Nota dell’editore

Editor in Chief del GIN Dott. Biagio Di Iorio

 

“Perché questo articolo nel GIN sulla corruzione nei comuni?”

Perché in fondo già dal 2013 il GIN ha avuto un taglio, oltre che scientifico-nefrologico, anche sociale e molto sensibile agli aspetti legati alla corruzione. Nel numero di marzo-aprile di questo anno avevo scritto (testuale) che “Avevamo iniziato questo percorso chiedendo le stesse riflessioni, oltre che a Raffaele Cantone (1), che tale sensibilità ha dimostrato, anche a Testimoni Istituzionali (come il Presidente del Senato Pietro Grasso e della Camera Laura Boldrini), a Giornalisti (come Eugenio Scalfari e Marco Travaglio), a Studiosi del fenomeno (come Rita Borsellino e Gian Antonio Stella), a Magistrati (come Pier Camillo Davigo). Se Scalfari rifiutava l’invito per l’età (ed è giustificabile) non appare giustificabile la rinuncia per troppo lavoro (leggi Marco Travaglio) o, addirittura, il silenzio con cui gli altri hanno rumoreggiato”.

Il 6 aprile è la giornata mondiale anti-corruzione e nell’aprile scorso si era tenuto la seconda giornata nazionale (Figura 1). Abbiamo invitato i partecipanti a scrivere un articolo, relativo al loro intervento, per il GIN. Paolo Emilio Russo lo ha fatto (2).

Ma abbiamo anche invitato tutti i Governatori delle Regioni a descrivere l’organizzazione nefrologica delle varie regioni. Per ora solo Stefano Nicola Zingaretti (Governatore della Regione Lazio) (3) e Bonaccini (Governatore della Regione Emilia Romagna) (4) lo hanno fatto; Roberto Maroni (Governatore della Regione Lombardia) lo ha promesso. Gli altri sono in silenzio!

 

L’interesse per l’iniziativa di “Riparte il futuro”, che è presente nel web, nasce dalla considerazione che la nostra democrazia è rappresentativa, ma questo non deve far pensare in nessun modo che l’eletto (dopo l’elezione) possa adottare decisioni o comportamenti in difformità di quanto promesso in campagna elettorale. Bene ha fatto la Redazione di “Riparte il Futuro” a chiedere il conto ai Sindaci Eletti che avevano sottoscritto precedentemente la loro petizione. Poi toccherà agli elettori la valutazione successiva.

L’idea che “per scongiurare la diffusione di corruzione, clientelismi, conflitti d’interessi nelle amministrazioni locali, gli italiani devono poter conoscere i loro sindaci, e per farlo serve che gli aspiranti primi cittadini si rendano trasparenti” deve essere trasportata anche in Sanità.

Chi non ha mai sentito un politico (o Presidente del Consiglio o Ministro della Salute o Governatore di Regione o per qualsiasi carica pubblica che ricopra) fare questa affermazione: “Fuori la Politica dalla Gestione della Sanità!”. Per poi (dopo la predica) razzolare come gli aggrada. Se fosse veramente così come pontificato, ogni motivo di preoccupazione per la corruzione sarebbe fugato. Purtroppo i dati, che sono sotto gli occhi di tutti, dicono il contrario con debiti delle ASL che sfiorano i 30 miliardi come evidenzia la relazione della Corte dei Conti 2015 (5).

Queste distorsioni, che sono a macchia di leopardo, riguardano tutte le Regioni con pagamenti che avvengono con molto ritardo a fronte di prezzi molto diversificati tra le varie regioni. Le distorsioni possono essere frutto di incompetenza o di corruzione, ma comunque sono favorite dalla commistione politica-gestione, con appalti che possono individuare portatori di interesse legati al Politico di turno. Ma anche l’incompetenza in Sanità è una colpa. Le nomine dei Direttori Generali e a cascata dei “Primari” avvengono ancora con troppa poca trasparenza. Perché nominare una commissione che stila gli elenchi dei Direttori Generali per poi non utilizzare la graduatoria? Così allo stesso modo per i Concorsi dei “Primari”. Il Direttore Generale non dovrebbe poter stravolgere una graduatoria fatta da una commissione nazionale di 3 esperti come spesso accade.

 

Allora, perché non mettere sotto la lente di ingrandimento l’operato del Direttore Generale (e del suo sponsor politico)? Perché non tagliare di netto il filo che li lega? A chi conviene questo tipo di organizzazione? Perché agli “elettori” (che poi sono i cittadini e pazienti che usufruiscono del SSN) non è data la possibilità di “sorvegliare” i comportamenti dell’eletto? Perché continuare a sopportare che la Politica gestisca la Sanità (e non limitarsi alla sua regolamentazione)?

Facciamo come “Riparte il futuro” anche in Sanità? Chi risponde?

 

Bibliografia

  1. Cantone R. La prevenzione della corruzione nel “sistema delle 3A”. GIN 2017 (1)
  2. Russo PE. Curiamo la corruzione: l’esperienza dell’ASL di Siracusa. GIN 2017 (4)
  3. Zingaretti N. La Nefrologia nella Regione Lazio. GIN 2017;34 (2)
  4. Bonaccini S. La Nefrologia nella Regione Emilia-Romagna. GIN 2017;34 (3)
  5. Articolo “Sanità: Cgia, debiti fornitori per 22,9 mld”, consultato il 16/9/2017

Trasparenza e impegno anticorruzione: le richieste di “Riparte il futuro” ai sindaci dei Comuni italiani

Quando ci proponiamo per un posto di lavoro dobbiamo presentarci con dovizia di particolari a chi potrà eventualmente assumerci. Ma se l’incarico consiste nel fare il sindaco o il consigliere di un Comune italiano non siamo tenuti neppure a fornire un curriculum vitae. In Italia, infatti, nessuna normativa impone ad oggi ai candidati alle elezioni amministrative (e neppure ai candidati alle politiche) di farsi conoscere in via preventiva agli elettori rendendo accessibili alcune informazioni basilari come i precedenti incarichi ricoperti, i potenziali conflitti di interesse e neppure lo status giudiziario. Per questo Riparte il futuro, associazione apartitica impegnata sui temi della trasparenza e dell’anticorruzione, ha introdotto una pratica che permette ai cittadini di informarsi in maniera consapevole sui candidati alle elezioni consultando il sito www.saichivoti.it.

 

Promossa in collaborazione con 11 associazioni nazionali tra cui Movimento Consumatori, Transparency International Italia, Pubblici Cittadini e ActionAid, Sai Chi Voti si fonda sull’idea che per scongiurare la diffusione di corruzione, clientelismi, conflitti d’interessi nelle amministrazioni locali, gli italiani devono poter conoscere i loro sindaci, e per farlo serve che gli aspiranti primi cittadini si rendano trasparenti.
Ciò avviene su base volontaria: durante la campagna elettorale il candidato può aderire all’iniziativa pubblicando sulla piattaforma le informazioni richieste o il link alle pagine in cui possono essere reperite. Inoltre ha la possibilità di sottoscrivere alcuni impegni facoltativi, da rispettare qualora eletto. 

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