Luglio Agosto 2024 - In depth review

Come valutare la velocità di filtrazione glomerulare e quale metodo è considerato il più affidabile?

Abstract

La prevalenza della malattia renale cronica (CKD) continua ad aumentare a livello globale, sia per un aumento della morbilità e della mortalità associate sia per le implicazioni significative sulla qualità della vita dei pazienti e sulle economie nazionali. La malattia renale cronica spesso progredisce senza essere riconosciuta dai pazienti e dai sanitari, nonostante la diagnosi si basi su due semplici misure di laboratorio: velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) e analisi delle urine. La misura della GFR è correlata alla fisiologia renale, in particolare al concetto di clearance, con la creatinina identificata come un marcatore endogeno adatto per stimare la clearance della creatinina (CrCl). In base a questo principio sono state sviluppate varie equazioni per calcolare la CrCl o il GFR stimato (eGFR) utilizzando quattro variabili che incorporano la creatinina e alcune informazioni demografiche, come sesso ed età. Tuttavia, la misurazione della creatinina richiede la standardizzazione per ridurre al minimo la variabilità del dosaggio tra i laboratori. L’accuratezza di queste equazioni rimane controversa in alcuni sottogruppi di pazienti. Per questi motivi, sono stati ideati ulteriori modelli matematici per migliorare la stima della CrCl, in particolare quando la raccolta delle urine non è praticabile, in pazienti anziani o debilitati e in soggetti con traumi, diabete o obesità. Attualmente, l’eGFR negli adulti può essere immediatamente misurato e riportato utilizzando equazioni basate sulla creatinina tracciabili tramite spettrometria di massa con diluizione isotopica. In conclusione, sfruttando le conoscenze della fisiologia renale, l’eGFR può essere impiegato clinicamente per la diagnosi precoce e il trattamento della malattia renale cronica, nonché come strumento di sanità pubblica per stimarne la prevalenza.

Parole chiave: marcatori di filtrazione glomerulare, creatinine, cistatina C, inulina, iohexol

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in inglese.

Introduction

The prevalence of chronic kidney disease (CKD) continues to escalate globally, accompanied by an increase in morbidity, mortality, and significant implications for the quality of life of patients and the economies of nations. Any clinical condition resulting from a reduction in the number of functioning nephrons can progress into chronic renal failure, defined by the KDIGO guidelines as “abnormalities in kidney structure or function, present for 3 months, with health implications” [1].

In the real world, chronic kidney disease is a silent ailment often progressing unnoticed by patients and physicians, although the diagnosis relies on two simple laboratory measures: estimated GFR (eGFR) and urine analysis (screening for albuminuria/proteinuria). The glomerular filtration rate remains the premier comprehensive indicator of renal function as it assesses renal clearance and is directly related to the functioning renal mass, serving to classify CKD into stages, calculate medication dosages, and prepare for invasive studies with contrast medium. Early diagnosis of chronic kidney disease aids in delaying progression and reducing associated morbidity and mortality. 

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