Supplemento S77 - Editoriali

Farmaci, tossici e rene

Il Convegno Nefrologico che si tiene all’inizio dell’autunno con cadenza biennale a partire dal 2007 a Grado ha raggiunto la sua settima edizione, essendosi tenuta questa dal 17 al 19 ottobre 2019. 

Come avvenuto ogni volta è stato dedicato ad un tema declinato pienamente tra Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale: in questa edizione “Tossici, Farmaci e Rene”. 

Anche i farmaci infatti, che hanno caratterizzato nella loro molteplicità la crescita della medicina moderna, non si sottraggono a quanto contenuto già nella loro etimologia greca (Φαρμακον) per cui vi è perfino identità tra la sostanza che, a dosi determinate, interferisce con i processi fisiopatologici in modo utile al paziente ed il veleno. 

Il rene d’altra parte è l’organo escretore per eccellenza ed incorpora in sé una serie di attività metaboliche che lo rendono centrale nel catabolismo e nella eliminazione di tossici e farmaci; questi processi, sottesi anche dall’elevato flusso ematico necessario e dalla complessa elaborazione tubulare che tende il più spesso a concentrare le sostanze nell’organo, rendono il rene anche facile bersaglio della tossicità di molte sostanze.

Viviamo in un mondo che moltiplica continuamente le sostanze chimiche che ci circondano: nuovi farmaci sempre più numerosi, diffusi e disponibili ma anche sostanze chimiche intermedie della produzione industriale, prodotti nuovi migliorativi per tutta una serie di attività, ma anche nuove scorie di lavorazione che entrano nell’ambiente. I nostri contatti con queste specie si moltiplicano e creano nuovi rischi non sempre chiaramente evidenziati. Salvo poi storicamente rilevare come l’uso del piombo nei recipienti destinati agli alimenti possa aver avuto un ruolo perfino nella caduta dell’impero romano.

Alcuni farmaci sono in effetti dei classici della nefropatologia come gli antinfiammatori, gli antibiotici, gli antineoplastici o i mezzi di contrasto radiologici; ed il più delle volte la loro pericolosità è esaltata dalla preesistente riduzione della funzione renale.

Le metodiche sostitutive a loro volta interferiscono pesantemente con l’eliminazione dei farmaci potendo ridurne l’efficacia o favorirne la tossicità. Ed ecco che allora bisogna conoscere le terapie tipiche del nefropatico e del paziente in terapia sostitutiva dialitica e come le diverse metodiche introducano interferenze non ignorabili con le terapie somministrate.

Il trapianto renale trova nei farmaci immunosoppressori lo strumento che ne ha consentito lo sviluppo e la ampia applicazione clinica odierna ma non può non misurarsi con la tossicità renale ed extrarenale di queste terapie croniche.

Infine la identificazione di tossici ambientali ha spiegato classici della nefropatologia che hanno  lungamente costituito un rompicapo eziopatogenetico; mentre alcune malattie renali come la nefrolitiasi, la nefrocalcinosi e perfino malattie su base immunologica come le glomerulonefriti necessitano di tener presente la possibilità di una tossicità come base della loro genesi.

Di questo si è ampiamente e felicemente discusso in quel convegno i cui Atti vengono ora riversati in un numero speciale del GIN per poter essere a disposizione di tutti i Nefrologi Italiani.

 

Giuliano Boscutti e Domenico Montanaro