrologi.

Anche gli infermieri hanno giocato un ruolo di estrema importanza nella nascita e nello sviluppo dei Centri specialistici; basti pensare ai CAL (Centri ad Assistenza Limitata), centri Dialisi cioè dotati di assistenza stanziale solo infermieristica e medica bi/tri settimanale, per capire quale grado di professionalità, responsabilità ed autonomia essi abbiano avuto ed hanno in dialisi.

Abbiamo perciò riportato i nominativi di alcuni degli infermieri pionieri in Abruzzo, professionisti che, senza mai badare agli orari, hanno permesso l’avvio delle attività cliniche con mezzi a volte di fortuna ed in locali rimediati.

Citiamo però anche due operatori dell’industria che negli anni pionieristici della nascita dei primi centri ed anche negli anni successivi, hanno svolto una preziosa opera di raccordo con il mondo della produzione industriale dei nostri apparecchi e dispositivi vari, prestando la loro opera con serietà, professionalità e dedizione.

Vorremmo però citare anche un politico che, dimostrando sensibilità e spirito di servizio nel porsi come facilitatore e portatore di innovazioni in campo sanitario, ha tradotto in decisioni politico-sanitarie le proposte dei tecnici e permesso grandi passi avanti nell’assistenza ai nefropatici in Abruzzo, il prof. Giuseppe Bolino, uomo di cultura e politico, primo Assessore Regionale dalla Sanità della Regione Abruzzo 1969/75 e Presidente del Consiglio Regionale del 1978.

Piani e Leggi Regionali concernenti la programmazione e l’organizzazione dell’area nefro-dialitica nella Regione Abruzzo

Alcune date:

  1. Piano Regionale 1974
  2. L.R. 10 settembre, 1974, n.41
  3. L.R. 14 gennaio 1975, n.5
  4. L.R. 21 aprile 1977, n.19
  5. D.C.R. 25 gennaio 78, n.98/8
  6. Piano regionale 1980
  7. L.R. 2001, n.44

Nel 1975 viene istituito in Abruzzo, con sede all’Aquila, il Centro regionale di Tipizzazione Tissutale,strutturaall’avanguardia realizzata grazie alla lungimiranza di chi l’ha considerata di supporto alla attività di prelievo di organi e alla futura attività di trapianto nella nostra Regione.

È invece del 1977 la regolamentazione della dialisi praticata nei CAL – Centri ad Assistenza Limitata.

I CENTRI DIALISI NATI IN ABRUZZO COME CAL SONO:

  • Centro di Tagliacozzo, Centro di Riferimento L’Aquila, anno 1979
  • Centro di Martinsicuro, Centro di Riferimento Giulianova, anno 2000
  • Centro di Francavilla, Centro di Riferimento Ortona, anno 2000
  • Centro di Castel di Sangro, Centro di Riferimento Sulmona, anno 2001

Il Piano Regionale 1986

Ma, ha episodi piccoli e grandi finalizzati a rendere possibile l’inizio e lo sviluppo di una sfida; storie di persone dedicate con passione a perseguire qualcosa di nuovo e cioè la possibilità di restituire a malati che hanno perso definitivamente una funzione vitale una vita degna di tale nome.

Diamo uno sguardo agli sopedali dei quattro capoluoghi regionali.

Le attività cliniche del Centro Dialisi dell’Ospedale S. Salvatore dell’Aquila sono iniziate dopo uno stage presso l’Ospedale S. Carlo di Milano di Giorgio Splendiani che, nel 1969, venne invitato dal primario chirurgo del S.Salvatore prof. Pasquale Ficara ad acquisire le tecniche e la clinica della dialisi.

Un apparecchio di dialisi fu acquistato grazie ad un finanziamento della Carispaq.

All’Ospedale Spirito Santo di Pescara Tonino D’Andrea, su invito del direttore sanitario prof. Vincenzo Stuppia e del prof. Mario Polito, neo primario della divisione di Urologia appena istituita, condusse nel 1969 uno stage presso il Policlinico di Pisa, nell’Istituto diretto dal prof. Gabriele Monasterio e specificamente nel Centro Dialisi diretto dal prof. Leopoldo Cioni.

Il primo apparecchio di dialisi, un apparecchio Kill modificato denominato “Pisa 68”, fu acquistato e donato all’Ospedale dalla famiglia L., un cui figlio appunto ne necessitava e si recava a Bologna 2 volte a settimana per i trattamenti dialitici, che allora duravano 12 ore a seduta.

Il primo paziente pediatrico dializzato cronico della regione è stato C.A. di 7 anni, trattato a Pescara dove per iniziativa di Antonio Ciofani, è operativa l’attività pediatrica dagli anni ‘80. C.A. fu trattato con dialisi dal 7 luglio 1989 al 14 agosto 1990, giorno in cui fu trapiantato a Lione (Francia); oggi, all’età di 34 anni, lavora e sta bene seguendo controlli periodici all’Ospedale di Pescara.

All’Ospedale Mazzini di Teramo il Centro Dialisi è stato fondato dal dr. Sandro De Angelis, che è stato anche l’antesignano dell’autonomia chirurgico- interventistica del nefrologo in Abruzzo.

Presso l’Ospedale Clinicizzato SS. Annunziata di Chieti l’attività dialitica è iniziata nel 1977, coincidendo anche con l’istituzione dell’insegnamento della nefrologia e della cattedra di Nefrologia.

Attività di prelievo e trapianto di rene in Abruzzo

Va a questo punto ricordato che nello stesso periodo e cioè negli anni ‘60 / ‘70 è iniziata in Italia l’attività di prelievo e trapianto di rene; il primo trapianto di rene è stato effettuato presso il Policlinico Umberto 1° di Roma ad opera dello staff diretto dal prof. Paride Stefanini e di cui faceva parte il prof. Carlo Umberto Casciani, il 3 maggio 1966.

Il rene trapiantato era stato prelevato lo stesso giorno in Abruzzo, presso l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, donazione da vivente.

L’attività di prelievo di organi da cadavere è invece iniziata il Abruzzo nel 1975 presso l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila grazie all’impegno dei prof. Casciani e Splendiani, presso l’Ospedale Spirito Santo di Pescara nel 1983 grazie all’attività di raccordo del dr. Ciofani, presso l’Ospedale Mazzini di Teramo nel 1983 con l’impulso del dr. De Angelis; negli anni successivi anche presso l’Ospedale Civile di Popoli e di Avezzano.

L’attività di trapianto di rene in Abruzzo da donatore cadavere è iniziata il 15 gennaio 2001 all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila ad opera dello staff diretto dal prof. Antonio Famulari; il primo trapianto da donatore vivente c’è stato invece nel 2004; ha ricevuto il rene dal padre il ragazzo diciottenne D.A.E., seguito presso la Nefrologia dell’Ospedale Spirito Santo di Pescara. Oggi D.A.E. ventinovenne, è in ottime condizioni fisiche e segue controlli periodici.

Centro Regionale Trapianti Regione Abruzzo-Regione Molise

Organizzazione del programma donazione e trapianto di organi e tessuti in Abruzzo: Rete Trapiantologica

Gli attori del sistema donazione e trapianto in Abruzzo sono organizzati, sulla base dei dettami della legge n.91 del 1 Aprile 1999, in rete collegata con il livello Nazionale (Centro Nazionale Trapianti) e sono costituiti da:

  • Assessorato alla Sanità
  • Coordinatore Regionale per i Trapianti
    nella persona del Prof. Antonio Famulari
  • Comitato Tecnico Scientifico
    ai sensi della Legge Regionale n. 103/95

La Regione Abruzzo con la L. R. n. 103 dell’8 Maggio 1995 dal titolo “Potenziamento e razionalizzazione delle attività di prelievo d’organo” ha inteso promuovere e sostenere la “formazione di una più ampia coscienza civile per la donazione di organi..” ed ha individuato, in anticipo anche rispetto alla legge nazionale n. 91 del 1 Aprile 1999, la rete di prelievo di organi formata dalle unità operative di Rianimazione, un coordinatore di ospedale ed il “Centro Interregionale Riferimento per i Trapianti Regione Abruzzo – Regione Molise”. Non si parlava ancora di prelievo di tessuto, es. cornee, che si è sviluppato su ampia scala negli anni seguenti, né di centri trapianti che non esistevano in Abruzzo. Il ruolo leader che l’istituzione regionale voleva avere nel settore è testimoniato dal fatto che del Comitato Tecnico Scientifico fanno parte l’Assessore Regionale alla Sanità ed un dirigente del Settore Igiene e sanità della Regione. I componenti del Comitato sono designati dall’Assessore alla Sanità su proposta dei Responsabili delle UU.OO. di Rianiminazione (n. 3) Neurologia / Neurofisiopatologia (n. 3) e Medicina Legale (n.1) e durano in carica 3 anni.

Centro Regionale per i Trapianti (CRT)

La legge n. 91 del 1 Aprile 1999 dal titolo “Disposizioni in materia di prelievi e trapianti di organi e di tessuti “ all’art. 10 recita “le regioni, qualora non abbiano già provveduto ai sensi della legge 2 dicembre 1975 n. 644 istituiscono un Centro Regionale per i Trapianti (CRT)”. La Regione Abruzzo aveva precedentemente già istituito, con L.R. n° 5 del 14.01.1975 il Centro Regionale di Immunoematologia e Tipizzazione Tissutale (CRITT) e, ai sensi della Legge 91/99, presso il C.R.I.T.T. si è in seguito individuato il Centro Regionale Trapianti che svolge i compiti istituzionali sia per la Regione Abruzzo che per la Regione Molise. I dettami della legge 91 sull’organizzazione delle attività di coordinamento sono indicati nelle linee guida approvate in conferenza Stato-Regioni in data 21.3.2002 e recepite dalla Regione Abruzzo con DGR n. 88 del 13/2/2004 e dalla Regione Molise con DGR n. 1169 del 6.10.2003. Dal 2006 il C.R.T. è separato dal CRITT, ed ha acquisito una sua autonomia, sempre nell’ambito della A.SL di L’Aquila (ora Avezzano Sulmona L’Aquila), e coordina tutte le attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti nelle due regioni di competenza, garantendone la qualità e la sicurezza nel rispetto dei protocolli nazionali (Responsabile Dr.ssa Daniela Maccarone)

  • Centro di Immunoematologia e Tipizzazione Tissutale (C.R.I.T.T.) allocato presso A.SL di Avezzano Sulmona L’Aquila per l’esecuzione di tutte le analisi immunogenetiche necessarie per il trapianto di organi e tessuti (Responsabile Dr. Franco Papola)
  • Coordinatori Locali per i Trapianti negli ospedali d’Abruzzo, medici che in ogni ospedale dotato di Rianimazione sono i referenti per l’identi cazione e la gestione di tutti i donatori di organi e tessuti (cadavere e vivente), nonché responsabili dell’attività di formazione ed informazione e sensibilizzazione dei sanitari dell’Ospedale di appartenenza e della popolazione nel territorio di competenza
  • Unità di Rianimazione degli Ospedali d’Abruzzo nelle quali vengono identi cati i donatori di organi
  • Centro Trapianti di rene a L’Aquila, UOC a Direzione Universitaria (Responsabile Prof. Francesco Pisani)
  • Unità di Dialisi delle Regioni Abruzzo e Molise che hanno in cura i pazienti candidabili per trapianto di rene
  • Centro Trapianti di cuore a Chieti, UOC a Direzione Universitaria (prof. Gabriele Di Giammarco)
  • Unità di Cardiologia della Regione Abruzzo che hanno in cura i pazienti candidabili per trapianto di cuore
  • Centro Trapianti di fegato del Policlinico A. Gemelli di Roma con il quale è attiva dal 2014 una convenzione per l’esecuzione di trapianti di fegato in pazienti epatopatici della regione Abruzzo
  • Rete epatologica della regione che gestisce i pazienti candidabili al trapianto di fegato
  • Centro Trapianto di Midollo Osseo a Pescara (Responsabile Dr. Paolo Di Bartolomeo)
  • Banca degli Occhi a L’Aquila (Responsabile Dr. Germano Genitti)
  • Unità di Oculistica negli Ospedali d’Abruzzo e Molise che eseguono i trapianti di cornee e tessuti oculari
  • Banca del Sangue Cordonale a Pescara (Responsabile Dr.ssa Tiziana Bon ni)
  • Unità di Ortopedia in cui vengono identi cati i donatori viventi di tessuto muscolo scheletrico (persone sottoposte a intervento per protesi d’anca).

Attività di formazione

Dagli anni ‘70 si sono anche sviluppate svariate attività ed iniziative tese alla formazione professionale e scienti ca dei giovani e all’approfondimento per tutte le gure dedite alle attività nefrologiche e dialitiche della regione.

Nel 1976 viene costituita la Sezione Interregionale della Società Italiana di Nefrologia Abruzzo-Molise-Marche-Umbria “GIRUMMA”, con incontri clinico-scienti ci 2 volte all’anno e lo scopo di dare ampio spazio e opportunità ai giovani nefrologi o specializzandi.

Nel 1977 entra nella Sezione anche il Lazio e sarà denominata “ALAMMU”.

Nello stesso periodo e cioè nel 1972 viene istituito all’Università dell’Aquila l’insegnamento di Nefrologia.

Dopo 5 anni, nel 1977, è l’Università di Chieti che istituisce l’insegnamento di Nefrologia; nel 1982 la medesima Università istituisce la Scuola di Specializzazione in Nefrologia, diretta dal prof. Alberto Albertazzi, proveniente dall’Università di Bologna.

I principali congressi e convegni nazionali ed internazionali tenuti in Abruzzo 

1983 Congresso Internazionale sulla Dialisi nei non-uremici – L’Aquila

1983 XXIV° Congresso della Società Italiana di Nefrologia – Chieti

1995 VIII° Congresso Nazionale sulla Dialisi Peritoneale – Montesilvano

1997 I° Congresso del Gruppo di studio sulla Plasmaferesi – Giulianova

2003 XIX° Congresso Naz. della Società It. di Nefrologia Pediatrica – Pescara

2003 IV° Congresso del Gruppo di Studio sulla Plasmaferesi – Chieti

2005 XLVI° Congresso della Società Italiana di Nefrologia – Montesilvano

2011 1961/2011 – Cinquantenario della Dialisi in Italia – Pescara

Nefrologi abruzzesi che hanno rivestito incarichi societari nazionali 

  • Alberto Albertazzi, segretario della Società Italiana di Nefrologia
  • Antonio Ciofani, componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Nefrologia Pediatrica
  • Giancarlo Marinangeli, segretario della Società Italiana di Nefrologia
  • Giorgio Splendiani, componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Nefrologia

Ma arrivando agli anni recenti, il 25 novembre 2011 si tiene a Pescara, nell’Aula Magna dell’Ospedale Spirito Santo, un Convegno a carattere nazionale un po’ particolare: si celebra il cinquantenario dalla prima dialisi in Italia, effettuata come sopra accennato presso il policlinico Umberto 1° di Roma dall’abruzzese prof. Carlo Umberto Casciani.

A Pescara perchè qualche mese prima era stato il dr. Antonio Ciofani che, con una telefonata, aveva ricordato al prof. Casciani la ricorrenza, ricevendo l’incarico di organizzare l’evento in Abruzzo.

RAZIONALE DEL CONVEGNO CELEBRATIVO DEL CINQUANTENARIO DELLA DIALISI IN ITALIA 

Nell’ottobre del 1961 lo staff diretto dall’abruzzese prof. Carlo Umberto Casciani effettuava, presso il policlinico Umberto 1° di Roma, la prima dialisi in Italia su una giovane paziente uremica.

Dopo mezzo secolo ascoltiamo proprio dal pioniere di questa tecnica terapeutica come andarono le cose e da importanti relatori il futuro della sostituzione della funzione renale, oltre il rene arti ciale.

Condotto dal prof. Giorgio Splendiani, pioniere della disciplina in Abruzzo, dedichiamo anche uno spazio alla nascita della rete dei Centri Dialisi della Regione e riserviamo la seconda sessione ai nuovi modelli gestionali, in un momento storico in cui le scelte in sanità dei Paesi avanzati sono determinate da una progressiva diminuzione delle risorse disponibili.

Siamo particolarmente onorati di ospitare a Pescara il meeting che, unitamente a quello del 19 ottobre presso il CNR a Roma, celebra questa importante ricorrenza clinico-scienti ca del nostro Paese.

Ma il Convegno nisce per rappresentare, su impulso del prof. Splendiani, anche una bella celebrazione della nascita e dello sviluppo dell’attività nefrodialitica in Abruzzo e la vera sorpresa è la partecipazione del ministro della Salute prof. Renato Balduzzi, appena nominato nel neonato governo Monti, che premierà il prof. Casciani e i pionieri dei vari Centri nefrodialitici della regione.

E proprio a questa parte del Convegno del 25 novembre 2011 si ispira questa pubblicazione.

Seguono le foto della consegna da parte del Ministro Balduzzi dei diplomi di riconoscimento a medici, infermieri, tecnici e operatori dell’industria, per l’attività svolta a favore della nefrologia e della dialisi in Abruzzo.

È un documento prezioso perchè attesta una storia iniziata nel 1969 fatta di impegno, passione, capacità di realizzare di tante persone che hanno dedicato una vita ad una cosa bellissima, recuperare alla vita malati precedentemente considerati persi.

Segue una serie di foto relative alla consegna da parte del Ministro ed alla presenza del direttore generale della Azienda Usl di Pescara dr. Claudio D’Amario e del dr. Antonio Ciofani, presidente del Comitato Organizzatore, di un diploma di riconoscimento a tutti i singoli medici pionieri dei Centri nefrodialitici della regione nonchè a 4 infermieri pionieri dei Centri di Pescara e dell’Aquila ed a 2 rappresentanti, pionieri anch’essi, delle Aziende produttrici di apparecchiature e materiali per dialisi, la cui collaborazione a tempo pieno ha consentito l’avvio delle prime fasi di attività clinica dei Centri abruzzesi con grande spirito collaborativo.

Rete Nefro-Dialitica della Regione Abruzzo al dicembre 2015

PERSONALE, PAZIENTI, DOTAZIONE LOGISTICA

Dati, aggiornati ed integrati, tratti dalla relazione del dr. Antonio Stingone, responsabile dell’Unità Nefro-Dialitica dell’Ospedale di Ortona, al 53° Convegno ALAMMU di Senigallia – 22/23 maggio 2015

Sintetizzando quanto riportato nelle tabelle abbiamo oggi questi dati:

  • Pazienti in trattamento dialitico: 1070(902 in dialisi extracorporea, 168 in Dialisi Peritoneale)
  • Posti letto autonomi di degenza ordinaria di Nefrologia: 16
  • Posti letto di degenza ordinaria in AFO: 5
  • Posti letto Tecnici di Emodialisi: 284
  • 21 Centri NefroDialitici(18 Pubblici – 3 Centri a gestione mista pubblico/privato) – 8 in provincia di Chieti
    – 3 in provincia di Pescara
    – 4 in provincia di Teramo- 6 in provincia dell’Aquila
  • 1 Centro Trapianti di Rene presso l’Ospedale S. Salvatore dell’Aquila
  • 1 Centro di Riferimento di Nefrologia Pediatricapresso l’Ospedale Spirito Santo di Pescara

Va rilevato che dopo decenni di crescita assistenziale e scienti ca assistiamo negli ultimi anni a continui tagli e assestamenti verso il basso della dotazione logistica e degli standard ospedalieri relativi alla disciplina nefrologia.

Rispetto al 2010 si rileva oggi questo eloquente quadro regionale:

  • Posti letto nefrologici di degenza ordinaria da 54 a 16
  • Posti letto ordinari in AFO da 14 a 5
  • Posti letto tecnici di dialisi extracorporea da 285 a 284

Nel momento in cui questa pubblicazione vede la luce, la regione Abruzzo è in pieno dibattito politico-programmatorio sulla revisione dell’assetto istituzionale delle Aziende Sanitarie e degli standard dell’assistenza ospedaliera.

Ci auguriamo che la rete nefro-dialitica abruzzese in sofferenza, soprattutto per gravi carenze dell’organico medico ed infermieristico, nell’accogliere le esigenze cliniche dei nefropatici e nel mantenere l’elevata performance assistenziale che oggi assicura, possa mantenere e implementare gli standard raggiunti in 45 anni di progressi.

L’Editor in Chief comunica che questo lavoro è stato pubblicato dagli autori Antonio Ciofani (Dirigente Medico Responsabile della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Spirito Santo di Pescara) e Giorgio Splendiani (Professore Emerito Università Tor Vergata – Roma) con il Patrocinio di ASR Abruzzo (Direttore Dott.Alfonso Mascitelli) e stampato ad aprile 2016.

Cliccando sul bottone “PDF” sarà possibile scaricare l’intero mansocritto completo di figure e tabelle.