Abstract
La scintigrafia con 99mTc-sestamibi, in associazione all’ecografia del collo, è attualmente la tecnica di prima scelta per la localizzazione degli adenomi paratiroidei in pazienti affetti da iperparatiroidismo poi sottoposti a paratiroidectomia (1).
Dopo l’intervento chirurgico, dal 2% al 7% dei pazienti continua ad avere una persistenza della patologia. In questo caso, la sensibilità della scintigrafia con MIBI nel localizzare ghiandole paratiroidee ectopiche è limitata e varia dal 30% all’80% (2).
Grazie all’introduzione di una nuova metodica radiologica, la PET con 11C-metionina, è oggi possibile rilevare l’eventuale presenza di adenomi paratiroidei in quei pazienti risultati negativi all’esame scintigrafico con MIBI (3) ed è utile anche per i falsi positivi. La PET con 11C-metionina è un’indagine diagnostica accurata nel localizzare gli adenomi paratiroidei del collo con una sensibilità del 91%, che consente di eseguire paratiroidectomie focalizzate con una ridotta invasività dell’atto chirurgico, con riduzione del dolore post operatorio e migliore risultato estetico (4). Inoltre, è un metodo clinicamente utile in pazienti con iperparatiroidismo secondario e terziario. I limiti di questa promettente metodica sono la scarsa reperibilità del tracciante, il fatto che venga eseguita in soli quattro centri in Italia e l’alto costo.
Noi presentiamo i casi di due pazienti a cui viene fatta diagnosi di iperparatiroidismo. Vengono sottoposti in prima istanza a scintigrafia MIBI delle paratiroidi e successivamente a paratiroidectomia con asportazione delle ghiandole patologiche. Persistendo elevati valori di PTH, i pazienti eseguono prima una nuova scintigrafia con MIBI che risulta però negativa e poi una PET con 11C-metionina che evidenzia accumulo di tracciante in diversa sede non rilevato dalla scintigrafia.
Parole chiave: PET con C-metionina; approccio propositivo; iperparatiroidismo