Abstract
Nei pazienti in dialisi il controllo dei fosfati e del potassio è indispensabile per dominare l’iperparatiroidismo secondario e limitare la mortalità cardiovascolare. La maggior parte dei pazienti riceve informazioni nutrizionali prevalentemente teoriche. Abbiamo pertanto organizzato una lezione per dializzati in un laboratorio di cucina, con un team multidisciplinare composto da infermieri, nefrologi, una dietista e un cuoco professionista, facendo cucinare direttamente ai pazienti e ai loro familiari un menu a basso contenuto di fosforo e potassio; abbiamo poi valutato la consapevolezza sul corretto impiego dei chelanti e gli esami ematochimici a tre e sei mesi dall’incontro. Su 133 pazienti idonei 24 hanno partecipato insieme ad un familiare, compilando un questionario preliminare sulle abitudini alimentari, sulle conoscenze relative a fosforo e potassio e sui chelanti. Durante la serata venivano date informazioni teoriche e pratiche sui due elementi, sui farmaci e sulle tecniche di cottura, preparando una cena consumata poi tutti insieme. Al termine dell’incontro il questionario veniva ripetuto, riscontrando un miglioramento delle conoscenze prese in esame. La fosforemia, la kaliemia e il numero di compresse di chelanti non variavano dopo tre e sei mesi. Per affrontare i cambiamenti dell’alimentazione legati all’avvio della terapia dialitica un apprendimento in ambiente informale, insieme a un familiare, è molto apprezzato, clinicamente utile, logisticamente ed economicamente sostenibile. Modificare i livelli plasmatici di fosforo e potassio e il consumo di chelanti richiede probabilmente un intervento personalizzato e duraturo nel tempo. Le scarse conoscenze nutrizionali dei pazienti e il gradimento del corso confermano l’esigenza formativa in quest’ambito.
PAROLE CHIAVE: nutrizione, dialisi, chelanti, counseling