Novembre Dicembre 2016 - Articoli originali

Smart, Social e Mobile: la Nefrologia nell’era della Sanità digitale

Abstract

La Sanità è al centro di una rivoluzione digitale. I medici utilizzano sempre più spesso App che sono utili nella pratica clinica e i pazienti fanno sempre più spesso ricorso a quelle App che consentono una partecipazione più attiva nella gestione delle proprie cure. La tecnologia Mobile sta cambiando la Medicina. Un nuovo movimento per il libero accesso alle risorse educazionali in Medicina (FOAMed) sta crescendo attraverso i Social Media. L’e-learning sta aumentando l’accesso a nuove ed entusiasmanti opportunità di formazione, cambiando profondamente il concetto di educazione continua in Medicina. Quale sarà il futuro della Nefrologia nell’Era della Sanità digitale?

Parole chiave: eHealth, e-learning, FOAMed, mHealth, Social Medicine, SoMe

 

Introduzione

Stando ai dati della società di analisi ABI Research, nel 2014 sono stati venduti in tutto il mondo 1.4 miliardi di smartphone [1]. In Italia gli utenti smartphone sono già più di 20 milioni. Oltre la metà degli utilizzatori difficilmente si separa dal proprio cellulare di nuova generazione e lo utilizza ovunque, nella maggior parte dei casi per recuperare informazioni dal web o impiegare utilmente le pause e i tempi morti. Dal 2010 ad oggi, l’accesso ad internet tramite telefonia mobile sia via smartphone che da tablet è cresciuto di anno in anno. Sono in significativo e costante incremento i servizi di instant messaging (34% degli utenti mobili nel 2014, contro il 20% nel 2013) e social networking (31% vs 21). Il 63% degli italiani usa internet regolarmente e il 44% (circa 25 milioni) ha un account su Facebook.

Dalla cura del paziente alla formazione dei giovani professionisti, smartphone e tablet sono ormai entrati nell’uso anche nella pratica medica. Attraverso applicazioni dedicate, essi offrono al clinico importanti strumenti di supporto nella diagnosi e gestione di molte malattie acute e croniche. Rendono possibile un confronto diretto e costante tra professionisti di tutto il mondo come mai prima, aprendo nuovi scenari al concetto di formazione continua in medicina. Consentono alla clinical governance l’accesso a una moltitudine di dati aggregati potenzialmente utili per la pianificazione di nuove strategie sanitarie. Forniscono al paziente un numero straordinario di informazioni sulla sua malattia e talora un supporto efficace nella prevenzione e nel controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, modificando comportamenti e stili di vita non salutari.

Smartphone e sanità digitale: che cos’è la Mobile Health?

Oggigiorno, l’utilizzo di tecnologie digitali in ambito sanitario non può più essere considerato in una dimensione futura, ma va visto come un fatto di stretta attualità. La cosiddetta convergenza digitale ha già risucchiato in sé quella galassia costituita dall’insieme di conoscenze, attività e professionalità che operano in ambito sanitario. Questo fenomeno va governato, disciplinato e, per le ovvie implicazioni giuridiche, normato.

L’Agenda Digitale Europea attraverso l’eHealth Action Plan 2012-2020 ha in qualche modo stabilito le direttive principali per gestire questa eccezionale opportunità di innovazione del nostro sistema sanitario [2]. Il punto più importante consiste nell’integrazione fra telemedicina e Mobile Health. Il concetto di telemedicina può dirsi, almeno in teoria, già acquisito: si tratta di una modalità di erogazione a distanza di alcuni servizi di assistenza sanitaria resa possibile dalle nuove tecnologie di interconnessione. La partita aperta è invece quella della Mobile Health (o mhealth), un nuovo modello di assistenza sociosanitaria che si fonda sull’uso di tecnologie multicanale e dispositivi mobili come smartphone e tablet.

La Mobile Health è il motore di un cambiamento attivo in ambito sanitario che è destinato a consolidarsi nel prossimo futuro, mutando radicalmente le modalità di accesso a conoscenze e competenze specifiche, le gerarchie territoriali fra strutture sanitarie, i rapporti fra professionisti e la relazione medico-paziente [3] [4].

In questa rassegna, illustreremo le possibili applicazioni degli smartphone in Nefrologia dall’utilizzo in ambulatorio o al letto del malato alla social nephrology attraverso le nuove frontiere dell’e-learning, le entusiasmanti prospettive offerte dall’accesso ai Big data e i rischi di un uso scorretto o non professionale di queste nuove tecnologie. Concluderemo infine con uno sguardo sui cambiamenti che il passaggio a una sanità digitale impone nella organizzazione della Nefrologia in Italia.

La mobile Health in Nefrologia

Il numero delle applicazioni disponibili per smartphone è arrivato a oltre 775.000. Il 72% delle App su Google Play Store e il 56% di quelle su App Store sono gratuite. Il prezzo medio di quelle a pagamento è inferiore ai 3 euro. Sono tantissime le applicazioni offerte per uso professionale in Medicina. Si tratta soprattutto di calcolatori con una sorprendente varietà di funzioni: dalla semplice stima del BMI a modelli decisionali più complessi basati sulla valutazione del rischio clinico. Altre potenzialità degli smartphone vanno però ricordate.

Anzitutto bisogna considerare la possibilità di un accesso diretto a informazioni e a banche dati, possibile tramite password o intranet ovunque 24 ore su 24 ore. In molte regioni, la dematerializzazione della documentazione clinica mediante archiviazione su server esterno ha portato alla nascita della cartella clinica informatizzata e del fascicolo sanitario elettronico (FSE). La cartella clinica informatizzata, oltre a costituire una risorsa preziosa nella pratica clinica quotidiana, apre nuovi scenari per la cosiddetta telemedicina soprattutto nella gestione dei centri dialisi ad assistenza limitata (CAL). Per esempio, è oggi possibile utilizzare la fotocamera dello smartphone per scattare una foto a una fistola artero-venosa e caricarla in rete nella cartella informatizzata del paziente destinato alla dialisi in CAL così da consentire l’accesso in remoto a specifiche istruzioni di venipunzione. L’FSE, oltre ad essere liberamente accessibile al paziente, consente la condivisione di dati clinici fra medici o strutture diverse mediante tablet o smartphone. È il cosiddetto cloud computing, le cui potenzialità si estrinsecano in un flusso facilitato di informazioni fra Ospedale e Territorio, consentendone una più agevole riorganizzazione in medicina di rete.

Con uno smartphone tra le dita… Le App in Nefrologia

Nella Tabella 1 sono riportate le principali App professionali disponibili per Android e iPhone con alcune delle relative funzioni.

L’orizzonte in ambito nefrologico spazia dalla stima del filtrato glomerulare alla predizione del rischio di insufficienza renale acuta dopo somministrazione di mezzo di contrasto o intervento cardiochirurgico. Non restano ovviamente escluse le più comuni equazioni utilizzate nella pratica nefrologica: dalle formule di correzione delle disnatremie alla valutazione delle alterazioni acido-base, dal calcolo del Kt/V alla determinazione del ricircolo. Vi sono anche delle ottime applicazioni sul dosaggio degli antibiotici e sugli adeguamenti della posologia in corso di insufficienza renale cronica. Alcuni modelli dedicati di predizione forniscono una stima attendibile del rischio di morte o malattia renale end-stage consentendo un’adeguata pianificazione del percorso di predialisi.

Un contributo formativo importante sull’assistenza sanitaria di base può essere garantito attraverso l’uso di App promosse dalle stesse società scientifiche nefrologiche nazionali o locali. Kidney Wise, per esempio, è una App creata dall’Ontario Renal Network con la finalità di assistere i medici di base nella diagnosi e nel trattamento della malattia renale cronica che specifica i tempi e le modalità di invio allo specialista nefrologo. In Italia, le App Nephromeet e GIN consentono rispettivamente un accesso alla piattaforma informatica della Società Italiana di Nefrologia e al GIN.

Vi sono inoltre ottime prospettive per gli stessi pazienti. La maggior parte delle App dedicate è in lingua inglese, ma il problema della lingua, in molti casi, non è più un ostacolo per le nuove generazioni. Alcune applicazioni promuovono stili di vita più salutari, altre contribuiscono all’aumento delle conoscenze specifiche del paziente in ambito sanitario (health literacy). BPWatch per Android e iBP per iPhone consentono di raccogliere, analizzare e condividere i dati relativi alla registrazione dei valori pressori domiciliari. Lo stesso è possibile per le glicemie con App come Glucose Buddy. H2O Overload della National Kidney Foundation (NKF) offre alcune importanti indicazioni sul controllo del bilancio idrosalino nei pazienti nefropatici e/o con scompenso cardiaco. Sempre promosse dall’NKF sono My Food Coach e Care After Kidney Transplant. La prima ha lo scopo di fornire indicazioni molto dettagliate sull’alimentazione nel paziente con malattia renale cronica, la seconda fornisce consigli preziosi per i pazienti portatori di trapianto renale. Altre applicazioni possono risultare utili nella gestione della terapia domiciliare e nella programmazione dei controlli come MyKidneyCare un’App promossa da un’associazione di pazienti del Guy’s Hospital.

Infine, alcune applicazioni con finalità apparentemente ludiche (EduGames) possono favorire agendo a livello di popolazione, la diffusione di comportamenti o stili di vita più sani.

Un’App su misura per il proprio ambulatorio

Con una modesta conoscenza degli strumenti di programmazione o, ancora più semplicemente, mediante l’utilizzo di programmi online è addirittura possibile creare la propria App. Siti come AppMakr o AppyPie offrono questa possibilità con una spesa minima. Quali vantaggi un ambulatorio può trarre dall’introduzione di un’applicazione dedicata? Lo scenario più semplice è quello in cui l’App, attraverso un’interfaccia agevolata, consente al paziente di inviare online un insieme di dati clinici pertinenti direttamente alla mail del medico che lo ha in cura. Uno degli Autori, per esempio, ha recentemente creato una App per l’Ambulatorio di Dialisi Peritoneale di cui è referente, destinandola a un gruppo selezionato di giovani pazienti che possono così comunicare ogni mattina all’Ambulatorio pressione, peso, ultrafiltrato, eventuali sintomi, etc. Tale applicazione, sebbene ovviamente non sostitutiva di un contatto diretto in caso di necessità, si è dimostrata particolarmente gradita ai più giovani che ne hanno apprezzato l’utilità, considerandola sotto molti aspetti una conferma della stretta relazione tra ambulatorio di dialisi domiciliare e paziente.

I sistemi di messaggistica e il lavoro d’equipe

WhatsApp è sicuramente il più popolare fra i sistemi di messaggistica istantanea disponibili. Sono state segnalate ottime esperienze nella programmazione e pianificazione delle attività di lavoro d’equipe fra professionisti sanitari attraverso un gruppo WhatsApp, utilizzato come forum di comunicazione. La pianificazione delle attività o di una riunione, soprattutto fra professionisti afferenti ad unità operative diverse, può essere anche facilitata dall’utilizzo del sistema online Doodle Scheduling che consente di verificare la disponibilità di orario dei partecipanti alla riunione.

Prospettive educazionali: cosa ci può insegnare uno smartphone?

La possibilità di un’interazione degli utenti con internet ha portato alla nascita del cosiddetto Web 2.0, contraddistinto dall’uso di applicazioni online come chat, blog, forum, wiki, piattaforme di media sharing, attraverso le quali l’utente non è più uno spettatore passivo, ma un protagonista attivo [5] [6] (full text). Questa rivoluzione è stata segnata soprattutto dalla diffusione di social network come Facebook, LinkedIn, Google+, MySpace, ResearchGate, Academia.edu, Mendeley, CiteULike e Twitter.

Sebbene siano stati spesso considerati in modo dispregiativo, in realtà i social media presentano delle caratteristiche proprie che ne fanno uno strumento straordinario di insegnamento e apprendimento. Da un punto di vista epistemologico, infatti, l’affermazione di una teoria della conoscenza fondata sul processo di confutazione implica per sé un approccio costruttivista alle teorie dell’apprendimento. In altre parole, la nostra conoscenza è strettamente radicata nel confronto con l’altro ovvero nell’interazione sociale. Nelle nostre Università, è stata questa consapevolezza a rappresentare l’elemento di svolta nel passaggio dalla cosiddetta didattica frontale alle lezioni interattive. In termini più generali, questo vuol dire che l’apprendimento può avvenire in modo molto più agevole e completo attraverso la costruzione di un personal learning network. I social media offrono in tal senso infinite possibilità consentendo il confronto fra professionisti o studenti con interessi condivisi anche al di fuori degli ambienti accademici. In effetti, negli ultimi anni, si è diffuso un vero e proprio movimento culturale fondato sull’utilizzo dei social media e delle risorse online per la condivisione del sapere scientifico: il cosiddetto FOAMed (Free Open Access Medical Education) [7] [8] (full text).

Blog

Tra i social media che possono essere utilizzati come strumento educativo, la prima menzione spetta al tradizionale blog. Il termine blog deriva per contrazione da web-blog ossia “giornale di rete”. Si tratta di un tipo particolare di sito web, in cui i contenuti vengono pubblicati da uno o più blogger secondo un ordine cronologico, in una sorta di diario. Il blog ha avuto una significativa diffusione in ambito medico a livello mondiale, ma piuttosto limitata in Italia.

Fra i siti in lingua inglese non va dimenticato il Renal Fellow Network Blog, fondato nel 2008 da Nathan Hellman, all’epoca nephrology fellow all’Università della Pennsylvania. Il sito è sopravvissuto alla tragica morte del suo fondatore e oggi rappresenta una piattaforma di condivisione molto ampia con la partecipazione di specialisti e specializzandi in Nefrologia da tutto il mondo.

In Italia, l’esperienza più significativa è quella del RenalGate, un blog articolato i cui contenuti si estendono in un vero e proprio portale, impressionante per la varietà e vastità di informazioni.

Forum e mailing list

L’utilizzo di software come listerv ha consentito la prima esperienza social della rete. Attraverso software di questo tipo, è possibile creare mailing-list e forum. Fra le mailing-list ancora attive, va ricordata la Nephrol list, creata e gestita da Kim Solez, il cui principale punto di forza negli anni è stato il coinvolgimento attivo di esperti internazionali come Daugirdas, Tattersall e Oreopoulos. Tra i forum, che consentono una discussione tematica sui più disparati argomenti, il più popolare è oggi quello del sito educazionale della Global Kidney Academy diretto da Meguid El Nahas.

Social media video feed

La possibilità di condividere contenuti multimediali sotto forma di video rappresenta una preziosa risorsa per la diffusione di informazioni scientifiche. Il sito più noto è ovviamente YouTube e sono tantissime su questa piattaforma le risorse video utilizzabili a scopo educazionale in ambito nefrologico. La possibilità di condivisione di video attraverso YouTube o altre piattaforme come vimeo è stata utilizzata da molte società scientifiche a scopo educazionale: oltre ai webinar dell’ISN, della SIN e di NDT-educational, sono senz’altro da ricordare quelli del DOPPS study e gli approfondimenti curati dal comitato americano per l’iniziativa Fistula First.

EduGames

Giochi con fini educazionali sono da tempo ben noti. Abbiamo visto come molte App siano progettate e distribuite al fini di accrescere l’Health literacy dei pazienti, promovendo l’adozione di stili di vita più sani. Quest’approccio può essere esteso, in forme diverse, anche ai professionisti della salute. Il nefrologo attento alla formazione, ma in cerca di alternative alle modalità classiche di aggiornamento potrà trovare molto utili EduGames open-access on line come DreamRCT e NephMadness.

DreamRCT è una competizione on line fra i migliori trial ideali, quelli per intenderci di cui tutti vorremmo conoscere i risultati, ma che in gran parte non sono realizzabili per motivi di budget. Vince ovviamente chi riesce a raccogliere con il proprio progetto più finanziamenti… in valuta virtuale.

NephMadness è invece un vero e proprio campionato in cui a confrontarsi però non sono squadre di calcio o basket, ma le più recenti scoperte in ambito nefrologico. Si può puntare liberamente, ciascuno immaginando come finirà il torneo e quali fra le novità in competizione l’avranno vinta. La spunta chi riesce a predire l’esito finale del torneo.

La Social Nephrology: uno strumento per la condivisione delle conoscenze

Un’esperienza educazionale più attiva e coinvolgente è però possibile anche attraverso i social network. Sia Facebook che Twitter sono stati stati utilizzati in tal senso, ma per la sua struttura Twitter offre alcuni indubbi vantaggi nella creazione di una rete personale di e-learning [9][10] (full text).

Il termine Twitter deriva da “to tweet” che significa cinguettare: il sistema di messaggistica (microblogging) adottato prevede infatti l’utilizzo di messaggi brevi (tweet) della lunghezza massima di 140 caratteri.

I tweet possono essere etichettati con l’uso di uno o più hashtag: una parola o un insieme di parole precedute dal segno di cancelletto #. Un hashtag è di fatto un collegamento ipertestuale che lega fra loro tutti i messaggi che lo contengono. Ciascun utente può seguire gli utenti di interesse (following) e può essere a sua volta seguito da altri utenti (follower). La Tabella 2 riporta alcuni dei termini utilizzati dall’interfaccia Twitter.

Il live-tweeting dal Congresso

Negli ultimi anni, Twitter è divenuto estremamente popolare fra i professionisti sanitari di tutto il mondo. Anche in ambito nefrologico non mancano esperienze significative. I partecipanti di molte conferenze nazionali e internazionali spesso sono soliti pubblicare tweet contenenti i take-home message delle presentazioni alle quali assistono. Ciascun tweet è etichettato con l’hashtag relativo alla conferenza per cui è facilmente tracciabile dagli utenti che da tutto il mondo vogliono essere informati sulle ultime novità del convegno senza spostarsi dalla propria abitazione.

Durante l’annuale conferenza ASN del 2011, furono pubblicati 993 tweet con l’hashtag #kidneyweek11 da 172 diversi utenti, attraverso l’analisi dei contenuti linguistici, Desai e collaboratori hanno dimostrato che i tweet possono essere impiegati nella diffusione di informazioni utili per la formazione a distanza del nefrologo. Il sito Symplur consente di tracciare e seguire un numero consistente di hashtag relativi a conferenze di interesse medico con live-tweeting attivi da tutto il mondo ogni giorno.

I vantaggi del live-tweeting sono ben evidenti per chi accede alle informazioni pubblicate online, ma studi di neuroscienze dimostrano, fra tutti i partecipanti a un convegno, un maggior grado di attenzione e un migliore apprendimento per quelli coinvolti nel live-tweeting. In effetti, Twitter può essere considerato in un simile contesto come uno strumento per prendere appunti con l’indubbio vantaggio di una registrazione online sempre accessibile e, per di più, condivisa.

I consigli per un buon live-tweeting sono riportati in Tabella 3.

Il @NephJC ovvero il primo Twitter Nephrology Journal Club

La comunità nefrologica su Twitter si è consolidata grazie alla nascita nel 2014 del Nephrology Journal Club, un’iniziativa internazionale, che comprende più di 2000 follower e che in un anno di attività ha visto la partecipazione attiva di oltre 900 nefrologi [10] (full text). Il #NephJC è una tweet-chat che ogni 2 settimane circa discute e sottopone a una peer-review post-pubblicazione gli articoli più interessanti in ambito nefrologico. Il calendario delle chat è pubblicato sul sito www.nephjc.com e diffuso agli utenti attraverso una newsletter. Un blog presenta i contenuti centrali dell’articolo che sarà successivamente discusso in due chat da 1 ora, una per gli utenti americani e una per l’Europa e l’Africa.

Lavoro di gruppo

Google hang-out è un App disponibile sia per Android che per iPhone che funziona come una piattaforma di messaggistica istantanea, telefonia via internet e video-chat. La funzione di video-chat può essere utilizzata da più utenti per videoconferenze. Una funzione simile di live-streaming integrata con Twitter è inoltre possibile tramite l’App Periscope, disponibile sia per Android che per iPhone.

Una condivisione di idee più ampia e dettagliata, che può per esempio portare all’elaborazione di un documento come di un lavoro scientifico, è oggi possibile tramite le Collaborative writing applications (CWA). Le CWA consentono a più autori di lavorare a distanza e in contemporanea sullo stesso testo. L’esempio classico è ovviamente Wikipedia, ma vi sono anche diverse App che possono essere utilizzate per un uso privato fra pochi colleghi per elaborare e condividere un testo. Google Documents è senz’altro la più popolare fra queste applicazioni ed è quella utilizzata nella preparazione di questo lavoro.

Big Data, Social Media e Sanità

La prospettiva di un volume consistente di dati pubblicati ogni giorno sui Social Media offre rilievi importanti per quel che riguarda Big Data di potenziale interesse sanitario. Il principale scoglio è quello della identificazione di informazioni di reale rilievo, ma anche della integrazione fra dati di diversa provenienza (Social Media, registri informatizzati, smartphone)[11].

Uno stretto lavoro tra industria hi-tech e sanità ha inoltre aperto nuove possibilità come quelle di un accesso diretto a dati registrati attraverso smartphone o altri device talora classificati come dispositivi medicali. Mentre da una parte è evidente l’intrinseco valore epidemiologico di questi dati, è ancora difficile prevedere come essi possano essere utilizzati nella pianificazione dell’assistenza sanitaria e per un’allocazione strategica delle risorse.

Problemi etici e professionalità

In Italia la legislazione sulla Mobile Health è piuttosto carente: in effetti, essa non è stata nemmeno inclusa fra le priorità nelle linee guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale. La Commissione Europea invece, sulla scia di quanto già stabilito in modo simile dalla Food and Drug Administration, ha istituto una sorta di certificazione delle App sanitarie censite in un unico anagrafe (European Directory of Health Apps).

La disponibilità di strumenti di condivisione e la loro applicazione espone a non pochi rischi, recentemente riassunti in un documento del Comitato Nazionale di Bioetica [12]. In primo luogo, si tratta di tutelare la privacy del paziente. Poi vi è la dimensione del comportamento sociale, una sorta di galateo non disgiunto da ovvie implicazioni deontologiche, che va riconosciuto e conservato nell’operato del Medico anche in una dimensione virtuale o digitale. Poi ancora la possibilità di manipolazioni o ingerenze nel flusso di informazioni, intendendo sia i dati ricavati da singoli pazienti o gruppi sia le conoscenze condivise online [13] (full text) [14] (full text).

Ma c’è di più. Nei nostri ambulatori spesso il computer rappresenta una vera e propria barriera, a volte anche fisica, nella relazione fra medico e paziente: è evidente che il ricorso a tecnologie sempre più complesse, anche se touch screen, espone al rischio di una perdita di contatto umano. Tuttavia, il paziente deve iniziare a considerare come “buon medico” colui che è capace di verificare in tempo reale attraverso i nuovi sistemi informatici la bontà di una terapia o di un percorso diagnostico e non solo colui che si affida acriticamente a concetti appresi dieci o vent’anni prima o anche solamente sentiti qualche mese prima ad un seminario di aggiornamento.

Il corretto bilanciamento tra un saggio accesso alla rete e la capacità di mantenere il tratto umano nel contatto con il paziente è quindi l’ingrediente segreto del nefrologo “smart”, che deve porsi come punto di riferimento, mostrando la capacità di saper gestire e filtrare la mole di informazioni cui i pazienti sono esposti.

Nefrologia e Sanità digitale: un mondo nuovo

Uno degli aspetti più interessanti e senz’altro più rivoluzionari della “smart nephrology” è il completo sovvertimento dei classici rapporti tra professionisti e tra medici e pazienti. Il rapporto geografico tra centri nefrologici “periferici” e centri “di riferimento” può risultare completamente scardinato. I centri di riferimento hanno spesso drenato, a volte meccanicamente, i pazienti più complessi di determinati territori solo per questioni di vicinanza fisica e, spesso, per lo stesso motivo, gli operatori di tali centri hanno provveduto all’aggiornamento dei colleghi operanti nelle vicinanze. D’ora in poi, invece, i centri periferici possono facilmente interagire – qualora ne percepiscano la necessità – con centri più lontani ma, magari, più “credibili” o, comunque, più esperti in una determinata patologia. Nulla osta che questo tipo di collaborazione varchi i confini nazionali. Questo aiuta certamente i professionisti, ma, soprattutto, i pazienti afferenti ai centri periferici che possono accedere facilmente ad una medicina moderna ed innovativa senza doversi allontanare dal domicilio, oppure possono velocemente essere indirizzati verso il luogo più adatto ad affrontare il proprio problema saltando molti – spesso inutili – passaggi. Le nuove tecnologie facilitano ovviamente anche il passaggio inverso, ovvero il “ritorno” del paziente al suo centro di appartenenenza, poiché rimane garantito ed immediato il legame col “centro di riferimento” in caso di dubbi o problematiche.

Questa situazione di fatto costituisce quindi una sfida per tutti i centri medici universitari o comunque “di riferimento” per una determinata area geografica. Per evitare di essere sistematicamente sorpassati, e quindi di perdere la loro funzione, essi dovranno essere capaci di fornire risposte credibili ed aggiornate rispetto alla mole di dati in continua evoluzione presenti in rete. Questo in funzione di mantenere le proprie capacità di attrazione sia nei confronti dei medici che nei confronti dei pazienti. Appare quindi evidente che il modo migliore sia la facoltà di produrre essi stessi contenuti multimediali o sociali che dimostrino la propria posizione di riferimento.

La medicina sociale, oltre a scardinare gli stanchi vincoli geografici, permette, a maggior ragione, di scardinare gli ancor più logori vincoli gerarchici come quelli tra professori e studenti, tra universitari e ospedalieri e tra ricercatori e medici sul campo. È infatti evidente che, in una live chat o in un blog, uno specializzando possa tranquillamente interloquire con un professore statunitense, se la conoscenza della lingua inglese e della materia discussa glielo consentono. Ed è proprio su questo aspetto che si gioca il ruolo di un “opinion leader” moderno: deve essere disponibile a rispondere alle istanze dei colleghi più giovani e magari più lontani, sapendo anche cogliere le buone idee (e quindi le buone menti) che gli si possano presentare casualmente durante questi eventi sociali.

Cambiando distanza focale, ma non metodo d’osservazione, un ragionamento analogo si può fare nei confronti dei paesi in via di sviluppo: le nuove tecnologie e le nuove interazioni sociali della comunità scientifica possono aiutare i professionisti ivi operanti a crescere in un continuo confronto con gli altri colleghi di tutto il mondo. Sono già attivi fruttuosi gemellaggi tra ospedali, dove si discutono in video conferenza i casi più impegnativi. Anche il twitter nephrology journal club annovera la frequente partecipazione di colleghi provenienti da aree meno sviluppate del mondo a testimonianza della necessità di scambio di conoscenze sentita universalmente. È da tenere presente tuttavia che le infrastrutture informatiche possono anch’esse patire dei problemi del sottosviluppo: contenuti multimediali troppo “pesanti” potrebbero non essere fruibili dai professionisti operanti in condizioni disagiate. Bisogna quindi evitare che un gap tenologico eccessivo costituisca di per sé una barriera allo sviluppo della classe medica locale ed appare quindi evidente che degli investimenti sulle infrastrutture delle comunicazioni possano portare ripercussioni positive anche in campo di sviluppo sanitario.

Insomma, il cambiamento digitale non solo è in atto, ma è sostanzialmente già avvenuto: il punto di approdo dipenderà esclusivamente dalla nostra capacità di guardare lontano oltre l’orizzonte e con il giusto spirito critico.

Bibliografia

[1] ABI Research website (accessed online Sept 2, 2015)

[2] European Commission. Communication from the commission to the european parliament, the council, the european economic and social committee and the committee of the regions. eHealth Action Plan 2012-2020 – Innovative healthcare for the 21st century. Brussels, 6.12.2012

[3] Eric Topol. The Patient will see you now: The Future of Medicine Is in Your Hands. Edito da Basic Books, 2015

[4] Shaw RJ, Steinberg DM, Bonnet J et al. Mobile health devices: will patients actually use them? Journal of the American Medical Informatics Association : JAMIA 2016 May;23(3):462-6

[5] Walsh K Mobile Learning in Medical Education: Review. Ethiopian journal of health sciences 2015 Oct;25(4):363-6

[6] Boulos MN, Maramba I, Wheeler S et al. Wikis, blogs and podcasts: a new generation of Web-based tools for virtual collaborative clinical practice and education. BMC medical education 2006 Aug 15;6:41 (full text)

[7] Carroll CL, Bruno K, vonTschudi M et al. Social Media and Free Open Access Medical Education: The Future of Medical and Nursing Education? American journal of critical care : an official publication, American Association of Critical-Care Nurses 2016 Jan;25(1):93-6

[8] Leeuwenburg TJ, Parker C Free open access medical education can help rural clinicians deliver ‘quality care, out there’. Rural and remote health 2015 Jul-Sep;15(3):3185 (full text)

[9] Topf JM, Hiremath S Social media, medicine and the modern journal club. International review of psychiatry (Abingdon, England) 2015 Apr;27(2):147-54

[10] Topf JM, Sparks MA, Iannuzzella F et al. Twitter-Based Journal Clubs: Additional Facts and Clarifications. Journal of medical Internet research 2015 Sep 16;17(9):e216 (full text)

[11] Giampaoli R, Quintaliani G. Big data, un’opportunità da non perdere. GTND 2016 28:128-133

[12] Comitato Nazionale di Bioetica. (presidenza.governo.it, accessed online Sept 2, 2015)

[13] Greene JA, Kesselheim AS Pharmaceutical marketing and the new social media. The New England journal of medicine 2010 Nov 25;363(22):2087-9 (full text)

[14] Kamel Boulos MN, Wheeler S The emerging Web 2.0 social software: an enabling suite of sociable technologies in health and health care education. Health information and libraries journal 2007 Mar;24(1):2-23 (full text)

Tabella 1
Nome App Disponibilità Caratteristiche
Mediquations Android

iPhone

Lingua: inglese.

Polifunzionale: include calcolatori relativi a un gran numero di specialità mediche.

Nella categoria RENAL: compensazione acido-base, anion gap, delta-delta, correzione dell’AG per ipoalbuminemia, Apache score, TTKG, approccio pH, TRP, correzione del sodio, frazione escrete dei principali soluti, stima GFR (Cockcroft, CKD-EPI, MDRD, Salazar-Corcoran, Schwatrz, Wright).

ABG Interpeter Android Lingua: inglese. Formule per la valutazione delle alterazioni acido-base e l’interpretazione dell’EGA arteriosa.
ABG iPhone Lingua: inglese. Formule per la valutazione delle alterazioni acido-base e l’interpretazione dell’EGA arteriosa.
MediCalc Android

iPhone

Lingua: inglese.

Polifunzionale: include calcolatori relativi a un gran numero di specialità mediche. Opera online.

Nella categoria RENAL: stima GFR, diagnosi differenziale dell’insufficienza renale acuta, approccio all’acido-base, Gap osmolare, trattamento della cheto acidosi diabetica, principali alterazioni elettrolitiche. Fornisce informazioni aggiuntive che facilitano l’interpretazione dei risultati.

QxCalc In due versioni per iPhone e Android Lingua: inglese.

Polifunzionale: include calcolatori relativi a un gran numero di specialità mediche. Oltre a quelle già descritte per altre App, la categoria RENAL contiene calcolatori di rischio di insufficienza renale nel trapiantato, di AKI nei casi di chirurgia cardiaca o non-cardiaca o di somministrazione di mezzo di contrasto. Sono inclusi alcuni algoritmi decisionali per il trattamento del paziente in dialisi peritoneale e calcolatori da utilizzare in HD.

Tabella 2
Termine Significato
@[username] Lo username identifica l’utente. Tutti i nomi utente sono preceduti dal segno “@”. Il nome utente può corrispondere al vero nome dell’utente (ad e.s., @MarioRossi) o a un nome di fantasia. Ad e.s., @capitanglomerulo
Follower L’utente che segue il tuo username
Following L’utente che è da te seguito. È evidente che follower e following possono talora coincidere.
Hashtag Un collegamento ipertestuale interno al testo rappresentato da una parola o un insieme di parole preceduto dal segno “#”. Ad e.s., l’hashtag #nefrologia consente di visualizzare tutti i tweet postati dagli utenti su quell’argomento.
Mention Quando uno username viene nominato all’interno di un tweet.
Retweet Quando il tweet pubblicato da un utente viene ridiffuso da un altro.
Live-tweeting Il tweettare in tempo reale magari durante una conferenza o una lezione.
Tabella 3
Riporta qualcosa di interessante che hai sentito durante la conferenza.

Usa parole semplici in base alle tue conoscenze.

Usa sempre l’hashtag dell’evento:

molto spesso è fornito dagli stessi organizzatori ad es. #Kidneywk15, in caso contrario usa il più immediato o quello già in uso da altri utenti, ad es. #sin2016

Fornisce le informazioni che ti sembrano importanti, non reperibili altrove.

Se puoi, aggiungi un link a un lavoro citato che ti è sembrato importante per il relatore.

Sii pronto a postare il tuo tweet non appena ascolti qualcosa che ritieni importante
Riporta qualche frase originale dell’autore se ti sembra degna di menzione
Se gli organizzatori lo consentono, posta la foto di qualche diapositiva particolarmente utile
Se puoi, incoraggia gli altri al live-tweeting dell’evento
Usa la stessa lingua dell’evento