La nefropatia in corso di malattia di Fabry: nuove evidenze sulla diagnosi, il monitoraggio e la terapia

Abstract

La malattia di Fabry è una malattia X-linked dovuta ad una mutazione del gene GLA che causa il deficit dell’enzima α-galattosidasi A con conseguente accumulo di glicolipidi in gran parte di cellule e tessuti. Ciò determina una malattia multisistemica in cui il coinvolgimento renale, cardiaco e del sistema nervoso rappresenta la principale causa di morbidità e mortalità della malattia. Da circa 20 anni è disponibile una terapia enzimatica e da qualche anno anche una terapia chaperonica che hanno determinato un notevole cambiamento nella storia naturale della malattia. Anche grazie a tali terapie lo studio e la conoscenza della malattia hanno fatto in questi anni notevoli progressi consentendo una maggior consapevolezza della malattia e quindi una diagnosi più precoce e un avvio più tempestivo della terapia. Ma nonostante il miglioramento delle conoscenze molti aspetti rimangono poco conosciuti e sono tuttora oggetto di studio e di ricerca.

In questo articolo verranno riassunte le più recenti scoperte ed evidenze riguardo la fisiopatologia, la diagnosi, le nuove opzioni terapeutiche, gli anticorpi neutralizzanti e come svolgere il monitoraggio nel paziente con malattia di Fabry.

Parole chiave: malattia di Fabry, nefropatia, α-galattosidasi A, agalsidasi

Introduzione

La malattia di Fabry è una malattia genetica dovuta alla mutazione del gene GLA posto nel cromosoma X che causa la deficienza dell’enzima lisosomiale α-galattosidasi A. È caratterizzata dall’accumulo di glicolipidi (in particolare il globotriaosylceramide o Gb3 e la globotriaosylsfingosina o Lyso-Gb3), all’interno dei lisosomi di svariati elementi cellulari.  

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Screening della Malattia di Fabry nei Pazienti in Terapia Renale Sostitutiva nella Provincia di Modena

Abstract

Introduzione
La malattia di Fabry è una rara malattia genetica legata al cromosoma X caratterizzata dall’accumulo sistemico di globotriaosilceramidi, causata dal deficit dell’enzima α-galattosidasi A. Poichè la prevalenza della malattia di Fabry non è nota sul territorio regionale, abbiamo condotto uno studio per determinare la prevalenza di questa patologia nella città di Modena.

Materiali e Metodi
E’ stato condotto uno screening della malattia di Fabry nei pazienti in terapia sostitutiva renale che afferiscono al Policlinico di Modena. Nei maschi è stata testata l’attività dell’α-galattosidasi A e, se positiva, l’analisi genetica e l’analisi del Lyso-Gb3. Nelle femmine è stata eseguita l’analisi genetica; in caso di mutazioni geniche veniva effettuato il dosaggio della globotriaosilsfingosina (Lyso-Gb3).

Risultati
Il test è stato eseguito su 388 pazienti di cui 166 trapiantati, 41 in dialisi peritoneale e 181 emodializzati, sia maschi che femmine. Oltre il 35% dei pazienti studiati non presentava una diagnosi etiologica della nefropatia di base. In fase di screening, il Lyso-Gb3 si è dimostrato più specifico del test dell’α-galattosidasi A (100% vs. 82.5%). Sono state identificate due varianti genetiche: c.13 A>G p.(Asn5Asp), variante probabilmente benigna, e c.937 G>T p.(Asp313Tyr), di significato incerto. Entrambe le pazienti non presentavano né sintomi né storia anamnestica compatibili con la malattia di Fabry.

Conclusioni
L’identificazione di varianti di significato incerto come la c.937G>Tp.(Asp313Tyr) evidenzia i limiti dell’analisi genetica nell’identificazione di un disordine genetico. Ulteriori studi sono necessari per definire la prevalenza della malattia e valutare l’utilità del Lyso-Gb3 in fase di screening.

PAROLE CHIAVE: Malattia di Fabry; Screening; Lyso-Gb3; c.13 A>G p. Asn5Asp; c.937 G>T p.(Asp313Tyr); D313Y; α-galattosidasi A.

Introduzione

La Malattia di Anderson Fabry è una malattia genetica legata al cromosoma X dovuta al deficit enzimatico dell’α-galattosidasi A per mutazioni del gene GLA (1). L’α-galattosidasi A è un enzima lisosomiale responsabile del metabolismo degli glicosfingolipidi. La sua carenza determina l’accumulo di globotriaosilceramidi (GL-3, Gb 3, CTH) nei lisosomi e di globotriaosilsfingosine (Lyso-GL-3, Lyso-Gb3) nel circolo ematico (2). 

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