Abstract
L’aumento dell’età media, il potenziamento della terapia di anticoagulazione e la crescita dell’interventismo vascolare rappresentano, allo stato dell’arte, le condizioni eccellenti per l’insorgenza della malattia ateroembolica renale. Essa si osserva nei pazienti affetti da aterosclerosi diffusa, generalmente dopo cause scatenanti come la chirurgia sull’aorta, le procedure invasive (angiografia, cateterizzazioni del ventricolo sinistro, angioplastica coronarica) e la terapia anticoagulante o fibrinolitica. La clinica appare eterogenea, conseguenza dell’occlusione di piccoli vasi arteriosi a valle da parte di emboli di colesterolo provenienti da placche ateromasiche dell’aorta o di una delle sue diramazioni principali. La prossimità dei reni all’aorta addominale e l’elevato flusso di sangue che ricevono li rende tra i principali organi bersaglio. Per tale motivo, la malattia ateroembolica renale rappresenta una condizione patologica sempre attuale al letto del paziente nefropatico, sebbene la natura sistemica dell’ateroembolia renda difficile la diagnosi che rimane, spesso, misconosciuta.
Il presente manoscritto fornisce una revisione della letteratura mirata ad un’aggiornata sintesi sulla patologia allo stato dell’arte, partendo dai fattori di rischio, la diagnostica, l’istologia e gli approcci terapeutici.
Parole chiave: aterosclerosi, emboli di colesterolo, mezzo di contrasto, danno renale acuto, malattia renale cronica.