Abstract
Storicamente le glomerulonefriti membranoproliferative (GNMP) sono state sottoclassificate sulla base dei reperti di microscopia ottica ed elettronica. La migliore comprensione della fisiopatologia che sta alla base di queste glomerulonefriti ha condotto ad uno schema classificativo fondato sui reperti di immunofluorescenza. Il pattern istologico di GNMP può conseguire alla deposizione di depositi subendoteliali e di componenti della cascata del complemento in conseguenza di una disregolazione della via alternativa del complemento. Le GNMP complemento-mediate includono la malattia da depositi densi e la GNMP-C3. La disregolazione della cascata complementare può dipendere da mutazioni genetiche o dallo sviluppo di autoanticorpi diretti contro proteine regolatrici del complemento.
La GNMP è anche una sequela della deposizione mesangiale e subendoteliale di immunocomplessi (IC). Cause comuni di GNMP da IC sono infezioni croniche, malattie autoimmuni, gammopatie monoclonali, disprotidemie. Questa categoria include anche la glomerulonefrite in corso di crioglobulinemia mista, che è spesso associata ad infezione da virus dell’epatite C (HCV). In alcuni casi al forte sospetto clinico di vasculite crioglobulinemica non corrisponde il rilievo di crioglobuline circolanti determinante con metodo standard. Tuttavia, usando tecniche più sensibili, è spesso possibile determinare livelli anche molto bassi di crioglobuline circolanti (ipocrioglobuline). Questi pazienti possono presentare una glomerulonefrite, spesso isolata, con pattern membranoproliferativo, non avere infezione HCV, e possono avere normali valori di fattore reumatoide e di componenti complementari. La nefrite ipocrioglobulinemica potrebbe rappresentare una entità nosologica distinta.
Parole chiave: Glomerulonefrite membranoproliferativa, Glomerulonefrite C3, Nefrite ipocrioglobulinemica