Abstract
Introduzione: Il trattamento immunosoppressivo dei pazienti con nefropatia membranosa idiopatica (IMN) è dibattuto a causa dei suoi effetti collaterali. Le linee guida KDIGO del 2012 suggeriscono gli agenti alchilanti come terapia di scelta. Obiettivo di questo studio è valutare retrospettivamente l’induzione e il mantenimento della remissione clinica in pazienti con diagnosi istologica di IMN sottoposti a terapia a base di steroidi e/o ciclosporina (CsA) presso l’UOC di Nefrologia dell’Ospedale sant’Andrea di Roma.
Materiali e metodi: La Terapia A (conservativa) è stata riservata ai pazienti a basso rischio. 8 pazienti a medio ed alto rischio sono stati trattati mediante la Terapia B (Prednisone 1 mg/kg ≤12-16 settimane con decalage in 8 settimane); 6 pazienti mediante la Terapia C (Prednisone 1 mg/kg ≥20-24 settimane con decalage in 8 settimane) ed infine 6 pazienti steroido-resistenti mediante la Terapia D (decalage steroide + ciclosporina 3-5 mg/kg per 2 anni).
Risultati: Una remissione completa è stata osservata nel 37,5% dei pazienti sottoposti a Terapia B, nell’83,3% dei pazienti in Terapia C e nel 66,6% dei pazienti in Terapia D.
I pazienti in Terapia B hanno recidivato in maniera statisticamente maggiore rispetto ai pazienti degli altri gruppi (P <0.01). Gli effetti collaterali sono stati di scarsa entità clinica. Conclusioni: In considerazione della potenziale citotossicità degli alchilanti, gli steroidi sono una valida alternativa nell’indurre e mantenere nel tempo la remissione clinica, se somministrati con uno schema d’induzione più aggressivo. In caso di steroido-resistenza o rapida ricaduta, la ciclosporina è una valida alternativa agli agenti alchilanti.
Parole chiave: sindrome nefrosica, terapia steroidea, ciclosporina, nefropatia membranosa idiopatica