Abstract
Il sistema genetico che influenza maggiormente l’esito dei trapianti di organi è il Complesso Maggiore d’Istocompatibilità (MHC – Major Histocompatibility Complex), che nell’uomo è noto anche come sistema HLA (Human Leucocyte Antigens). Questi geni sono molto polimorfici, vale a dire che ogni individuo della popolazione ha ereditato un set di geni che si combinano in maniera pressoché unica. Essi codificano per glicoproteine di superficie delle cellule che dunque variano da un individuo all’altro e sono riconosciute come bersaglio in caso di trapianto dal sistema immunitario del ricevente.
Si considera che il giusto abbinamento per caratteristiche HLA tra donatore e ricevente possa spiegare meno della metà delle cause immunologiche di fallimento del trapianto. È ben conosciuto che differenze per altre caratteristiche genetiche possano essere responsabili di una quota non piccola dell’insuccesso del trapianto dovuto a cause immunologiche. Queste caratteristiche vengono definite geni (e i loro prodotti antigeni) minori d’istocompatibilità.
I nuovi approcci di studio del genoma consentono di esaminare tutta la variabilità di un ricevente, e di confrontarla con quella del donatore: in questo modo è possibile valutare se collisioni genetiche particolari (vale a dire incompatibilità per alcune di esse) possano influenzare l’esito del trapianto. Questi studi hanno consentito di definire nuovi geni la cui compatibilità tra donatore e ricevente può essere rilevante per il successo del trapianto.
Parole chiave: trapianti, genomica, istocompatibilità