Novembre Dicembre 2017 - In depth review

Urea e alterazioni renali nella Malattia Renale Cronica

Abstract

Il microbiota intestinale è un vero e proprio organo che coordina in maniera flessibile la salute e il benessere del nostro organismo. Esso è composto da oltre 100 milioni di microrganismi, cioè circa 3 volte il numero di cellule del corpo umano e oltre 150 volte i geni del genoma umano con 1000 differenti specie microbiche.
È stato descritto un rapporto simbiontico tra intestino e rene che ha ricevuto una serie innumerevole di conferme.
Tale rapporto è bidirezionale con l’intestino che influenza il rene e viceversa, anche in caso di Malattia Renale Cronica, attraverso fenomeni di modifica del microbiota intestinale e di alterazione di produzione di tossine uremiche che peggiorano la malattia renale e la sua progressione.
Questa review analizza le componenti dell’asse Intestino-Rene e le relative implicazioni cliniche.

PAROLE CHIAVE: urea, microbioma, indossil solfato, p-cresol solfato, dieta mediterranea, VLPD, Acidi grassi a catena corta, prebiotici, probiotici

Introduzione

Agli albori della nefrologia, già nel 1963 Giordano e nel 1964 Giovannetti (1) avevano intuito che l’urea non rappresentava solo un marker della ridotta funzione renale, ma rappresentava una vera e propria tossina uremica. Essi avevano già individuato il modo di ridurre l’urea sierica senza produrre malnutrizione e alleviando i sintomi dell’iperazotemia (1). Poi l’urea come una vera e propria tossina uremica è stata dimenticata e successivamente utilizzata come mezzo, attraverso il Kt/V (2), per misurare l’efficienza dialitica e misurare l’introito proteico (3).

Oggi riscopriamo che la Malattia Renale Cronica (MRC) è una sindrome caratterizzata da progressivo accumulo di prodotti di scarto che possono alterare le normali funzioni cellulari (e per tale motivo sono chiamate tossine uremiche) e che possono essere classificate secondo il peso molecolare. Abbiamo scoperto l’importanza di molecole come per esempio il p-cresol solfato e dell’indossil solfato ed altre nel contribuire alla malattia cardiovascolare (CV) nei pazienti con MRC (4). Recentissimamente incominciamo a riconsiderare l’urea come tossina uremica (5). Infatti, è nota la relazione tra l’urea e la produzione di isocianati e il loro ruolo nella MRC (6), attraverso modificazioni proteiche post-trascrizionali e l’azione che prodotti di degradazione dell’urea esercitano a livello intestinale (7) sull’integrità della barriera intestinale. 

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