Abstract
La misurazione della velocità di filtrazione glomerulare (GFR) è essenziale nella diagnosi e gestione della malattia renale cronica (CKD) e della malattia policistica renale autosomica dominante (ADPKD), entrambe condizioni che richiedono una valutazione precisa della funzione renale. Tradizionalmente, il GFR è stato stimato usando marcatori endogeni come creatinina e cistatina C, sebbene questi possano risultare inaccurati a causa di fattori non correlati alla funzione renale, come massa muscolare e dieta. Il metodo di clearance di iohexolo, un mezzo di contrasto non ionico e idrosolubile, rappresenta un’alternativa più accurata e meno invasiva rispetto ai marcatori tradizionali come inulina o marcatori radioattivi. Iohexolo viene eliminato esclusivamente tramite filtrazione glomerulare, rendendolo altamente adatto per una stima diretta del GFR. Questo articolo descrive le procedure per la clearance di iohexolo, che prevedono prelievi di sangue a intervalli definiti dopo somministrazione endovenosa. Nei pazienti con funzione renale normale, gli intervalli di campionamento sono più frequenti, mentre nei pazienti con CKD avanzata, inclusi quelli con ADPKD, l’eliminazione dell’iohexol è più lenta e richiede intervalli più ampi per garantire un’analisi accurata della clearance. Iohexolo ha dimostrato alta precisione e riproducibilità, anche rispetto ad altri marcatori. Vi sono numerose evidenze di come l’uso di iohexolo possa monitorare efficacemente la progressione di CKD e ADPKD. In particolare, nell’ADPKD, iohexol rileva variazioni sottili ma clinicamente significative del GFR, anche nelle fasi iniziali della malattia, rendendolo utile per valutare terapie mirate. Tuttavia, l’uso di iohexolo è limitato a centri specializzati a causa dei costi elevati e dei protocolli rigorosi. Purtroppo il suo utilizzo a tutt’oggi è ancora abbastanza limitato e non esportabile in tutte le realtà europee.
Parole chiave: velocità di filtrazione glomerulare, iohexolo, malattia renale cronica