Abstract
Le mutazioni del gene MYH9 che codifica per la catena pesante IIA della miosina non muscolare (NMMHC-IIA) correlano con un gruppo di rare patologie autosomico-dominanti, identificate in passato con i diversi nomi di Malattia di May-Hegglin, Sindrome di Sebastian, Sindrome di Fechtner e Sindrome di Epstein. Le caratteristiche cliniche comuni di queste patologie sono rappresentate dalla macrotrombocitopenia congenita e da tipiche inclusioni citoplasmatiche nei polimorfonucleati, cui si possono associare, nel corso della vita, proteinuria, malattia renale cronica (CKD), uremia terminale, sordità neurosensoriale, cataratta giovanile ed epatopatia.
Il termine malattia MYH9-correlata (MYH9-RD) descrive oggi l’espressione variabile di un’unica entità patologica comprendente tutti i disordini ereditari precedentemente menzionati. Alcune casistiche riportano che, nei pazienti con mutazione del gene MYH9, il coinvolgimento renale è osservabile nel 30% dei casi. L’NMMHC-IIA alterata, espressa nei podociti, nelle cellule mesangiali e nelle cellule tubulari renali, sembra svolgere un ruolo di primo piano nel danno glomerulare e tubulare.
Un dato estremamente interessante che emerge da recenti acquisizioni della ricerca di base è il possibile contributo dei polimorfismi del gene MYH9 ad altre glomerulopatie non ereditarie, quali la glomerulosclerosi globale (nefropatia ipertensiva), la forma idiopatica della glomerulosclerosi focale segmentale e le forme secondarie da deposizione di immunocomplessi C1q e da HIV.
La presente review ha lo scopo di riassumere in un unico quadro le attuali evidenze sul ruolo del gene MYH9 nella patologia renale, partendo dalla sindrome ereditaria per arrivare sino alle più recenti scoperte della genetica che assegnano all’MYH9 il ruolo di “gene di suscettibilità” per la CKD.
Parole chiave: macrotrombociti, Malattia MYH9-correlata, Malattia renale cronica, polimorfismi